The troubles / La questione Nordirlandese

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admin/moris
00domenica 23 maggio 2004 22:42
segnalazione giunta via e.mail dallo staff di irlandanews



Ultime novità sul sito:

"Stesse torture, stessi aguzzini: Bagdad come Belfast 30 anni fa"
irlandanews.org/torture1.htm

Ultime notizie dall'Irlanda (aggiornate al 15 maggio 2004):
irlandanews.org/ultime_notizie_maggio_2004.htm#lastnews


Vi segnaliamo inoltre due volumi usciti recentemente in italiano sulla storia dell'I.R.A.:

- Ed Moloney, Storia segreta dell'Ira, Baldini&Castoldi
- Richard English, La vera storia dell'Ira, Newton Compton
fergus
00lunedì 24 maggio 2004 09:55
ne riapproffitto per ri-segnalare questo autore e questo libro (già lo feci nell'apposito thread "Sardish www.freeforumzone.it/viewmessaggi.aspx?f=13145&idd=310&p=2 )
www.librerie.it/martiri-per-l-irlanda.html

Martiri per l'irlanda di Ruzzu

[Modificato da fergus 24/05/2004 9.58]

Matteo, Berghem
00mercoledì 16 giugno 2004 09:03
alexviaggi1
00giovedì 24 giugno 2004 17:06
per eyebright
ciao eye..........

ho letto che stai preparando la tesi sull'irlanda del nord.......io sono sufficientemente appassionato all'argomento,volevo sapere quali testi stai consultando?hai fonti attendibili per reperire notizie?......un saluto

la mia email è alexviaggi@virgilio.it


grazie
fergus
00lunedì 5 luglio 2004 10:52
Mercoledì 30 giugno 2004

“IL RIRA E’ UN’ORGANIZZAZIONE ILLEGALE”

Oggi La Corte d’Appello di Belfast ha stabilito che il RIRA è un’organizzazione illegale. Il giudizio ha ribaltato la decisione presa il mese scorso dall’Alta Corte di Belfast secondo cui quattro membri del RIRA erano stati prosciolti perché il giudice aveva stabilito che l’organizzazione non era illegale. La decisione della Corte d’Appello non incide sul proscioglimento dei quattro.
(UTV)
Shamrock80
00mercoledì 7 luglio 2004 14:24
Derry
Raga,son stata 3 giorni a Derry (e poi da li ho girato un po ovviamente)...Ma son rimasta molto colpita.
Non dalla citta' in se,che non e' nulla di che,a parte le mura,e qualche palazzo/chiesa....Ma dall'atmosfera che si respira.
Qualcuno ha gia detto questo di Belfast (io nn ci sono ancora stata)ma posso dirvi che a Derry si sente qualcosa di strano,che non so spiegare....
E nel quartiere Bogside,dove ci sono i murales,e il monumento al Bloody Sunday,si percepisce ancora di piu...
La gente ti guarda in modo strano(xche sei turista)ma anche tra di loro non sembrano tranquilli...E la sera?deserta.
Non so...mi ha messo proprio inquietudine.
E posso dirvi?per quanto abbia letto sulla questione Nord Irlandese e i troubles,scusate ma ancora non ci capisco nulla...E' tutto troppo assurdo e complicato.Bo.
Davvero strana,Derry,ma interessante.
Il padrone dell ostello anche era un tipo assurdo,pensate che non ci ha ne registrato,ne chiesto i nomi,e ci ha detto che potevamo pagare qd partivamo...cosi,fidandosi a caso di noi...E qd io gli ho chiesto come mai era cosi fiducioso,mi ha detto "Ah tranquilla,non penso che tu scappi,e se lo fai,avrai l'IRA al seguito dopo poco!!"......Inquietante...[SM=g27820]

Un bacio.
admin/moris
00martedì 13 luglio 2004 16:42
Derry
Personalmente a Derry non mi sono mai sentito particolarmente sotto osservazione da parte degli abitanti, neanche nel Bogside. E pensare che la prima volta fu parecchi anni fa, il giorno prima di una parata orangista, con la città presidiata ed i militari sul Land Rover piazzato vicino alla discesa del Bogside che, provocatoriamente, seguivano con il mitra chi si incamminava verso il quartiere della Bloody Sunday.

