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"Fermare Israele" ?

Ultimo Aggiornamento: 10/04/2007 11:18
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Re:
Qualcosa, si. La guerra, no.

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17/07/2006 17:12
 
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La gaffe di Bush | "Siria e Hezbollah seminano merda"
L'ultima gaffe, George W. Bush, la regala al G8. Il presidente Usa si lascia andare a commenti pesanti sui protagonisti del conflitto in Medio Oriente. I Grandi stanno facendo colazione e il capo dell'amministrazione americana, rivolgendosi al premier britannico Tony Blair, dice la sua su come mettere fine alla guerra: "L'unica - spiega convinto in tono confidenziale - è che Siria e Hezbollah la smettano di seminare questa merda". Peccato che il microfono della tv sia aperto e che Bush, in quel momento, sia filmato dalle telecamere.

La notizia fa immediatamente il giro del mondo. D'altra parte il presidente Usa è piuttosto famoso per le figuracce pubbliche che ne fanno un protagonista della satira, soprattutto americana, ma non solo. Negli Usa si moltiplicano i siti web che riportano, quasi quotidianamente, le numerose gaffe presidenziali. Diventate ormai talmente universali da meritare una voce nel vocabolario in qualità di "bushismi".

Uno dei più cliccati siti web americani dedicati all'argomento è sicuramente dubyaspeak.com sorta di diario-testimonianza del Bush-fraseggio ("registriamo il danno", recita il sottotitolo). Per esempio, lo scorso maggio il presidente Usa risponde così, al giornalista tedesco della Bild am Sonntag che gli chiede quale è stato il momento migliore della sua presidenza: "Direi che il momento migliore di tutti è stato quando ho preso un persico trota da tre chili nel mio lago".

Ancora, nell'estate del 2002, all'Earth Summit, Bush propone di abbattere quanti più alberi possibili per risolvere il problema degli incendi. Meno foreste, meno incendi, è la soluzione presidenziale.

La più famosa gaffe di Bush resta comunque quella dell'11 settembre, rilanciata - non senza un briciolo di cattiveria - da Michael Moore in Fahrenheit 9/11. Mentre a New York si consuma la più grande tragedia occidentale, il presidente sta leggendo una favola ai bambini di una scuola. All'annuncio della caduta della prima torre - bisbigliatogli nell'orecchio da un agente dei servizi -, Bush non muove un muscolo, rimane seduto con il libro della capretta (di questo parlava la favola) tra le mani e l'espressione inebetita che gli americani hanno imparato a conoscere. Dovranno passare parecchi interminabili minuti perché Bush si renda conto di dover fare qualcosa, essendo presidente della più grande potenza mondiale, sotto attacco.

Le sue gaffe sono soprattutto molto naif ed è per questo che piacciono tanto alla satira. Un anno fa il presidente sentenzia: "In questo lavoro hai sempre un mucchio di roba che bolle in pentola: non c'è molto tempo per starsene tranquilli in poltrona, gironzolando per lo Studio ovale, tipo chiedendo ai ritratti appesi al muro "Come pensate che sarà la mia reputazione?"".

Fonte: Repubblica Online >>
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17/07/2006 19:34
 
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Re: Re:

Scritto da: trollino63 17/07/2006 14.13
Qualcosa, si. La guerra, no.




Spero che non mi si veda come un guerrafondaio. Io non voglio la guerra se ci sono alternative.
Quali sono le alternative?

Siamo tutti bravi a dire 'no alla guerra senza se e senza ma'; il problema e' (1) riconoscere che esiste un problema (di diritti umani, di sovranita', di oppressione o quant'altro) (2) proporre soluzioni valide per risolvere questo problema.

