STIPENDI E CONTRATTI DI LAVORO IN IRLANDA

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Outoforder
00venerdì 29 ottobre 2004 21:43
Ciao, è possibile che mi trasferisca a Dublino per lavoro entro qualche settimana e ho già trovato molte informazioni utili in questo forum.
Una cosa su cui vorrei saperne di più è il salario: quanto si deve guadagnare per vivere bene a Dublino senza fare follie ma senza nemmeno dover lesinare quotidianamente? 1500 euro lordi mensili sono ragionevoli, ad esempio? E la tassazione come è?
Scusate la venalità della domanda, ma è un aspetto pratico non da poco ovviamente, considerato anche che in molti interventi che ho letto si mette l'accento su quanto cara è diventata la vita a Dublino negli ultimi anni.
Grazie in anticipo per le risposte,
Out
Outoforder
00venerdì 29 ottobre 2004 22:38
Ok
Grazie, mi sono spulciato tutti gli interventi e mi sono fatto un'idea abbastanza chiara, l'unica cosa che non ho ben capito è: a che cifra scatta la tassazione del 42%? Nei vari interventi vengono fatte almeno 3 diverse cifre a questo proposito.
Non sono ancora sicuro del trasferimento, vediamo se salirò a bordo davvero...
OConnor
00sabato 30 ottobre 2004 00:02
La tassazione in Irlanda e' spiegata nei piu' minimi dettagli su www.revenue.ie.

Ad ogni modo, dopo i 28.000 euro tutti i ricavi successivi a questa cifra ti verrano tassati con questa aliquota.

Cheers,
OC
Outoforder
00sabato 30 ottobre 2004 12:26
Re:
Bene, a 'sto punto mi sembra di saperne abbastanza. Che sistema radicale però, due aliquote e zac, in questo modo è di gran lunga meglio guadagnare 25k annui che 30k, o sbaglio?
Grazie delle informazioni, adesso vorrei riaprire un altro argomento già ampiamente discusso, altrove ovviamente.
Out
Standog
00lunedì 8 novembre 2004 17:29
www.esatclear.ie/~grabe/TaxCalc/TaxCalc.html

E' meglio guadagnare 30k che 25k, le aliquote si applicano a scaglioni


L
Outoforder
00lunedì 8 novembre 2004 18:47
Capisco
Grazie per la precisazione, adesso tutto fa luce.
Out
pinoeire
00mercoledì 17 novembre 2004 02:21
Budget fiscale irlandese
Ciao, qualche informazione un po' + dettagliata:

I singles hanno un credito di 1520€ mentre gli sposati (regolarmente) lo hanno di 3040€.

Singles:
i primi 28000 al 20%, il residuo al 42%

Sposati (due stipendi):
i primi 56000 al 20%, il residuo al 42%

Sposati (uno stipendio):
i primi 37000 al 20%, il residuo al 42%

A questo aggiungi:
Se sei dipendente circa il 6% tra PRSI e Sanità
Se sei un professionista o un dirigente il 5% tra PRSI e Sanità

Le assicurazioni sanitarie private (VHI, Bupa, ecc...) sono sgravate alla fonte, quindi il netto pagato non è scaricabile (a me la VHI HS Gold costa 51€ al mese per tutta la famiglia di 5 persone).

Se il tuo provento viene falla creazione dell'ingegno artistico (pittura, scultura, musica) NON sei fiscalmente imponibile.

Se hai dei figli hai diritto ad una specie di assegno familiare (Child Benefit), che viene erogato anche ai liberi professionisti, non solo ai dipendenti come in Italia [SM=g27828]

L'IVA qui è al 21%.

Se sei un professionista la ritenuta d'acconto del 20% qui si applica soltanto fornendo servizi alle pubbliche amministrazioni, altrimenti no.

Il quadro così mi pare abbastanza completo. Non esistono altri dazi e gabelle all'italiana: tutto quel che c'è da pagare è chiaro e trasparente.

Nota personale: io sono passato (venendo qui) da un peso fiscale complessivo medio del 58% (Italia) ad uno complessivo medio del 30% (Irlanda). Cioè per ogni 1000 € incassati, in Italia solo 420 erano miei, mentre qui me ne restano 700 [SM=x145469]

E poi... la benzina la pago 1€/l, il pane 35 cents per 800gr (Dunnes Stores), la carne tra i 3 ed i 6 €/Kg, o se la voglio di primo taglio 18 €/Kg, il latte fresco 60 cents al litro (Tesco Fresh Milk), la corrente il 30% meno che in Italia, un buon paio di scarpe 20€, una buona felpa tra gli 8 ed i 15... certo sto alla larga da Dublino, ma non sarei certo venuto qui per finire in una metropoli [SM=x145459] ed è chiaro che se vuoi tenere le abitudini alimentari italiane allora.... ticosta quanto in Italia, magari anche un po' di +.

Ciao
Pino

[Modificato da pinoeire 17/11/2004 2.34]

emod10
00giovedì 16 dicembre 2004 19:06
convenzione italia - irlanda
[SM=x145468] salute a tutti voi,

ho letto il topic sugli stipendi in irlanda e, a meno che mi sia sfuggito (possibilissimo visto la mole dei messaggi sul punto) non ho trovato richiamo alcuno all'applicazione della convenzione italia - irlanda firmata a dublino nel 1971 per evitare la doppia tassazione.

il testo è abbastanza chiaro, ma mi chiedevo se qualcuno ha avuto modo di applicarla di fatto.

Conoscendo la vischiosità della burocrazia (mi riferisco a quella italiana) specialmente nel settore fiscale, infatti i risvolti applicativi potrebbero presentare problematiche taciute ma effettive.[SM=x145487]

ancora complimenti all'ideatore e ai partecipanti del sito.
James T. Kirk
00giovedì 16 dicembre 2004 20:32
Cari irlandiani [SM=x145427] ,
ho letto le vostre domande e risposte sul lavoro irlandese, interessanti ma non esaurienti.

Perciò vi rivolgo un accorato appello, soprattutto a quei italiani che hanno superato i 30 anni :smilef e che si possono considerare irlandesi.

Al fine di valutare correttamente un'offerta lavorativa, è necessario conoscere gli elementi costitutivi della retribuzione LORDA [SM=x145453] e le modalità di assunzione e di licenziamento [SM=x145439] .