C'è addirittura chi mi ha sorriso davanti ai murales e ho trovato nei pub gente desiderosa di parlare con me più che altrove. Superate le diffidenze iniziali si può addirittura discutere di politica, nonostante certe guide turistiche [SM=g27816] [SM=g27816] molto stereotipate lo sconsiglino.

rosy71
00martedì 13 luglio 2004 17:34
non sono stata a derry, ma a belfast sì, e come ho già avuto modo di dire c'ho lasciato un pezzo di cuore...si respira un'atmosfera "diversa", è vero, ma non in senso negativo; si sente ancora la sofferenza, ma anche il coraggio e la voglia di tenere alta la testa, anche se, almeno l'anno scorso, questa sensazione si stava attenuando (o forse ero io che già la conoscevo, boh?). Però la gente mi è parsa molto più disponibile, schietta e di cuore, a volte magari anche rude, ma di animo generoso, rispetto a Dublino. Non ho mai sentito su di me sguardi "strani", ecco. Boh?
Rosy [SM=x145477]
alexviaggi1
00mercoledì 14 luglio 2004 05:41
derry
tempo fà partecipai ad una marcia a derry ovviamente per ricordare i 14 civili uccisi dalle forze di sua maestà britannica.........l'atmosfera non era certo delle più felici ma sarà il cielo sempre plumbeo,il freddo o il vento che toglie la voglia di stare in giro......la sera a parte un paio di pub all'interno delle mura di persone a spasso se ne vedevano veramente poche;
e poi bogside e creggan i classici quartieri abitati dai cattolici dove tutti si conoscono e i ragazzini sciamano per le strade con la maglietta del celtic.......anche io ho avuto modo di parlare con un pò di persone in maniera molto cordiale.......insomma è chiaro che è una città con una storia e una situazione particolare ma forse è proprio per questo che ci spingiamo fin lassù!!

un saluto


per eye.....scusa il disturbo ma pensavo stessi preparando la tesi sulla situazione socio-politica dell'irlanda del nord.....credo che la poesia non sia il mio forte......però chissà potrei iniziare o sò troppo in ritardo?
cossaigh
00mercoledì 14 luglio 2004 15:05
Quarantanove/Think Over/Pensare Oltre

Vi segnalo questa iniziativa. Mi sembra interessante. Vivendo su un "confine" ho sviluppato un certo interesse e una certa curiosità (come pure una sensibilità particolare) per tutti i "confini" geografici, sociali e culturali. Il progetto artistico che qui viene presentato (e che riguarda l'Irlanda del Nord e l'Italia) mi pare originale e da prendere in considerazione:

www.teknemedia.net/news/dettaglio_news.html?newsId=7814

Altro link sull'argomento:

www.newsitaliapress.it/interna.asp?sez=268&info=89181



[Modificato da cossaigh 15/07/2004 12.45]

lough
00venerdì 16 luglio 2004 13:14
sito di news aggiornate (in ITA) sulla questione nord irlandese
Sicuramente ho scoperto l'acqua calda, ma x quelli interessati segnalo un sito in italiano che oltre a fornire alcuni documenti e link interessanti sulla questione nord irlandese (e non), offre una sezione dedicata alle news di carattere politico e di cronaca, aggiornato quasi quotidianamente. L'indirizzo è
www.irlandanews.org/

saluti

Giovanni

admin/moris
00venerdì 16 luglio 2004 13:41
irlandanews
si, l'abbiamo segnalato più volte (anche sul sito e in questo topic)

[SM=g27823]

Matteo, Berghem
00martedì 20 luglio 2004 14:21
Scontri a Belfast per le celebrazioni del 12 luglio