Alcuni non arrivano neanche al punto (1), c'e' chi invece riconosce che c'e' il problema ma non e' capace di formulare soluzioni alternative.
Tra questi ci sono io
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18/07/2006 08:37
 
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Circa le cose che si potrebbero fare... dal sito di Lettera22
ZIEGLER: SUL LIBANO INTERVENGA L'ONU 17/7/06
L'opinione del sociologo svizzero e relatore speciale delle Nazioni Unite autore de "L'impero della vergogna"

Tiziana Guerrisi

Lunedi' 17 Luglio 2006


“L'Onu non può intervenire in Libano o a Gaza. E' lì solo per una missione di peace-keeping. L' Europa, invece, potrebbe fare la differenza. L'accordo commmerciale che la lega a Israele si basa sulla tutela dei diritti umani. Se dovesse saltare Tel Aviv ritornerebbe sui suoi passi”. Lo afferma Jean Ziegler, sociologo svizzero e relatore speciale delle Nazioni Unite sul diritto all'alimentazione. L'abbiamo incontrato a Roma in occasione del convegno sulla sicurezza alimentare organizzato dalla Fondazione Unidea. Autore di numerosi testi, tra cui “L'impero della vergogna” (2006 Tropea), è da poco rientrato da un viaggio a Gaza.

- Nell'attuale crisi tra Libano e Israele le Nazioni Unite possono giocare un ruolo importante?

In Medio Oriente, in particolare in Libano e nei Territori occupati, l'Onu non ha carte da giocare. Tutto ruota intorno alla definizione del mandato a cui è sottoposto. Nella zona il Consiglio di sicurezza ha votato per un'azione di “peace-keeping”: i caschi blu sono autorizzati a svolgere solo attività di monitoraggio, gli è proibito prendere parte attiva al conflitto e non hanno margini decisionali. La differenza è avidente rispetto a quanto avviene in altre aree del mondo, dove le Nazioni Unite hanno autorizzato campagne di “peace-making”. La differenza è sostanziale: in questi casi, come è avvenuto per esempio in Indonesia, ai caschi blu possono prendere decisioni e intervenire in modo attivo nel conflitto per garantire, per esmpio, la sicurezza delle parti in causa. In Medio Oriente, invece, hanno le mani legate: non possono nulla contro gli ezbollah o i raid israeliani

- L'Europa ha qualche possibilità in più per fermare la crisi?

Senza dubbio. Bruxelles potrebbe fare la differenza in questo caso, con un'operazione semplice, rapida e di sicura efficacia. Israele ha un accordo commerciale privilegiato con l'Unione europea (2000), grazie al quale il vecchio continente è diventato il principale partner commerciale di Tel Aviv. Secondo il ministero israeliano dell'industria e del commercio, nel 2001, sul totale delle esportazioni israeliane, il 31 % era diretto verso l'Europa. Le importazioni hanno raggiunto cifre ancora più rilevanti: ben il 49 % proviene da paesi dell'Unione europea. E' il caso di ricordare, a questo punto, che l'accordo (articolo 2) pone come condizione necessaria alla sua attuazione il rispetto dei diritti umani da parte di Tel Aviv. Credo che, nelle condizioni attuali, Bruxelles sia legittimato a far valere questa clausola e a chiedere la sospensione temporanea dell'accordo. Se la partnership dovesse saltare, per Tel Aviv sarebbe un duro colpo e, con buone probabilità, ritornerebbe sui suoi passi. L'Europa ha la possibilità, finalmente, di assumere una posizione chiara e pretendere dei cambiamenti, ma non credo che lo farà: è troppo schiava delle posizioni di Washington.

- La crisi permane anche a Gaza. Isaele interromperà i raid nei Territori occupati?

Israele, membro delle Nazioni Unite, è l'unico paese al mondo che si è sempre opposto alle risoluzioni contro le campagne nei Territori occupati. La politica di Tel Aviv non ammette condizionamenti esterni: garantire la sicurezza nazionale è il principio chiave a cui risponde l'intera politica israeliana. Tel Aviv non ha mai considerato le norme internazionali sulla tutela dei diritti umani un ostacolo alle sue campagne militari.

