Scritto da: cossaigh 04/06/2005 12.54
Ciononostante, io non riesco a separare la vita costituita da 100.000 cellule a quella formata da 100.000.000.000 di cellule.
Caro cossaigh, con ritardo, come al solito, volevo unirmi a questo interessante dibattito.
Premetto che rispetto la tua posizione e quella di Copycorner (anche se non rispetto gli inviti all'astensionismo), va detto che abbiamo due concetti del termine "vita" molto diversi.
Vita, per me, non è un concetto biologico. Mi spiace per i poveri protozoi, ma per me non c'è vita a meno che non ci sia un'interazione sociale con la realtà che ci circonda. Un esempio triviale: nel film The Matrix, qual'era la vita? Quella indotta ed onirica che però consetiva la formazione di construtti personali o quella larvale dei corpi utilizzati come pile duracell? Io propendo per la prima. Allo stesso modo, non considero vita quella di chi è sostenuto in modo artificiale da una macchina, privo di attività cerebrale di qualsiasi tipo. Perché la vita
è quell'attività cerebrale. Per questo sono favorevole all'eutanasia.
Certo, qui stiamo filosofeggiando. ovviamente parlo del termine vita in modo cognitivo, altrimenti non considererei vita le amebe o i vegetali. parlo di vita cerebrale, non biologica.
Ma questo l'ho già specificato in partenza.
Per cui, quando un embrione acquista la valenza di vita?
Secondo la mia visione, non prima di una qualsiasi minima attività cerebrale. Non prima che i sensi lo mettano in contatto col mondo circostante. Non prima della 12sima settimana.
Alla fine di tutto, ciò che ci rende davvero esseri umani poi non si manifesta che dal momento della nascita in poi: l'ambiente che ci invade e noi che, a poco a poco, interiorizziamo l'ambiente e gli diamo un senso. Contemporaneamente acquisendo il senso del sé, che non esisterebbe senza un ambiente circostante a cui rapportarsi.
Il discorso può andare avanti all'infinito. Entrano in gioco etica e morale (e tra parentesi è bello che se ne possa parlare). Non sto parlando di qualità della vita, bada bene: chi scrive non abortirebbe mai un figlio Down, per cui non mi sottoporrei mai all'amniocentesi. I bambini Down hanno una spiritualità fantastica e si connettono col mondo in modo eccezionale. Così per tutta un'altra serie di disabilità fisiche e mentali, che permettono un rapporto con la realtà DIVERSO ma comunque un rapporto.
Qui non è la qualità che discuto, ma la quantità. Se non c'è alcun tipo di construtto della realtà, come nella fase embrionale o di poche cellule staminali, allora non c'è realtà. Non c'è vita.
Ed alla fine della fiera, liberissimi di dissentire... ma andate a dissentire votando no, per favore, non state a casa.
Se il referendum non raggiunge il quorum, allora non c'è più possibilità di dibattito.
E come ho detto in passato, dal dibattito nascono le idee migliori.
Non astenetevi mai da una discussione democratica.
Vostra
[Modificato da Corcaigh 04/06/2005 23.27]