martedì, 13 luglio 2004 16[SM=x145460]5


Scontri tra l'ala dura dei Cattolici e le forze di sicurezza britanniche sono avvenuti ieri nella parte nord di Belfast in occasione dei festeggiamenti della ricorrenza del 12 luglio degli ultraprotestanti orangisti. Non si riscontrano feriti gravi, riferisce la AP, ma è preoccupante il nuovo rigurgitare di violenze.
Gli scontri sono avvenuti principalmente nel quartiere di Ardoyne, abitato dai Cattolici, i quali si sono violentemente opposti al passaggio del corteo celebrativo degli Orangisti in quella che è una delle zone più turbolente di Belfast, dove l'IRA (Irish Republican Army) ha il suo più grande bacino di appoggio e di reclutamento.
L'esercito ha reagito con manganelli e cannoni ad acqua all'attacco dei manifestanti cattolici, che avevano preso d'assalto alcune jeep poste a difesa del corteo orangista, distruggendole e cercando di estrarne i militari a bordo. Ma anche i Protestanti hanno fatto la loro parte lanciando ogni tipo di oggetti su Cattolici e forze dell'ordine. Tra le forze di sicurezza si registrano 25 feriti, non si sa quante tra i civili.
Un portavoce dello Sinn Fein ("noi soli" o "noi stessi" in Gaelico), il braccio politico dell'IRA, ha invitato al ritorno alla calma, ma ha espresso le proprie rimostranze per il fatto che la polizia abbia ancora una volta permesso al corteo, composto da circa 400 Orangisti, di attraversare lo storico quartiere cattolico di Ardoyne, cosa ritenuta una vera e propria provocazione.
Ardoyne è tristemente famoso per essere stato teatro di altri scontri durissimi in passato, quasi sempre avvenuti in questa data per la pretesa degli ultraprotestanti di volerlo attraversare, vissuta come una provocazione inaccettabile dagli abitanti di fede opposta.
Gruppi di Cattolici inferociti hanno attaccato a pietrate due pullman che trasportavano degli Orangisti, di ritorno dalle celebrazioni per la festa del 12 luglio, anche nelle cittadine di Antrim e Greysteel; alcuni passeggeri sono rimasti leggermente feriti dalle schegge dei vetri esplosi.
Quel che fa infuriare i Cattolici ogni anno è il festeggiamento, il 12 luglio, di "the Twelfth" (la "dodicesima"), celebrazione protestante per il ricordo della battaglia sul fiume Boyne, un centinaio di chilometri a sud di Belfast, avvenuta nel 1690 tra Guglielmo d'Orange, nuovo re protestante d'Inghilterra ed il rivale cattolico appena deposto, Giacomo II e vinta dal primo.
Tutti gli anni gli Orangisti festeggiano sfilando, vestiti in abiti tradizionali ed accompagnati da suonatori di tamburi e pifferi, bande musicali chiamate "kick the pope" ("calcia il papa", letteralmente), leggendo infine una dichiarazione di fedeltà alla regina Elisabetta II ed una professione di fede che comprende una ferma opposizione a qualunque contatto con i Cattolici.
Ma al folklore si accompagnano ben più pericolose minacce: due organzzazioni paramilitari orangiste, l'Ulster Defense Association e l'Ulster Volunteer Force avevano dichiarato nei giorni scorsi di essere in armi, pronti a difendere i cortei da eventuali attacchi dell'IRA.
E gli uomini armati e mascherati che sparavano in aria raffiche di mitra e colpi di pistola, mescolati ai partecipanti alle manifestazioni, hanno dimostrato quanto sia ancora lontano il processo di disarmo e di riappacificazione, nonostante l'accordo di pace stilato 1998 imponesse sia a Cattolici che Protestanti di smantellare tutti i propri apparati militari.
Dal 1976 fino al 1994, quando l'IRA ha dichiarato la cessazione delle proprie attività militari, la guerra civile in Irlanda del nord ha fatto più di 3000 vittime. Ma, nonostante la legittimanzione dello Sinn Fein come formazione politica ed i successivi accordi del 1998 per il disarmo di tutte le formazioni coinvolte, il conflitto non si può ancora dire definitivemente cessato.

Corcaigh
00martedì 20 luglio 2004 16:39
Re:

Scritto da: Matteo, Berghem 20/07/2004 14.21
Scontri a Belfast per le celebrazioni del 12 luglio





... tanto per cambiare... che noia [SM=g27820]
Ma perché un cataclisma non stacca quell'angolino di ottusità medievale dall'Irlanda e non lo disperde nell'Oceano Atlantico? [SM=x145462]
Davvero, non se ne può più... ogni luglio la stessa storia. [SM=g27812] Con tutti i problemi che abbiamo a livello planetario, questi ancora si scannano per marce e marcette con bombetta in testa e fascia al collo [SM=x145460]
Vi dirò che il mio commento finale lo lascio alla mia signature:

fergus
00lunedì 20 settembre 2004 16:23
Provo ad avventurarmi su questo terreno letteralmente minato , conscio di esprimere pinte di banalità, ma solo il fatto che esista (se esiste ancora fatemelo sapere cosiccome se é una bufala che ho letto) un organismo o una commissione ( o non so che altro ente) con l'obiettivo di far giocare assieme bimbi cattolici e protestanti la dice lunga su che aria tiri al Nord....
fergus
00lunedì 20 settembre 2004 16:51
io ne ho avevo cercato di parlarne circa 3 anni fà con Neil dei Divine Comedy (raffinata pop band di sù) in un post concerto poiché avevo sentito che lui era in uno di questi organismi
tentativo semi fallito
grazie del link
adesso me lo vado a leggiucchiare
FabioRiccio
00lunedì 20 settembre 2004 19:21
Allora visto che (simpaticamente) è stato tirato a “nuova vita” un mio vecchio intervento dello scorso anno...
Una risposta punto per punto sarebbe pleonastica e accenderebbe solamente un flame inutile.
Stringando la cosa nella massima semplicità, sposo al 100% la posizione più volte espressa dalla saggia Martina.
Chiunque abbia vissuto (non da studente o affini) nell'Eire, conosce che la stragrande maggioranza della popolazione, (non da oggi) della Repubblica, butterebbe a mare tutte e due le parti... (forse con l'esclusione di Derry – un caso a parte nella intricata faccenda).
Se poi confondiamo il principo della rappresentatività democratica, legata alla volontà della maggioranza della popolazione con anacronistici romanticismi, credo che cada ogni terreno comune di discussione...

P.S. - Dal 1986 al 1990 sono stato un Italiano legalmente residente a Dublino. Eravamo 4 gatti allora... La tigre celtica era ben lontana dal nascere.
Ci torno spesso. Qualcosina forse dell'irlanda l'ho vista...

P.S. 2 – Mai avuto maglioni Cashmere... Con le mie finanze dell'epoca, al massimo potevo comprare qualche cencio da Dunnes Store...