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18/07/2006 08:53
 
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Tanto per ricordare... - 1
La macchia rossa nella prima cartina è Gerusalemme, che una risoluzione ONU stabilisce debba avere uno statuto speciale come città santa delle tre religioni monoteiste. Notare che è sparita rapidamente... (la risoluzione ONU no, però ormai è rimasto solo il Vaticano in Occidente a chiedere che venga rispettata).



EDIT: ho ridotto la dimensione della foto. Ren

[Modificato da jay.ren 18/07/2006 9.13]

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18/07/2006 08:59
 
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Tanto per ricordare - 2
Sforzi di integrazione...



EDIT: ho ridotto la dimensione della foto. Ren

[Modificato da jay.ren 18/07/2006 9.12]

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18/07/2006 09:40
 
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War Days | Le foto scartate
Su LET sono state pubblicate - e continueremo a farlo - numerose notizie sulla guerra in corso tra Israele e Libano, nonché degli scatti fotografici, alcuni dei quali scartati dalle testate giornalistiche perché giudicati troppo "forti".

Lebanon-Israel, 18th july >>

Lebanon-Israel, 17th july >>

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18/07/2006 10:24
 
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In effetti e' colpa mia, non l'ho ribadito eccessivamente. Qui non si sta parlando se Israele ha diritto di esistere o meno, o se i confini sono corretti o meno o se lo stato palestinese ha ragione di esistere in quei confini o se il muro della vergogna e' giusto o meno.

O perlomeno, magari il topic e' iniziato cosi', ma la mia intenzione era focalizzarmi esclusivamente sul discorso Israele-Libano, visto che e' il tema centrale di questi giorni.

Come spero sia ben chiaro a voi, Israele non ha alcuna intenzione di estendere i propri confini annettendo il paese libanese, penso che i confini di israele siano ormai determinati, sono finiti i tempi delle guerre continue.

Quello che e' successo e' che otto soldati israeliani sono stati ammazzati e due rapiti. Questo e' avvenuto all'interno del territorio israeliano. Gli autori di questo gesto sono stati gli Hezbollah, che chiedono uno scambio di prigionieri. Israele non vuole trattare.

Questa e' la situazione attuale.

Attualmente Beirut collabora attivamente con gli Hezbollah, siria e iran li finanziano e gli vendono le armi; il Mossad e' di sicuro piu' informato di noi a riguardo e di certo non avrebbero scatenato un'offensiva del genere se non ci fossero stati i presupposti (e la provocazione da parte degli hezbollah).

Nel 2k israele si ritiro' dal sud del libano dopo 18 anni; Sharon era stato quello che si era impelagato in un'inutile e ingiusta guerra contro il Libano e il disimpegno delle forze israeliane ha portato il rifiorire delle basi degli Hezbollah.

Mi pare chiaro che ci vuole l'esercito o una forza di interposizione nella striscia tra Israele e Libano, altrimenti gli scontri sono e saranno all'ordine del giorno. Israele ha intenzioen di eliminare tutto l'apparato degli Hezbollah e questa e' una cosa che io approvo, visto che gli Hezbollah sono un gruppo terroristico. Il governo libanese non e' capace di contrastare gli Hezbollah perche' non ha una forza adeguata e quindi ci dialoga. Tutto qui.

