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"Fermare Israele" ?

Ultimo Aggiornamento: 10/04/2007 11:18
27/07/2006 10:50
 
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Non è bello rispondere ad una domanda con un'altra domanda, però, da osservatore esterno di questa discussione vorrei permettermi una domanda a nightolo: non pensi che Israele, bombardando (anche se preavverte, sono sempre bombe) non faccia altro che aumentare l'odio nei suoi confronti, e di conseguenza aumentino gli attacchi, suicidi o meno, nei suoi confronti?

Io ho sempre pensato che se uno ti da una sberla, e tu rispondi con una sberla, otterrai un'altra sberla, e così via avanti finchè uno dei due non ci resta secco. però poi arriveranno gli amici e si vorranno vendicare, e via avanti così. Una catena senza fine, dove dire: ha iniziato lui! conta molto poco, perchè alla violenza hai risposto con la violenza.

Io resto convinto che ci siano sempre altre strade, e queste, per opportunità politiche e non solo, non vogliano essere intraprese, da nessuna delle parti.

La questione arabo/palestinese/israeliana è molto complessa. Magari bastasse dire: sedetevi ad un tavolo e discutetene. Su questo sono d'accordo con nightolo.
Ma sono convinto che se Europa, Stati Uniti e magari anche la Russia si schierassero tutti compatti a favore del dialogo, una soluzione forse si potrebbe trovare. E invece noi riusciamo ad essere compatti neanche tra di noi.
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27/07/2006 11:52
 
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Emergenze | da Beirut, Giorgio Ferrari (Avvenire)
"Il problema non è la fase uno, quella della guerra, ma la fase due, quando la guerra sarà finita". Il caffè nella tazza oscilla. Se vi eravate immaginati che la sede della Caritas libanese a Beirut fosse un'isola di serenità e di sicurezza nel tumulto della battaglia, dobbiamo immediatamente deludervi. Mentre George Massoud Khoury siede davanti a noi, l'eco di un'esplosione fa tremare i muri, i vetri tintinnano, la biro sul tavolo rotola a terra, come se ci fosse il terremoto. "Siamo a meno di mille metri in linea d'aria da Haret Hreik - sorride amaro il direttore della Caritas -. Hanno ricominciato, evidentemente Condoleezza Rice è ripartita da Tel Aviv...". Ma nella piccola efficiente palazzina del quartiere di Sin el Fil la macchina della Caritas libanese non smette un istante di girare e i telefoni trillano in un concerto ininterrotto. La Caritas Libano vanta una rete di volontari distribuita in tutto il Paese in 38 uffici periferici.
Centinaia di volontari che si offrono di aiutare i nuovi venuti, di intrattenere i bambini, di facilitare gli interventi di urgenza per le persone malate.


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[Modificato da jay.ren 27/07/2006 16.33]

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Una meditazione di Joseph Ratzinger (fonte "L'Espresso" - grassetto mio)
Il papa si è recato a Rhemes Saint-Georges, in una piccola parrocchia di montagna, e alle persone che gremivano la chiesetta ha dettato una meditazione sul brano di san Paolo letto nelle messe di quella domenica.

Il brano era tratto dalla Lettera agli Efesini, 2, 13-18:

"Ora in Cristo Gesù voi che un tempo eravate i lontani siete diventati i vicini grazie al sangue di Cristo. Egli infatti è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l'inimicizia, annullando, per mezzo della sua carne, la legge fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, distruggendo in se stesso l'inimicizia. Egli è venuto perciò ad annunziare pace a voi che eravate lontani e pace a coloro che erano vicini. Per mezzo di lui possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo Spirito".

E così Benedetto XVI l'ha commentato. La meditazione è durata sette minuti. Il papa non leggeva ma improvvisava. Ecco la trascrizione integrale delle sue parole, assolutamente da leggere:


Come essere forze di pace nel mondo

di Benedetto XVI


Solo una breve parola di meditazione sulla lettura che abbiamo ascoltato. Ci colpisce nel sottofondo della situazione drammatica del Vicino Oriente la bellezza della visione illustrata dall'apostolo Paolo: Cristo è la nostra pace. Ha riconciliato gli uni e gli altri, ebrei e pagani, unendoli nel suo corpo. Ha superato l'inimicizia nel suo corpo, sulla croce. Con la sua morte ha superato l'inimicizia e ci ha uniti tutti nella sua pace.

