Eutanasia, Divorzio, Stato e Religione: Voi cosa ne pensate?

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Copycorner.BS
00lunedì 25 settembre 2006 11:55
Re:

Scritto da: Corcaigh 25/09/2006 10.54
No. Ho già partecipato in passato a questo 3d e se vai un paio di pagine addietro vedreai la mia inequivocabile posizione a favore dell'eutanasia.

Ma il suicidio è un'altra faccenda. Il suicidio è la conclusione disperata diuna malattia mentale. È un atto compiuto senza logica e senza cognizione. Se dai ad un depresso o ad un bipolare farmaci e terapia adeguata, vedrai che cambia idea rispetto al fatto di togliersi la vita.

Se dai ad un malato terminale di cancro che non vuole più andare avanti farmaci e terapia adeguata, vedrai che continua a pensare all'eutanasia,nonstante tutto.

Per cui, mentre la tendenza suicida è un sintomo di un malessere che va oltre l'esistenziale ma è ben radicato nella chimica malfunzionante del cervello umano, l'eutanasia è un atto logico, di pietà e di amore.

Non dimentichiamo che anche i cetacei, quando sono gravemente malati, accelerano la morte arenandosi volontariamente sulle spiagge.

Per concludere: la sofferenza esistenziale e mentale di un depresso e/o bipolare può essere alleviata e curata. La sofferenza di un malato terminale no. Per cui quest'ultimo ha diritto ad una scelta.

Avanti, Copy, agganciati qui che vedo che fremi [SM=g27822]



ti ringrazio, ma mi asterrò dall'intervenire:

1) sono pienamente d'accordo con ciò che dici.
2) discuto quotidianamente di eutanasia e bioetica ad un livello diverso da quello di questo forum. Finirei ad usare termini strani, dare per scontato tante cose, e alla fine non se ne ricaverebbe un ragno dal buco.

Preferisco assistere a quello che dite, giusto per tastare il dibattito fuori dai luoghi accademici.

perdonate ma, a differenza del Papa, la bioetica è il mio campo e mi dà fastidio parlarne con chi pensa di poterlo fare senza aver dietro di sé qualche anno di studio. Ripeto, perché non ci mettiamo a discutere su come si costruisce un ponte o una rete aziendale intranet?

Earendil78
00lunedì 25 settembre 2006 11:59
Re: Re:

Scritto da: Copycorner.BS 25/09/2006 11.55


ti ringrazio, ma mi asterrò dall'intervenire:

1) sono pienamente d'accordo con ciò che dici.
2) discuto quotidianamente di eutanasia e bioetica ad un livello diverso da quello di questo forum. Finirei ad usare termini strani, dare per scontato tante cose, e alla fine non se ne ricaverebbe un ragno dal buco.

Preferisco assistere a quello che dite, giusto per tastare il dibattito fuori dai luoghi accademici.

perdonate ma, a differenza del Papa, la bioetica è il mio campo e mi dà fastidio parlarne con chi pensa di poterlo fare senza aver dietro di sé qualche anno di studio. Ripeto, perché non ci mettiamo a discutere su come si costruisce un ponte o una rete aziendale intranet?





E vabbe' copy, hai ragione.
Sicuramente parlare delle cose che non si conoscono e' un brutto vizio, ma in fondo questi sono argomenti che riguardano un po' tutti.
io trovo che sia positivo parlarne comunque, ad ogni livello.

La cosa positiva e' che ci sarebbe un "esperto" in bioetica a indirizzare la discussione.

un ultima cosa: e' facile discutere della propria materia con i colleghi... ma la cosa ardua e veramente challenging (non mi viene in italiano [SM=g27819] ) e' portare cio' che tu sai FUORI, dove anche i non-addetti ai lavori possano accedervi, e soprattutto fare in modo che capiscano.
Lo dico perche' questo e' quello che ad esempio io devo assolutamente imparare: se non saro' in grado di spiegare i risultati delle mie ricerche anche a chi di biologia marina non ne sa niente, avro' in parte fallito.

fammi gli auguri, perche' al momento trovo difficile anche solo spiegare quello che faccio [SM=g27828]

La divulgazione e' l'anima del commercio [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828]

[Modificato da Earendil78 25/09/2006 12.07]

=Donegal=
00lunedì 25 settembre 2006 12:12
Re: Re:

Scritto da: Copycorner.BS 25/09/2006 11.55
ti ringrazio, ma mi asterrò dall'intervenire:

1) sono pienamente d'accordo con ciò che dici.
2) discuto quotidianamente di eutanasia e bioetica ad un livello diverso da quello di questo forum. Finirei ad usare termini strani, dare per scontato tante cose, e alla fine non se ne ricaverebbe un ragno dal buco.

