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Tameko in Ireland

Ultimo Aggiornamento: 25/05/2010 14:39
09/09/2006 20:32
 
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Cork era grigia e quallida fino ad una decina di anni fa. Da cinque anni a questa parte è stata praticamente ricostruita, riabbellita, rimessa a lucido. Chi manca da tanti anni non si aspetta la Cork di adesso.
Mi fa piacere che ti sia piaciuta. Non c'è niente di più rilassante, per me, di una bella passeggiata sul lungo Lee un pomeriggio estivo e ventoso, magari dalle parti di North Mall verso UCC. Mi mette molta serenità. E non c'è grigio [SM=g27822]




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08/10/2006 20:58
 
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I nomadi del XXI° secolo
PUNTATA NUMERO 21

Sono in Italia, in vacanza. Già questa frase è in sé contraddittoria, o meglio, lo sarebbe stata alcuni anni fa. Che significa in vacanza in Italia, visto che sono italiano???
E me l’hanno fatto notare indirettamente gli amici di un tempo, sorridendo alla mia ingenua risposta su che ci faccio qua: “Sono in vacanza in Italia”.
Questo essere in vacanza in Italia significa che l’Italia non è più il mio posto.
A darmi una quasi certezza è stata la sensazione di disagio, di confusione e spaesamento che mi ha preso sabato sera a passeggiare per le vie di una città vicina, per giunta nella zona dove lavoravo prima di lasciare l’Italia.

È una sensazione strana, allucinante, per niente bella.
Se sei in un posto nuovo ti guardi attorno curioso. Se sei nel solito posto tiri dritto senza fare attenzione.
Nuovo e vecchio nel mio caso hanno perso di significato, o forse si sono fusi assieme.
Non erano né nuovi né vecchi i posti dove passeggiavo, erano qualcosa di diverso: estranei.
Erano una realtà che è stata la mia e non lo era più, ma che non potevo guardare con curiosità.
Era un cibo di cui ho fatto indigestione e che a distanza di anni non riesco ancora (più???) a mangiare.

È terribile perdere il rapporto con il proprio spazio, la propria storia, non sentirli più tuoi.
E non sono affatto sicuro che il loro posto lo abbiano preso le strade di Dublino. Certo, il Dunnes Stores, il Flannery’s, lo Ha’ Penny Bridge mi passano davanti agli occhi tutte le settimane, ma posso dire che siano parte di me? Forse me ne accorgerò solo quando lascerò Dublino.
Intanto inizio a pensare di aver tagliato le mie radici in Italia senza averle messe a Dublino.
Non sono Aer Lingus o Ryanair a ricordarci che una buona fetta di irlandiani è nomade. È invece la sensazione di spaesamento, il perdere punti di riferimento che poi, quando ritrovi, non ti servono più a niente, come se fossi in mezzo all’oceano e ti gettassero un salvagente sgonfio.

Se dai luoghi si passa alle persone la storia non cambia: gli stessi volti che hai visto per anni sono ora persone diverse, con amici diversi, con vite diverse: il mondo ha camminato per conto suo mentre tu eri altrove. Un po’ come quell’astronauta che partì per lo spazio dall’Urss, e quando tornò era già Russia.
Pensate a un automobilista di 10 anni fa portato sulle strade italiane di oggi, con le sue infinite rotonde: la testa girerebbe per molti motivi, non solo per le curve.

Forse l’Italia non è più il mio posto, ma nemmeno Dublino lo è. Con i suoi rapporti umani precari, con compagni di avventura che non si sa quanto rimarranno, e nemmeno tu lo sai. Con gli irlandesi che conosci che si contano sempre su una mano. Col mio inglese paradossale, che quando accendo la televisione non capisco una mazza, e quando giorni fa parlavo con un madrelingua mi ha detto di andare piano che per lui ero troppo svelto a parlare.
Senza certezze nello stivale e nemmeno nell’isola, tutto permanentemente precario, tutto precariamente permanente.
È la globalizzazione baby.
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27/01/2007 20:08
 
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Dublino: la stanchezza
PUNTATA NUMERO 22

Era, me ne rendo conto adesso rileggendo la mia puntata precedente, una sensazione che era gia’ parte di me.
Qualcosa di vago, indefinibile, che mi metteva a disagio, ma di cui ancora non ero del tutto consapevole.
Ora so, ora tutto e’ chiaro e ha un nome: stanchezza.
La verita’ e’ che sono stanco di Dublino.