Ci colpisce, però, ancor più della bellezza di questa visione, il contrasto con la realtà che viviamo e vediamo. E non possiamo far altro, in un primo momento, che dire al Signore: "Ma Signore, che cosa ci dice il tuo apostolo: ‘Sono riconciliati'?". Noi vediamo, in realtà, che non sono riconciliati... C'è ancora guerra tra cristiani, musulmani, ebrei; e ci sono altri che fomentano la guerra e tutto è ancora pieno di inimicizia, di violenza. Dove sta l'efficacia del tuo sacrificio? Dove è nella storia questa pace della quale ci parla il tuo apostolo?

Non possiamo noi uomini risolvere il mistero della storia, il mistero della libertà umana di dire "no" alla pace di Dio. Non possiamo risolvere tutto il mistero della relazione Dio-uomo, del suo agire e del nostro rispondere. Dobbiamo accettare il mistero. Ci sono tuttavia elementi di risposta che il Signore ci dà.

Un primo elemento - questa riconciliazione del Signore, questo suo sacrificio - non è rimasto senza efficacia. C'è la grande realtà della comunione della Chiesa universale, di tutti i popoli, la rete della comunione eucaristica, che trascende le frontiere di culture, di civiltà, di popoli, di tempi. C'è questa comunione, ci sono queste "isole di pace" nel Corpo di Cristo. Ci sono. E sono forze di pace nel mondo. Se guardiamo alla storia, possiamo vedere i grandi santi della carità che hanno creato "oasi" di questa pace di Dio nel mondo, che hanno sempre di nuovo acceso la sua luce, ed erano sempre di nuovo anche capaci di riconciliare e di creare la pace. Ci sono i martiri che hanno sofferto con Cristo, hanno dato questa testimonianza della pace, dell'amore che mette un limite alla violenza.

E vedendo che la realtà della pace c'è - anche se l'altra realtà è rimasta - possiamo andare più in profondità nel messaggio di questa Lettera di san Paolo agli Efesini. Il Signore ha vinto sulla croce. Non ha vinto con un nuovo impero, con una forza più potente delle altre e capaci di distruggerle; ha vinto non in modo umano, come noi immaginiamo, con un impero più forte dell'altro. Ha vinto con un amore capace di giungere fino alla morte. Questo è il nuovo modo di vincere di Dio: alla violenza non oppone una violenza più forte. Alla violenza oppone proprio il contrario: l'amore sino alla fine, la sua croce. Questo è il modo umile di vincere di Dio: con il suo amore - e solo così è possibile - mette un limite alla violenza. Questo è un modo di vincere che ci appare molto lento, ma è il vero modo di vincere il male, di vincere la violenza e dobbiamo affidarci a questo modo divino di vincere.

Affidarci vuol dire entrare attivamente in questo amore divino, partecipare a questo lavoro di pacificazione, per essere in linea con quanto il Signore dice: "Beati i pacificatori, gli operatori di pace, perché sono loro i figli di Dio". Dobbiamo portare, per quanto possiamo, il nostro amore a tutti i sofferenti, sapendo che il giudice del giudizio ultimo si identifica con i sofferenti. Quindi, quanto facciamo ai sofferenti lo facciamo al giudice ultimo della nostra vita. Questo è importante: che in questo momento possiamo portare questa sua vittoria al mondo, partecipando attivamente alla sua carità.

Oggi in un mondo multiculturale e multireligioso, molti sono tentati di dire: "Meglio per la pace nel mondo tra le religioni, le culture, non parlare troppo delle specificità del cristianesimo, cioè di Gesù, della Chiesa, dei sacramenti. Accontentiamoci delle cose che possono essere più o meno comuni...". Ma non è vero. Proprio in questo momento - nel momento di un grande abuso del nome di Dio - abbiamo bisogno del Dio che vince sulla croce, che vince non con la violenza, ma con il suo amore. Proprio in questo momento abbiamo bisogno del volto di Cristo, per conoscere il vero volto di Dio e per portare così riconciliazione e luce a questo mondo. Perciò insieme con l'amore, con il messaggio dell'amore, con tutto quanto possiamo fare per i sofferenti in questo mondo, dobbiamo portare anche la testimonianza di questo Dio, della vittoria di Dio proprio mediante la non violenza della sua croce.