Preferisco assistere a quello che dite, giusto per tastare il dibattito fuori dai luoghi accademici.

perdonate ma, a differenza del Papa, la bioetica è il mio campo e mi dà fastidio parlarne con chi pensa di poterlo fare senza aver dietro di sé qualche anno di studio. Ripeto, perché non ci mettiamo a discutere su come si costruisce un ponte o una rete aziendale intranet?




La bioetica sarà sicuramente il tuo campo, niente da dire, ma quando le sue ricadute riguardano scelte drammatiche e individuali come queste è il caso che i luoghi accademici vanno messi da parte.
La costruzione del ponte è un paragone fuori luogo perchè ha molti stakeholder che spesso non coincidono tra loro: il committente, il team di progetto, gli operai che lo costruiscono, le persone che lo utilizzano, quelle che ne subiscono l'impatto ambientale in senso positivo o negativo.
Qui invece la discussione riguarda il diritto di una persona di fare scelte che la riguardano in modo drammatico ma sulle quali in modo altrettanto drammatico dipende dalla volontà di altri, che come Buttiglione (l'ultimo che ho sentito) parla da una poltrona comoda, da cui quando avrà voglia si alzerà per fumare un sigaro, per leggere libro o semplicemente per andare in bagno...

[Modificato da =Donegal= 25/09/2006 12.13]

=Gizzo=
00lunedì 25 settembre 2006 12:12
Re: Re:

Scritto da: Copycorner.BS 25/09/2006 11.55


ti ringrazio, ma mi asterrò dall'intervenire:

1) sono pienamente d'accordo con ciò che dici.
2) discuto quotidianamente di eutanasia e bioetica ad un livello diverso da quello di questo forum. Finirei ad usare termini strani, dare per scontato tante cose, e alla fine non se ne ricaverebbe un ragno dal buco.

Preferisco assistere a quello che dite, giusto per tastare il dibattito fuori dai luoghi accademici.

perdonate ma, a differenza del Papa, la bioetica è il mio campo e mi dà fastidio parlarne con chi pensa di poterlo fare senza aver dietro di sé qualche anno di studio. Ripeto, perché non ci mettiamo a discutere su come si costruisce un ponte o una rete aziendale intranet?





io ritengo che il Papa ha ogni diritto di esprimere le sue idee in merito all'etica della vita. Semplicemente lui dice il suo punto di vista. condivisibile o meno. Lui come Sgreccia.

(se può servire ho sostenuto diversi esami di bioetica.)
Copycorner.BS
00lunedì 25 settembre 2006 14:12
i soliti! :)
le lacune sono mie. Intenedvo dire che ora non sarei capace di discutere con voi di bioetica. Darei per scontate troppe cose e questo inficerebbe il dibattito. Comunque seguirò con attenzione ciò che direte. Magari interrverò con qualche domanda.

Ciao
Earendil78
00lunedì 25 settembre 2006 14:57
Re: i soliti! :)

Scritto da: Copycorner.BS 25/09/2006 14.12
le lacune sono mie. Intenedvo dire che ora non sarei capace di discutere con voi di bioetica. Darei per scontate troppe cose e questo inficerebbe il dibattito. Comunque seguirò con attenzione ciò che direte. Magari interrverò con qualche domanda.

Ciao



e spiegati meglio, no? [SM=g27828]
Shamrock80
00lunedì 25 settembre 2006 16:27
Re: Re: Re:

Scritto da: Earendil78 25/09/2006 11.59


La cosa positiva e' che ci sarebbe un "esperto" in bioetica a indirizzare la discussione.

se non saro' in grado di spiegare i risultati delle mie ricerche anche a chi di biologia marina non ne sa niente, avro' in parte fallito.
[SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828]

[Modificato da Earendil78 25/09/2006 12.07]




Vero,verissimo,concordo con te Ilaria
e' come se io mi mettessi a discutere del turismo solo con operatori del settore,e invece no,metto notizie e informazioni pure sul forum,appena posso,e discuto con chiunque voglia parlarne e dire le sue opinioni,anche le fregnacce... [SM=g27823]

Quindi Copy non fare lo snob come al solito e spiegaci,dicci quello che dobbiamo sapere di fondamentale
Corcaigh
00lunedì 25 settembre 2006 17:04
Re:

Scritto da: Juza1973 25/09/2006 11.47


Al depresso il dibattito interessa poco, lui la ha forza per buttarsi dalla finestra.