A tal proposito è necessario conoscere i contratti giuridici ed i regolamenti aziendali che sono tipici in Irlanda. ( Nel senso che "tutto il mondo è paese". [SM=x145450] )

Quindi vi chiedo di comunicarmi alcuni contratti giuridici ed alcuni regolamenti aziendali che sono in vostro possesso. [SM=x145488]

Il mio indirizzo e. mail è james_t._kirk@inwind.it [SM=x145477]

Grazie e ciao. [SM=x145468]
James T. Kirk
00sabato 18 dicembre 2004 01:01
Re: convenzione italia - irlanda
Scrivo per esperienza con la convenzione Italia-U.S.A. Non conosco in particolare la convenzione Italia-Irlanda.

Comunque la risposta è: dipende.

Se svolgi un'attività lavorativa che richiede un costante contatto con l'amministrazione italiana, allora ricorda l'iscrizione all'entrata dell'inferno dantesco.
Se svolgi un'attività lavorativa soltanto in Irlanda ed hai il timore [SM=x145442] di violare qualche norma italiana, allora ricorda che l'amministrazione italiana è talmente inefficiente che, se sa poco di quello che fai in Italia, ancora meno sa di quello che fai in Irlanda. Salvo il fatto che tu, per zelo o per ingenuità, non le comunichi i cavoli tuoi.


Scritto da: emod10 16/12/2004 19.06
[SM=x145468] salute a tutti voi,

ho letto il topic sugli stipendi in irlanda e, a meno che mi sia sfuggito (possibilissimo visto la mole dei messaggi sul punto) non ho trovato richiamo alcuno all'applicazione della convenzione italia - irlanda firmata a dublino nel 1971 per evitare la doppia tassazione.

il testo è abbastanza chiaro, ma mi chiedevo se qualcuno ha avuto modo di applicarla di fatto.

Conoscendo la vischiosità della burocrazia (mi riferisco a quella italiana) specialmente nel settore fiscale, infatti i risvolti applicativi potrebbero presentare problematiche taciute ma effettive.[SM=x145487]

ancora complimenti all'ideatore e ai partecipanti del sito.

[Modificato da James T. Kirk 18/12/2004 1.02]

[Modificato da James T. Kirk 18/12/2004 10.44]

pinoeire
00sabato 18 dicembre 2004 03:03
Re: convenzione italia - irlanda
Ciao [SM=g27811]

la convenzione va riletta alla luce delle nuove norme EU, di fatto è in vigore un combinato disposto abbastanza semplice. Io per sicurezza ho interpellato non solo il mio commissioner qui, ma anche l'ufficio dell'Agenzia delle Entrate che è competente, ottenendo (miracolo!!![SM=x145460] ) una risposta scritta!

Riassumo a grandi linee.

Se lavori e vivi qui, dimenticati l'Italia. Se lavori un po' qui ed un po' lì (ma chi te lo fa fare? [SM=g27825] ) allora le cose sono semplici in quanto dipendente, un po' meno se sei un self-employed. Come dipendente qui paghi per qui e in Italia per l'Italia. Quando andrai in pensione puoi cumulare tutto lì dove deciderai di restare.

Se sei un self-employed e presti servizio ad utenti privati in Italia, devi essere iscritto per l'IVA in Italia, e se superi i 35000 euro in Italia (più o meno, ora non ho la risposta sottomano) devi pagare anche il reddito in Italia. Se risiedi qui puoi nominare un tuo rappresentante presso il fisco italiano.

Se sei un self-employed e presti servizio ad utenti business (con partita IVA) in Italia, l'IVA non si applica, e le tasse le paghi solo qui in Irlanda (è il mio caso).

E' pressocché tutto. Se vuoi chiarimenti proverò a dartene comunque.

[SM=g27828] Pino
pinoeire
00sabato 18 dicembre 2004 03:17
Re: per James T. Kirk
Uhmmmmm [SM=g27820] James T. Kirk, la fai complicata per quanto mi è dato sapere. Regolamenti aziendali??? in che senso? [SM=g27833] La IBM ha lo stesso regolamento interno in tutto il mondo, come la Microsoft, la Dell, e così via... il mio post precedente (Budget fiscale irlandese del 17/11/2004) contiene tutto quel che c'è da sapere. Il nuovo Budget 2005 è pure un po' più interessante. Per il resto qui non siamo in Civil Law, quindi non esistono cose tipo contratti nazionali o statuto dei lavoratori, per quanto esistono delle normi (act) che tutelano i diritti principali sia dei lavoratori che dei consumatori. Il resto è Common Law, che in soldoni significa che la contrattazione è libera e che l'uso comune fa legge.
Un esempio di quanto la common law sia "efficace"? Se Mario Rossi viene qui e sposa una ragazza del posto (facciamo una Sarah O'Connell), e questa va a prendersi il passaporto o la patente, sul documento ci sarà scritto che si chiama Sarah Rossi, solo che non esiste nessuna legge in Irlanda che stabilisca che la moglie prende il cognome del marito, è semplicemente così, punto.

Ergo: esattamente cosa ti preoccupa? cosa vorresti sapere in concreto???

[SM=g27828] Pino

[Modificato da pinoeire 18/12/2004 3.23]

James T. Kirk
00sabato 18 dicembre 2004 10:57
Re: Re: per James T. Kirk
Ti ringrazio per la risposta.

Infatti ho chiesto semplicemente il testo scritto di un contratto individuale. Cioè quando uno di voi è stato assunto da una ditta irlandese, sia piccolissima che multinazionale, sottoscriverete un pezzo di carta con qualcosa di scritto? A me interessa quello perché è indispensabile per ridurre il margine di fregatura con l'assunzione dato che, come ho esplicitato ad un inglese, l'Italia è mafiosa ma qui (Londra) non siete di meno (anche se il sistema funziona a differenza dell'Italia). Cioè spesso il datore di lavoro, dal piccolissimo alla multinazionale, non ti dice ed è infastidito se glielo domandi se 10000 euro sono netti o lordi, con o senza imposte, con o senza contributi previdenziali, con o senza contributi assistenziali, ecc. E ti assicuro che questo succede anche con datori di lavoro non italiani. E scusa se è poco . . .

Io non possiedo il regolamento aziendale IBM.




