Caro Antonio, avevo pensato di scriverti in privato, ma poi mi sono detta, ma no, pubblichiamolo sul forum questo intervento, eppoi io e Antonio siamo praticamente conterranei (i miei genitori sono siciliani, minghia
), se non ci si da' una mano...
prima di tutto mi dispiace moltissimo per le tue disavventure, che rispecchiano la Dublino degli anni'00, come hai detto tu, la brutta copia di una Londonina provinciale, che peccato davvero. io quattordici ani fa questi problemi di inserimento non li avevo (non avevo neppure la macchina
), il mio primo anno a Dublino è stato molto duro perché non c'erano soldi e non c'era lavoro,ma molta gente mi diede una mano e questo mi fece restare... ma è acqua passata.
Ora vivo a Cork. perfettamente inserita nella comunità, direste voi, per quelli del quartiere sono quella "con l'accento simpatico ed il figlio strano", ma va detto anche che sono la consorte di uno del luogo, che l'accento differente non ce l'ha e questo vuol dire tanto.
Sai quante volte ultimamente io e mio marito abbiamo pensato di lasciare l'Irlanda? Almeno 500. Non per problemi di assicurazione o tassazione, per carità, anche se l'anno scorso mi hanno rimosso la macchina davanti a UCC e mi sono incazzata parecchio perché avevo ragione, ho fatto pure ricorso ma niente da fare... questo è stato davvero il mio unico "incidente burocratico" in 14 anni, che non è nulla se paragoniamo il fatto che mio marito in italia non è riuscito ad ottenere un permesso di soggiorno nonché una residenza in 12 mesi che non è male per un membro della CE...
Però ho un figlio. Vedi, mio figlio è un po' particolare e forse un giorno diventerà importante, forse un regista, forse finirà in carcere
o su Marte, ma non importa, ciò che importa è che le scuole non gli piacciono e non si conforma, è più sensibile degli altri ed ha un QI più alto della media della sua età. Sul lato opposto, abbiamo in irlanda un sistema scolastico primario medievale, scuole affollate, insegnanti impreparati, direttori coglioni
Soprattutto l'ultimo, che ha fatto inferocire ogni singolo genitore della scuola con la sua arroganza ed inciviltà, a cui io non rivolgo più la parola e la prossima volta che gli parlerò sarà tramite un avvocato. E così mio figlio, più ntelligente del suo direttore, è stato "marchiato" a fuoco come una mucca, gli hanno dato una diagnosi forzata, un'etichetta, quella di Asperger (ma che 'vvò dì? pure Bill Gates è Asperger) che è una forma di autismo lieve per i profani, ma che tutti gli psicologi che lo hanno visto privatamente hanno rifiutato, sputando fuoco e fiamme contro la scuola e gli insegnanti.
Così io e Mr. Buckley spendiamo una fortuna in supporto psicologico privato per il nostro figlio vittimizzato da un sistema scolastico incompetente. per carità, gli psicologi fin'ora incontrati sono miolto bravi, all'avaguardia, ci si meraviglia come un sistema universitario così aggiornato non riesca a produrre degli insegnanti decenti.
Ma, hey, magari siamo noi sfigati con quella scuola e da quando il vecchio buon direttore se ne andò due anni fa le cose sono precipitate e non è colpa di nessuno.
E nonstante le notti insonni, i soldi spesi ed il muro di ignoranza quotidiano incontrato se si è genitori in questo paese, non ce ne siamo ancora andati. E penso non lo faremmo mai. Ed invece che faccio? Sto diventando io psicologa, per avere il lusso in futuro di sbattere la mia qualifica in faccia a chiunque, in virtù della sua posizione di potere, mi sventoli la bandiera dell'ignoranza in faccia.
Non possiamo cambiare il mondo, ma possiamo cambiare piccole cose. Non accettando le piccole cose, che per noi ovviamente sono enormi perché dei nostri figli si tratta, cercando di cambiarle dall'interno.
In Italia non potrei tornare, ormai sarei una straniera in terra straniera, non riconoscerei più nulla, non accetterei più nulla, e poi ultimamente volano treppiedi dappertutto non si sa mai
La mia piccola esperienza. So che non cambierà le tue decisioni ma almeno ti farà piacere sapere che non sei il solo che ha battutto contro lo zoccolo duro dell'arroganza e che, sfortunatamente, l'irlanda è un paese come gli altri e Dublino, per via della globalizzazione, sta diventando una città come le altre, con i suoi lati negativi e positivi.
E nonostante tutto ciò, guarda un po' che masochisti, i Buckley non si muovono dalla casetta gialla corconiana. Perché? Perché questa è "home" come per me nessun altro posto lo è mai stato.
Un abbraccio,
Martina