Ritorniamo così al punto di partenza. Quanto possiamo fare è rendere la testimonianza dell'amore, la testimonianza della fede; è soprattutto elevare un grido a Dio: possiamo pregare! Siamo sicuri che il Padre nostro ascolta il grido dei suoi figli. Nella messa, preparandoci alla santa comunione, a ricevere il Corpo di Cristo che ci unisce, preghiamo con la Chiesa: "Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni". Questa sia la nostra preghiera in questo momento: "Liberaci da tutti i mali e donaci la pace". Non domani o dopodomani: donaci, Signore, la pace oggi! Amen.
27/07/2006 16:10
 
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Posso gentilmente chiedervi di limitare il post di articoli interi e magari limitarvi a citare la fonte e il link e riportare solo le parti più importanti?

So che sono un rompiballe oggi, e so anche che non tutti hanno tempo di fare lavori di bricolage, ma se postiamo troppi articoli c'è il rischio di perdersi nei meandri.

Almeno io la vedo così.

Oggi.

Magari domani copio e incollo articoli da ogni banda.
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27/07/2006 16:36
 
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Re:

Scritto da: gior77 27/07/2006 16.10
Posso gentilmente chiedervi di limitare il post di articoli interi e magari limitarvi a citare la fonte e il link e riportare solo le parti più importanti?




Perdonaci, o moderatore...

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27/07/2006 17:04
 
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• NewsFlashes, 27 luglio 2006 >>

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27/07/2006 21:04
 
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Posto l'articolo intero perché mi pare abbastanza corto, in ogni caso, se fosse ritenuto spropositato, tagliate dove volete o sostituite con il link, tanto è preso dal Corsera. Giusto qualche numero, per renderci un po' conto di cosa sia questa guerra e cosa siano, un'altra volta, le proporzioni. Io ribadisco, a me ricordano un'altra guerra. Stanno distruggendo un Paese, e stanno facendo prudere le mani a terroristi di vario tipo. E il mondo ci manca poco che applauda. Di sicuro nessun israeliano finirà all'Aja, che come ho affermato più volte, è posto per i soliti polli...

La stima è del ministero della Sanità
«Libano, 600 morti in 16 giorni di guerra»
«Negli ospedali abbiamo raccolto 401 cadaveri». Maariv: «Le vittime israeliane sono 53. Migliaia di feriti»


BEIRUT - I morti provocati in Libano da sedici giorni di combattimenti potrebbero ammontare a 600: lo ha reso noto il ministro della Sanità, Mohammad Khalifeh, secondo cui negli ospedali sono stati finora raccolti in tutto 401 cadaveri. «Oltre a tali vittime, sotto le macerie ce ne sono ancora da centocinquanta a duecento. Non siamo stati in grado di recuperarne i resti, perché le zone dove hanno perso la vita sono ancora sotto tiro», ha spiegato il ministro.
VITTIME ISRAELIANE - Sull'altro fronte, i morti israeliani (militari e civili) sarebbero invece 53. Questa la stima pubblicata da Maariv dopo la dura battaglia di Bint Jbeil (nel Libano del sud) durante la quale sono rimasti uccisi nove soldati. Il bilancio dei feriti, per lo più civili, è finora di un migliaio. Gli sfollati sono valutati in diverse centinaia di migliaia, anche se in merito non sono state pubblicate statistiche ufficiali: per lo più sono infatti ospitati in abitazioni private di amici e parenti in zone di Israele non colpite finora dai razzi Hezbollah.
27 luglio 2006
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28/07/2006 11:33
 
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La situazione, in ordine cronologico, della guerra tra Israele e Libano, nei lanci delle agenzie internazionali.