Scusa, sarà che oggi sono rincoglionita, ma non ho capito il senso di quest'intervento [SM=g27833]
Delbchaime
00lunedì 25 settembre 2006 19:29
Re: Re:

Scritto da: Corcaigh 25/09/2006 17.04


Scusa, sarà che oggi sono rincoglionita, ma non ho capito il senso di quest'intervento [SM=g27833]



penso che intendesse che a uno che si vuole suicidare non gliene frega niente che sia legale o no, dal momento che può muoversi autonomamente è in grado di buttarsi dalla finestra da solo.. giusto?
Juza1973
00lunedì 25 settembre 2006 20:11
Re: Re: Re:

Scritto da: Delbchaime 25/09/2006 19.29


penso che intendesse che a uno che si vuole suicidare non gliene frega niente che sia legale o no, dal momento che può muoversi autonomamente è in grado di buttarsi dalla finestra da solo.. giusto?



Si, esatto. E' un dibattito che non gli interessa, purtroppo. Puoi cercare di prevenirlo ma non puoi impedirlo.

Corcaigh
00lunedì 25 settembre 2006 21:20
Veramente io avevo fatto una distinzione molto netta tra suicidio ed eutanasia.... continuo a non capire il nesso... [SM=x145485]
Juza1973
00lunedì 25 settembre 2006 21:40
Re:

Scritto da: Corcaigh 25/09/2006 21.20
Veramente io avevo fatto una distinzione molto netta tra suicidio ed eutanasia.... continuo a non capire il nesso... [SM=x145485]



Si parlava di persone depresse, qualcuno ha detto "ma non sara' accanimento teurapeutico tenere in vita anche loro se vogliono morire ?" Li' tu hai fatto un distinguo tra suicidio ed eutanasia ed hai detto che saresti contraria a permettere il suicidio assistito di un depresso. A quel punto io ho fatto la semplice considerazione che il depresso ha la possibilita' di porre fine alla sua vita da solo e che quindi il dibattito sull'eutanasia non lo riguarda piu' di tanto, perche' puo' farsi attore della propria morte.

[Modificato da Juza1973 25/09/2006 21.41]

Corcaigh
00lunedì 25 settembre 2006 23:47
Suicidio assistito di un depresso? Ma vorrei anche vedere, il suicidio, o meglio, la tendenza suicida è un sintomo della malattia mentale ed ovviamente non va incoraggiato [SM=g27820]: .

Quello che volevo dire infatti è che suicidio e eutanasia sono due pianeti completamente diversi. L'eutanasia non è un suicidio, è semplicemente un accellerare un processo che inevitabilmente porterà alla morte. L'eutanasia consente di evitare indescrivibili sofferenze, sia al paziente che ai familiari.

Davvero, non vedo come le due cose possano essere messe in relazione, seppure per un momento...

mirko e i furetti
00martedì 26 settembre 2006 09:12
la mia domanda aveva un significato diverso.
Io non chiedevo l'eutanasia per i depressi. Io chiedevo solamente se la legalizzazione dell'eutanasia non avrebbe portato ad un cambiamento nei punti di vista verso il suicidio.

Il mio cruccio nasce dal fatto che solitamente in Italia una legge importante nasce con un significato e viene applicata con un senso completamente diverso.
Tutti scendono in piazza per il diritto a grattarsi le chiappe ogni tanto e il governo emana una legge che obbliga il cittadino a grattare a se e alle persone che ha intorno per 15 ore al giorno.

Rileggendo quello che ho scritto in effetti si capisce proprio che ho bisogno di un po' di ferie...

Saluti esauriti
Mirko
mirko e i furetti
00martedì 26 settembre 2006 09:22
semi off topic
Ho visto million dollar baby qualche giorno fa.
Un bel film in generale (rivaluto sempre di piu' il cambio di rotta di quel vecchio pistolero di Clint) che parlava, alla fine, di questa tematica.

Qui e' un atto d'amore di un "padre" verso la "figlia" (le virgolette sono d'obbligo ma non voglio spoilerare).