Scritto da: pinoeire 18/12/2004 3.17
Uhmmmmm [SM=g27820] James T. Kirk, la fai complicata per quanto mi è dato sapere. Regolamenti aziendali??? in che senso? [SM=g27833] La IBM ha lo stesso regolamento interno in tutto il mondo, come la Microsoft, la Dell, e così via... il mio post precedente (Budget fiscale irlandese del 17/11/2004) contiene tutto quel che c'è da sapere. Il nuovo Budget 2005 è pure un po' più interessante. Per il resto qui non siamo in Civil Law, quindi non esistono cose tipo contratti nazionali o statuto dei lavoratori, per quanto esistono delle normi (act) che tutelano i diritti principali sia dei lavoratori che dei consumatori. Il resto è Common Law, che in soldoni significa che la contrattazione è libera e che l'uso comune fa legge.
Un esempio di quanto la common law sia "efficace"? Se Mario Rossi viene qui e sposa una ragazza del posto (facciamo una Sarah O'Connell), e questa va a prendersi il passaporto o la patente, sul documento ci sarà scritto che si chiama Sarah Rossi, solo che non esiste nessuna legge in Irlanda che stabilisca che la moglie prende il cognome del marito, è semplicemente così, punto.

Ergo: esattamente cosa ti preoccupa? cosa vorresti sapere in concreto???

[SM=g27828] Pino

[Modificato da pinoeire 18/12/2004 3.23]


[Modificato da James T. Kirk 18/12/2004 13.43]

Tameko
00domenica 19 dicembre 2004 02:56
Re: Budget fiscale irlandese

Scritto da: pinoeire 17/11/2004 2.21

Se il tuo provento viene falla creazione dell'ingegno artistico (pittura, scultura, musica) NON sei fiscalmente imponibile.

[Modificato da pinoeire 17/11/2004 2.34]




Quindi gli U2 non pagano le tasse? Neanche guadagnassero poco!!!
pinoeire
00lunedì 20 dicembre 2004 21:31
Re: Re: Budget fiscale irlandese

Scritto da: Tameko 19/12/2004 2.56

Quindi gli U2 non pagano le tasse? Neanche guadagnassero poco!!!



Ebbene è così! http://www.revenue.ie/services/tax_info/artinfo.htm

[Modificato da pinoeire 20/12/2004 21.32]

pinoeire
00lunedì 20 dicembre 2004 22:22
Re: Re: per James T. Kirk
Allora, vedo che posso fare. Rispetto alla storia del contratto non ti posso aiutare dato che io sono un self-employed, magari qualche alro può soddisfare la tua richiesta. Io ho appena terminato uno studio di fattibilità per l'apertura di una società qui in Irlanda per un mio cliente italiano, quindi posso dirti alcune cose con una bella dose di precisione:

A) La cifra annua è SEMPRE quella lorda;
B) In quanto PAYE (Pay As You Earn) l'azienda ti versa una quota del tuo PRSI (che varia in base al settore e livello), ma ipotizziamo il classico, quindi il 6% (4% PRSI e 2% Healt contribution) lo paghi tu ed il 10.75% lo paga l'azienda;
C) I BIK (Benefit in Kind) sono tassati e validi per il computo del PRSI (tranne l'ass. sanitaria & simili) e grosso modo sono equivalenti a quelli italiani
D) L'azienda non è tenuta a darti altro, ma è uso che ti si paghi il VHI (assicurazione sanitaria), ovviamente quale piano VHI (livello di copertura) è argomento di contrattazione personale
E) La settimana lavorativa è tra le 40 e le 42 ore
F) La parola "straordinario" è poco nota per 2 ragioni: (1) da queste parti la gente se la prende con calma, (2) vedi la ragione 1 [SM=g27828]

Qualche altra informazione: ti scarichi dalle tasse i farmaci prescritti dal medico ed il costo dei servizi di raccolta dei rifiuti. Quel che è contrattato tra le parti ha forza di legge per tutti e due, non ci sono cavilli nascosti: se ci fossero si vedrebbero chiaramente, quindi non sarebbero cavilli nascosti [SM=g27811] Le ragioni del tuo licenziamento possono essere varie, compreso l'odore del tuo dopobarba, ma per ragioni futili hai diritto ad una indennità che, se non concordata tra le parti viene stabilita da un giudice. Non esiste una legislazione di riferimento che mi sia nota, ma una buona dose di precedenti, che qui hanno forza di legge. Sul lavoro non si fuma da nessuna parte e non ci sono deroghe. La tutela della sicurezza sul lavoro è molto sentita e, onestamente, l'Italia potrebbe imparare moltissimo dall'Irlanda sul come combattere le "morti bianche".

Ti do un semplice consiglio: se il contratto che ti propongono non ti convince, non firmarlo. Il tuo rapporto di lavoro sarà regolato di fatto solo da quel che firmi, quindi deve convincerti.

Rispetto al tuo conoscente inglese... puoi sempre rammentargli che loro sono l'unico paese del mondo "civilizzato" in cui la polizia può arrestarti e tenerti in cella per 7 giorni senza formalizzare accuse e senza avere l'obbligo di lasciarti chiamare l'avvocato per i primi 2 giorni, spesso per tutti e 7 i giorni. Non è mafia... è solo imperialismo genuino.[SM=g27829] Ok, ho divagato... non c'entra nulla ... ma gli inglesi proprio li ho sullo stomaco... [SM=x145459]

Per il resto rispetto al calcolo di ciò che ti resta in tasca ti rimando al mio post sul Budget.

Ciao
Pino
pinoeire
00mercoledì 22 dicembre 2004 01:05
Sempre sul Budget
A chiarimento. Ho letto alcuni post in cui si diceva (rispetto al credito fiscale) che "sui primi 1520 (per i singoli)o 3040 (gli sposati) non si pagano le tasse". E' errato. Quelle cifre sono un Tax Credit, cioè una deduzione d'imposta. Questo vuol dire che dopo aver calcolato le tue tasse, al totale delle tasse da pagare sottrai il credito fiscale, ottenendo così le tasse effettivamente dovute. I Dipendenti (PAYE) hanno un maggior credito di 1040 euro l'anno.

Ciao
Pino
James T. Kirk
00mercoledì 22 dicembre 2004 12:06
BENGODI
Pino, ti ringrazio per la tua risposta perché è veramente immediata e concreta.

