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29/09/2006 18:02 | |
Scritto da: Copycorner.BS 29/09/2006 17.55
chiaro! concordo con te. Per questo ci sono i comitati di Bioetica che hanno il compito di valutare caso per caso.
ora... io di bioetica non ne so nulla, ma mi/ti faccio una domanda: siamo tutti concordi che legiferare sull'eutanasia e' cosa assai ardua, visto che si basa su principi esclusivamente soggettivi. Le leggi pero' si dovrebbero basare su criteri oggettivi, in modo che possano essere applicate anche quando si devono fare valutazioni "caso per caso"... puo' la bioetica effettivamente fornire questi criteri oggettivi? |
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29/09/2006 18:14 | |
Scritto da: Earendil78 29/09/2006 18.02
ora... io di bioetica non ne so nulla, ma mi/ti faccio una domanda: siamo tutti concordi che legiferare sull'eutanasia e' cosa assai ardua, visto che si basa su principi esclusivamente soggettivi. Le leggi pero' si dovrebbero basare su criteri oggettivi, in modo che possano essere applicate anche quando si devono fare valutazioni "caso per caso"... puo' la bioetica effettivamente fornire questi criteri oggettivi?
se io faccio una legge che, ad esempio, è solo un esempio, solo solo un esempio, non contrastate l'esempio in quanto al suo contenuto ma alla sua struttura, dice: "in caso di PVS (permanent vegetative status) la decisione di interrompere le cure è delegata al parente più prossimo salvo diverse disposizioni del paziente", cosa accade?
semplice. concilio le due cose.
Oggettivizzo una situazione, tutelandone la soggettività contenutistica. In altre parole, garantisico che in quella situazione ipotetica (ma possibile) lo stato riconosca e rispetti le volontà soggettive del paziente.
Non vedo contraddizione. Oggettività e soggettività sono su due livelli distinti. Fergus, o chi di noi conosce il diritto, può fare tanti altri simili esempi. Mi viene in mente il testamento, ad esempio.
La Bioetica però sta dietro questo discorso. O meglio, sta prima. Ci si sta chiedendo se sia giusto o no permettere ad una persona di decidere la propria morte; se questo è sempre possibile o ci siano delle situazioni particolari in cui è permesso; se è coerente con i principi fondamentali su cui si fonda la nostra costituzione etc etc.
ecco ecco, un esempio che forse non calza perfettamente (come tutti gli esempi) ma che può chiarire cosa intendo. Ci sono 3 famiglie: la prima di religione A, la seconda B e la terza C. Tutti e tre hanno un lutto e varie procedure prima della sepoltura. Lo stato lascia liberi e tutela le tre forme di religiosità ma mette solo un "paletto": che il morto non sia seppillito nell'abitato per questioni di igene. Tutte e 3 le religioni dunque sono libere di praticare il loro culto a seconda dei loro principi (o dogmi in questo caso) ma si devono astenere anche ai principi dello stato presso il quale risiedono.
[Modificato da Copycorner.BS 29/09/2006 18.28] |
| | | | Post: 54 | Registrato il: 05/07/2004
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29/09/2006 21:09 | |
Gior, riguardo alla tua domanda sul figlio pieno di debiti che tenta di convincere il ricco e anziano genitore a staccare le macchine e morire (o a chi per lui) senza provare rimorso, non sta a me, a te nè allo Stato valutare se le persone hanno una coscienza e a che livello provi rimorso, poichè non è questo il punto.
Il punto fondamentale riguarda le condizioni di salute del genitore sofferente da anni a cui forse il figlio fa solo un favore staccando le macchine, con rimorso o meno.
Perchè vedi, se ci fossi io al posto di quel genitore, e stessi soffrendo da anni aspettando solo che la morte mi liberi da tanta sofferenza pensi che me ne fregherebbe qualcosa sapere se chi mi aiuta a morire piange o meno o prova rimorso per la mia morte?
Se il figlio vuole liberarsi del padre ma il padre allo stesso tempo è contento di essere aiutato a morire perchè sofferente da anni, secondo te quello è un reato? Il figlio ha compiuto un omicidio?