Non ho mai creduto che sarei rimasto qui a lungo. Ora so che me ne voglio andare.
Ci ho messo del tempo a capirlo, ma ora lo so.
Ad aprile saranno due anni che sono qui. Tanto? Poco?
Troppo direi.
Quando si sta tanto a lungo in un posto, o ci si mette radici, o ci si stanca.
Io non ho messo radici, dunque mi sono stancato. Come e’ successo d’altronde a tante persone che ho conosciuto.

Sono stanco di salutare contiuamente gente che se ne va. Sono stanco del caos e della confusione di questa citta’. Ma soprattutto sono stanco dei suoi abitanti. Si’ perche’ se Dublino non mi piace, ancor meno mi piacciono i dublinesi. Sono stanco dell’aggressivita’ dei ragazzi e dell’arroganza delle ragazze che circolano per queste strade.
Tutto poi si puo’ dire meno che i dublinesi siano cordiali e ospitali.
Al contrario, ce la mettono veramente tutta per esseri distaccati e fare gruppo a se’.

Tempo fa ho conosciuto una ragazza di Dublino in un pub.
Mentre parlavamo a un tratto le ho chiesto se magari mi faceva conoscere amici e amiche, se poteva invitarmi a qualche party cosi' che io potessi fare nuove amicizie.
Ha raccolto la sua roba e se ne e' andata.
Credo che se le avessi chiesto di imboscarsi in camera mia con me avrebbe avuto piu' piacere!

Non sono io il sociopatico, il caso anomalo. Non conosco nessuno straniero, e ribadisco NESSUNO, che si sia integrato con persone del luogo, facendosi un gruppo di amici e uscendo con loro.
Persino chi ha legami affettivi con dublinesi non appare affatto integrato.
Luis, il mio coinquilino spagnolo ha la ragazza di Dublino, ma mai l’ho sentito parlare degli amici di lei. Sono lui, lei e basta.
Lo stesso John, il mio coinquilino di Galway, ha ammesso che i dublinesi sono piu’ freddi dei “campagnoli”, e quando gli ho chiesto quanti amici ha tra i dublinesi ci ha pensato un po’ prima di rispondermi “Tre”.
Tre. Non molti per un irlandese che vive qua da forse 4-5 anni.

Sara’ dunque un caso che un paio dei suoi migliori amici vengano da Sligo, la sua ragazza da Leitrim e la sua ex da Monagham?

Sara’ un caso persino che gli irlandesi di “campagna” leghino tra loro piuttosto che con i dublinesi? Come spiegare il fatto della ragazza carina di Tipperary che mi ferma al pub assieme alla sua amica di Belfast?

E se di stranieri che fanno gruppo con i dublinesi non ne conosco, conosco invece un paio di dublinesi che escono con amici italiani, e uno dei due l’italiano lo conosce come io so l’irlandese.
Insomma, e’ piu’ facile per loro passare di qua che per noi fare amicizia con loro.
Non e’ razzismo, visto che sono cosi’ anche con gli altri irlandesi.
E’ cosi’, punto. Forse, vivendo nella capitale, si sono montati un po’ la testa, fatto sta che un cubetto di ghiaccio riesce a tratti ad essere piu’ espansivo.

Il nuovo lavoro che comincero’ a breve in un’altra azienda, temo non bastera’ a darmi nuovi stimoli e ragioni per rimanere qui.
Eppure questa stanchezza, anziche’ deprimermi, mi sta dando nuove energie, nuove idee, nuovi progetti.
Nella mia testa si affollano i nomi piu’ disparati, Waterford, Kilkenny, Cardiff e persino Vancouver, e una certezza: andarmene da Dublino. Al momento pero’ non voglio schiodarmi dall’isola verde, per cui in un prossimo futuro guardero’ a ovest, ma non troppo.

Galway. Forse Galway. Io l’ho vista solo di sfuggita per pochi giorni, ma chi c’e’ stato me ne ha parlato in modo incantato, come di un posto tranquillo dove in un attimo fai amicizia con tutti.
E se il galwegian medio e’ come John, mi ci trasferisco anche domattina a dorso di mulo.
Una mia amica che vive da anni nell’isola mi consiglia invece Limerick: “Per carita’, Galway e’ carina e piu’ irlandese di Dublino – mi ha detto – ma se vuoi vivere per davvero l’Irlanda vieni a Limerick che c’e’ lavoro, pochi stranieri e gente ospitale e amichevole”.

