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La tigre celtica è morta?

Ultimo Aggiornamento: 12/10/2011 20:34
22/01/2009 00:17
 
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Ciao Donegal, io non pretendo niente, fai quello che vuoi, non m'importa. Non credo tu sia un oracolo e non ci guadagno niente a “polemizzare” (?) con te.
Non so cosa farmene di un business plan di un'azienda del terziario né della legge di bilancio irlandese. Ho studiato Economia, teorie Keynesiane, economia politica, politica economica e monetaria, business plans, marketing e compagnia bella e lavorato in aziende del terziario in Irlanda. Sono anche consapevole (per mia fortuna) che l'economia è una scienza complessa.
Ho vissuto all'estero per 10 anni, di cui 7 anni in Irlanda. Questo credo mi basti per potermi fare un'idea di cosa è l'Irlanda.
Se me ne dai il permesso, provo a descrivere con umiltà ed in base alle mie esperienze dirette di vita lì che Irlanda ho visto io, cosa ho letto in giro sui giornali, irlandesi e non, e molte cose che miei colleghi irlandesi mi hanno detto, senza pretendere di scoprire niente di nuovo né di fare analisi economiche né di analizzare business plans o leggi di bilancio.

L'Irlanda è un paese che ha fortemente beneficiato, oltre che degli investimenti esteri americani, delle sovvenzioni europee a tutti i livelli, salvo poi bocciare il trattato di Lisbona sull'Europa e costruire un tunnel troppo basso per il trasporto merci dall'Europa.
In pratica non si capisce dove vogliano stare, se dentro o fuori. Anzi, mi correggo, si capisce benissimo: vogliono stare dentro quando conviene a loro e fuori quando non gli conviene più, prendere tutti i benefici e fregarsene del resto.
Io ho visto un paese che ha attratto investimenti esteri in modo sproporzionato rispetto alle dimensioni dell’economia, peraltro soprattutto dagli Stati Uniti e non in maniera variegata fra altri paesi Europei. Questi investimenti, attirati da una politica fiscale favorevole attuata dal Governo, hanno consentito lo sviluppo del paese ma lo hanno messo in difficoltà quando il regime fiscale è cambiato e quei capitali sono stati rimpatriati o trasferiti altrove (spesso ad est, come giustamente fai notare). Il PIL è del 20% maggiore rispetto al PNL, quindi quel 20% viene dall'esterno, rendendo l'economia irlandese ancora più debole di quanto non sia già strutturalmente.
A differenza di altri paesi, in Irlanda c'è un dinamismo degli imprenditori limitato.
Il bilancio pubblico è in difficoltà e lo Stato cerca contemporaneamente di sostenere il sistema creditizio e finanziario che è in crisi, ricapitalizzando grandi istituti di credito.
Il mercato immobiliare, su cui alcune categorie di Irlandesi tanto (e tanto male) hanno speculato negli anni scorsi è in crisi, i consumi sono in calo e la disoccupazione è in aumento.
La limitata economia irlandese è troppo legata a quella USA e UK e quindi non essendo autonoma risente maggiormente della crisi internazionale.
Il paese non produce molti beni materiali (non avendo alle spalle un settore manufatturiero forte) ed è perciò costretto ad importarli, peggiorando ulteriormente la situazione. Produce però birra, e questo agli irlandesi del “Let's go for one” sembra bastare.
Che le multinazionali sarebbero andate via si sapeva. Il problema è che nel periodo della crescita l’Irlanda non è riuscita a dotarsi di serie infrastrutture e a far crescere un’economia locale non dipendente unicamente dagli investimenti esteri.
Prendendo atto di tutto ciò, il Governo è stato costretto ad aumentare le tasse.
Gli Irlandesi hanno dimenticato (o forse non lo hanno mai saputo, non per colpa loro ma perchè purtroppo non hanno attraversato uno sviluppo economico nel senso tradizionale del termine) che una economia sana si basa anche sulla produzione e non solo sul consumo, sfruttando ricchezze effimere che da un giorno all'altro non ci sono più. La Presidente Irlandese stessa ha affermato che il paese è stato “consumato dal consumismo”, scena non poco comune altrove nel mondo ma con la differenza che l'Irlanda ha un'economia fragile.
Nel frattempo per le strade si vedono bande di individui al di sotto dei 20 anni che vanno in giro con due figli, vestiti in tuta da ginnastica (le donne con la coda e gli orecchini a cerchio) e con la Lucozade in mano tutto il giorno senza fare niente. Anzi, qualcosa la fanno: sputano, lanciano uova e danno fastidio agli altri. Queste persone, che potrebbero andare a lavorare, ricevono il dole statale, pagato con le tasse versate dagli altri (irlandesi e non). Non dico siano tutti così, per carità, ho molti amici irlandesi e la maggior parte sono persone oneste e che si comportano bene.

Vediamo se da questa recessione gli Irlandesi impareranno qualcosa, ad accorciarsi le maniche, a lasciare i SUV agli Americani che almeno hanno prima costruito strade adatte per farceli camminare, o se faranno invece la solita cosa: “Let's go for one...”

Faccio copy and paste di una frase dell'economista David McWilliams, sapendo anche purtroppo che gli Irlandesi non se lo cagherannno per niente:

"We have to make sure that we never again become beguiled by the idiocy that we can get rich by buying and selling overpriced houses to each other using other peoples’ money"
David McWilliams

E' per questo che pensavo che investire nel terziario avanzato non sarebbe una soluzione, stando alla situazione attuale. Anche perchè altrimenti lo starebbero già facendo e noi non saremmo qui a parlarne. Quali soldi investirebbero, se finora la maggior parte dei capitali investiti veniva dall'esterno ? Lo Stato Irlandese sta ricapitalizzando le banche e gli istituti di credito irlandesi.

Mi scuso per la lunghezza del post ma era per esporre tutto in maniera chiara.

P.S. Per Antongiu: credo che la tua idea di togliere il punto interrogativo dal titolo del topic non sia tanto campata in aria, alla fine dei conti... [SM=g27829]


[Modificato da iceman.30 22/01/2009 02:47]
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