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Iraq e situazione internazionale

Ultimo Aggiornamento: 26/10/2005 17:27
07/09/2004 15:18
 
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L'orrore televisivo: e i bambini guardano
Oggi a mezzogiorno, in tutte le scuole elementari d'Irlanda c'è stato un minuto di silenzio per tutti i bambini (e adulti) morti in ossezia. E forse anche una preghiera dopo, essendo la maggior parte delle scuole qui cattoliche.
Io non sono praticante e forse nemmeno religiosa, ma mai preghiera e silenzio di rispetto sono stati più accetti ed invocati a salvaguardia dei nostri bambini.
Tutte quelle immagini in questi giorni alla TV, tutti quei bambini insanguinati. I miei figli non capivano. Le immagini erano trasmesse in tutti i telegiornali, con minima censura. Non si potevano evitare.
E mio figlio che chiede, con spavento "tutto questo è successo in una SCUOLA?!?!"
Già, una scuola. Come spiegargli, proprio in quel posto dove lo mando tutti i giorni dell'anno sicura che poco o nulla gli accadrà al di là di quel cancello, dove lui stesso è sicuro che a parte un paio di insegnanti noiosi e qualche litigio all'intervallo nient'altro di esaltante avverrà in quel piccolo microcosmo che considera la sua seconda casa.
"Non ti preoccupare" si è cercato di spiegare "questo non succederà MAI nella vostra scuola".
Mai, dissero i genitori con speranza. Ringraziando il cielo di non vivere a Parigi, Londra, Roma o Belfast. O Gerusalemme. O Bagdad.
Rincantucciati nel nostro angolino di Irlanda rurale, guardiamo spettatori impotenti all TV ciò che sta succedendo al mondo là fuori. Un terrorismo che si espande a macchia d'olio. Una politica internazionale catastrofica.
La stessa domanda mio figlio mi fece il 9 settembre 2001 e tutti i mesi a venire, ogni volta che quelle immagini dei jet schiantati contro le torri gemelle venivano ripetute all'infinito, un loop pauroso a cui non si poteva sottrarsi.
"Perché hanno schiantato gli aerei?"
Perché?
E meno male ci fu il silenzio a scuola anche allora, e forse la preghiera. Ed i miei figli si illusero che ci può ancora essere consolazione in questo mondo fatto di aerei schiantati e di bambini sparati alle spalle.
Durante i bombardamenti in Iraq, i bambini ancora mi chiesero "Ci sarà mai qui, una guerra?"
Mai, fu la risposta, quella degli stessi genitori ignari che pensano e si illudono che vivendo tra le mucche potranno proteggersi in qualche modo dagli orrori di Bush e Al Quaida.

Non possiamo proteggerli, in nessun medo. Vogliono sapere, ed hanno il diritto di sapere. Quando a scuola ci fu una raccolta d;aiuti per l'Afghanistan, dovetti spiegare e dovetti rassicurare che i soldi generosamenti offerti della loro mancetta settimanale avrebbero aiutato in qualche modo i bambini afgani a comprarsi un giocattolo.

Perché i nostri figli devono crescere con la speranza che le cose miglioreranno. Ben vengano dunque tutti i minuti di silenzio e le preghiere e le manifestazioni se in qualche modo riescono a sovrapporsi agli orrori televisivi.

Ogni volta che c'è una guerra o un attentato alla TV mi torna sempre in mente un ricordo, unico flash di quando ero bambina, avevo forse l'età di mia figlia. Nell'enorme (tale mi pareva)televisore in bianco e nero a valvolone dei miei c'erano immagine della guerra in Vietnam. Un bombardamento al napalm, un'intera foresta a fuoco, mi ricorderò come fosse ieri le fiamme grigie e sfuocate alla TV. E chiesi ingenua "Ma così hanno ammazzato anche tutti gli animali" e mia madre, cercando di rassicurare "Non ti preoccupare, gli animali sono riusciti tutti a scappare".

Nella mia logica infantile, avevo trovato una via d'uscita.
I vietnamiti che lavoravano nei campi, i businnesspeople che producevano capitale a New York, i bambini che andavano ignari a scuola una mattina, e tutti quelli che sono rimastri intrappolati in tutti i bombardamenti, sparatorie, stragi e simili che hanno costellato il nostro ultimo inglorioso secolo di storia umana, loro no, non hanno trovato una via d'uscita.

Un minuto di silenzio per tutti loro. E poi stasera si torna a riaccendere la TV.

Con malinconia

e con un immenso senso di impotenza

[SM=g27813]



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