Dove andro’ non lo so. Ora pero’ so qualcosa in piu’. So che sono stanco di Dublino e so che questo non mi deve scoraggiare, ma spingere a cercare di meglio.
Un posto che, anche se non posso chiamare casa, senta comunque piu’ mio della capitale. Un posto dove partire da 4 chiacchiere in un pub di fronte a una pinta e arrivare a un’amicizia, una festa e magari altro ancora.
Che forse per sentirsi un po’ piu’ a casa per i campagnoli come me non serve passare da un pub a una discoteca sciolti in una folla anonima, ma una cittadina graziosa e un gruppo di amici stabile dove party e leaving non vadano mai in coppia.
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06/02/2007 19:36
 
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Stanchezza di Dublino
Ciao!
come vedi, la mia risposta non si è fatta attendere, tameko
la mia sensazione è che sei arrivato al punto dove ero arrivato io, nel giugno dello scorso anno quando lasciai Dublino.
Mi ricordo benissimo. Al leaving party al Barge , nella zona sud, c'erano parecchie persone, tra cui qualche amico. Si, perché alla fine si va via con molte conoscenze e pochi amici.
Cito un episodio curioso per farti capire quanto ne avevo avuto, ormai posso dirlo, le p...e piene di Dublino dopo 28 mesi li.:

Tra queste persone era arrivata anche la mia coinquilina Irish, anzi, Dubliner, doc, della zona Nord: 21 enne, disoccupata e dallo stile di vita un po' discutibile. Si chiudeva in camera tutto il giorno, guardava la tv da sola, e spesso al venerdi veniva la sua amica e iniziavano a bere prima di cena, (vodka, per es). Una volta le ho trovate già strafatte di drinks alle 8.
Dicevo, viene al barge lei (con una marea di italiani) a salutarmi, e dopo passiamo al Cafe en seine e questa comincia a lamentarsi che la birra costava troppo (6 euro). Non lo ha detto una volta, ma almeno 25 volte al ritorno a casa. non ne potevo piu'...giuravo di essere contento che stavo per lasciare l'isola. Ma forse come giustamente sottolinei tu, Dublino...sapevo che la stanchezza era ormai arrivata al limite, e che non poteva essere un posto dove avrei messo radici: ma la esperienza che ho fatto, fantasticamente affascinante nella sua difficoltà..rimarrà per sempre dentro di me! e son contento di averla fatta, non me ne son pentito!
In realtà son tornato poi a Milano e ho cominciato ad apprezzare cose che prima non riuscivo a vedere che brutte: le vie della mia città., la mia terra, le mie origini, il mio mondo, gli amici che mi han riaccolto a braccia aperte, la famiglia, anche i vecchi capannoni industriali in periferia mi appaiono belli, incredibile vero?
No!Non è incredibile. Ringrazio l'Irlanda per avermi dato la bellissima possibilità...di apprezzare quello che ho sotto gli occhi. E a pensare positivo.
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06/02/2007 23:21
 
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...C'è spazio per l' intervento di un ex Corkoniano [SM=g27828] ?

In realtà non ho niente di originale e/o definitivo da dire, tranne che anche noi, dopo 2 anni a Cork abbiamo deciso, a giugno dell' anno scorso, di lasciare l' Irlanda.
Perchè? Voglia di avventura e di non fermarsi ancora
Per sempre? Ancora troppo presto per dirlo.

L' Irlanda: a volte mi manca così tanto da sentire un dolore fisico, chiudo gli occhi e risento il rumore del mare, il colore assurdo del cielo ed il verde dei campi e lo schiaffo salato del vento sulla pellein una giornata assolata di aprile...
Altre volte ricordo la sensazione di estraneità e di "isolamento" (dovuta proprio al fatto di vivere su un' isola, che ci posso fare, sono sempre bisognoso di ampi spazi) che ho provato in certi momenti della mia (nostra veramente, visto che siamo una copia) permanenza.
Tornerei immediatamente per l' Irlanda di per se stessa, non so se tornerò per l' Irlanda che ho lasciato.
Noi siamo andati via anche perchè una nuova avventura ci aspettava, la Finlandia!
Siamo andati, già con il nostro bel lavoro in tasca (in Irlanda eravamo andati completamente "all' avventura") e dopo tre settimane eravamo già a casa (veramente eravamo rifugiati in Germania, nella patria della mia compagna).
Non tutte le avventure...riescono col buco!
Ora siamo in Umbria, lavoriamo insieme ad alcuni amici aiutandoli ad aprire quella che sarà una splendida country house, siamo felici e "paesaggisticamente soddisfatti" e intanto ci domandiamo "faremo qui i nostri bambini, o torneremo in Irlanda, o tenteremo ancora la strada del grande e freddo nord, stavolta magari in Norvegia (ci andremo perun mese almeno a luglio, in avanscoperta, per il nostro viaggio di nozze in...furgone)?
Tutto questo per dire...tutto questo per dire niente, per dire a tutti e soprattutto a me stesso di seguire un' unica bussola, quella del cuore, che indiche Irlanda,Italia o Timbuctu, quello che si vive nella pienezza dei sentimenti non andrà mai sprecato!
Poi ogniuno, con tanto amore e pazienza, deve dedicarsi alla traduzione delle pulsazioni del proprio cuore...

