Tolkien di destra o di sinistra? O forse soltanto postmoderno?
Leggete un pò qua, se ne avete voglia...
Tolkien di destra o di sinistra? O forse soltanto postmoderno?
di ro. ar.
Tolkien è di destra o di sinistra? Mito della giovane destra dei campi hobbit dei primi anni '80 o beniamino dei no global? Queste alcune delle domande cui si è cercato di dare una risposta al forum a Villa Celimontana, svoltosi il 23 gennaio. Con un titolo chilometrico, «Tolkieniana: esperienze, vissuti, appartenenze, tra destra e sinistra ispirate alla Terra di Mezzo e al suo creatore» e organizzato in collaborazione con la Società Tolkieniana Italiana, la Regione e il Comune.
Si sono confrontati, da un lato, Umberto Croppi, direttore editoriale della casa editrice Vallecchi e promotore dei «campi hobbit», Enrico Passaro, scrittore e giornalista de Il Secolo d'Italia, Fabio Rampelli, consigliere regionale di An, Roberto Genovesi, saggista e autore de Tolkien negli ex libris, e Alessadro Bottero, saggista e autore de L'Anello e la Spada mentre per la sponda opposta Lucio Del Corso e Paolo Pecere, autori del libro L'Anello che non tiene sui rapporti tra Tolkien e la destra giovanile, Francesco Cundari giornalista de Il Riformista, Silvio Di Francia, consigliere comunale dei Verdi.
Proprio il libro di Del Corso e Pecere è stato al centro della tavola rotonda. Il libro, uscito nel settembre 2003, è la novità più interessante dello scorso anno e ha creato accesi dibattiti, soprattutto le invettive dei protagonisti degli anni in cui Tolkien venne preso a modello dai movimenti di destra.
Lo spirito della tavola rotonda era quello di ripercorrere l'approccio delle giovani generazioni impegnate politicamente su sponde opposte alla lettura dell'epopea tolkieniana.
Primi a parlare sono stati Del Corso e Pecere, gli autori del libro "incriminato", che hanno brevemente riassunto le loro tesi e il modo in cui sono arrivati a scriverlo. In pratica, i vertici di una componente della destra italiana videro che Tolkien "funzionava" benissimo per attirare i giovani alla destra e decisero di sfruttarlo ai loro fini propagandistici.
Subito dopo Giampaolo Rossi, il moderatore ha fatto parlare Enrico Passaro, che ha contestato polemicamente le tesi degli autori, dicendo che ne Il Signore degli Anelli sono ben presenti temi come «dinastia del sangue, onore, cameratismo, ordine». Poi ha rifiutato la loro "teoria del complotto", dicendo che la destra di quel periodo non era in grado di poter imporre nulla. Vero è però che il libro fu soggetto a un'appropriazione fin dall'inizio. In anni in cui tutto doveva entrare nelle categorie ideologiche, un libro che non parlasse di realtà, edito da Rusconi (nota casa editrice di destra), con una prefazione di Elemire Zolla, non poteva non essere inserito a destra. Altri autori subirono lo stesso destino, sia a destra che a sinistra. E' il frutto di quella che il consigliere Di Francia ha chiamato "l'autonomia dell'opera letteraria" rispetto al tempo e al luogo. Una simile caratteristica rende un testo interpretabile in molti modi, anche antitetici tra loro. Così quella che negli States degli anni sessanta era la "bibbia degli hippies" e uno dei testi fondamentali delle università della contestazione, in Italia è divenuto un libro erroneamente "di destra". Un intervento interessante, quello del consigliere verde, che ha fatto capire come le divisioni nel mondo giovanile era anche e soprattutto generazionali.
Sulla stessa linea, e sempre interessante l'intervento Luciano Lanna, l'autore de Fascisti Immaginari, che ha sostenuto come un'impostazione destra/sinistra sia completamente errata. Alla fine degli anni '60 e nei primissimi '70 in realtà a leggere Tolkien erano giovani sia di destra sia di sinistra, con un unico comun denominatore, il conflitto genrazionale. Si cercava una rottura contro i canoni stantii dei dirigenti più anziani dei rispettivi schieramenti. Il culto della Resistenza a sinistra, ma soprattutto quell'immaginario fascista, che sarebbe stato anacronistico con i suoi eroi ariani e "nibelungici" era mal sopportato dai giovani di destra. Si cercavano nuovi modelli, sia a destra che a sinistra, e molti erano in comune, come è il caso di Kerouac e, appunto, Tolkien. Si trattava, insomma, di "ribelli", che inoltre avevano già adottato le categorie del postmoderno