Se esistono alternative ben vengano; pero' ancora nessuno mi ha presentato le alternative.
Pensate davvero che caschi blu o una generica forza di interposizione siano la soluzione adeguata in un teatro di guerra. Abbiamo dimenticato la Somalia?
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18/07/2006 11:30
 
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e' possibile avere qualcosa che non sia copia/incolla?
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18/07/2006 12:08
 
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Intervista al primo ministro libanese, Siniora (da Le Monde)
Al sesto giorno di guerra, cosa avete intenzione di fare?
«Noi tentiamo di trovare un modo per uscire da questa situazione che porta distruzione e dolore. Cerchiamo di ottenere un’immediata e totale cessazione del fuoco, per discutere delle cause e delle conseguenze del rapimento dei due soldati israeliani da parte degli Hezbollah il 12 luglio, e di regolare la questione dei libanesi detenuti in Israele da 30 anni. Il nostro Stato è determinato a estendere la sua autorità esclusiva su tutto il territorio libanese, con l’aiuto dell’Onu e di tutti i Paesi fratelli e amici, e di appianare parallelamente tutti i problemi che Israele si rifiuta di regolare e che sono all’origine della crisi e della tensione».

Volete dire che condividete la richiesta degli Hezbollah di uno scambio di prigionieri?
«La liberazione dei detenuti libanesi è una nostra legittima richiesta. Perché attribuirla solo agli Hezbollah? Come posso dimenticare i libanesi chiusi nelle prigioni israeliane? Se chiedo che Israele non violi più lo spazio aereo libanese, non significa che faccio mio il punto di vista degli Hezbollah. Israele dice di voler disarmare gli Hezbollah. Io rispondo che c’è un modo semplice di raggiungere questo obiettivo: trovare una soluzione ai problemi. Israele accusa gli altri di terrorismo, mentre lo pratica nelle sue forme più dure. Crea dei problemi che mantiene aperti per utilizzarli come strumenti di pressione. Parlo dei libanesi che tengono in prigione, delle mine che hanno piazzato nel Sud del Libano rifiutandosi di darci le mappe dei campi minati, nonostante decine di persone siano morte e altre decine siano rimaste mutilate in questi anni dallo scoppio di questi ordigni. Israele viola sistematicamente il nostro spazio aereo e le nostre acque territoriali, continua a occupare le fattorie Shebaa, 45 km quadrati di territorio che sanno appartenere al Libano. Come spiegare questo comportamento se non con la volontà di mantenere una situazione di tensione e fare pressioni su di noi? L’assenza di una regolazione definitiva di questi problemi endemici favorisce l’estremismo. E le soluzioni provvisorie e superficiali non fanno che peggiorare le cose. Noi abbiamo detto e ripetuto che non eravamo stati informati in anticipo della cattura dei due soldati israeliani, non ce ne assumiamo la responsabilità né lo facciamo nostro. Ma dobbiamo accettare la morte e le distruzioni portate da Israele per due soldati rapiti? Ci sono appena stati massacri nel villaggio Aitaroun e a Tiro, a Bayada e a Mirouahine. Le vite dei libanesi valgono di meno?»

Potete convincere gli Hezbollah? Siete in contatto con loro?
Ho dei contatti. Non si sono mai interrotti e continueremo a operare senza sosta, sulla base di una posizione chiara, salvaguardando gli interessi dei libanesi e degli arabi. Siamo responsabili per il popolo libanese e lavoriamo per far cessare il fuoco e i massacri, e fermare l’infernale macchina israeliana. Abbiamo le idee chiare, la nostra determinazione è incrollabile e stiamo difendendo una causa giusta».

Come giudica le responsabilità dei caschi blu delle forze dell’Onu, che sabato 15 luglio si sono rifiutati di dare rifugio agli abitanti di Mirouahine, che in seguito sono stati uccisi nei bombardamenti israeliani mentre fuggivano?
«Stiamo indagando su questa vicenda. Ma i rappresentanti dell’Onu mi dicono che il gruppo di cittadini assassinati dagli israeliani non erano gli stessi che i caschi blu si erano rifiutati di accogliere in mancanza di informazioni sufficienti. In ogni caso non cerchiamo altri colpevoli: il colpevole è Israele. È stato Israele a commettere il crimine».

Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu non è riuscito a trovare un’intesa sull’appello alla cessazione del fuoco, a causa della posizione degli Usa, che si dicono però amici del Libano...
«Sono nostri amici, ma la loro amicizia per gli altri è più forte».