"...with all the love in my hart to the sweet county Cork!"
non si vede bene che con il cuore, l' essenziale è invisibile agli occhi
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12/04/2007 23:33
 
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Una pinta, due candeline e 1000 auguri
PUNTATA NUMERO 23

Rieccomi qua. Per dire che cosa? Per dire che sono 2 anni a Dublino.
Logico per me andare a rileggermi la puntata numero 18, quella del mio primo anniversario.
Inevitabile fare un raffronto.

Se il mio primo “compleanno” irlandese era all'insegna dell'ottimismo, questo e' all'insegna della stanchezza (vedasi puntata precedente, dove ho gia' spiegato i motivi).

Certo, a distanza di due anni continuo a non essere pentito di essere venuto qua, ma l'entusiasmo e il brivido di novita' dei primi mesi si sono rimessi a dormire da tempo.
Non sara' Dublino a risvegliarli. Non sara' questo posto che non e' mio, ma che pure mi ha dato tanto, a darmi nuovi stimoli.

Fare previsioni sulla mia vita e' come parlare di meteo in Irlanda, ma questo 12 aprile sara' probabilmente l'ultimo in Irlanda, o perlomeno a Dublino.

Le esperienze cominciano, finiscono, ricominciano da altre parti, e allora... su con la vita: c'e' una pinta di Guinness che mi aspetta al Flannery's qui di fronte a questo internet point.

Una pinta, due metaforiche candeline e tanti auguri per il mio secondo compleanno irlandese!
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15/04/2007 10:42
 
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In bocca al lupo per la tua avventura in quel di Dublin!!!
________________________________

I'M THE ONLY ONE... THE TRUE RIBOTTAMAN!
Enjoy Potta Sensibly!

http://is-maith-an-scathan-suil-charad.blogspot.com/
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20/10/2007 20:17
 
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Razzismo assicurativo: Tameko vince la guerra
PUNTATA NUMERO 24

Eh sì, ogni tanto mi ricordo ancora dell'esistenza del mio diario di bordo.

Sia lodata Guinnessland, visto che il sistema giudiziario che ha è ben al di sopra di quello italiano come tempistica e qualità (mmm... ho sparato sulla croce rossa).

Ieri è dunque arrivata al capolinea la mia battaglia razzial-assicurativa contro quei bontemponi che non mi volevano noleggiare una macchina per andare a Cork (vedasi la puntata numero 19) in quanto detentore di regolare italianissima patente di guida.

Udienza all'Equality Tribunal, con un distinto rappresentante della compagnia di autonoleggio che mi fa le scuse, mi dice che anche lui si sentirebbe discriminato se non potesse noleggiare un'auto a causa della nazionalità, ma che... gli italiani in Irlanda fanno tanti incidenti e loro non possono correre rishi di sorta.

E io gli spiego che se sono il proprietario di un pub e non voglio negri nel mio locale, posso inventarmi che secondo una qualche statistica di mio gradimento i negri sono più coinvolti in risse dei bianchi, e quindi anche se non ho nulla contro di loro io non ce li voglio. E che la cosa va sotto il nome di r-a-z-z-i-s-m-o.
Colpiti!

Rilancio dicendo che il 25% degli incidenti stradali in Irlanda sono causati da est europei ubriachi (parola di John from Galway, in arte Tameko's flatmate), per i quali non sussistono limitazioni di noleggio.
Colpiti again!