Un'ultima considerazione e domanda che pongo a te e a tutti gli internauti.

Ho letto molti più aspetti positivi rispetto a quelli negativi sull'Irlanda e che si vive molto meglio in Irlanda rispetto all'Italia.

Ma allora l'Irlanda è il paese del Bengodi?

Oppure, anche lì fa più notizia una persona contenta rispetto a mille schifate?

Eppoi, tutti quei giovincelli che declamano i portenti dell'Irlanda, perché dopo 6 mesi od un anno se ne tornano in Italia?

Ad esempio, se in Irlanda si lavora in un call centre e si guadagna circa 1500 Euro lordi al mese, con altri benefit-in-kind, allora perchè si torna in Italia dove per guadagnare lo stesso importo ci si rovina la salute fisica o mentale?

((( Ah, stavo dimenticando: i laureandi ed i laureati, dato che hanno conseguito un pezzo di carta con un certo peso, dovrebbero capire che all'estero si va o come turista o come cittadino.

Se come turista allora si limitino a visitare le amenità del luogo. Se come cittadino allora vivano come la popolazione indigena, senza malinconia dell'Italia.

Se invece desiderano imparare una lingua straniera allora frequentino, in Italia, un corso linguistico con insegnanti di madrelingua estera perché costa meno di un viaggio all'estero di un anno e soprattutto non rompono i c . . . . alla popolazione indigena. )))

Vogliate gentilmente rispondermi anche al mio recapito e. mail james_t._kirk@inwind.it

Grazie e ciao.

[SM=x145477][SM=x145477] [SM=x145477] [SM=x145477] [SM=x145477] [SM=x145477] [SM=x145477] [SM=x145477] [SM=x145477] [SM=x145477]

[Modificato da James T. Kirk 22/12/2004 13.22]

Cla-Elbereth
00giovedì 23 dicembre 2004 19:44
Re: BENGODI

Scritto da: James T. Kirk 22/12/2004 12.06
Ah, stavo dimenticando: i laureandi ed i laureati, dato che hanno conseguito un pezzo di carta con un certo peso, dovrebbero capire che all'estero si va o come turista o come cittadino.

Se come turista allora si limitino a visitare le amenità del luogo. Se come cittadino allora vivano come la popolazione indigena, senza malinconia dell'Italia.

Se invece desiderano imparare una lingua straniera allora frequentino, in Italia, un corso linguistico con insegnanti di madrelingua estera perché costa meno di un viaggio all'estero di un anno e soprattutto non rompono i c . . . . alla popolazione indigena. )))

[SM=x145477][SM=x145477] [SM=x145477] [SM=x145477] [SM=x145477] [SM=x145477] [SM=x145477] [SM=x145477] [SM=x145477] [SM=x145477]

[Modificato da James T. Kirk 22/12/2004 13.22]




[SM=x145489] [SM=x145489] [SM=x145489]
pinoeire
00venerdì 31 dicembre 2004 22:12
Re: BENGODI
Scusa per il ritardo,

secondo me su ogni paese ne leggi di belle e di brutte, dipende da dove peschi ciò che leggi. Che qui sia una sorta di paradiso è la prima impressione, quella che dura fino a che non entri nello spirito locale e negli usi e costumi locali.

Come italiano con testa di italiano ti sembra assurdo quando arrivi qui e scopri che le porte blindate sono una stranezza da stranieri... qui manco la chiudono a chiave la porta di casa! Dai un'occhiata al sito governativo di statistica http://www.cso.ie/ e vedi come articolo come questo >> Crime and Victimisation Survey << contengono dati che per noi sono una banalità, ma qui, come capisci dal tono dell'articolo, sono fatti gravissimi. Tutto dipende dai punti di vista.

Perché molti tornano in Italia? A mio avviso torna in Italia chi non si sa distaccare dalla vita serale e notturna italiana (all'amerikana). Qui a 25 anni mediamente sei sposato ed hai già un figlio, con tutto quello che segue rispetto al modo di pensare e vivere. Nella quasi totalità dei Pub c'è una TV, ma è a basso volume. Di solito c'è musica dal vivo, per un 80% tradizionale, cosa che (1) ti piace (2) ti sta sulle palle. L'italiano medio, anche se "fa il new age", dopo i primi 2 mesi si va a rintanare nei postacci dublinesi (a costo di farsi 2 ore di macchina) pieni di stranieri che cercano un'isola continentale dentro l'isola verde... [SM=x145462] E' questa la gente che dopo un po' (per nostra grande fortuna) se ne torna in Italia.

L'irlanda ha resistito a Roma Imperiale ed alla Roma Pontificia, si è liberata quasi del tutto degli inglesi... insomma... qui *non* importi il tuo modo di vivere: devi accettare il loro, o meglio, il *nostro* [SM=x145459]

Ciao
Pino
riverdance
00sabato 8 gennaio 2005 15:08
Re: Re: convenzione italia - irlanda
fanno tutti così purtroppo. Vogliono sempre esperienza su esperienza. E come può uno farsi l'esperienza in un dato campo se nessuno gli dà l'occasione di lavorare in quel campo???

Per es. io sono diplomata come operatore turistico e ho fatto tre stage in tre agenzie diverse (in tutto 9 mesi). Ho mandato curriculum alle agenzie di viaggio di tuuuuuutta Bologna e nessuno mi ha preso dicendo che serve....Esperienza! E come posso farmi l'esperienza in agenzia di viaggi se nessuno mi prende a lavorare in un'agenzia di viaggio? Cos'è devo fare altri 10.000 stage prima di essere presa?

Non so come funziona in Irlanda ma qui in Italia non ci sono molte occasioni di lavoro, sinceramente non mi sento molto valorizzata ne trattata bene nel mondo del lavoro e spesso mi sento un pò....presa per i fondelli (vedi l'esperienza che ti chiedono prima ma non te la fan fare poi).