E la Francia?
«Ho parlato con il primo ministro Dominique de Villepin e con il ministro degli Esteri Philippe Douste-Blazy, esponendo loro le nostre legittime richieste. Apprezziamo molto il sostegno che la Francia non ha cessato di dare al Libano e l’amicizia del popolo francese per il nostro popolo. Siamo grati al presidente Chirac per i suoi sforzi in aiuto del Libano. Siamo convinti che non rinuncerà ad alcun mezzo né perderà alcuna occasione per appoggiare le nostre richieste».

Romano Prodi vi ha trasmesso la proposta israeliana di un cessate-il-fuoco a condizione dell’entrata nel Sud dell’esercito libanese e del ritiro degli Hezbollah?
«Sarò chiaro: il signor Prodi, amico da lunga data del Libano, mi ha semplicemente riferito il contenuto di una conversazione che ha avuto con il signor Olmert. Non si tratta di una proposta ufficiale».

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18/07/2006 12:16
 
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Lettera (dal Corriere)
Lettera dal Libano «La speranza perduta di una vita normale»

BEIRUT— Seicento milioni di dollari di perdite per il bilancio dello Stato, 80 per cento degli alberghi svuotati, 90 mila persone scappate verso la Siria, 460 cittadini occidentali evacuati, decine di infrastrutture civili distrutte, centinaia di morti e di feriti, migliaia di sfollati: numeri, numeri, numeri... Per gli spettatori la guerra è un cumulo di cifre e di statistiche. Ma per noi interessati, il linguaggio ha una portata diversa, concreta, palpabile: le vittime hanno i volti di amici e di familiari, i ruderi sono sinonimi di anni di paralisi economica, e i danni significano lunghe giornate senza acqua, notti interminabili senza elettricità, e parenti cari che non rivedremo forse mai più.
L'immagine dei quindici bambini bruciati vivi nell'autobus che provava a fuggire dal villaggio di Merwaheen mi ossessiona. Provo a indovinare i loro nomi e le loro vite: Sami aveva magnetici occhi neri, Mohammed era bravissimo a scuola, Fatema sognava di diventare scrittrice, a Nour piacevano gli arcobaleni... Spero almeno che le loro mamme siano sparite con loro: la morte di un figlio è il più indecente dei drammi. L’altro pomeriggio mi ha preso una voglia di ribellione, un rifiuto ostinato di lasciarmi andare alla disperazione. Volendo fingere che la vita fosse normale malgrado tutto, sono andata a vedere con i miei figli un film a Jounieh, città costiera teoricamente sicura, 15 minuti a nord di Beirut.
Finita la proiezione, e usciti dalla sala, comincia il raid sul porto davanti a noi. La gente nella strada grida impazzita. Corriamo verso la macchina, il fumo ci circonda. Mi si piegano le ginocchia dalla paura, Mounir e Ounsi scoppiano a piangere, ma riesco a guidare lo stesso; guido come una matta fino a quando raggiungiamo casa. No, la vita non può essere normale quando si è libanese, imparo, per l’ennesima volta, a mie spese.
Joumana Haddad
Poetessa e giornalista libanese
18 luglio 2006

[Modificato da trollino63 18/07/2006 12.17]

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18/07/2006 12:41
 
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Re: Lettera (dal Corriere)

Scritto da: trollino63 18/07/2006 12.16
Lettera dal Libano «La speranza perduta di una vita normale»