Concludo dicendo che quest'anno mi scade la patente, e che devo rinnovarla qui, e che se mi presento con una patente irlandese mi danno la macchina, pur avendo io un pericoloso stile di guida italico e pur avendo guidato in Irlanda solo una volta, e solo una bicicletta nelle "trafficatissime" isole Aran.
Non affondati, ma la loro barchetta di scuse statistiche comincia a fare acqua, e quando osano tirare in ballo accordi assicurativi, pur senza capire cosa mi dicono gli rispondo: "Ah sì? Avete accordi con le compagnie assicurative di Iraq, Afghanistan e Corea del Nord??? No perché nelle vostre terms and conditions non vedo limiti di sorta per i cittadini di questi paesi".

Rinnovano le scuse, ma io insisto che a me non bastano. Allora la mediatrice del tribunale ci parla separatamente e mi invita a firmare il trattato di pace.

La guerra è finita. Porto a casa una vittoria che però non è quella che volevo.
Volevo un risarcimento di un certo tipo e me ne hanno offerto un altro.
Volevo soprattutto eliminare subito le clausole discriminatorie dai loro contratti; lo faranno, ma solo a partire dalla prossima estate.
Vittoria a metà, o a tre quarti.

L'onore italico è salvo, ma mi chiedo se potevo portare a casa di più. Chissà, ma in fondo io non sono bravo a negoziare, ma solo ad attaccar briga e fare polemiche, e chi legge i miei interventi politici sul forum sa di che parlo.

A ognuno il suo mestiere: non manderò mai il curriculum per fare il ministro degli esteri; il paese disgraziato che dovesse mai accettare si ritroverebbe in guerra in meno di una settimana.

Saluti bellici da Tameko.
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25/02/2008 16:42
 
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tameko torna a scrivere!
attendiamo nuovi racconti!
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25/02/2008 23:05
 
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Com'è il tempo? Variabile... e non parlo di meteo ma di vita
PUNTATA NUMERO 25

Stavo appunto pensando di scrivere qualcosa qui sul Tameko in Ireland, che ecco, mi trovo l'invito fresco fresco di Stefy.
Allora non mi posso proprio sottrarre.

L'argomento della serata è crescere.
Sì, perché non ho ancora capito se sono un adulto che non vuole crescere o un ragazzo che ha fretta di diventare adulto.

Tutto dipende dal mio rapporto conflittuale col tempo.
La miccia l'ha accesa un articolo del Corriere della Sera sui quarantenni che si credono e sentono ancora ventenni

Non punto agli anta, sono quasi agli enta, eppure mi ha fatto pensare.
Pensare a che voglio fare della mia vita.

Oscillo più di un pendolo: a volte ho fretta di sistemarmi, e mi piacerebbe vedermi tra qualche anno con una famiglia tutta mia.
Dall'altra ho paura, perché il tempo passa, non si ferma mentre io ancora "qui" a pensare troppe volte ai bei tempi andati.
Io posso anche fermarmi, ma il pendolo del tempo no, quello non si ferma.
"Con il tempo e con i matti non si ragiona" diceva la mia prozia.
Sagge parole.

Dublino non fa che insaprire questo mio conflitto col tempo. Perché mi dà, o meglio, mi dava stimoli, perché ogni persona che va via mi ricorda che andrò via anch'io, perché questa mi sembra la capitale dei Peter Pan, dove anche i 60enni si possono sentire giovanotti andando al pub e provandoci con le ventenni; dove... tanto la vera bellezza è dentro, per cui se hai 50 anni, la dentiera, il sedere che ha bisogno di due biglietti del bus non farti problemi a mettere la minigonna.

Il tempo passa, e io sono ancora in stazione ad aspettare il treno giusto, sperando di non perderlo.

So solo che alla fine voglio cambiare stazione, perché ad aprile saranno 3 anni di Dublino.
Tutto è precario, come i coinquilini che cambiano, come l'elettricità a casa mia che salta se non ci metti due euro, come i leaving party, come le multinazionali yankee che aprono e chiudono, come al solito, come sempre.

Tutto è precario tranne le pinte, granitica certezza dell'Irlanda.
Non abbastanza per chi come me punta verso gli enta e ha deciso che a quaranta sarà uomo, non Peter Pan.

La verità è che non perdonerò mai a Dublino di non aver creato le condizioni perché potessi amarla e decidere di viverci per sempre.
E' stato un bel party, ma la gente sta lasciando la festa e anch'io guardo pensoso l'orologio.