• NewsFlashes, 27 luglio 2006 >>

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[Modificato da jay.ren 28/07/2006 16.56]

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29/07/2006 13:49
 
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Shopping time: il dietro le quinte di Tel Aviv e Washington


di Andrea Varacalli, Avvenire

Secondo un'informativa dei servizi americani datata 24 luglio, di cui noi di Avvenire siamo entrati in possesso, Israele avrebbe richiesto l'acquisto di un aereo da rifornimento KC-10 Extender JP-8, per un costo stimato di 210 milioni di dollari. "L'offerta, spiega il documento, contribuirà a garantire stabilità politica nella regione e progresso economico per il Medio Oriente". Tecnicamente, il KC-10 e JP-8 permetterà agli F-16 con la stella di David di rifornirsi dell'innovativa miscela di carburante in volo. Al momento, il Centro di Difesa americano che stabilisce la fornitura ai paesi amici degli States, non è in grado di conoscere quale sarà la compagnia industriale che venderà il velivolo a Tel Aviv. Questo a causa "della florida competivita' sul mercato". Tuttavia, il semaforo verde di Washington all'iniziativa israeliana è arrivato e non ha, per adesso, mostrato alcun rallentamento nell'affare nonostante l'imbarazzo diplomatico degli americani di questi giorni. L'arrivo dell'Extender e JP-8 sarebbe in processo senza intoppi.
L'IDF/AF, esercito ed aeronautica israeliana, vanta sul proprio territorio ben quarantaquattro basi operative da dove i caccia possono atterrare e decollare. Da Ami'ad, nel nord ovest, fino a Beer-Sheeba e al Bet-zet tra Golem e Siria - dove per sbaglio qualche anno fa atterrarono due Mig-17s siriani - con queste capacità logistiche sorprenderebbe che l'aviazione di Tel Aviv avesse la necessità strategica per il KC-10 sul confine libanese o anche fino a Beirut. "Semmai, - spiegano gli esperti militari - mostrerebbe appieno le utilità per voli che vanno dalle1500 miglia". Per capirci: oltre Damasco, ma nel respiro di Teheran, quindi secondo un disegno geopolitico legato alle attuali tensioni nella regione. Ci vorrà ancora del tempo ovviamente per la realizzazione di questo aereo. Mesi, forse, se si escludono colpi di scena.
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Articolo, fotografie e scheda esplicativa su LET, Heimat >>
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Altre notizie dal fronte di guerra.

• NewsFlashes, 28 luglio 2006 >>

• NewsFlashes, 29 luglio 2006 >>

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Le foto dal fronte di guerra, scartate dalle agenzie internazionali.

Let's Photograph >>

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29/07/2006 19:34
 
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From gaza, with love
fromgaza.blogspot.com/

29/07/2006 21:47
 
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Le immagini che non fanno vedere alla TV:
informationclearinghouse.info/article14253.htm

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30/07/2006 17:58
 
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Venti bambini morti sotto il bombardamento israeliano
Sotto i bombardamenti israeliani di un edificio di tre piani a Cana, ad est di Tiro, nel sud del Libano, sono morti almeno 20 bambini. Alcune delle vittime era già fuggite da altri villaggi della zona di Tiro sotto il tiro delle bombe di Gerusalemme. In precedenza una decina di villaggi del Libano meridionale, attorno a Tiro, erano stato bombardati per due ore dalle postazioni israeliane.
Secondo le forze di sicurezza libanesi sono almeno 40 i morti e i feriti provocati dal crollo.

fonte: repubblica.it

Aggiornamento degli ultimi minuti... sono già 37 i corpi senza vita dei bambini vittime del bombardamento di Cana.

[Modificato da scottishflag 30/07/2006 18.01]

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It may be good for New York state but it's no damn good for me.
30/07/2006 18:36
 
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E quei bambini cos'erano? Noti terroristi hezbollah? [SM=g27826]
Adesso mi fermo e non scrivo più nulla. Non ho partecipato molto a questo 3d perché sennò avrei scatenato un flame che avrebbe incendiato i server di freeforumzone.
Oltretutto, sono troppo adirata per discutere in modo razionale.
Dico solo che l'opinione pubblica in irlanda la pensa come me. Troppe analogie.
Adesso chiudo.
[SM=g27813]
30/07/2006 18:49
 
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Quello che sta succedendo è molto triste.
E l'immobilismo dell'occidente, preda del veto degli stati uniti, è ancora più triste.