Poi ho visto Children of men venerdi' e anche li la tematica dell'eutanasia viene affrontata seppur marginalmente.

E qui l'eutanasia sono delle pillole alle quali si fa pubblicita' in televisione e il cui spot recita piu' o meno "scegli quando e come te ne vuoi andare".

A pelle la sensazione e' stata di accettazione nel primo caso e di rifiuto nel secondo.
Quando il mio cervello riomincera' a funzionare a dovere magari commentero' meglio.

Saluti cinefili
Mirko
Copycorner.BS
00martedì 26 settembre 2006 12:27
Re:
Korky ha detto:
"L'eutanasia consente di evitare indescrivibili sofferenze, sia al paziente che ai familiari."

questo non è del tutto vero. Anche le cure palliative possono trattare la sofferenza.

Uno dei cavalli di battaglia dell'eutanasia e questo fatto delle "indescrivibili sofferenze" ripreso anche da studiosi come Ronald Dworkin (R.DWORKIN, Il dominio della vita (cap.VII), Edizioni Comunità, Milano 1994).

Ma è falso. Infatti Dworkin scrive:
“Alcuni di loro stanno già morendo, molti patiscono gravi sofferenze, come Lillian Boyes, una inglese di 70 anni che stava morendo per una terribile forma di artrite reumatoide, così dolorosa che anche i più potenti antidolorifici la lasciavano preda a sofferenze insopportabili”. (pag.247)

Ma il Dott.Zucchi della scuola algologica di Firenze dice:
“Attualmente il medico è in possesso di strumenti, soprattutto farmacologici, con i quali poter tener fronte a qualsiasi forma di dolore” (P.Zucchi, La terapia del dolore. In: Dolentium Hominum n°58 - anno XX – N.1, 2005)

se si vuole appoggiare l'eutanasia bisogna dunque spostarsi su un altro piano.


admin/moris
00martedì 26 settembre 2006 12:42
Re: Re:

Scritto da: Copycorner.BS 26/09/2006 12.27

Ma il Dott.Zucchi della scuola algologica di Firenze dice:
“Attualmente il medico è in possesso di strumenti, soprattutto farmacologici, con i quali poter tener fronte a qualsiasi forma di dolore” (P.Zucchi, La terapia del dolore. In: Dolentium Hominum n°58 - anno XX – N.1, 2005)






Personalmente, essere immobilizzato su un letto e con il corpo paralizzato al 95%, anche se fossi sotto effetto del più potente sedativo del mondo, la considerei una forma di sofferenza inaccettabile.

Aggiungiamici il fatto che una terapia perfettamente analgesica (bisognerebbe inoltre vedere per quanto tempo il fisico la tollererebbe) verrebbe sicuramente somministrata al potente barone fiorentino della medicina, ma difficilmente il sottoscritto potrebbe accedere ad essa con altrettanta facilità...

Ovviamente scrivo ciò "senza saper nè leggere nè scrivere di bioetica" [SM=g27823]

Se (per somma sfortuna) dovessi restare bloccato definitivamente su un letto, per favore chiamatemi urgentemente un medico specializzato in eutanasia, una strip-teaser e un buon avvocato.

Ma tenete a km di distanza dal mio capezzale filosofi e preti [SM=g27823]



=Gizzo=
00martedì 26 settembre 2006 12:52
Re: Re: Re:

Scritto da: admin/moris 26/09/2006 12.42

Personalmente, essere immobilizzato su un letto e con il corpo paralizzato al 95%, anche se fossi sotto effetto del più potente sedativo del mondo, la considerei una forma di sofferenza inaccettabile.





dici benissimo quando dici "personalmente".
ci sono situazioni in cui magari hai motivi per poter restare agganciato anche al più piccolo barlume di vita.
ma, ce ne sono altri in cui potresti voler veramente "spegnere l'interruttore".
il punto è, siamo pronti (come italiani) a gestire un problema grosso come l'eutanasia? abbiamo le capacità per discernere dove è giusto applicarla e dove no? A questo punto, si può anche mettere nero su bianco e fare la legge.

non me ne vogliate, ma rabbrividisco al pensare casi di uso sciagurato di eutanasia. Personalmente mi fa più paura questo lato della medaglia.
gior77
00martedì 26 settembre 2006 13:06
Re: Re: Re: Re:

Scritto da: =Gizzo= 26/09/2006 12.52

non me ne vogliate, ma rabbrividisco al pensare casi di uso sciagurato di eutanasia. Personalmente mi fa più paura questo lato della medaglia.