Saluti temporali da Tameko.
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26/02/2008 10:59
 
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Re: Com'è il tempo? Variabile... e non parlo di meteo ma di vita
scusa se spoetizzo ma nn e' che puoi incolpare una citta' intera di indecisioni che sono sole tue.
e ti assicuro che te lo dice una quasi "entenne" che tira le stesse somme da 2 anni a sta parte...
..................................................
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Stanislaw J. Lec
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26/02/2008 12:26
 
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Re: Re: Com'è il tempo? Variabile... e non parlo di meteo ma di vita
ollivander, 26/02/2008 10.59:

scusa se spoetizzo ma nn e' che puoi incolpare una citta' intera di indecisioni che sono sole tue.
e ti assicuro che te lo dice una quasi "entenne" che tira le stesse somme da 2 anni a sta parte...




lungi da me il desiderio di fare l'avvocato difensore, ma penso che quella di Tameko sia piu' una provocazione che un'accusa, in fondo molti di noi pensano che Dublino possa essere meglio di quello che e'.
Questo infatti e' il motivo per cui molti decidono di andarsene e ne restano un pochettino delusi. Almeno io l'ho letta cosi'.

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26/02/2008 16:21
 
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Re: Re: Com'è il tempo? Variabile... e non parlo di meteo ma di vita
ollivander, 26/02/2008 10:59:

scusa se spoetizzo ma nn e' che puoi incolpare una citta' intera di indecisioni che sono sole tue.
e ti assicuro che te lo dice una quasi "entenne" che tira le stesse somme da 2 anni a sta parte...




Non hai spoetizzato, hai solo frainteso, come puo' capitare a tutti.

Mi riferivo, come invece ha capito Antongiu, al fatto che Dublino potrebbe essere molto meglio di quello che e'.

Il mio coinquilino spagnolo ama dire che con tutti i soldi che sono piovuti in Irlanda a quest'ora questo paese poteva essere una Svizzera del nord, pulita, civile, ordinata, efficente.

Limitandoci a Dublino, non incolpo in se' e per se' la citta' dei miei turbamenti post-adolescenziali.
Solo, constato, al pari di tanti (se non tutti) gli italiani che sono qui, che non ci sono le condizioni (dal punto di vista della qualita' della vita, della soddisfazione personale, dei rapporti sociali e altro ancora) per cui possa immaginare di passare qua il resto della mia vita, a due ore e mezzo di aereo da casa.

Ed e' un peccato, perche' questa citta' se da un lato mi ha stancato, dall'altro mi ha regalato esperienze indimenticabili.

Le esperienze pero' sono il passato, mentre la stanchezza e' il presente. La conclusione vien da se'.

E poi, quanti tra i forumisti hanno seriamente pensato di rimanere qui tutta la vita?

Dublino e' una storia importante che non finira' in matrimonio.
Il fatto che non andremo all'altare non significa che non le abbia voluto bene, e magari almeno per un po' amata.
Email Scheda Utente
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26/02/2008 16:43
 
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ok, adesso e' piu' chiaro
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Stanislaw J. Lec
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Re: Com'è il tempo? Variabile... e non parlo di meteo ma di vita
Tameko, 25/02/2008 23.05:

PUNTATA NUMERO 25

Stavo appunto pensando di scrivere qualcosa qui sul Tameko in Ireland, che ecco, mi trovo l'invito fresco fresco di Stefy.
Allora non mi posso proprio sottrarre.

L'argomento della serata è crescere.
Sì, perché non ho ancora capito se sono un adulto che non vuole crescere o un ragazzo che ha fretta di diventare adulto.

Tutto dipende dal mio rapporto conflittuale col tempo.
La miccia l'ha accesa un articolo del Corriere della Sera sui quarantenni che si credono e sentono ancora ventenni

Non punto agli anta, sono quasi agli enta, eppure mi ha fatto pensare.
Pensare a che voglio fare della mia vita.

Oscillo più di un pendolo: a volte ho fretta di sistemarmi, e mi piacerebbe vedermi tra qualche anno con una famiglia tutta mia.
Dall'altra ho paura, perché il tempo passa, non si ferma mentre io ancora "qui" a pensare troppe volte ai bei tempi andati.
Io posso anche fermarmi, ma il pendolo del tempo no, quello non si ferma.
"Con il tempo e con i matti non si ragiona" diceva la mia prozia.
Sagge parole.

Dublino non fa che insaprire questo mio conflitto col tempo. Perché mi dà, o meglio, mi dava stimoli, perché ogni persona che va via mi ricorda che andrò via anch'io, perché questa mi sembra la capitale dei Peter Pan, dove anche i 60enni si possono sentire giovanotti andando al pub e provandoci con le ventenni; dove... tanto la vera bellezza è dentro, per cui se hai 50 anni, la dentiera, il sedere che ha bisogno di due biglietti del bus non farti problemi a mettere la minigonna.