BEIRUT— Seicento milioni di dollari di perdite per il bilancio dello Stato, 80 per cento degli alberghi svuotati, 90 mila persone scappate verso la Siria, 460 cittadini occidentali evacuati, decine di infrastrutture civili distrutte, centinaia di morti e di feriti, migliaia di sfollati: numeri, numeri, numeri... Per gli spettatori la guerra è un cumulo di cifre e di statistiche. Ma per noi interessati, il linguaggio ha una portata diversa, concreta, palpabile: le vittime hanno i volti di amici e di familiari, i ruderi sono sinonimi di anni di paralisi economica, e i danni significano lunghe giornate senza acqua, notti interminabili senza elettricità, e parenti cari che non rivedremo forse mai più.
L'immagine dei quindici bambini bruciati vivi nell'autobus che provava a fuggire dal villaggio di Merwaheen mi ossessiona. Provo a indovinare i loro nomi e le loro vite: Sami aveva magnetici occhi neri, Mohammed era bravissimo a scuola, Fatema sognava di diventare scrittrice, a Nour piacevano gli arcobaleni... Spero almeno che le loro mamme siano sparite con loro: la morte di un figlio è il più indecente dei drammi. L’altro pomeriggio mi ha preso una voglia di ribellione, un rifiuto ostinato di lasciarmi andare alla disperazione. Volendo fingere che la vita fosse normale malgrado tutto, sono andata a vedere con i miei figli un film a Jounieh, città costiera teoricamente sicura, 15 minuti a nord di Beirut.
Finita la proiezione, e usciti dalla sala, comincia il raid sul porto davanti a noi. La gente nella strada grida impazzita. Corriamo verso la macchina, il fumo ci circonda. Mi si piegano le ginocchia dalla paura, Mounir e Ounsi scoppiano a piangere, ma riesco a guidare lo stesso; guido come una matta fino a quando raggiungiamo casa. No, la vita non può essere normale quando si è libanese, imparo, per l’ennesima volta, a mie spese.
Joumana Haddad
Poetessa e giornalista libanese
18 luglio 2006

[Modificato da trollino63 18/07/2006 12.17]




sul corriere di oggi, sotto quella lettera, c'e' un'intervista al generale Anon che spiega molto chiaramente la posizione libanese. Comunque continuo a ribadire quello che ho scritto sopra.
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18/07/2006 12:53
 
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L'immagine con le quattro mappe del territorio potenziale per lo stato palestinese che si restringe progressivamente è pura propaganda.

1)
Il piano del '47 non è mai stato accettato dagli Arabi, peraltro Israele è stato invaso da una coalizione di stati arabi che andava dall'Iraq al Marocco alcuni mesi dopo...

2)
Nel '67 i territori appartenevano a Siria, Giordania e Egitto, assolutamente non interessati ad alienarli ai Palestinesi....

3)Il piano Barak è stato respinto da Arafat

Comunque, come dice Nightolo, il topic è sulla situazione attuale in Libano...

[Modificato da Murphy - RA 18/07/2006 19.48]

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18/07/2006 13:12
 
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Re:

Scritto da: Murphy - RA 18/07/2006 12.53
L'immagine con le quattro mappe del territorio potenziale per lo stato palestinese che si restringe progressivamente è pura propaganda.

Comunque, come dice Nightolo, il topic è sulla situazione attuale in Libano...



Le mappe riportate sono realizzate dall'ESRI. Puoi vedere il loro sito all'indirizzo www.esri.com. La loro sede è in California. Se ti sembrano poco seri... Le stesse mappe sono contenute nella documentazione dell'Onu e dell'Unione Europea.

Il topic è sulla situazione in Libano, certo, ed è noto a tutti che non c'è nessuna connessione tra Israele, Libano, profughi e helzbollah... spiritosi.


18/07/2006 13:24
 
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Intervengo giusto sulla questione in topic o non in topic.

Il titolo della discussione è: "Fermare Israele"?

Mi sembra abbastanza chiaro che il discorso si possa estendere anche alla situazione della Palestina, anche perchè le cose mi sembrano parecchio collegate, con la questione del Libano.

E adesso, da ignorante quale sono sulla questione palestinese, torno a leggere i vostri interventi sperando che continuino su questa strada.

Salumi a tutti.

