Sad-land: ma la tigre italiana e' mai nata?

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dark_father
00mercoledì 18 novembre 2009 17:40
mi chiedo quanto sia corrotta l'organizzazione che stila la lista.
...mi sembrano quelle statistiche stile 'Great place to work for' che poi quando la tua azienda arriva al primo posto ti chiedi... ma a chi l'hanno fatta fare la survey? quanto li hanno pagati per farsi mettere in cima alla lista?

Cmq non vedo l'Irlanda molto pulita ne' tantomeno trasparente, settore pubblico o privato che sia.

www.transparency.org/policy_research/surveys_indices/cpi/2009/cpi_20...

Antongiu
00mercoledì 18 novembre 2009 18:02
Re:
dark_father, 18/11/2009 17.40:

mi chiedo quanto sia corrotta l'organizzazione che stila la lista.



E' un'organizzazione no-profit con sede a Berlino, potrebbe essere corrotta ma non ne abbiamo le prove. Comunque mi sembra troppo semplicistico banalizzare i risultati in questo modo, alla fine sappiamo bene che nulla si muove da noi senza un beneplacito di chi comanda, vogliamo negarlo?

en.wikipedia.org/wiki/Transparency_International

dark_father, 18/11/2009 17.40:


...mi sembrano quelle statistiche stile 'Great place to work for' che poi quando la tua azienda arriva al primo posto ti chiedi... ma a chi l'hanno fatta fare la survey? quanto li hanno pagati per farsi mettere in cima alla lista?



boh, intanto gli stranieri non investono da noi per qualche motivo, no?

dark_father, 18/11/2009 17.40:


Cmq non vedo l'Irlanda molto pulita ne' tantomeno trasparente, settore pubblico o privato che sia.

www.transparency.org/policy_research/surveys_indices/cpi/2009/cpi_20...




L'irlanda non e' la Svizzera, e' mediamente inefficiente ma in media certe cose funzionano meglio che da noi (anche perche' contiene 1/15 della nostra popolazione). Tuttavia non e' con l'irlanda che voglio fare un paragone, mi chiedo quante nazioni del primo mondo vengono dopo di noi nella classifica.


dark_father
00mercoledì 18 novembre 2009 18:33
non fraintendermi Antongiu. Non volevo portare acqua al mulino del tricolore italiano nella discussione. D'altronde nella lista di ragioni che mi hanno spinto a lasciare l'Italia anni fa la 'corruzione' era sicuramente nelle top 3.

Dico solo che il modo in cui e' stilata questa lista non rispecchia la mia esperienza, almeno nelle nazioni in cui ho vissuto o anche solo lavorato per lunghi periodi (anche guardando le liste degli anni precedenti).

Poi, ripeto, le organizzazioni no-profit ben vengano, ma sono pur sempre finanziate in qualche modo altrimenti non avrebbero gli strumenti per fare analisi,statistiche e quant'altro. E non sapendo chi le finanzia...la possibilita' di riconoscenza e favori dovuti e' purtroppo sempre dietro l'angolo.
=Donegal=
00mercoledì 25 novembre 2009 23:29
Sempre a proposito di classifiche.

www.topuniversities.com/university-rankings/world-university-rankings/2009...

La migliore università italiana, Bologna, sta al 174-esimo posto, le altre ancora più giù.
A parte le solite università inglesi e americane, se ne trovano un po' di tutti i paesi, non solo occidentali (tra cui una o due irlandesi), ma anche di India, Cina e Sud Africa.

E' vero che una classifica dipende anche dai criteri, ma possibile ogni volta che si fa una classifica delle università il risultato è sempre lo stesso?

Nel frattempo però si continuano a tagliare fondi alla ricerca...
Tameko
00sabato 2 gennaio 2010 22:49
Figlio mio, lascia questo Paese
Lettera di Pier Luigi Celli al figlio

Repubblica — 30 novembre 2009 pagina 1 sezione: PRIMA PAGINA

FIGLIO mio, stai per finire la tua Università; sei stato bravo. Non ho rimproveri da farti. Finisci in tempo e bene: molto più di quello che tua madre e io ci aspettassimo.