sono d'accordo.
infatti il discorso non dovrebbe essere solo eutanasia sì/no, ma anche eutanasia chi?
chi può chiederla? il paziente? la famiglia nel caso in cui il paziente sia impossibilitato (penso ad una persona in stato vegetativo ad esempio).

per il resto, copy, è vero che esistono farmaci che alleviano o eliminano il dolore, ma anche qui è tutto soggettivo, come fa notare moris. paralizzato su un letto sotto costante effetto di morfina o droghe simili per non sentire dolore, è vita?

si obietta che la vita va tutelata ... la scienza, la medicina in questo caso, aiuta ad allungare la vita, contro una natura che spesso sarebbe stata più rapida e forse più crudele, ma allora perchè la scienza non ha avuto lo stesso valore su un altro tema come quello della fecondazione assistita?

io credo che sia un dibattito in cui non si potrà mai giungere ad una soluzione univoca, dal punto di vista etico, qua dentro come in tutte le altre sedi.
e allora spostiamoci sulla questione giurisdizionale: è giusto dare la possibilità di scelta al paziente e ai parenti?
=Gizzo=
00martedì 26 settembre 2006 13:22

Scritto da: gior77 26/09/2006 13.06

io credo che sia un dibattito in cui non si potrà mai giungere ad una soluzione univoca, dal punto di vista etico, qua dentro come in tutte le altre sedi.
e allora spostiamoci sulla questione giurisdizionale: è giusto dare la possibilità di scelta al paziente e ai parenti?



mio umilissimo pareri al tuo quesito. i parenti non devono scegliere. Già è difficile dare voce al paziente... ma i parenti devono starne fuori. Diverso il caso di un testamento biologico, in cui è il soggetto che esprime le sue volontà.
Murphy - RA
00martedì 26 settembre 2006 13:51
Re:

Scritto da: =Gizzo= 26/09/2006 13.22


mio umilissimo pareri al tuo quesito. i parenti non devono scegliere. Già è difficile dare voce al paziente... ma i parenti devono starne fuori. Diverso il caso di un testamento biologico, in cui è il soggetto che esprime le sue volontà.



Anch'io la vedo così, si possono prevedere norme particolari per casi limite, ma in generale non dovrebbero essere i parenti a poter scegliere, ma l'individuo.
Inoltre, dico una banalità, in caso di eredità i parenti potrebbero trovarsi in conflitto d'interesse.

P.S. Cosa si intende esattamente per "testamento biologico"? Non ho le idee molto chiare su questo punto, mi viene in mente la tesserina SI'/NO di Rosy Bindi sulla donazione degli organi...
Copycorner.BS
00martedì 26 settembre 2006 14:47
Premetto che non sto ponendomi a favore o a sfavore dell'eutanasia.
Cerco solo di riportarvi alcune cose che ho studiato e che penso siano utili nel discorso.
Tanto, prima o poi, la Domanda, quella che sta sotto a tutto, verrà fuori :)

Se volete individuare una tendenziosità nei miei interventi - beh - eccola: voglio che quella Domanda salti fuori e si lasci perdere tutte le fregnacce da TG5 e Studio Aperto che ci vengono propinate.

Dunque Admin:
"Personalmente, essere immobilizzato su un letto e con il corpo paralizzato al 95%, anche se fossi sotto effetto del più potente sedativo del mondo, la considerei una forma di sofferenza inaccettabile."

Sono perfettamente d'accordo. C'è gente che la sopporterebbe e gente che non lo farebbe.
Converrai dunque che la domanda è: "perché impedire ad una persona di scegliere la soluzione che più ne rispetta le volontà?"

Scrive sempre Admin
"Aggiungiamoci il fatto che una terapia perfettamente analgesica (bisognerebbe inoltre vedere per quanto tempo il fisico la tollererebbe)"
Il fisico non la tollererebbe per molto e lo porterebbe alla morte più velocemente che in assenza di terapia.
Qui si applica il principio del duplice effetto, che anche la Chiesa approva.

Nella terapia antalgica vengono utilizzate dosi elevate di farmaci oppioidi che tendono ad accelerare la morte del paziente.
Soluzione: “[…] principio del dublice effetto in base al quale conseguenze che apparirebbero moralmente non accettabili potranno considerarsi lecite […] ogni qual volta […] figurino non essere state valutate per se stesse”.