Email Scheda Utente
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18/07/2006 14:32
 
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Re:

Scritto da: Murphy - RA 18/07/2006 12.53
L'immagine con le quattro mappe del territorio potenziale per lo stato palestinese che si restringe progressivamente è pura propaganda.

1)
Il piano del '47 non è mai stato accettato dagli Arabi, peraltro Israele è stato invaso da una coalizione di stati arabi che andava dall'Iran al Marocco alcuni mesi dopo...

2)
Nel '67 i territori appartenevano a Siria, Giordania e Egitto, assolutamente non interessati ad alienarli ai Palestinesi....

3)Il piano Barak è stato respinto da Arafat




Pura propaganda non sono, però le tue osservazioni sono corrette, soprattutto la seconda che ho fatto anche io sopra.
Io sono sempre più convinto che la pace tra Israele e Palestina sarà possibile solo quando cesseranno le interferenze degli altri stati arabi (esclusi quelli che vogliono veramente la pace, come l'Egitto) nella faccenda.
Il rapimento dei soldati da parte di hezbollah è servito esclusivamente all'Iran come avvertimento all'occidente relativamente alla questione del nucleare.
Ma se lo valutiano dal punto di vista dei palestinesi è stato dannoso, perchè adesso quanto succede a Gaza è passato in secondo piano. Ma è chiaro che questo all'Iran non importa...
Da notare che era stato raggiunto un accordo tra Hamas e Israele per liberare i soldati rapiti a Gaza, ma è stato fatto saltare dalle pressioni dell'Iran, seguite subito dopo dal rapimento vicino al Libano...

[Modificato da =Donegal= 18/07/2006 14.35]

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Good evening, there was already an injury, huh?

Giovanni Trapattoni, falling off his chair
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[OT]

Alekxandros, ti era già stato chiesto di non postare solo materiale propagandistico - tra l'altro su tutti i forum di FreeForumZone - e poi fuggire via senza dare un minimo di contributo ad AltraIrlanda.

Tutti i post pertanto saranno cancellati.

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Nightolo, condivido fondamentalmente i tuoi interventi, anche se mi hai confuso con qualcun'altro, perche' non sono io che do torto a Israele.

Tornando nello specifico sulla questione, ritengo onestamente esagerata la reazione israeliana.
Riconosco pero' che Israele e' stato provocato e attaccato, e che quindi in qualche modo doveva pur reagire.
Non so, ho l'impressione che questo non sia il modo migliore, visto che i bombardamenti fin'ora hanno ucciso molti civili e uno solo hezbollah.
Non so cosa farei se fossi Olmert. Non starei con le mani in mano e non tratterei con i maiali hezbollah, ma eviterei i bombardamenti.
Se pero' fossi il maiale Nasrallah e davvero mi stesse a cuore la sorte dei civili libanesi allora libererei i soldati pur di far finire i bombardamenti.

Ultima cosa: provo schifo per i "pacifisti" che adesso vanno in piazza con le bandiere libanesi.
Dov'erano costoro quando il Libano era occupato dalla Siria? Dove tenevano le loro bandiere? Che hanno fatto quando la Siria ha fatto saltare in aria Hariri?
Ah, caspita; forse erano occupati a manifestare per la pace bruciando qualche bandiera israeliana.
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War Photo
Altre 3 immagini del conflitto tra Israele e Libano.

Let, 18 luglio >>

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20/07/2006 10:46
 
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Re:

Scritto da: Tameko 18/07/2006 15.40

Ultima cosa: provo schifo per i "pacifisti" che adesso vanno in piazza con le bandiere libanesi.
Dov'erano costoro quando il Libano era occupato dalla Siria? Dove tenevano le loro bandiere? Che hanno fatto quando la Siria ha fatto saltare in aria Hariri?
Ah, caspita; forse erano occupati a manifestare per la pace bruciando qualche bandiera israeliana.