Il tempo passa, e io sono ancora in stazione ad aspettare il treno giusto, sperando di non perderlo.

So solo che alla fine voglio cambiare stazione, perché ad aprile saranno 3 anni di Dublino.
Tutto è precario, come i coinquilini che cambiano, come l'elettricità a casa mia che salta se non ci metti due euro, come i leaving party, come le multinazionali yankee che aprono e chiudono, come al solito, come sempre.

Tutto è precario tranne le pinte, granitica certezza dell'Irlanda.
Non abbastanza per chi come me punta verso gli enta e ha deciso che a quaranta sarà uomo, non Peter Pan.

La verità è che non perdonerò mai a Dublino di non aver creato le condizioni perché potessi amarla e decidere di viverci per sempre.
E' stato un bel party, ma la gente sta lasciando la festa e anch'io guardo pensoso l'orologio.

Saluti temporali da Tameko.



ciao Fabri..

spesso anche io faccio questi discorsi.
A Dublino ci sono stata solo 3 mesi, ma abbastanza per capire che non è il luogo in cui vivi che ti fa vedere le cose in questa prospettiva, ma è un discorso che prima o poi si fanno tutti.
La vita è dura a Guastalla, a Reggio Emilia, a Modena, come a Dublino.
Certo, a Reggio non piove sette volte al giorno, però hai la famiglia, qualche amico in più, la tua madrelingua.
Ma la sensazione che il tempo passi e tu invece rimani lì come un fesso a cercare di capire cosa vuoi fare, cosa vuoi diventare, mentre ti propongono contratti a progetto o alla meglio sostituzioni maternità (e poi dicono che le donne italiane non fanno più figli).. c'è anche qui.
Probabilmente Fabri stai cercando la tua strada. C'è chi ci arriva prima (che fortuna!), chi dopo.. c'è chi lo fa in patria, chi fuori. Ma non vivere di queste paranoie, e te lo dice una che se ne fa molte! Però credo Fabri, che se Dublino ti faceva così schifo te ne saresti andato già da molto tempo.. perchè non cerchi qualcosa di più gratificante rispetto a quello che avete adesso? Avete la fortuna di avere grosse aziende in cui la meritocrazia viene apprezzata, dove ci sono pochi "cucci" e dove chi veramente vale va a vanti. E allora Fabri, visto che secondo me vali, buttati un pò di più e non pensare al Canada o a casa di ... io forse non parlo abbastanza bene l'inglese per farlo, forse sono ancora un illusa che qui in italia possa realmente trovare ciò che mi piaccia senza essere sfruttata, o forse non ho abbastanza palle.
26/02/2008 18:07
 
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Per fare la Svizzera ci vogliono gli svizzeri, Tameko. Sembra una banalità, ma riflettici su.
E se pensi che la Dublino di adesso faccia schifo, non hai idea di come fosse 15 anni fa.

Sono d'accordo con chi dice che non è la città, ma la situazione esistenziale che ti fa detestare l'ambiente circostante. A parte ovviamente situazioni estreme, tipo se vivessi in Bangladesh ed un monsone ti spazzasse via la baracca. Allora immagino che un tantinello desidereresti non essere lì.

Io sono andata via da Dublino perché non era più possibile viverci. Adesso tiro fulmini e saette contro l'Irlanda in genere. Ma se mi trasferissi in Australia, ho l'impressione che dopo qualche anno comincerei a tirare veleno anche su quel paese, se prima non risolvo le cose con me stessa.
È un fatto che ho realizzato da pochissimo. Ci vuole tempo, anni per razionalizzare certi fattori.

Se poi la tua personalità è "itchy feet", allora sono la prima a dirti: vai in Australia (o il paese che più ti piace).