È per questo che ti parlo con amarezza, pensando a quello che ora ti aspetta. Questo Paese, il tuo Paese, non è più un posto in cui sia possibile stare con orgoglio. Puoi solo immaginare la sofferenza con cui ti dico queste cosee la preoccupazione per un futuro che finirà con lo spezzare le dolci consuetudini del nostro vivere uniti, comeè avvenuto per tutti questi lunghi anni. Ma non posso, onestamente, nascondere quello che ho lungamente meditato. Ti conosco abbastanza per sapere quanto sia forte il tuo senso di giustizia, la voglia di arrivare ai risultati, il sentimento degli amici da tenere insieme, buoni e meno buoni che siano. E, ancora, l' idea che lo studio duro sia la sola strada per renderti credibile e affidabile nel lavoro che incontrerai. Ecco, guardati attorno.

Quello che puoi vedere è che tutto questo ha sempre meno valore in una Società divisa, rissosa, fortemente individualista, pronta a svenderei minimi valori di solidarietà e di onestà, in cambio di un riconoscimento degli interessi personali, di prebende discutibili; di carriere feroci fatte su meriti inesistenti. A meno che non sia un merito l' affiliazione, politica, di clan, familistica: poco fa la differenza.
Questo è un Paese in cui, se ti va bene, comincerai guadagnando un decimo di un porta borse qualunque; un centesimo di una velina o di un tronista; forse poco più di un millesimo di un grande manager che ha all' attivo disavventure e fallimenti che non pagherà mai.
È anche un Paese in cui, per viaggiare, devi augurarti che l' Alitalia non si metta in testa di fare l' azienda seria chiedendo ai suoi dipendenti il rispetto dell' orario, perché allora ti potrebbe capitare di vederti annullare ogni volo per giorni interi, passando il tuo tempo in attesa di una informazione (o di una scusa) che non arriverà.
E d' altra parte, come potrebbe essere diversamente, se questo è l' unico Paese in cui una compagnia aerea di Stato, tecnicamente fallita per non aver saputo stare sul mercato,è stata privatizzata regalandole il Monopolio, e così costringendoi suoi vertici alla paralisi di fronte a dipendenti che non crederanno mai più di essere a rischio.

Credimi, se ti guardi intorno e se giri un po', non troverai molte ragioni per rincuorarti. Incapperai nei destini gloriosi di chi, avendo fatto magari il taxista, si vede premiato - per ragioni intuibili - con un Consiglio di Amministrazione, o non sapendo nulla di elettricità, gas ed energie varie, accede imperterrito al vertice di una Multiutility. Non varrà nulla avere la fedina immacolata, se ci sono ragioni sufficienti che lavorano su altri terreni, in grado di spingerti a incarichi delicati, magari critici peri destini industriali del Paese.
Questo è un Paese in cui nessuno sembra destinato a pagare per gli errori fatti; figurarsi se si vorrà tirare indietro pensando che non gli tocchi un posto superiore, una volta officiato, per raccomandazione, a qualsiasi incarico.

Potrei continuare all' infinito, annoiandoti e deprimendomi. Per questo, col cuore che soffre più che mai, il mio consiglio è che tu, finiti i tuoi studi, prenda la strada dell' estero. Scegli di andare dove ha ancora un valore la lealtà, il rispetto, il riconoscimento del merito e dei risultati. Probabilmente non sarà tutto oro, questo no. Capiterà anche che, spesso, ti prenderà la nostalgia del tuo Paese e, mi auguro, anche dei tuoi vecchi. E tu cercherai di venirci a patti, per fare quello per cui ti sei preparato per anni.

Dammi retta, questo è un Paese che non ti merita. Avremmo voluto che fosse diverso e abbiamo fallito. Anche noi. Tu hai diritto di vivere diversamente, senza chiederti, ad esempio, se quello che dici o scrivi può disturbare qualcuno di questi mediocri che contano, col rischio di essere messo nel mirino, magari subdolamente, e trovarti emarginato senza capire perché.

Adesso che ti ho detto quanto avrei voluto evitare con tutte le mie forze, io lo so, lo prevedo, quello che vorresti rispondermi. Ti conosco e ti voglio bene anche per questo. Mi dirai che è tutto vero, che le cose stanno proprio così, che anche a te fanno schifo, ma che tu, proprio per questo, non gliela darai vinta. Tutto qui.
E non so, credimi, se preoccuparmi di più per questa tua ostinazione, o rallegrarmi per aver trovato il modo di non deludermi, assecondando le mie amarezze.
Preparati comunque a soffrire.
Con affetto, tuo padre.