Fra [SM=x145427]
OConnor
00domenica 9 gennaio 2005 00:06
Cara Riverdance,
e' un po' lo stesso problema dell'Irlanda quando non ti concedono un prestito perche' non hai Credit History (e se non me lo concedi come me la costruisco?).
Ad ogni modo, la differenza tra Italia e Irlanda sta principalmente nel fatto che in Italia c'e' poco lavoro a disposizione e tanta gente in attesa di occupazione. Quindi a parita' di condizioni, per chi vuole entrare nel mondo del lavoro le opzioni solitamente sono farsi spremere come un limone in stage, contratti a tempo determinatissimo e co.co.co. per poi risalire lentamente la china (io ho iniziato a cococo e ho cambiato centosei volte aziende e contratti proprio perche' in Italia pare che uno dei pochi modi per avanzare sia licenziarsi ed iniziare da un'altra parte).
In Irlanda, invece, i posti di lavoro abbondano e c'e' bisogno di importare lavoro dall'estero perche' in Irlanda tante professionalita' mancano o si stando ancora formando, anche per il vizio degli anglofoni di non sapere quasi mai in maniera decente una seconda lingua. Quindi, alla fine della fiera, trovare lavoro e' abbastanza semplice (meno degli anni d'oro, ma piu' che in Italia) anche se non sempre veloce ed intuitivo specie per il lavoro "generico". Per un profilo come il tuo, ovvero piu' lingue ed esperienza in agenzia di viaggio, non ci dovrebbero essere problemi "esh oll".

Piu' sento i discorsi di PinoEire e piu' mi rendo conto che parliamo di due Irlande diverse: Dublino non e' Shannon, e questo si percepisce proprio dalle descrizioni. Qua a Dublino non mi pare proprio ci sia liberati dagli inglesi, anzi. Nei pub c'e' la tv e spesso ad ALTO volume, la musica tradizionale vera bisogna cercarsela con il lanternino (altro che 80%, magari!! Lo dico da amante della musica tradizionale e dei caili'), la musica che si sente di solito nei locali e' o rockeggiante oppure tipo discoteca, ed e' ALTA. I posti "trend" poi sono delle discoteche-carnaio dove c'e' piu' carne in vista che dal butcher e dove piu' che ceol agus craic si cerca alcohol and foock. Sono stato a Galway e la situazione e' mooolto diversa, la' e' Irlanda vera e propria con tutti i pro e i contro, ma piu' pro :). Non ho mai nascosto di essere uno che detesta i carnai e tiene molto ai valori quali la famiglia e lo slow living, quindi sconsiglio Dublino a chiunque abbia veramente intenzione di trasferirsi in Irlanda. Troppo casino, troppi knacker, troppe scene di devasto all'uscita dai locali, troppa impersonalita' e troppa poca Irlanda. Lascio la parola ai Rebels per quanto riguarda Cork, che ho visitato ma troppo di sfuggita. (invitatemi, ehehe) :).

Aspramente vostro,
AOC
sarabiga
00mercoledì 12 gennaio 2005 17:31
Sono d'accordo con O'Connor, Dublino è veramente così e dell'Irlanda nel senso più autentico ha sempre meno. E i carnai anche a me rivoltano lo stomaco e mi stanno stancando sempre più. Sebbene io cerchi di evitarli, così come li ho sempre evitati in Emilia. Ma mi inseguono. [SM=g27820]

Comunque non ho mica capito questa gloriosa carrettata di letame che il buon Kirk e il suo seguito spalano sui laureati, specie se alla disperata ricerca di un'esperienza all'estero.

Bello, col mio cospicuo pezzo di carta con su scritto "Laurea in Fisica" (e ti lascio immaginare la quantità di lavoro che mi è costato), in Italia non ci vado manco al ce**o, perchè

1 - pare che per una nazione all'avanguardia fare ricerca sia pleonastico, e si preferisce buttare i soldi in show televisivi che se li metti come curriculum per cercare lavoro ad Hollywood ti ridono dietro

2 - la carta pergamena non è propriamente adatta allo scopo.

L'inglese che imparo qui, che è proprio quello che mi serviva (conversazione, mica grammatica), di sicuro non lo imparavo in Italia.

E non ho capito perchè, con tutto il culo che mi sto facendo quaggiù, non può mancarmi l'Emilia, i miei amici e la mia ragazza.

Mica pretendo che Dublino sia l'Emilia, ci mancherebbe, se no mica mi spostavo alla ricerca di un po' d'aria fresca: ma possono mancarmi le radici culturali su cui si costruisce la mia identità?

Cos'è questa concezione che o sei un turista (e del cavolo, come sempre sembrano venire considerati i turisti) o se ti trasferisci è perchè vuoi cambiare paese per sempre e devi essere disposto ad accendere un mutuo per comprarti casa, se no stai solo facendo delle storie?

Se no, secondo voi, i polacchi che stanno in appartamento con me, che sono qui per lavorare un annetto e portarsi a casa un po' di soldini perchè là mancano proprio, e gli manca tanto la Polonia, che cosa sono? Permanent tourists? E se gli manca la Polonia dovrebbero stare zitti e tornarsene a casa?

E Zamboni e Ferretti a Berlino cos'erano, permanent tourists?

Io dico che un'esperienza all'estero, OVUNQUE, fa sempre bene per sprovincializzarsi un po'. Specialmente agli italiani, che effettivamente in media sono bravissimi a rimanere provinciali anche a 2000 Km da casa. Ma continuo a dire che la provincialità è una dimensione dell'anima, e non ha del tutto a che fare col luogo in cui vivi. Certo, vedere altri posti, sulla base della vita comune che vi si conduce, aiuta.

contec
00giovedì 13 gennaio 2005 12:02
Re: BENGODI
Re: BENGODI



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pt'>Scritto da: James T. Kirk 22/12/2004 12.06
Pino, ti ringrazio per la tua risposta perché è veramente immediata e concreta.

Un'ultima considerazione e domanda che pongo a te e a tutti gli internauti.

Ho letto molti più aspetti positivi rispetto a quelli negativi sull'Irlanda e che si vive molto meglio in Irlanda rispetto all'Italia.

Ma allora l'Irlanda è il paese del Bengodi?

Oppure, anche lì fa più notizia una persona contenta rispetto a mille schifate?

Eppoi, tutti quei giovincelli che declamano i portenti dell'Irlanda, perché dopo 6 mesi od un anno se ne tornano in Italia?

Ad esempio, se in Irlanda si lavora in un call centre e si guadagna circa 1500 Euro lordi al mese, con altri benefit-in-kind, allora perchè si torna in Italia dove per guadagnare lo stesso importo ci si rovina la salute fisica o mentale?