In fondo non ne farei un problema. La vita stanziale è stato il più grande errore della mia vita, il mio più grande rimpianto. E siccome sono una di quelle che ha la sindrome da Peter Pan, nonostante abbia passato gli anta, non ho del tutto escluso l'ipotesi di andarmene. Fai crescere i figli di altri tre o quattro anni....
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X Martina


Martina, ti ho scritto una email all'indirizzo buckleym@iol.ie
Ti è arrivata? Fammi sapere!grazie.
27/02/2008 10:59
 
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No, non mi è arrivata e difatti cominciavo a chiedermi. Controllo regolarmente anche il cestino, in caso il filtro spam me l'avesse buttata, ma non c'era nulla neppure lì. Mi chiedo che sia successo. Prova a scrivermi a quest'altro indirizzo, vediamo un po': buckleym (at) mars.ucc.ie

Scusate l'OT [SM=g27828]
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i post intimisti mi deprimono
I post troppo intimisti mi deprimono, mi rendono triste, mi fanno passare qualsiasi voglia; come quei blog pieni di paturnie o quelle trasmissioni tv dove si fa solo chiacchiera sulle disgrazie altrui.
Ad esempio Chi l'ha visto: quante persone sono state effettivamente ritrovate grazie a questa trasmissione?
Saluti a tutti.
Stef
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Re: i post intimisti mi deprimono
stefstef2, 29/02/2008 22.31:

I post troppo intimisti mi deprimono, mi rendono triste, mi fanno passare qualsiasi voglia; come quei blog pieni di paturnie o quelle trasmissioni tv dove si fa solo chiacchiera sulle disgrazie altrui.
Ad esempio Chi l'ha visto: quante persone sono state effettivamente ritrovate grazie a questa trasmissione?
Saluti a tutti.
Stef




Beh, non c'è nessun dottore che ti prescrive di leggere tristi post intimisti, per lasciare commenti forse non intimisti, ma intimamente tristi.
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Re: i post intimisti mi deprimono
appunto.. se non ti piacciono non leggere!!!
ste


stefstef2, 29/02/2008 22.31:

I post troppo intimisti mi deprimono, mi rendono triste, mi fanno passare qualsiasi voglia; come quei blog pieni di paturnie o quelle trasmissioni tv dove si fa solo chiacchiera sulle disgrazie altrui.
Ad esempio Chi l'ha visto: quante persone sono state effettivamente ritrovate grazie a questa trasmissione?
Saluti a tutti.
Stef




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viva la libertà
ciao a tutti,
leggo i post di tameko fin dagli albori della sua rubrica -tameko in ireland- e li ho sempre trovati interessanti ed ovviamente un po' malinconici.

tutto qui.

Ciao e non mollate mai!


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Re: viva la libertà
stefstef2, 02/03/2008 18.16:

ciao a tutti,
leggo i post di tameko fin dagli albori della sua rubrica -tameko in ireland- e li ho sempre trovati interessanti ed ovviamente un po' malinconici.

tutto qui.

Ciao e non mollate mai!






E beh, certo i miei post non sprizzano felicità.

Ho frainteso quanto hai scritto prima.
Scusa.

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III A. H. (Tertio Anno Hibernico)
PUNTATA NUMERO 26

Piove. Piove come il 12 aprile di 3 anni fa quando, scendendo dall’aereo, davo il via a questa storia che dura ancora.
Oggi sono 3 anni di Irlanda, 3 anni di Dublino per me.

“Come fai a resistere da così tanto tempo?” mi ha chiesto una amica.
Queste parole, prevedibili nel contenuto ma inaspettate nel tono mi hanno quasi spaventato.
3 anni, quando ci penso continuo a meravigliarmi. 3 anni in cui ho vissuto una quantità di esperienze che nel bene e nel male porterò sempre con me. 3 anni in cui io e Dublino non abbiamo imparato a volerci bene, ma almeno a sopportarci a vicenda.
3 anni in cui sono cambiato (in meglio? In peggio?) tanto che temo che sarò più in grado di riadattarmi alla vita di prima.

Il limite non me lo ero posto quando sono partito. Volevo stare via, lontano dal mio paese a da tutto quello che mi aveva sempre circondato per un po’. Sono ancora qui.
Questa lontananza mi ha obbligato a riflettere su me stesso, a farmi mille domande a cui però non ho ancora trovato una risposta. Le risposte arriveranno forse col tempo, ma soprattutto altrove.
Ecco perché questo sarà il mio ultimo anno a Dublino. Perché nella vita bisogna aggrapparsi a qualche certezza, e la mia è che il prossimo 12 aprile non sarò in Irlanda.

Certezze, anche se nella vita non c’è niente di certo, come quando non pensavo che sarei stato 3 anni a Dublino e invece…
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Fabri, piove anche qui, e mi sembra di essere lì.
Questa cosa che vai via la dici già da mò..
guarda che si capisce che Dublino non ti piace, e forse non hai mai voluto fartela piacere.. no? [SM=x145492]
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