L' autore è stato direttore generale della Rai. Attualmente è direttore generale della Libera Università internazionale degli studi sociali, Luiss Guido Carli - PIER LUIGI CELLI
Antongiu
00lunedì 8 febbraio 2010 10:26
Il Lavoro in Italia
Un bello e sincero articolo di P. Ichino sul Corriere di oggi
clicca QUI

"È vero: da anni, ormai, a un ventenne o trentenne che cerca lavoro in Italia le aziende offrono di tutto, tranne che un rapporto di lavoro regolare. E anche un rapporto di lavoro di serie B —«a progetto», o comunque a termine— è già considerato, in molte situazioni, un privilegio difficilmente ottenibile, rispetto alla «normalità», costituita dal lavoro di serie C: stage semigratuiti in azienda tutto lavoro e niente formazione, assunzione con partita Iva per mansioni d’ufficio, di cantiere, di negozio, di call center, di magazzino, che erano tradizionalmente considerate come lavoro dipendente.

Accade pure che dopo un periodo più o meno lungo di anticamera anche un ventenne o trentenne finisca coll’ottenere l’agognato posto di lavoro stabile regolare; ma il punto è che il datore di lavoro ha di fatto la possibilità di scegliere che il lavoratore, anche se sostanzialmente dipendente, resti escluso dalla protezione regolare per decenni. In altre parole: il diritto del lavoro sta perdendo la sua natura di standard minimo di trattamento universale, per assumere la natura di un ordinamento eminentemente derogabile: chi vuole lo applica e chi non vuole no."

Insomma, finalmente qualcuno scrive quello che noi sappiamo da una vita. Personalmente sono stanco di sentire le solite polemiche inutili sui bamboccioni; e' vero che esistono i figli di papa' e di mamma' che approfittano delle comodita', ma oggi la maggior parte delle giovani deve farsi il [SM=x145494] come una capanna per ottenere quello che per i nostri padri era quasi scontato e non parlo di diventare ricchi ma di avere il minimo indispensabile per una vita dignitosa.
E basta con "ai miei tempi io ho zappato la terra e non mi lamentavo" perche' anche noi siamo disposti a fare sacrifici (e ne facciamo tanti) ma vorremmo anche godere dei frutti prima o poi.

ekil74
00martedì 9 febbraio 2010 10:30
Ma per ogni problema, la soluzione c'e'!

Soprattutto se risiedi in liguria e puoi avere il privilegio di votare il Mago Otelma

Quasi quasi ci faccio un pensierino [SM=x145461]
Antongiu
00martedì 2 marzo 2010 15:16
Re: Re:
Disoccupazione all'8,6 e Pil 2009 a -5 per cento...ultimo resoconto di Febbraio 2010.

meno male che certa gente che veniva qui per sputare sull'Irlanda e difendere l'Italia ha deciso di non insistere...




gdbjoe
00martedì 2 marzo 2010 19:10

Mangiato pesante?

gdbjoe
00mercoledì 3 marzo 2010 09:48

Dopo l'ultima mia incursione in sad-land (eran nove mesi che non ci tornavo) porto la mia modestissima testimonianza di come abbia trovato la gente triste e generalmente arrabbiata: dalla tipa all'ufficio postale, al barista sotto casa, al negozio di giocattoli e la tipa dell'anagrafe.

Per incrociare nuovamente uno sguardo mezzo cordiale e un accenno di saluto son dovuto atterrare nuovamente a Dublino.

[SM=g27813]

gdbjoe
00lunedì 8 marzo 2010 13:39

Qualcuno ha visto questi spot?
Passano in tv in Italia?
Su che reti?







Siam proprio ridotti male... [SM=g27813] [SM=g27813]

ollivander
00martedì 9 marzo 2010 10:27
guardando la tv solo per sbaglio (ossia se la trovo già accesa da qualcuno) questi fantastici spot non li ho ancora visti.
quello che però non mi posso proprio perdere, perchè ciclicamente me lo sento dire dal vivo, o anche via mail, è che "è importante essere in italia e contribuire al benessere dal paese, perchè tutti dobbiamo impegnarci". come se essere stati altrove e aver visto e fatto altro non avesse la minima importanza, come se non fosse giusto vivere alla giornata, senza precisi obiettivi se non il cercare di star bene con se stessi nei limiti delle proprie possibilità.
adesso almeno so da dove nascono le idee (tutte abbastanza pantografate)di questa gente.
Antongiu
00martedì 9 marzo 2010 11:05
Re:
ollivander, 09/03/2010 10.27:

guardando la tv solo per sbaglio (ossia se la trovo già accesa da qualcuno) questi fantastici spot non li ho ancora visti.
quello che però non mi posso proprio perdere, perchè ciclicamente me lo sento dire dal vivo, o anche via mail, è che "è importante essere in italia e contribuire al benessere dal paese, perchè tutti dobbiamo impegnarci". come se essere stati altrove e aver visto e fatto altro non avesse la minima importanza, come se non fosse giusto vivere alla giornata, senza precisi obiettivi se non il cercare di star bene con se stessi nei limiti delle proprie possibilità.
adesso almeno so da dove nascono le idee (tutte abbastanza pantografate)di questa gente.



