Un mio piccolo intervento senza voler entrare in polemica con alcuno. L'invasione dell'Afghanistan (da parte dell'Urss) è stata una cosa orribile e ha causato danni irreparabili nella regione (oltre 1 milione di morti, un numero infinito di invalidi, tra cui molti bambini, il rafforzamento del fondamentalismo islamico, che fino a quel momento era poca cosa, e una guerra civile interna, susseguente al "disimpegno" sovietico, che definire terribile è dire poco). Nel diritto internazionale, da quello che ne so, viene ammesso l'intervento negli affari interni di un paese solo in determinate gravissime condizioni-limite (genocidio, per esempio, oppure grave minaccia per le nazioni confinanti). In quel momento, l'Afghanistan non rappresentava un pericolo per nessuno e la sua invasione è stata un tremendo errore, nonchè l'inizio di molti dei problemi che ci portiamo avanti tuttora (vedasi il fondamentalismo). Una regola deve essere chiara: non esistono alcune giustificazioni ad un intervento (leggi invasione) di un paese. Sono i popoli che devono riuscire, col tempo, a darsi un'organizzazione sufficientemente "democratica" al proprio interno, secondo le proprie culture, in modo da non essere troppo aggressivi nei confronti dei paesi confinanti. Se l'invasione dell'Afghanistan trova una qualche giustificazione (e secondo me non era affatto giustificata) allora anche l'intervento in Iraq potrebbe essere considerato giustificabile (l'eliminazione di un feroce dittatore genocida nonchè la soppressione di un continuo pericolo destabilizzante nei confronti dei popoli confinanti). In realtà, a mio parere, le cose non possono essere poste in questi termini. L'invasione dell'Iraq (come pure l'intervento nel '91) non trova alcuna giustificazione ed è stato un atto di cui pagheremo amaramente le conseguenze nel tempo. Inoltre, e concludo, non stiamo vivendo, sempre secondo il mio modesto parere, uno "scontro di civiltà", ma una lotta, interna ai popoli e alle nazioni, e internazionale, tra fondamentalismi (come, giustamente, Corcaigh ha già accennato in precedenza) in una *polarizzazione* molto pericolosa nella quale la parte moderata, comunque sempre notevolmente maggioritaria, si trova in grave difficoltà nell'imporre e nell'esercitare un controllo sulla parte più estremista e minoritaria (se parliamo di numeri o di percentuali si tratta *ancora* veramente di piccola cosa). Se prevarrà quest'ultima (in entrambe le fazioni, cioè sia in occidente che nei paesi a "religione" mussulmana) allora saranno veri dolori ...
Ciao a tutti.
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"Where is the wisdom we lost in knowledge? Where is the knowledge we lost in information?"
T.S. Eliot