E’ eutanasia? No. E’ accompagnamento alla morte che è diverso anche dal letting die ed è permesso anche dalla Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede (cfr. Declaration on Euthanasia, Vatican City, 1980).

Il principio del duplice effetto, poi, si rifà a quello della proporzionalità delle cure. Anche questo è un "cavallo di battaglia" di chi è contro l'eutanasia (e non sono solo i cattolici).
“La rinuncia a mezzi straordinari o sproporzionati non equivale al suicidio o all’eutanasia; esprime piuttosto l’accettazione della condizione umana di fronte alla morte” (65)
GIOVANNI PAOLO II, Evangelium Vitae

e ancora:
“L’obbligo di salvare la vita fisica è una norma generale che è valida nella maggior parte dei casi, ma conosce delle eccezioni. Questo obbligo decade nel caso in cui salvare la vita esiga un impegno sproporzionato”
W.J.EIJK, Il trattamento proporzionato e sproporzionato, l’accanimento terapeutico e la cura palliativa. In Dolentium Hominum n°58 - anno XX – N.1, 2005


Sempre Admin scrive:
"verrebbe sicuramente somministrata al potente barone fiorentino della medicina, ma difficilmente il sottoscritto potrebbe accedere ad essa con altrettanta facilità..."

Non è così. Spiacente ma le cure palliative e i relativi trattamenti sono accessibili a tutti attraverso il nostro contestatissimo Servizio Sanitario Nazionale.
Ho passato molto tempo presso l'U.O. di Cure Palliative di un ospedale privato convenzionato a cui ricchi e poveri hanno tranquillamente accesso secondo il principio di equità e distribuzione delle risorse.
Essendo poi un campo nuovo, le sovvenzioni europee e nazionali sono molte, il che permette un servizio di ottima qualità.

E' vero anche ciò che scrive Gior:
"per il resto, copy, è vero che esistono farmaci che alleviano o eliminano il dolore, ma anche qui è tutto soggettivo, come fa notare moris. paralizzato su un letto sotto costante effetto di morfina o droghe simili per non sentire dolore, è vita?"

No, infatti, molti converrebbero che non lo è. Giustamente sia tu che Moris dite: è vita a seconda del giudizio del paziente.
Queste vostre affermazioni si avvicinano alla famosa Domanda.

Secondo me invece confondi un pò quando affermi questo:
"e allora spostiamoci sulla questione giurisdizionale: è giusto dare la possibilità di scelta al paziente e ai parenti?"
Dietro al diritto c'è sempre un discorso filosofico. Spiacente ma è così. Ma alla fine lo sai e non vuoi ammetterlo, perché la domanda che fai ha più il sapore di una domanda filosofica che giuridica, la quale sarebbe potuta essere "l'ordinamento permette al paziente di scegliere la morte?". Gior, ostrega, sei un filosofo! Sei uno di noi! Ma l'avevo già capito dal vino...

Gizzo:
" mio umilissimo pareri al tuo quesito. i parenti non devono scegliere."
Non è un parere, a parte casi di delega o di tutela, i parenti non hanno voce in capitolo. Non so essere preciso qui. Non ricordo il riferimento. Forse Fergus ne sa qualcosa.


Murphy:
"Cosa si intende esattamente per "testamento biologico"?"
(O anche Dichiarazioni Anticipate). Si, un esempio è la tesserina Si/No, ma tu stesso puoi produrre un documento in cui rifiuti determianati trattamenti o fai certe scelte che, se conformi alla legge, devono essere rispettate. Puoi anche delegare qualcuno, in caso di tua perdita di coscienza, a decidere per te.


jay.ren
00martedì 26 settembre 2006 14:52
Re:

Scritto da: Copycorner.BS 26/09/2006 14.47

Dunque Admin:




[SM=x145484]

uè, Copy, cerchi rogne? [SM=x145449]

R [SM=g27828]
Copycorner.BS
00martedì 26 settembre 2006 14:54
Re: Re:

Scritto da: jay.ren 26/09/2006 14.52


[SM=x145484]

uè, Copy, cerchi rogne? [SM=x145449]

R [SM=g27828]



Ah! Non sia mai!
chiedo scusa... Errata corrige: sostituite "Admin" con "Babbo"
jay.ren
00martedì 26 settembre 2006 14:57
Re:

Scritto da: Copycorner.BS 26/09/2006 14.47

Tanto, prima o poi, la Domanda, quella che sta sotto a tutto, verrà fuori :)




Scusa, Copy, ma saltare tanti preamboli, interessanti per carità, ed arrivare direttamente alla Domanda?