in effetti rimanere in Italia a lavorare a progetto per un anno, a stage per 400 euro al mese e per 12 ore al giorno senza malattie fa bene alle tasche, ma non le mie purtroppo ne' di tanti giovani che si trovano ad avere a che fare con un mercato del lavoro per la prima volta e senza raccomandazioni.
Aver girato il mondo, conoscere minimo 2 lingue e acquisire un open mind e' un valore aggiunto dappertutto nel mondo...tranne nel "Belpaese".
Stiamo diventando sempre piu' provinciali, guardiamo sempre al nostro orticello perche' e' questo quello che vuole il padrone, che sa benissimo come sia la realta' al di fuori dei confini.

Di questi spot ne parla anche Severgnini stamattina...
gdbjoe
00martedì 9 marzo 2010 11:07
Re:


"è importante essere in italia e contribuire al benessere dal paese, perchè tutti dobbiamo impegnarci"



Questa frase meriterebbe un'articolata risposta, purtroppo pero' mi viene solo il suo riassunto:

"ma vedi d'annartene affanculo!"

ollivander
00martedì 9 marzo 2010 11:48
Re: Re:
Antongiu, 09/03/2010 11.05:


Di questi spot ne parla anche Severgnini stamattina...



Link please
Antongiu
00martedì 9 marzo 2010 12:03
Re: Re: Re:
ollivander, 09/03/2010 11.48:



Link please



www.corriere.it/italians/

la prima lettera.
gdbjoe
00martedì 9 marzo 2010 14:30

Come al solito Severgnini ha centrato il problema. [SM=g27825] [SM=g27812]

Juza1973
00martedì 9 marzo 2010 14:59
Aveva ragione mio zio che a Natale 2004, dopo che me n'ero appena andato disse "qui in Italia bisogna lavorare e spaccarsi le ossa, chi non e' d'accordo se ne puo' pure andare". Lavorare per qualcuno e' tabu', per me non di certo, ma quando si fanno sforzi si vorrebbe farli per migliorare la propria posizione, non per diventare un fallimento.

Antongiu
00martedì 9 marzo 2010 15:59
Re:
Juza1973, 09/03/2010 14.59:

Aveva ragione mio zio che a Natale 2004, dopo che me n'ero appena andato disse "qui in Italia bisogna lavorare e spaccarsi le ossa, chi non e' d'accordo se ne puo' pure andare". Lavorare per qualcuno e' tabu', per me non di certo, ma quando si fanno sforzi si vorrebbe farli per migliorare la propria posizione, non per diventare un fallimento.




se ci trovassimo a che fare sempre con persone che si spaccano le osse a lavorare sarei pure d'accordo con tuo zio, ma mi pare che la sua generazione sia tra quelle che ha avuto tutto piu' facilmente rispetto alla nostra e proprio in quella fascia di persone vedo gente che campa di rendita (per no dire che non fa un c...)
ekil74
00martedì 9 marzo 2010 19:07
Re: Re:
Antongiu, 3/9/2010 3:59 PM:



se ci trovassimo a che fare sempre con persone che si spaccano le osse a lavorare sarei pure d'accordo con tuo zio, ma mi pare che la sua generazione sia tra quelle che ha avuto tutto piu' facilmente rispetto alla nostra e proprio in quella fascia di persone vedo gente che campa di rendita (per no dire che non fa un c...)



Ehm... io non sono della sua generazione, ma a seconda dell'eta' suo zio potrebbe avere visto almeno una guerra mondiale. O comunque essere nato poco dopo la sua fine, con tutti i problemi di emigrazione (se del sud) o comunque di poverta' e incertezza. Se poi vogliamo parlare di pensione facile o meno corruzione, se ne puo' parlare (ed e' tutto comunque da verificare). Ma starei cauto ad affermare "ha avuto tutto piu' facilmente rispetto alla nostra" :)

Anzi, forse e' proprio perche' molti della nostra hanno avuto tutto cosi' facilmente che ora non riescono a capire il valore delle cose. O si aspettano di avere tutto altrettanto facilmente e votano chi glielo promette (o quantomeno gli dimostra quale puo' essere il modo piu' facile di ottenere tutto quello che si vuole)