((( Ah, stavo dimenticando: i laureandi ed i laureati, dato che hanno conseguito un pezzo di carta con un certo peso, dovrebbero capire che all'estero si va o come turista o come cittadino.

Se come turista allora si limitino a visitare le amenità del luogo. Se come cittadino allora vivano come la popolazione indigena, senza malinconia dell'Italia.

Se invece desiderano imparare una lingua straniera allora frequentino, in Italia, un corso linguistico con insegnanti di madrelingua estera perché costa meno di un viaggio all'estero di un anno e soprattutto non rompono i c . . . . alla popolazione indigena. )))

Vogliate gentilmente rispondermi anche al mio recapito e. mail james_t._kirk@inwind.it

Grazie e ciao.


[Modificato da James T. Kirk 22/12/2004 13.22]



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anch'io il capitano Kirk non lo capisco proprio.
Mi piacerebbe proprio sapere da cosa sia causato tutto quest'astio nei confronti dei laureati che vengono a (s)passare 6-12 mesi in Irlanda.
Che cosa avrebbero fatto di male?
Io nel mio peregrinare mi sono girato 3 Paesi Europei, in Francia solo per 9 mesi (peccato capitale?!?), in Portogallo 2 anni (sto migliorando) e per finire l'Irlanda, ora sono 4 anni e passa e il trasferimento è ormai da considerarsi permanente (redenzione totale!).
Tutto ciò non sarebbe mai accaduto senza brevi esperienze da temporary tourist prima e permanent touris dopo.
La laurea è servita eccome, per guadagnare due lire, per sentirmi piu sicuro e per aspirare piu in alto.
L'attitudine è quello che è contato di piu nella mia breve carriera di emigrante, mente aperta, interesse per il paese ospitante e spirito di adattamento. Gli amici compatrioti ci sono sempre...altrimenti con chi si puo chiacchierare di Umberto Tozzi o delle ultime uscite del Silvione nazionale?
Per quanto riguarda lo specifico dei commenti positivi verso l'Irlanda.... che c'è di male? I giovincelli neolaureati sono entusiasti della prima esperienza all'estero (la libertà di fa sembrare anche Beirut come il paese del bengodi!!!).
E in fine dei conti qui le cose non sono poi cosi malaccio, certo il traffico, i prezzi, ma guardiamo le cose dal lato positivo.... non fa male a nessuno.

andate in pace
contec

[Modificato da Corcaigh 19/01/2005 16.23]

Sean1
00giovedì 13 gennaio 2005 15:15
Italia ...bengodi ?


L'Eurispes ha effettuato un'indagine per il Rapporto Italia 2005
Il presidente Fara: "La flessibilità vale solo per gli imprenditori"
Atipici: precari fino ai 40 anni
Poco tutelati, stressati, malpagati
Gli intervistati lamentano mancanza di tutele di ogni tipo
Le donne le più svantaggiate, gli ultratrentenni i più pessimisti
di ROSARIA AMATO


ROMA - Rimangono precari anche alle soglie dei 40 anni, non riescono ad avere un mutuo ma spesso neanche una casa in affitto, non se la sentono di mettere al mondo figli, non possono fare sciopero, non hanno tutele sindacali, non vanno mai in malattia anche se poi soffrono di mille malanni psicosomatici, sono pessimisti sul proprio futuro: sono i lavoratori atipici, secondo una ricerca effettuata dall'Eurispes per il Rapporto Italia 2005, che verrà presentato a Roma il 28 gennaio.

"La flessibilità purtroppo - osserva Gian Maria Fara, presidente dell'Eurispes - in Italia è stata interpretata soltanto come possibilità per l'imprenditore di modificare in qualsiasi momento le condizioni del rapporto di lavoro (e quindi anche le modalità di cessazione del rapporto di lavoro) con il proprio dipendente e non come strumento in grado di rendere flessibile l'organizzazione stessa del lavoro".

Il campione. L'indagine è stata effettuata dall'Eurispes su un campione rappresentativo di 446 lavoratori atipici di età compresa tra i 18 e i 39 anni. Il 27,9 per cento degli intervistati lavora 'a progetto', il 22,9 per cento ha un contratto occasionale, il 20,9 per cento è un collaboratore coordinato e continuativo (il co.co.co. è stato abrogato due mesi fa, e sostituito dalla collaborazione a progetto, ma si applica ancora nella Pubblica Amministrazione e nel caso in cui il contratto non sia ancora scaduto), il 13,2 per cento ha un contratto di tipo subordinato a tempo parziale, l'8,5 per cento lavora tramite agenzie interinali e il 5,4 per cento tramite contratto d'inserimento. Il 55,9 per cento degli intervistati è in possesso di master o specializzazione post-laurea, l'83,2 per cento ha una laurea.



L'aticipicità si cristallizza. L'ingresso nel mondo del lavoro con un contratto 'flessibile' tende a cristallizzarsi, tanto che per il 67,8 per cento delle persone tra i 33 e i 39 anni l'atipicità ha assunto un carattere permanente. Per pochi fortunati il lavoro flessibile si limita ad essere un'opportunità di primo inserimento lavorativo: il 56,6 per cento degli intervistati ha lavorato sempre da atipico per un periodo compreso tra i tre i cinque anni, il 67,4 per cento per oltre un quinquennio e il 51,4 per cento da oltre 10 anni.

Atipicità apparente. L'aticipicità del contratto è solo apparente: nella maggior parte dei casi si tratta di rapporti di lavoro subordinato mascherati, soprattutto per i collaboratori. Infatti tra i co.co.co. il 78,5 per cento lavora per un unico datore di lavoro, il 73,1 per cento svolge un lavoro a tempo pieno e al 71 per cento viene richiesta una presenza quotidiana. Solo il 12,9 per cento gestisce in modo del tutto autonomo i modi e i tempi del proprio lavoro.

Stipendi bassi. Gli stipendi sono in media bassi, soprattutto per le donne: oltre i tre quarti dei lavoratori atipici percepisce una retribuzione mensile che non supera i 1.000 euro netti (la percentuale cambia a seconda del sesso: si tratta dell'82,9 per cento delle donne e del 67,9 per cento degli uomini). In effetti però il 30 per cento delle donne non va oltre i 400 euro mensili, contro il 20,2 per cento degli uomini. Solo il 17,1 per cento degli uomini e il 15 per cento delle donne percepisce tra i 1000 e i 1400 euro al mese. I due terzi degli intervistati (65,9 per cento) dichiarano di essere poco o per niente soddisfatti del trattamento economico: si dichiara molto soddisfatto appena il 4,7 per cento.