Dai diccela, non farci stare sulla graticola [SM=x145488]

R
Corcaigh
00martedì 26 settembre 2006 15:16
La domanda? Qual è il senso della vita.
La risposta? 42.

[SM=g27828]
Corcaigh
00martedì 26 settembre 2006 15:20
Appunto, Copy, hai parlato di palliativi. Non di risoluzioni.
L'eutanasia è una scelta, appunto. Voglio essere libera di scegliere la risoluzione che preferisco. Non voglio palliativi, perché non risolvono il problema. E quando un malato terminale sceglie di accelerare la morte è perché i palliativi non bastano più a dare una sembianza di qualità a ciò che rimane della sua vita.

E, come dice il buon Moris, questa scelta voglio farla senza filosofi e preti attorno [SM=x145518]

Copycorner.BS
00martedì 26 settembre 2006 15:26
Re:

Scritto da: Corcaigh 26/09/2006 15.20
Appunto, Copy, hai parlato di palliativi. Non di risoluzioni.
L'eutanasia è una scelta, appunto. Voglio essere libera di scegliere la risoluzione che preferisco. Non voglio palliativi, perché non risolvono il problema. E quando un malato terminale sceglie di accelerare la morte è perché i palliativi non bastano più a dare una sembianza di qualità a ciò che rimane della sua vita.

E, come dice il buon Moris, questa scelta voglio farla senza filosofi e preti attorno [SM=x145518]




Bene. Dunque, autodeterminazione?

qui ci sono alcune risposte -> When self-determination runs amok
Critica di DANIEL CALLAHAN, 1992

dice alcune cose interessanti, tipo:
Eutanasia: non è questione di autodeterminazione
“L’autodeterminazione in questo caso può solo essere attuata tramite l’assistenza fisica e morale di un altro. L’eutanasia non è dunque un fatto solo di autodeterminazione, ma di una mutua, sociale decisione tra due persone, chi viene ammazzato e chi ammazza”

L’autodeterminazione è inalienabile: esempio della schiavitù
“La schiavitù è stata da tempo posta fuori legge perché nessuno può avere il diritto di possedere qualcuno anche se col suo permesso. Perché è moralmente sbagliato consegnare il proprio destino e la propria vita nelle mani di un altro, quantunque buone siano le conseguenze, e non meno sbagliato per un individuo avere quel tipo di potere totale”

Nella pratica eutanasica i medici travalicano il loro ruolo e diventano agenti morali
“ Se i dottori, una volta deciso di portare avanti l’eutanasia, divengono agenti morali […] dunque dovranno basarsi sulla loro morale indipendente per uccidere chi lo richiede. […] Il medico dovrebbe decidere, per conto suo, se la vita del paziente ‘non vale la pena di essere vissuta’”.
Corcaigh
00martedì 26 settembre 2006 15:31
Guarda che non mi contraddici per nulla. Ho detto, ripetuto e ripeto che l'ultima decisione spetta al malato. Il dottore che esegue l'eutanasia è un'agente non dimentichiamocelo mai, e non ha potere decisionale.
L'autoderterminazione è sacra, inviolabile. Assieme a quella che qui chiamano self-advocacy. che non ho mai capito come tradurre letteralmente. in pratica è il diritto all'affermazione di ciò che si è e di ciò che si vuole fare di se stessi.
Ne hanno diritto i disabili.
Ne hanno diritto i malati di mente.
Ne hanno diritto i malati terminali.

mirko e i furetti
00martedì 26 settembre 2006 15:41
OT

Scritto da: Copycorner.BS 26/09/2006 15.26
L’autodeterminazione è inalienabile: esempio della schiavitù
“La schiavitù è stata da tempo posta fuori legge perché nessuno può avere il diritto di possedere qualcuno anche se col suo permesso. Perché è moralmente sbagliato consegnare il proprio destino e la propria vita nelle mani di un altro, quantunque buone siano le conseguenze, e non meno sbagliato per un individuo avere quel tipo di potere totale



[SM=x145460]
Minchia... conoscete un avvocato bravo? ma bravo bravo...
devo citare in giudizio dio. [SM=x145445]

scusate... non lo faccio piu'. [SM=x145486]

Saluti querelanti
Mirko
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