Completamente d'accordo con te sul coordinamento a livello europeo del sistema bancario e creditizio, Donegal.
D'accordo sulla caduta del PIL anche in paesi basati sull'economia tradizionale, non dico che il PIL crescerebbe subito in Irlanda cambiando rotta, forse la differenza a breve termine sarebbe in termini di decimali, come dici. Ma forse se nel frattempo l'economia irlandese fosse diventata un po' più autonoma adesso avrebbero più possibilità di scelta che ripiegare di nuovo esclusivamente sul terziario finanziato dall'esterno e quindi dipendente da altri.
Qui probabilmente il discorso diventerebbe un po' un circolo vizioso e andremmo OT, entrando nel discorso globalizzazione, abbastanza complesso. Ma da quel punto di vista sarei più o meno allineato a cosa dice ekil74 nel suo intervento. Il treno è passato e l'Irlanda ha perso una grande occasione, non sfruttando a dovere le ampie disponibilità finanziarie che si erano create e non riuscendo ad invertire il circolo vizioso.
Ci voleva anche un po' di coraggio, quando il governo avviò la politica di sgravi fiscali per attirare investimenti fu una scelta coraggiosa che diede i suoi frutti, ma le cose erano cambiate (e come sappiamo non era certo difficile prevederlo). Alcuni dei loro economisti lo dicevano da anni, ma nessuno li ha ascoltati. Loro bevevano birra, andavano in vacanza sulle coste dell'Algarve e se la prendevano con gli stranieri che gli toglievano posti di lavoro.
Ma così come la perdita del potere di acquisto degli Italiani non è colpa della globalizzazione ma degli Italiani, allo stesso modo quello che succede in Irlanda è colpa degli Irlandesi e non della globalizzazione. In fondo siamo tutti sulla stessa barca, no ? Italia, USA, Irlanda, Francia, Germania, ecc. Troppo facile sfruttare i vantaggi dei mercati globali quando fa comodo e poi incolpare gli stessi mercati globali quando non fa più comodo. Ognuno si prenda le proprie responsabilità.
[Modificato da iceman.30 23/01/2009 19:58]