P.S. 3 – Tutte le cose non sono mai bianche o nere, ma di infine tonalità di grigio...
admin/moris
00lunedì 20 settembre 2004 20:25
Aska, io capisco che tu abbia a che fare quotidianamente con tensioni, ingiustizie e violenza. Comprendo anche che queste tre cose influiscano non poco nel carattere di un uomo.

Quello che non capisco è l'astio che ti ha spinto a identificare una persona che non condivide il tuo pensiero ma che non ha mai commesso nulla contro la tua libertà e i tuoi ideali come un nemico.

Mi sforzo di capire quello che sta succedendo in Irlanda del Nord e confesso la mia ignoranza, ma il tuo intervento mi allontana da questo obbiettivo.

Tra coloro che si oppongono alle profonde ingiustizie delle terre che ti ospitano sai che purtroppo ho maturato da anni una pessima opinione di chi si è opposto agli assassini britannici con una strategia assurda che oltre ad avere seminato terrore non ha portato nulla alla Causa.

Considerami pure un ingenuo utopista, uno che crede ancora che, dopo il 1945, in Europa a conseguire almeno qualche risultato siano i movimenti popolari e non la lotta armata...

Senza rancore

Moris






FabioRiccio
00martedì 21 settembre 2004 09:16
Buongiorno Francesca, ti ringrazio del piacevole bentornato, fa piacere essere “pensati”!
Vado subito al punto. Cercherò di essere (relativamente) breve, perchè credo che il segreto della leggibilità sia nell'essere efficaci e concisi. “Voglio scrivere cose che anche un minatore reduce da 11 ore di lavoro possa avere la forza di leggere e comprendere” - (George Orwell – The road to Wigan pier)

Nel tuo cortese e puntuale intervento, sottolinei un punto su cui concordo al 110%: l'oscurantismo del “periodo De Valera”.
arretrato
Considerato (giustamente) un padre della patria nell'EIRE, il suo lungo governo ha tenuto la neonata repubblica in uno stato di prolungata “narcosi”.
Il sogno di una Irlanda rurale, perbenista e baciapile, dove stato e chiesa erano tutt'uno, purtroppo era realtà...
Decenni oscuri: un ordinamento legale medioevale e reazionario, una stagnazione economica, un atteggiamento inutilmente ambiguo durante la neutralità della seconda guerra mondiale e una semi-autarchia economica avevano condotto l'Eire alla povertà e alla marginalità nel contesto Europeo.
Il punto di svolta è stato nel 1973 con l'ingresso nella CEE.
Un poco alla volta il sogno di De Valera inizia ad essere smontato dalla circolazione delle idee, non da quella delle merci.
Altri 15 anni di semi-purgatorio per poi vedere nascere l'attuale “tigre celtica”.
Certo, ancora tante cose nell'Eire stridono con la ricchezza raggiunta. Un ordinamento legale ancora arretrato.
Un diritto di famiglia decisamente “maschilista”.
Diritti individuali non al passo con le moderne conquiste.
Il peso ancora eccessivo di una chiesa “invadente”, chiesa che impone nonostante il calo dei fedeli, il suo punto di vista, e così tante altre cose...
Sicuramente tu ben conoscerai questi fatti... Scopro l'acqua calda.

Ritornando al “topic”, concordo con te su l'anacronismo di rispolverare fatti di altra epoca.
Qui in italia rischieremmo il ridicolo nel celebrare la battaglia di Solferino, la disfida di Barletta, Pietro Micca o l'assedio di Civitella del Tronto (fatti ben più recenti delle presunte “grandi battaglie” celebrate dagli Orangisti).

Certamente non si può mettere la testa nel sacco e far finta che il Nord sia un giardino di rose. A Dublino e dintorni però lo fanno, e non da ora.

Se sia giusto o meno l'atteggiamento non spetta a me dirlo.
Ma la casalinga di Wexford, il ragioniere di Galway e il bancario di Tralee nelle stragrande maggioranza dei casi a pensano esattamente così.
Il bubbone esiste, ma ti assicuro, avendo vissuto (e non poco) nella repubblica in tempi di pre-tigre celtica, che l'atteggiamento della grande maggioranza dei cittadini, è quello da me descritto.
Esemplificativo di questo atteggiamento è un bel libro di uno scrittore che tu sicuramente conoscerai: Ferdia Mac anna – The last of The High kings – Mai descrizione del cittadino medio dell'EIRE fu così veritiera
Una ultima puntualizzazione e poi chiudo quella che rischia di diventare una sterile polemica.
Accetto il civile confronto, rispetto TUTTE le opinioni, anche quelle virulentemente opposte al mio punto, ma faccio fatica a comprendere chi sparge livore e ironia gratuita assolutamente fuori posto.
La mia “storia” di persona, e il mio impegno civile e nella collettività mi hanno abituato al confronto pacato e civile delle idee.
Mai mi permetterei di deridere le opinioni (che posso non condividere) di chi non conosco.
Ergermi a giudice delle altrui opinioni non fa parte della mia storia personale.
Purtroppo il seme dell'intolleranza e sempre pronto a germinare.
Corcaigh
00martedì 21 settembre 2004 10:39
Re:

Scritto da: fergus 20/09/2004 16.51
io ne ho avevo cercato di parlarne circa 3 anni fà con Neil dei Divine Comedy



Conosci Neil dei Divine Comedy?!? [SM=g27811] Way to go!!! [SM=x145438]
(scusate, molto OT in questo momento ma non ho saputo resistere...)