Solito viziaccio di confondere pacifisti con manifestanti che sono solo anti-israeliani o anti-americani.
I primi non bruciano bandiere e non gridano slogan contro TelAviv.
Ai secondi siete voi che appicciate l'etichetta di pacifisti perchè vi fa comodo. I pacifisti puri sono pochissimi.
Un autonomo che brucia una bandiera israeliana, se gli dici che è un pacifista ti ride in faccia.

2° una domanda.
Tu e il tuo dito puntato, dove cazzo eravate, invece ?
Ah già... per voi manifestare consiste nel mangiare due tartine ad un ricevimento dell'ambasciatore israeliano, cianciare due parole alla vostra radio contro gli "arabacci" e in difesa di quei galantuomini dell'esercito israeliano. Ogni tanto scendere addirittura in piazza : 6 bandiere e 8 militanti, giusto il tempo che arrivi il fotografo dell'ANSA, che sono finiti da tanti anni i tempi del vero Partito Radicale...


Beato te che hai idee così chiare su chi siano i buoni e chi siano i cattivi, su chi manifesti "nel giusto" e chi per mera "strumentalizzazione politica".

Io resto a macerare nei miei dubbi, convinto come sono che non potrà mai esistere uno stato arabo retto da una forma di democrazia vera (almeno come la concepisco io) e che troppi stati apparentemente democratici (come Israele) si reggono sul sangue altrui e fanno pagare al proprio popolo gli interessi di scelte e strategie della tensione dissennate.



[Modificato da admin/moris 20/07/2006 10.59]

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Le amare vignette di Mauro Biani




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Re: Re:

Scritto da: admin/moris 20/07/2006 10.46




Solito viziaccio di confondere pacifisti con manifestanti che sono solo anti-israeliani o anti-americani.
I primi non bruciano bandiere e non gridano slogan contro TelAviv.
Ai secondi siete voi che appicciate l'etichetta di pacifisti perchè vi fa comodo. I pacifisti puri sono pochissimi.
Un autonomo che brucia una bandiera israeliana, se gli dici che è un pacifista ti ride in faccia.

2° una domanda.
Tu e il tuo dito puntato, dove cazzo eravate, invece ?
Ah già... per voi manifestare consiste nel mangiare due tartine ad un ricevimento dell'ambasciatore israeliano, cianciare due parole alla vostra radio contro gli "arabacci" e in difesa di quei galantuomini dell'esercito israeliano. Ogni tanto scendere addirittura in piazza : 6 bandiere e 8 militanti, giusto il tempo che arrivi il fotografo dell'ANSA, che sono finiti da tanti anni i tempi del vero Partito Radicale...


Beato te che hai idee così chiare su chi siano i buoni e chi siano i cattivi, su chi manifesti "nel giusto" e chi per mera "strumentalizzazione politica".

Io resto a macerare nei miei dubbi, convinto come sono che non potrà mai esistere uno stato arabo retto da una forma di democrazia vera (almeno come la concepisco io) e che troppi stati apparentemente democratici (come Israele) si reggono sul sangue altrui e fanno pagare al proprio popolo gli interessi di scelte e strategie della tensione dissennate.



[Modificato da admin/moris 20/07/2006 10.59]




quoto.
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IDF TROVA IL CORPO DI UNO DEI DUE SOLDATI RAPITI DA HEZBOLLAH
Ore 21.44: L'esercito israeliano avrebbe appena ritrovato il corpo di uno dei soldati rapiti dagli Hezbollah.
Si attendono conferme dal quartier generale dell'IDF israeliana.

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I lanci delle agenzie
Un importante lavoro di ricerca per valutare approfonditamente la situazione, in ordine cronologico, della guerra tra Israele e Libano.

• NewsFlash 21-22 luglio >>

• NewsFlash 22 luglio >>

• NewsFlash 22 luglio >>

• NewsFlash 23 luglio >>

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