Antongiu
00martedì 9 marzo 2010 19:54
Re: Re: Re:
ekil74, 09/03/2010 19.07:



Ehm... io non sono della sua generazione, ma a seconda dell'eta' suo zio potrebbe avere visto almeno una guerra mondiale. O comunque essere nato poco dopo la sua fine, con tutti i problemi di emigrazione (se del sud) o comunque di poverta' e incertezza. Se poi vogliamo parlare di pensione facile o meno corruzione, se ne puo' parlare (ed e' tutto comunque da verificare). Ma starei cauto ad affermare "ha avuto tutto piu' facilmente rispetto alla nostra" :)

Anzi, forse e' proprio perche' molti della nostra hanno avuto tutto cosi' facilmente che ora non riescono a capire il valore delle cose. O si aspettano di avere tutto altrettanto facilmente e votano chi glielo promette (o quantomeno gli dimostra quale puo' essere il modo piu' facile di ottenere tutto quello che si vuole)




sono stato un po' infelice nell'esprimermi, ma volevo dire che una volta bastava studiare e arrivare bene al diploma per trovare lavoro e con uno stipendio potevi dare a campare a tutta una famiglia.
Oggi questo e' praticamente impossibile da noi.
=Donegal=
00martedì 9 marzo 2010 21:33
Ho visto (per errore) lo spot del ricercatore sulla Rai.
La prima cosa che ho pensato è stata: secondo loro un ricercatore che sta negli USA crede agli spot della televisione italiana? [SM=g27828]
ekil74
00martedì 9 marzo 2010 23:37
Vabbeh, non spariano sulla croce rossa ora. Lo spot dice solo che ci sono tante storie come la loro, e se l'Italia bene o male e' ancora in piedi e' perche' e' vero. Mica ha detto che tutte le storie sono come la loro :)

Il che mi fa pensare di verificare una cosa...
ekil74
00martedì 9 marzo 2010 23:51
Uff... volevo vedere in che posizione era l'Italia come rapporto immigrati/emigrati. L'unica info che ho trovato e' qui. Ho fatto un breve giro sul sito e sembra che magari le informazioni ci sono... ma a pagamento :P

IOM
Juza1973
00venerdì 12 marzo 2010 16:05
Re: Re:
Antongiu, 09/03/2010 15:59:



se ci trovassimo a che fare sempre con persone che si spaccano le osse a lavorare sarei pure d'accordo con tuo zio, ma mi pare che la sua generazione sia tra quelle che ha avuto tutto piu' facilmente rispetto alla nostra e proprio in quella fascia di persone vedo gente che campa di rendita (per no dire che non fa un c...)




Beh mio zio e' un caso particolare visto che lavorava ma non ne aveva bisogno (lo faceva come esempio per i figli). Comunque il discorso che ha fatto era giusto per i fatti, non per la morale. Spaccarsi la schiena per andare avanti per avere il privilegio di potersi spaccare la schiena ancora nel futuro, senza prospettive. O cosi' o fuori. Una favola...

gdbjoe
00mercoledì 24 marzo 2010 14:02

Istat, crollo dell'occupazione
www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/economia/201003articoli/53435gi...

Il tasso di occupazione è pari al 57,1 per cento

Cioe' in Italia circa un italiano su due non lavora?? [SM=x145460] [SM=x145460]

(ufficialmente, ok)

Antongiu
00mercoledì 24 marzo 2010 14:13
Re:
gdbjoe, 24/03/2010 14.02:


Istat, crollo dell'occupazione
www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/economia/201003articoli/53435gi...

Il tasso di occupazione è pari al 57,1 per cento

Cioe' in Italia circa un italiano su due non lavora?? [SM=x145460] [SM=x145460]

(ufficialmente, ok)




appunto, stiamo parlando di un paese dove il ministro delle Finanze Tremonti (che guadagna minimo 15000 euro di stipendio da parlamentare al mese) nel 2009 ha dichiarato un imponibile di 39 mila 672 euro... [SM=x145448]
gdbjoe
00lunedì 12 aprile 2010 17:37

Senza parole!

The Italian Experiment
fluttuaedevia.blogspot.com/2010/04/italian-experiment.html

Tameko
00sabato 2 ottobre 2010 16:26
Sempre più felice di essere tornato in Italia
Comincio a pensare che lui stesso sia bestemmia, prima ancora di ciò che dice
Tameko
00mercoledì 13 ottobre 2010 22:40
Death Of A Nation
L'Italia, ovvero una nazione che ha scelto di suicidarsi
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