FabioRiccio
00martedì 21 settembre 2004 11:13
Precisazione
Per Francesca: le mie puntualizzazioni e tutto quello che ho scritto, NON ERANO ASSOLUTAMENTE dirette verso il civilissimo e degnissimo di attenzione tuo intervento
[SM=g27823]
Sean1
00giovedì 7 ottobre 2004 10:00
Re:

Scritto da: FabioRiccio 21/09/2004 9.16
Buongiorno Francesca, ti ringrazio del piacevole bentornato, fa piacere essere “pensati”!
Vado subito al punto. Cercherò di essere (relativamente) breve, perchè credo che il segreto della leggibilità sia nell'essere efficaci e concisi. “Voglio scrivere cose che anche un minatore reduce da 11 ore di lavoro possa avere la forza di leggere e comprendere” - (George Orwell – The road to Wigan pier)

Nel tuo cortese e puntuale intervento, sottolinei un punto su cui concordo al 110%: l'oscurantismo del “periodo De Valera”.
arretrato
Considerato (giustamente) un padre della patria nell'EIRE, il suo lungo governo ha tenuto la neonata repubblica in uno stato di prolungata “narcosi”.
Il sogno di una Irlanda rurale, perbenista e baciapile, dove stato e chiesa erano tutt'uno, purtroppo era realtà...
Decenni oscuri: un ordinamento legale medioevale e reazionario, una stagnazione economica, un atteggiamento inutilmente ambiguo durante la neutralità della seconda guerra mondiale e una semi-autarchia economica avevano condotto l'Eire alla povertà e alla marginalità nel contesto Europeo.
Il punto di svolta è stato nel 1973 con l'ingresso nella CEE.
Un poco alla volta il sogno di De Valera inizia ad essere smontato dalla circolazione delle idee, non da quella delle merci.
Altri 15 anni di semi-purgatorio per poi vedere nascere l'attuale “tigre celtica”.
Certo, ancora tante cose nell'Eire stridono con la ricchezza raggiunta. Un ordinamento legale ancora arretrato.
Un diritto di famiglia decisamente “maschilista”.
Diritti individuali non al passo con le moderne conquiste.
Il peso ancora eccessivo di una chiesa “invadente”, chiesa che impone nonostante il calo dei fedeli, il suo punto di vista, e così tante altre cose...
Sicuramente tu ben conoscerai questi fatti... Scopro l'acqua calda.

verissima l'analisi di cui sopra ma quanto detto sopra inficia le lotte fatte nell'irlanda del nord per i diritti civili* ancor prima che per l'autodeterminazione ?

*La GB aveva di fatto creato uno stato di apartheid e di segregazione di fatto per la popolazione cattolico-irlandese, nella assegnazione di posti di lavoro, di case popolari etc, i protestanti venivano sempre prima e forse dopo gli altri , era accettabile questo ? fino a che punto questo ? fino al punto che un ministro del lavoro o economia mando' una lettera ufficiale ai datori di lavoro ed alle imprese chiedendo di "dare lavoro solo ai bravi ragazzi protestanti", la maggiornaza dei disoccupati si trovava nei quartieri cattolici ed arrivava fino al 90% della popolazione in eta' da lavor



.

Corcaigh
00sabato 9 ottobre 2004 18:56
Però De Valera (che a me sta sul gozzo) ha davvero combinato ciò che è stato accuratamente descritto da Fabio. Nella sua foga di riportare l'Irlanda "alle origini", è andato nella direzione sbagliata, e ne stiamo pagando le conseguenze ancora adesso (chiunque sia una donna lavoratrice con figli in irlanda sa ESATTAMENTE di che cosa parlo).
De Valera è un personaggio talmente controverso, anche tra gli irlandesi. Un Esempio: mio suocero, 86 anni, repubblicano di vecchia data e DeValeriano convito si è rifiutato per anni di vedere il film di Neil Jordan su Michael Collins. Troppo controverso, troppo contro Dev, troppo anti guerra civile ecc. ecc.. Ok, Dev ha fondato la nazione, ma secondo me (ed altri) ha poi fatto troppi danni.
Un pregio gli va dato: aveva una squisita eloquenza e come usava l'inglese lui nei suoi discorsi, ancora deve nascere tra i politici irlandesi uno che lo eguagli: aveva carisma, ecco cosa lo ha salvato.

