Appello internazionale per il Libano e la Palestina
Primi firmatari: Tariq Ali, John Berger, Noam Chomsky, Eduardo Galeano,
Ken Loach , Arundhati Roy, Howard Zinn
pubblicato su
www.attac.it il 11 agosto 2006 (http://italia.attac.org/spip/)
L’offensiva di Israele contro il Libano, sostenuta dagli Stati Uniti, ha reso il Paese inebetito, in fiamme e in collera. Il massacro di Cana e le perdite umane non sono solo «sproporzionate». Per il diritto internazionale tutt’ora in vigore, esse sono dei crimini di guerra.
La distruzione deliberata e sistematica delle infrastrutture civili da parte dell’aviazione israeliana è un crimine di guerra che mira anche a ridurre il Paese allo status di protettorato di Israele e degli Stati Uniti.
Questo progetto, che il mondo intero osserva con costernazione, si è ritorto contro i suoi stessi promotori. Nello stesso Libano l’87% della popolazione ora sostiene la resistenza degli Hezbollah - compreso l’80% dei cristiani e dei drusi e l’89% dei musulmani sunniti - mentre solo l’8% crede che gli Stati Uniti sostengono il Libano.
Ma queste azioni non saranno giudicate da alcun tribunale messo in atto dalla «comunità internazionale» perché gli Stati Uniti e i loro alleati, colpevoli o complici di questi crimini rivoltanti, non lo permetteranno.
E’ ormai chiaro che l’assalto al Libano per liquidare gli Hezbollah era preparato da molto tempo. I crimini di Israele hanno ricevuto il via libera degli Stati Uniti e del suo eternamente fedele alleato britannico, nonostante la schiacciante opposizione che Blair incontra nel suo stesso Paese.
La breve pace che il Libano ha conosciuto è finita: un Paese paralizzato costretto a ricordare un passato che aveva sperato di poter dimenticare. Il terrorismo di Stato inflitto al Libano si ripete nel ghetto di Gaza, mentre la «comunità internazionale» prende le distanze e osserva in silenzio. Nel frattempo il resto della Palestina viene annessa e distrutta con la partecipazione diretta degli Stati Uniti e l’accordo tacito dei suoi alleati.
Noi diamo la nostra solidarietà e il nostro sostegno alle vittime di questa brutalità e a coloro che organizzano la resistenza contro di essa. Per quel che ci riguarda, utilizzeremo tutti i mezzi di cui disponiamo per mettere in evidenza la complicità dei nostri governi in questi crimini. Non ci sarà pace in Medio Oriente finché proseguirà l’occupazione della Palestina e dell’Iraq e continuerà il bombardamento del Libano.