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30/07/2006 21:56
 
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Un governo che si comporta in questo modo non si sta difendendo, sta attirando come una calamita altri nuovi orrori. "Continuino pure" sembra il messaggio del resto del mondo, "le scorte di armi sono infinite"...Come lo schifo che proviamo.
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31/07/2006 00:38
 
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Certo che dichiarazioni di questo genere fanno tutt'altro che spianare la strada alla pace o almeno a una tregua...

Siniora ringrazia pubblicamente Hezbollah
Il premier libanese Fuad Siniora ha ringraziato gli hezollah per i "loro sacrifici", sostenuti durante la guerra contro Isreale. "Sono grato per gli sforzi di chi sacrifica la propria vita per l'indipendenza e la sovranità del Libano".



Anche se nel frattempo si aprono spiragli

Israele sospende i raid per 48 ore

Israele ha accettato di sospendere per 48 ore gli attacchi aerei sul Libano mentre indaga sulla strage di Cana. Lo ha reso noto a Gerusalemme un portavoce del dipartimento di Stato Usa dopo i colloqui della Rice con le autorità israeliane. Israele coordinerà con l'Onu un periodo di 24 ore in cui sarà concesso un "libero passaggio" in piena sicurezza a chi desideri lasciare il sud del Libano. E si riserva il diritto di interrompere la tregua in ogni momento se noterà attività in preparazione di attacchi contro il suo territorio
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Good evening, there was already an injury, huh?

Giovanni Trapattoni, falling off his chair
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31/07/2006 09:11
 
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Altre immagini "scartate" dalle agenzie internazionali, sul conflitto tra LIbano ed Israele:

• A shoot in pictures >>

inoltre ecco le

• NewsFlashes, 30 luglio 2006 >>
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31/07/2006 09:52
 
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Foto degli effetti delle armi proibite usate dall'esercito israeliano

Tsahal si comporta come un esercito di assassini legalizzati, vorrei capire dov'è il discrimine che li separa dai terroristi; a parte la forza delle armi entrambi sparano sui civili, entrambi mirano a terrorizzare l'altro... e noi assassini con loro, visto il patto di ricerca e sviluppo che lega i nostri eserciti e le nostre industrie belliche. Quelle fanno sempre festa.
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01/08/2006 13:36
 
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Intervista a Jihad Samhat, operatore delle Nazioni Unite (fonte: peacereporter.net)
Libano - 31.7.2006
Un mare di odio
Il massacro di Qana, la rabbia per le vittime e l'impotenza verso le menzogne


Intervista a Jihad Samhat, operatore delle Nazioni Unite a Tiro, nel sud del Libano.

"Provo una tristezza più profonda che mai. Ieri è stato di gran lunga il giorno peggiore dall’inizio di questa guerra. Mi solo alzato la mattina per ascoltare le notizie dell’ennesimo massacro, a Qana, un villaggio a sud di Tiro. È stato un po’ come un deja vù. Solo dieci anni fa, nel 1996, Qana fu teatro di un grave massacro avvenuto all’interno della base dei peacekeepers delle Nazioni Unite, in cui furono uccisi oltre centocinquanta civili. Un ricordo molto vivo nelle memorie di noi tutti. Oggi, di nuovo, la macchina del terrore di Israele ha spinto nel silenzio eterno dozzine di civili. Sono distrutto dal numero di bambini che ho contato mentre venivano rimossi dalle macerie di quello che era un rifugio per civili. Con i miei occhi ho osservato i cadaveri di ventisei bambini, per non parlare delle vittime tra le donne e le persone anziane. Non ne potevo più del conteggio, volevo solo urlare."