[SM=x145477]

pedair
00domenica 10 ottobre 2004 02:48
Re:

Scritto da: eyebright 09/10/2004 21.34

Ragion di stato, splendida eloquenza, uomo carismatico. Mi ricorda qualcuno...
[SM=x145487]



andreotti?
hitler?
ceaucescu?
stalin?
chi chi? chi ti ricorda?
Corcaigh
00domenica 10 ottobre 2004 16:51
De Valera fondò sia i Gaeltach (corrispondevano i pieno alla sua visione di paese bucolico che torna alle sue origini pastorali e celtiche [SM=x145460] ) che i ghetti di Dublino.
Come dire... un uomo poliedrico...

[SM=g27828]
Corcaigh
00lunedì 11 ottobre 2004 14:59
Per slums io mi riferivo ai ghetti che dal dopoguerra in poi hanno "abbellito" le più grandi città irlandesi, vedi gli orrori di Ballymun, per fortuna in fase di demolizione, che corrispondevano alla visione populistica DeValeriana del dare un tetto a tutti a prescindere dalle infrastrutture (niente scuole, centri sociali, pub ecc.).
La politica di urbanesimo populista di Dev e Fianna Fail ha rovinato le città irlandesi e creato strati sociali di disoccupazione e criminalità cronica.

Tutto qui

Gli "slums" storici di Dublino esistono da sempre e lo sappiamo (ma è il prezzo da pagare in ogni città europea per lo sviluppo urbano dal '700 in poi), vedi Joyce ed in modo più pittoresco "A Star Named Henry" di Roddy Doyle per una descrizione accurata.

Comunque sullo sviluppo pastorale/bucolico/retrogrado dell'Irlanda di Dev ci sono parecchi testi interessanti, appena reperisco qualche link ve lo posto.

[SM=x145486]
cossaigh
00domenica 17 ottobre 2004 13:28
FSE - Lezioni irlandesi - di Paola Ceretta

H.13.00. Alexandra Palace. Great Hall 6. La sala è gremita. Tutti impazienti. Telecamere e macchine fotografiche pronte in mano. Sono qui solo per lui che si presenta con mezz'ora di ritardo: Gerry Adams, l'uomo del miracolo dei famosi accordi di pace del "venerdì santo", che posero fine alla guerra tra IRA (Irish Republican Army) ed esercito di occupazione inglese.
Ed è proprio da qui che parte l'ex leader dello Sinn Fein, il partito politico che da sempre lotta per riunificare l'Irlanda, contro l'occupazione illegale da parte di truppe straniere. Il paragone sorge spontaneo: Ulster come Palestina, come Iraq, tanto per citare le questioni più scottanti del momento, o, per restare in Europa, come i Paesi Baschi.
L'Irlanda del nord è solidale col popolo dell'Islam, che adesso, con la pretestuosa guerra al terrore inventata da Bush, subisce micidiali leggi antiterrorismo simili a quelle che tentarono, invano, di annientare il movimento unionista negli anni settanta. Allora venne approvata una legge secondo la quale chiunque poteva essere arrestato solo sulla base di un sospetto, e trattenuto per una settimana durante la quale veniva torturato fisicamente e psicologicamente. Alla fine confessava qualunque cosa e veniva incarcerato per lunghi anni. Non si contano, ovviamente, i morti per mano delle forze occupanti e le persone sequestrate e seviziate. Questa "politica di sicurezza" ci riporta agli odierni scenari palestinesi e iracheni.

A tale proposito Gerry Adams sottolinea l'importanza di convincere i diversi partiti, e quindi i governi a cui essi danno vita, a sospendere la corsa al colonialismo del terzo millennio: è criminale occupare un paese straniero, qualunque sia la ragione.
L'Irlanda ha attraversato anche questa fase: è stata colonia della Gran Bretagna, la quale ha provveduto, per prima cosa, ad annientare la lingua locale (il gaelico) distruggendo conseguentemente la cultura e i valori tradizionali. Un paese senza cultura, ribadisce Adams, è più facilmente controllabile. Nulla di diverso sta succedendo in Iraq nelle aree occupate attualmente dalla coalizione: non mi stupirei se tra un po' la lingua ufficiale dell'Iraq diventasse l'inglese con l'inconfondibile pronuncia strascicata tipica degli americani.

Gli irlandesi sono anche un popolo di migranti: hanno costruito molte comunità all'estero, dove si sono perfettamente integrati. Nonostante questo rimangono, comunque, sotto controllo. Per questo motivo si sono "alleati" con le altre minoranze, soprattutto con quelle di colore. Si crea, così, una sorta di apartheid, che a sua volta genera conflitti sociali ed economici che, spesso, sfociano in scontri sanguinosi.
La guerra, in Irlanda, è scoppiata nel 1969, dopo 60 anni di governo di un unico partito che ha incentivato la divisione arrivando a istituzionalizzarla. Il movimento indipendentista nell'Ulster è più vivo e forte che mai. Adams pone una questione fondamentale: come ci si può fidare di un paese che manipola l'opinione pubblica favoleggiando di armi di distruzioni di massa inesistenti per ottenere l'avallo a un'invasione illegale? Se ha trattato così la questione irachena, figuriamoci quella irlandese!

