No, non mi torna. E ti spiego perchè (naturalmente è la mia opinione).
Vivere, così come morire, implica assumersi responsabilità.
Questo giustifica perchè secondo me intanto il testamento biologico può essere utile: mi assumo la responsabilità di disporre della mia esistenza nel momento in cui sussistano una serie di fattori che mi impediscano di vivere in maniera diciamo dignitosa, per capirsi. Poichè posso trovarmi nella impossibilità di decidere di mettere in pratica la mia volontà delego qualcun altro in mia vece.
Il caso che fai tu, ovvero quello di una persona che desidererebbe morire ma non si sente di porre fine alla propria esistenza, è diverso dal delegare altri a compiere ciò che tu stesso avresti fatto.
Assolutamente concorde che proprio nel mettere dei paletti a fino a dove si può spingere l'assistenza dello stato (nella forma di una legge) è il problema della questione, proprio perchè come diceva Ilaria si tratta di sfumature, e non di demarcazioni nette (non ultimo, si può immaginare di voler porre fine all'esistenza in una serie di condizioni, fermo restando che nel caso in cui uno poi ci si trova potrebbe anche cambiare idea e non avere modo di comunicarlo - la settimana scorsa mi hanno raccontato di una signora completamente paralizzata e non più in grado neanche di parlare, che dopo anni ha avuto l'ausilio di un computer che controlla con il battito delle ciglia - significa aver acquisito non proprio la parola ma una seppur minima autonomia).
Chiariamo: è un argomento spinosissimo e ci ragioniamo insieme.
- all songs are living ghosts and long for a living voice - B.K.