Lei dice che era un rifugio di civili. Israele sostiene invece che da quel palazzo partivano i razzi di Hezbollah...
"Fin dall’inizio di questo conflitto i droni, gli aerei spia senza pilota, hanno sorvolato ininterrottamente le nostre teste alla ricerca di obiettivi per i missili e l’artiglieria israeliana. Non sarebbe logico che questi ‘occhi in cielo’ siano in grado di distinguere tra civili o bambini e combattenti della guerriglia? Perché è successo? Forse perché il pilota dell’elicottero che ha distrutto il rifugio e le vite che custodiva non ha un cuore? Credo di no. I militari israeliani sono dei robot senza emozioni degne di esseri umani? Questo potrebbe anche essere possibile. I capi dell’esercito israeliano sapevano bene che quell’edificio era un rifugio per civili! Quelle persone erano rimaste strette e rannicchiate per sedici giorni, con lenzuola bianche esposte, a sottolineate la loro innocenza. Cos’è questo se non un omicidio a sangue freddo?"

Gli israeliani parlano di diritto all'autodifesa.
"Forse gli israeliani non la vedono allo stesso modo, dopo tutto i loro bambini hanno scritto messaggi d’amore sulle bombe da spedire ai loro coetanei arabi. Forse lo fanno perché si considerano il ‘popolo eletto da Dio’. Ma questo dà loro il diritto di uccidere? Tutto questo mi fa pensare: come è possibile che il governo più razzista del mondo possa essere sostenuto ciecamente dall’occidente e dagli Stati Uniti, che fanno un gran parlare di diritti umani e uguaglianza? L’occidente e gli Stati Uniti non si ricordano i discorsi dell’ex ministro della Difesa Moshe Dayan, quando diceva ai suoi colleghi del parlamento che “Noi dovremmo dire ai palestinesi che non abbiamo soluzioni per loro. Che dovranno vivere come cani e chi se ne vuole andare se ne vada”. Non è razzismo questo? Se non lo è, allora il razzismo non so che sia".

Ha fiducia nella mediazione delle nazioni occidentali?
"Che cosa è venuta a fare in Libano la ‘profondamente preoccupata’ Condoleezza Rice settimana scorsa? Il presidente di guerra Gorge W. e la sua marionetta Tony Blair credono davvero di proteggere la popolazione statunitense e britannica, avvallando e sponsorizzando tutta questa serie di morti nel nome della ‘guerra contro il terrore ’? O stanno invece ponendo le pietre angolari perché nuove cellule del terrore possano emergere dal mare di odio verso l’occidente e i suoi alleati?"
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2000 years ago, in qana, jesus transformed water into wine.

today, in qana, the israeli air force transformed kids into ashes.

today, in beirut, i am not able to transform this page into a drawing.

[Modificato da trollino63 01/08/2006 13.47]

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Carissimi,
manco un po' dal forum per via del lavoro e della mia intensa vita mondana.
Non vi dico con quale preoccupazione vedo le cose dal Marocco, un paese che vuole essere arabo e musulmano, nella sua costituzione, ma non lo è affatto per via della presenza di tanti gruppi etnici non arabi e per la presenza ora smilza di una antica comunità ebraica. Infatti quando da noi c'era l'Inquisizione e dall'altra sponda del Mediterraneo l'età d'oro dell'Islam con filosofi, astronomi e matematici, gli ebrei si erano rifugiati nei paesi islamici per sfuggire alle persecuzioni. Sembra incredibile ma è così. Il primo congresso sionista, ben diverso negli obiettivi dal sionismo di Eretz Israel che conosciamo oggi, si svolto a Tangeri all'inizio del Novecento.

Ogni musulmano vede la cosa in maniera personale, come un attacco alla propria religione e al proprio popollo, per questo la cosa è ancora più preoccupante.
E' da giorni che medito su cosa fare. Io ho lavorato come volontaria in Israele e ora mi occupo di cooperazione per lo sviluppo del Marocco. Mi sento di essere in una posizione abbastanza equilibrata.
Mi fa rabbia il fatto che tutti se la prendano con gli USA. E' troppo facile. O con le Nazioni Unite: le nostre sedi sono state attaccate e Kofi Annan si è esposto come mai prima nella storia dei segretari generali delle NU.
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gente allegra il ciel l'aiuta
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