L'intervento di Gerry Adams dura circa 20 minuti e delude tutti. Gli applausi sono tiepidi. Le premesse erano allettanti: una piccola porzione di un'isola europea, economicamente e socialmente evoluta, ha subito fino a dieci anni fa l'umiliazione e la repressione che oggi la stessa Europa, al traino degli Usa, infligge ai paesi del Medio Oriente. L'Irlanda ha molto da insegnare, ci sono molte lezioni da imparare. Peccato che non si sia scesi nel concreto, che tutto sia rimasto sospeso per aria.
Durante il dibattito alcuni uditori hanno cercato di approfondire l'argomento, ma le risposte sono state vaghe. Non si è nemmeno riusciti a ottenere un quadro, per quanto schematico, dell'attuale situazione irlandese. In compenso molti intervenuti hanno dato sfogo alla propria rabbia e, molti, anche al proprio ego, dilungandosi in inutili e logorroiche quanto incomprensibili dichiarazioni politico-sociali. Penso che l'unico intervento che abbia colpito tutti, visto che in sala è calato il silenzio assoluto, sia stato quello di una donna araba di Birmingham: suo marito è stato arrestato per strada, mentre tornava a casa dal lavoro, perchè sospettato di potenziali attività terroristiche in quanto cittadino arabo. È tuttora in carcere. Gerry Adams le ha dedicato un breve, sommesso applauso.

Fonte: www.socialpress.it/article.php3?id_article=589


askatasuna
00lunedì 18 ottobre 2004 18:10
Re: FSE - Lezioni irlandesi - di Paola Ceretta

Scritto da: cossaigh 17/10/2004 13.28



L'intervento di Gerry Adams dura circa 20 minuti e delude tutti. Gli applausi sono tiepidi...





...ingrati! [SM=g27828]

cossaigh
00lunedì 25 ottobre 2004 08:32
Addio terrorismo e birrifici: la nuova Belfast

Lo posto solo per conoscenza:

