Scritto da: Tameko 05/07/2006 12.15
Trollino, condivido solo in parte. E' vero che i palestinesi si sono affidati ad Hamas, ma questo lo vedo solo come voto di protesta contro i ladri della Arraffat e soci che si sono presi milioni di dollari. Cosi' come e' tristemente noto che i loro governanti e quelli dei paesi "fratelli" hanno strumentalizzato la causa palestinese in funzione anti-israeliana.
Israele fece generose concessioni ai tempi degli accordi di Oslo, rifiutate da Arafat. Si trattava di tutta Gaza e del 97% della Cisgiordania, non di uno Stato a macchia di leopardo. E' evidente che non si puo' dare la colpa ad Israele se si e' trovato davanti interlocutori capricciosi guidati dalla logica del tutto o niente.
D'altronde furono proprio gli arabi a respingere persino la proposta Onu del 1947, che assegnava loro anche parte della Galilea.
Che i paesi arabi della regione non siano stinchi di santo, l'ho scritto anche io e così la penso. Si tratta per la massima parte di regimi autoritari, in alcuni casi dittatoriali e non mi viene proprio in mente di proporli come modello.
Ma le colpe di qualcuno non giustificano le colpe di nessun altro... (I Qassam non giustificano i carri armati).Tanto più se questo si definisce uno stato libero e democratico. Israele dal punto di vista formale lo è, forse è l'unico stato veramente democratico della regione.
Ma i comportamenti che adotta nei riguardi di buona parte della sua popolazione, gli omicidi mirati, i muri che spaccano a metà le case, i bulldozer che radono al suolo i campi ecc... di democratico dimmi tu che cos'hanno. Sono dei Qassam sparati ad alzo zero perloppiù contro poveracci che non hanno nulla con cui difendersi. Un soldato rapito giustifica lasciare centinaia di migliaia di persone senza acqua, luce e gas? Senza possibilità neppure di attraversare la frontiera interna per portare dei malati in ospedale? Con che sentimenti credi che cresca un ragazzino che vede questo stato di cose?
Perchè stupirsi poi se finisce in bocca a gente che gli dice che almeno può essere un martire, che è giusto farsi esplodere in un fast food o su una metropolitana?
Io penso che tutti potrebbero fare qualcosa di più, ma occorrerebbe essere capaci di guardare all'altro come una opportunità e non come una minaccia. Rischiando, certo, ma quali sono le alternative?