SDR (sindrome da ritorno)
PUNTATA NUMERO 14
C’è una malattia sulla quale varrebbe la pena fare qualche indagine. L’ho battezzata, perdonatemi la licenza medica, SDR (sindrome da ritorno).
Non conosco l’incidenza di SDR tra gli irlandiani, perciò posso solo parlare della mia esperienza.
In realtà le prime avvisaglie di SDR si possono cogliere già alcune settimane prima del ritorno, con una crescente eccitazione all’idea di tornare nel proprio paese. Eccitazione che quasi sparisce nei 2-3 giorni immediatamente precedenti la partenza. Dopo le prime avvisaglie scatta la fase acuta, con la rapida comparsa di questi sintomi una volta sbarcati dall’aereo: irritabilità, alto livello di stress, agitazione, nervosismo, attacchi di angoscia, difficoltà a dormire, stanchezza cronica, drastico calo dell’appetito, insofferenza al caldo (specie se umido) e alle zanzare, disgusto verso i programmi italiani.
Sono tornato in Italia giovedì sera per una breve vacanza. Venerdì pomeriggio il primo violento attacco di nausea dopo pochi minuti di ascolto di una stazione radiofonica italiana. No, non è uno scherzo né un’esagerazione: ho veramente provato un malessere fisico ascoltando il cumulo di sciocchezze sparate nell’etere.
Poche ore di soggiorno in Italia hanno fatto riemergere moltiplicate per mille tutte le frustrazioni e i disagi psicologici che mi avevano spinto a scappare sull’isola.
L’SDR, almeno nel mio caso, non ha nulla a che vedere con la nostalgia, giacché nei miei interventi da quando sono in Irlanda sono stato un po’ cattivo con l’isola e in particolare con la capitale.
Dublino continua, come già ho detto, ad essere brutta sporca e cattiva, ma a questo punto aspetto con impazienza il 24 settembre quando ci tornerò fino a data da destinarsi.
Cercherò di non caricare in valigia l’SDR.