Mancanza di tutela. Essere atipici significa non poter effettuare scelte di vita importanti: lo denuncia il 76,3 per cento delle donne e il 52,8 per cento degli uomini. E' un aspetto che si fa sentire di più con l'età (pesa al 74,7 per cento di coloro che hanno tra i 33 e i 39 anni). Il 90,5 per cento delle donne e l'83,9 per cento degli uomini ritiene che il diritto alla maternità sia poco o per niente garantito. Non ci si stupisce dunque che la stragrande maggioranza del campione (l'89,7 per cento) sia celibe o nubile: solo il 6,5 per cento degli intervistati ha uno (3,4 per cento) o più figli (3,1 per cento).

Nessun diritto. Per l'81,6 per cento degli intervistati non è tutelato il diritto alla malattia. Oltre il 90 per cento degli intervistati si sente poco o per nulla tutelato rispetto al diritto di sciopero. L'87,9 per cento lamenta la mancanza del diritto alla formazione.

La casa: niente mutuo, difficoltà per l'affitto. Il 71,3 per cento degli intervistati afferma che il fatto di essere un lavoratore atipico ha influito molto (51,8 per cento) o abbastanza (19,5 per cento) sulla possibilità di avere un mutuo per comprare una casa. Ma per il 58,8 per cento ha condizionato negativamente perfino la possibilità di prendere in affitto un appartamento.

Ansia, depressione, malattie psicosomatiche. La maggior parte delle donne lamenta stati di ansia (52,5 per cento, contro il 37,7 degli uomini) dovuti alla preoccupazione per la mancanza di stabilità nel proprio lavoro. Il 36,7 per cento del segmento più maturo del campione (33-39 anni) è soggetto a stati depressivi frequenti (28,7 per cento) o continui (8 per cento). Il 59,6 per cento soffre almeno qualche volta di disturbi gastro-intestinali, il 55,8 per cento di di dolori muscolari, il 55,3 per cento di emicranie e mal di testa, il 45,5 per cento di stanchezza cronica, il 40,2 per cento di disturbi della vista, il 38,8 per cento di problemi cutanei, il 37,2 per cento di inappetenza e debolezza. Il 16,3 per cento accusa disturbi sessuali, alimentari (15,9 per cento) e il 18 per cento soffre di attacchi di panico, tra questi ultimi il 6,1 per cento in modo frequente o continuo.

La pensione. Tra le donne il 37,5 per cento ritiene che quando smetterà di lavorare non avrà una pensione, mentre il 34 per cento pensa che comunque questa non sarà sufficiente a garantire una vecchiaia dignitosa. In totale il 63,7 per cento del campione ritiene che comunque la pensione che avrà a fine lavoro sarà insufficiente a garantire un livello di vita dignitoso o non ci sarà affatto. Non a caso il 34,5 per cento vorrebbe garantirsi una pensione integrativa ma non riesce a provvedervi, perché non ne ha i mezzi.

Il futuro? Pessimo. Il 52,2 per cento delle donne immagina il proprio futuro economico mediocre o pessimo. Stessa percezione per il 59,8 per cento degli intervistati di età compresa tra i 33 e i 39 anni, e per il 59,5 per cento di coloro che vantano un'esperienza lavorativa ultradecennale.


(13 gennaio 2005) http://www.repubblica.it/2004/l/sezioni/economia/lavoro/atipici/atipici.html

emod10
00venerdì 14 gennaio 2005 15:10
italia...bengodi
io colgo la palla al balzo per rilanciare quanto già introdotto dall'articolo di Repubblica.
il maltrattamento remunerativo, pensionistico, previdenziale e di crescita professionale è tra le ragioni che mi spingono a considerare di lasciare il bel paese(??) per altri stati membri.
il tutto nell'auspicio di entrare in un giro lavorativo essenzialmente più meritocratico dove diritti e doveri, oneri ed onori, siano proporzionati e bilanciati tra di loro.
l'irlanda è al top delle classifiche dei paesi europei per crescita ed economia, il che fa pensare ad un sistema generlemnte migliore. ed in effetti per taluni aspetti lo è decisamente. tutto parte dall'istruzione e dal sistema di progressione degli studi scolastici e oltre.
grande pecca del sistema irlandese è però la sanità che invece in italia è tra le più democratiche (genericamente parlando).
dunque mi viene da riflettere sul da farsi e nel frattempo il tempo passa............e passa ........................e passa..............................e passa.........................................................
James T. Kirk
00venerdì 14 gennaio 2005 22:59
FLAMING?
Ohi, ohi, ohi, c'è bisogno di un intervento urgente!

Innanzitutto vi comunico che sarò a Dublino dal 21 al 26 Gennaio 2005 e perciò sarò lieto di conoscere l'indirizzo dove posso incontrare qualcuno di voi.

Ritorno al tema della bacheca.

"Interessante . . ." sibillava il buon Spock. Effettivamente il linguaggio umano è ambiguo ed oggetto di innumerevoli interpretazioni.

Ricapitolo.

A riverdance. Ho qualche annetto più di te, sebbene l'entusiasmo sia di un ventenne, e sono solidale con te. Anzi aggiungo che quando si ha esperienza, questa non basta mai e ne chiedono sempre di più. In Italia, lo schifo è constatare la gentaglia che la chiede. Gentaglia che conosce zero computer, zero inglese, zero risorse umane, zero organizzazione aziendale.

A OConnor. Chi sono i knackers? Ho capito che sono teppisti ma come si distinguono e cosa fanno in particolare?

A sarabiga. Ma hai una fidanzata??? Per quanto riguarda il resto, non so perché ti sia infiammata.

Una parafrasi del mio pensiero. Solitamente un turista visita un luogo. Solitamente un cittadino (parola forse impropria ma non ne ricordo altre di più appropriate) vive in una società.

Ho constatato che la maggioranza dei giovani italiani vanno all'estero tanto per provare. Forse il campione era poco significativo comunque questo è il mio pensiero.