Al cancello della Bass Ireland Ulster Brewery, un pacco di volantini bagnati perde colore, abbandonato sul selciato. Un lavoratore si ferma, ne raccoglie uno, lo squadra, lo appallottola e lo infila in tasca, scettico. Ne ha vissute tante, negli ultimi 35 anni, la classe operaia di questo birrificio: lotte sindacali, politiche, religiose e sociali. Gli scontri sono stati duri. Ma i giorni più tristi sono questi. La Interbrew Uk, proprietaria dell'impianto, ha fatto sapere che a dicembre si chiude: per mesi ha cercato un compratore; ma nessuno vuole più produrre birra a Belfast. Cadono i 200 posti di lavoro. E scende il sipario su una fabbrica quasi da mito, una delle pochissime in cui, per tutti gli anni dei grandi scontri dell'Irlanda del Nord, cattolici e protestanti hanno continuato a lavorare fianco a fianco.
Fine triste. Ma nei giorni in cui l'Ira si prepara a deporre le armi, la Bass di Belfast, in pieno quartiere cattolico, è diventata un fantasma del passato. Oggi, chiuderla è come dire che tenere accesi piccoli lumi di speranza, simboli della convivenza possibile tra le due fazioni della città, non serve più. Perché la guerra che ha diviso gli irlandesi del Nord per decenni è probabilmente davvero finita e la capitale dell'Ulster è oggi una città rinata. New Belfast, arriva a chiamarla Graham Cash, un consulente della PriceWaterhouseCoppers: «Una città che ha reinventato se stessa». Ristoranti, negozi, pub e vita notturna sono tornati nella Great Victoria Street, negli anni Settanta un'arteria di posti di blocco, nidi di mitragliatrice, cecchini. Un grande progetto di rinnovo urbano si concluderà nel 2007 e altri due stanno per partire. Soprattutto, l'economia cresce e sta cambiando pelle alla città. Un'inattesa botta di adrenalina nella monotona economia dell'Europa.
E' successo che dagli Accordi del Venerdì Santo del 1998, quando le parti, terroristi compresi, scelsero di cessare il fuoco, gli imprenditori, i banchieri, gli intellettuali si sono via via resi conto che la pace teneva e Belfast era una città con l'opportunità e la voglia di andare avanti. Il risultato è un boom economico che fa dell'Irlanda del Nord la regione a maggiore crescita del Regno Unito. La stessa disoccupazione, piaga storica della provincia, è al 5%, solo un po' superiore alla media del Paese ed enormemente più bassa di quella europea. «Gli Accordi sono stati largamente importanti per l'economia della regione - dice Joanne Jennings, amministratore delegato del Belfast City Centre Management, un'agenzia di sviluppo della città -. Da allora è iniziato a tornare il turismo, il mercato immobiliare si è ripreso e ora anche il settore privato sta crescendo con forza. E i benefici maggiori li vedremo nei prossimi anni».
No, chiusura della Bass e boom economico non sono in contraddizione. Se è per questo, dall'inizio dell'anno le aziende tessili, uno dei punti di forza della provincia, hanno iniziato una specie di massacro. In febbraio, la Herdman's di Sion Mills ha chiuso: 270 posti perduti. In maggio la Courtaulds ha serrato l'impianto di Limavady: 185 operai a casa. In giugno, la Desmonds è andata in liquidazione volontaria: 260 licenziati. E in settembre la Fruit of the Loom ha annunciato che ridurrà le attività a Derry e a Donegal: 650 posti voleranno verso il Marocco. Anche dei cantieri navali sul fiume Lagan - i gloriosi Harland & Wolff dove si costruì il Titanic - non rimane quasi nulla in attività: solo le due immense gru gialle, intoccabili, lascito della storia industriale della città.
Il declino manifatturiero, per l'Irlanda del Nord come per il resto del Regno, è un fatto più o meno accettato, per molti versi compiuto. «La nostra era un'economia fondata su tessile, cantieri, birrifici - dice la signora Jennings -. Ora, stiamo puntando molto su commercio, turismo e istruzione: si sta discutendo, per esempio, di trasformare il quartiere dei cantieri del Titanic in parco scientifico. E scommettiamo molto su innovazione tecnologica e biotecnologie». In termini di declino manifatturiero, infatti, l'Irlanda del Nord crolla a un ritmo del 4-5% l'anno. Ma cresce del 2,5% ogni dodici mesi nei servizi, il dinamismo maggiore del Regno Unito, uno dei più alti d'Europa. La Bt (l'ex monopolista dei telefoni) ha appena creato a Enniskillen un centro di nuova generazione per la gestione delle email che le arrivano dai clienti. Nelle biotecnologie, negli ultimi anni sono nate in Ulster 50 nuove imprese per quattromila posti di lavoro.
John McGill, un lavoratore autonomo nel settore dei trasporti, dice che in fondo è orgoglioso di quello che sta succedendo. Dalla sua casa fuori Belfast vede l'incredibile prigione di Maze, una specie di enorme caserma dove migliaia di terroristi dell'Ira e Unionisti sono stati internati per anni e dove gli scioperi del vestiario e della fame si sono succeduti a ripetizione. Il carcere dove Bobby Sands morì, nel 1981, dopo 66 giorni di digiuno. McGill è protestante, nella sua famiglia ci sono stati sia morti sia terroristi, dice. Ma ha sposato una ragazza cattolica e, per quieto vivere, ha spostato la famiglia in zona neutra. «Quando guardo Maze Prison - racconta - per me è come vivere un romanzo. Nel giro di due anni, dopo gli Accordi del Venerdì Santo, tutti i detenuti terroristi sono stati liberati. Molti ora fanno una vita da benestanti. Il crimine paga, sostiene qualcuno. Ma la chiusura del carcere è il segno che il tempo della guerra è finito, che si torna a pensare al futuro, tanto è vero che la prigione ora è in vendita e pare ci siano molte società interessate».
Non che tutto fili sempre liscio e che non siano rimaste cicatrici profonde dopo una guerra che, in una provincia di un milione e mezzo di abitanti, in trent'anni ha fatto tremila morti, in gran parte civili. Ogni famiglia, a Belfast, conta almeno una vittima sull'altare dei Troubles , dei disordini. Poche settimane fa, Tony Blair è dovuto intervenire di nuovo, mettere attorno a un tavolo Gerry Adams del Sinn Fein cattolico e il reverendo Ian Paisley del Dup protestante, per dare una spinta alla ricostruzione di un governo effettivo a Belfast. Casi di «pulizia etnica», come li chiama il sindaco della città Thomas Ekin, non sono mancati anche di recente.
Ma la novità che racconta Belfast è che anche dopo il terrorismo più radicale può iniziare un'età senza prigioni speciali, persino senza fabbriche di birra speciali. E che nell'Europa un po' conservatrice e un po' assonnata i miracoli economici ci sono: spesso, nascono da chi sa cosa vuol dire aver toccato il fondo.

Danilo Taino

Fonte: www.isinsardegna.it/modules.php?name=News_Pro&file=article&...
Fonte: www.corriere.it/reload.shtml



Matteo, Berghem
00martedì 26 ottobre 2004 11:17
Aska, avrei un paio di domande da farti:

è vero che lo IRA Provisional sarebbe pronto al completo disarmo e allo scioglimento? E che in tal caso la UVF sarà disposta a seguire l’esempio dell' IRA?
Ho letto che sono state già coniate centinaia di medaglie commemorative, che verranno consegnate a chi è stato Volontario dello IRA nel periodo che va dagli anni 60 ad oggi. La consegna delle medaglie avverrà nel corso di cerimonie che si terranno in tutta l’Irlanda nei prossimi mesi.

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