Tanto per provare?! E' soltanto un'avventura?! E' un'esperienza per il curriculum vitae?! Ma mi faccia il piacere! Ma siamo uomini o caporali! Ma dove è il senso di responsabilità per il finanziamento dei propri genitori? Dove è il senso di responsabilità nel vivere in un'altra società?

E' necessario sprovincializzarsi. Ma, come anche tu hai scritto, il provincialismo è uno stato d'animo. Ed ho constatato che la maggioranza di quei giovani italiani, che erano venuti tanto per provare, avevano importato i pochi pregi ed i molti difetti dell'Italia. Credimi, è deprimente sapere che i più grandi ladri di bottiglie di champagne del mio ristorante erano gli italiani, escluso io naturalmente. Questo significa anche che lo champagne è migliore dello spumante. Il massimo dell'intelligenza!

Ebbene, cosa c'entrano i laurendi ed i laureati? Semplicemente per maggioranza statistica. E la statistica dimostra che una laurea (lunga) non impedisce di compiere meno cavolate della licenza media.

[SM=x145438] [SM=x145438] [SM=x145438] [SM=x145438] [SM=x145438]

[Modificato da James T. Kirk 15/01/2005 7.50]

sarabiga
00martedì 18 gennaio 2005 23:18
Re: FLAMING?

Scritto da: James T. Kirk 14/01/2005 22.59
"Interessante . . ." sibillava il buon Spock. Effettivamente il linguaggio umano è ambiguo ed oggetto di innumerevoli

A sarabiga. Ma hai una fidanzata??? Per quanto riguarda il resto, non so perché ti sia infiammata.

Ebbene, cosa c'entrano i laurendi ed i laureati? Semplicemente per maggioranza statistica. E la statistica dimostra che una laurea (lunga) non impedisce di compiere meno cavolate della licenza media.



Si', ho una fidanzata. Tu? [SM=g27822]
Forse mi sono infiammata perche' sono laureata.
Certo che una laurea non ti fa fare meno cavolate di una licenza media (a meno che non lavori in una centrale nucleare giapponese e inavvertitamente metti assieme abbastanza massa critica da innescare una reazione nucleare, come e' veramente successo), ma che c'entra?
Non mi sento per nulla in vacanza. E mi sembra di avere tutto il rispetto per i soldi che non paparino ma la Comunita' Europea mi ha allungato per questa esperienza appena finita. Che voglio prolungare non per spassarmela lontano da casa, ma perche' voglio veramente sperimentare quali sono le possibilita' di questo luogo per la mia vita.
Non preoccuparti, date le spiegazioni (un po' fumose sul punto 'laureati', in realta', ma fa niente) non sono piu' "infiammata", dai. [SM=x145441]

Beh, basta andare off topic. Ritornero' qui quando potro' parlare di stipendi (spero presto!!!)

PS i knackers li riconosci molto facilmente dai completi da ginnastica firmati che portano.

[Modificato da sarabiga 18/01/2005 23.22]

Gillian79
00mercoledì 19 gennaio 2005 15:46
Dunque....Che la laurea non dia l'intelligenza questo è ovvio, come da tutte le cose che la vita ci propone tutto dipende dall'uso che se ne fa e il perchè lo si fa. C'era gente al mio corso di studi che ancora prosegue, che frequentava solo per stare con gli altri e non per studiare. Io mi sono laureata per tempo, disgustata dai parcheggiati e desiderosa di studiare di ripagare i miei dei sacrifici fatti e non sono madre teresa di calcutta! Ho sempre lavorato, ho preso borse di studio ma non penso di essere superiore a nessuno. Con questo sono laureata, vorrei lavorare in un'agenzia viaggio ma come riverdance, mi dicono che serve esperienza e ora come ora lavoro gratis solo per questa stra-maledetta esperienza che comunque non mi garantisce niente. Quindi mi sembra ovvio che cerchi qualcosa di meglio dove magari già sono stata e dove posso parlare una lingua che studio da anni. Ricapitolando: se avessi mai voluto spassarmela nella vita non avrei certo intrapreso questa strada, non prenderei un aereo per andare in una città in cui non conosco nessuno solo per lavorare e farmi il mazzo. Ognuno poi è un discorso a sè, ripeto laureati o no. E comunque anche se io non sapessi nulla di nulla e volessi andare a dublino, c'è posto per tutti perchè l'importante è crescere e imparare nella vita. Che problema c'è nel voler tentare? Meglio accontentarsi sempre e comunque o misurarsi ogni giorno? [SM=x145450]
E prima che qualcuno me lo chieda: ho il ragazzo.
Corcaigh
00mercoledì 19 gennaio 2005 16:19
Re: Re: BENGODI
Mi spargo cenere sulla testa... oggi sono in coma totale, ed invece di premere "quota" ho premuto "edit" e cancellato l'inteveto di Contec per sbaglio... è ovvio che non si tratta di censura, neppure involontaria, perché concordavo con lui al 100% [SM=g27822]
L'ho appena recuperato dalla mia history e l'ho inserito nel messaggio danneggiato... in qualche modo....Contec, mi sa che ti devo pagare un pranzo per scusarmi la prossima volta che vengo a dublino... [SM=g27819]
Adesso vado a farmi un triplo caffé prima di toccare ulteriormente la tastiera...
Comunque, questo è quello che avevo scritto:



Scritto da: Corcaigh 13/01/2005 12.02
Mi riallaccio qui all'intervento di Contec per ribadire (come lo si è già discusso in milioni di 3d in precedenza) che l'Inrlanda non è il paese di bengodi ma le cose che sono riuscita a realizzare qui in Italia me le sarei sognate. La qualità della vita qui è migliore e riusciamo qutidianamente a mettere via dei soldi mentre in Italia arrivavamo a malapena a finemese (e non potevamo comprarci nulla, ne' casa ne' auto). Sa com'è, con due figli preferisco così, è bello che abbiano due genitori che non devono lavorare 16 al giorno ENTRAMBI per pagare mutuo e spese, ballottandoli da una nonna all'altra, da un doposcuola all'altro, in puro stile milanese.
Concordo con Contec: è giusto mirare ai lati negativi di un paese, ma se si vive meglio va detto, riconoscendo anche i lati positivi.
Peace
[SM=x145486]

[Modificato da Corcaigh 19/01/2005 16.14]


[Modificato da Corcaigh 19/01/2005 16.25]

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