Ecco perchè a maggior ragione non si può fare una legge proibitiva per tutti, perchè ogni singolo caso,anche quello fatto con malafede, non può però pregiudicare gli altri, perchè se è vero che le eccezioni-come potrebbe essere questo caso-confermano la regola, la regola è che l'eutanasia si procura a determinate condizioni e che nessuno è felice di praticarla a un suo parente, ma è solo un rimedio estremo e passatemi il termine, legittimo, anche se non legittimato per ora.
Lo Stato al massimo deve regolamentare i casi in cui è possibile attuarla, ma non impedirla del tutto.
Io credo comunque che quando sei allo stadio terminale di una malattia incurabile tormentato tra atroci dolori diventi, e vi prego perdonatemi l'insano ma esplicativo paragone, come un tossicodipendente, ovvero l'unica cosa a cui riesci a pensare è a come porre fine al tuo tormento personale.
Personalmente penso che la solita ipocrisia che ci contraddistingue ci gridare allo scandalo quando si parla di "togliere" la vita a uno che per me è già morto, solo non ufficialmente (il che fa assai poca differenza per me), per poi non preoccuparci di quanti morti sani che potevano avere una vita completa fanno le guerre che ci sono in giro per il mondo.
Per me l'eutanasia è un finto problema sollevato dai soliti bogotti al governo e non, quando ci sarebbero cose altrettanto importanti ed urgenti a cui pensare, tipo come dare una vita reale e dignitosa a tanti giovani sani (e meno sani) e disoccupati che vorrebbero solo lavorare onestamente e avere una vita normale, senza dover continuamente espatriare per avere una garanzia di sopravvivenza. [Modificato da Dark Icon 29/09/2006 21.14] |
| | | | Post: 6.592 | Registrato il: 09/05/2005
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30/09/2006 15:22 | |
Non ho avuto modo di seguire questo dibattito nei giorni scorsi e quindi ho letto tutto adesso un po' di corsa...
Io credo che prima di tutto venga la libertà di scelta del singolo individuo, e la legge non può prescindere da questa.
Invece mi pare che nonostante l'opinione pubblica sia decisamente a favore di una legge che prenda atto di questa libertà, la classe politica tentenna per non urtare troppo il Vaticano, come sempre accade.
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Good evening, there was already an injury, huh?
Giovanni Trapattoni, falling off his chair |
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30/09/2006 15:56 | |
Scritto da: =Donegal= 30/09/2006 15.22
Non ho avuto modo di seguire questo dibattito nei giorni scorsi e quindi ho letto tutto adesso un po' di corsa...
Io credo che prima di tutto venga la libertà di scelta del singolo individuo, e la legge non può prescindere da questa.
Invece mi pare che nonostante l'opinione pubblica sia decisamente a favore di una legge che prenda atto di questa libertà, la classe politica tentenna per non urtare troppo il Vaticano, come sempre accade.
il dibattito sull'eutanasia è acceso anche laddove il Vaticano è solo uno "stato lontano"... vedi USA
Formalmente sono d'accordo con te. Il problema è che l'uomo non è totalmente libero e non lo sarà mai fintanto che farà parte di una società. |
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30/09/2006 16:15 | |
Scritto da: Copycorner.BS 30/09/2006 15.56
Il problema è che l'uomo non è totalmente libero e non lo sarà mai fintanto che farà parte di una società.
Aspirazioni anarchiche, Andrea?
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30/09/2006 16:29 | |
Scritto da: Corcaigh 30/09/2006 16.15
Aspirazioni anarchiche, Andrea?
quasi quasi... il problema è che ci crescono con questa frottola che siamo "liberi"...diciamo come stanno le cose, ostrega! Ma non è qui il posto. Non ora almeno.
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30/09/2006 16:32 | |
Sempre stata d'accordo. Viviamo in una società che non è libera per nulla. L'affermazione di Sartre ha i suoi limiti: a volte le nostre scelte non sono per nulla libere. Infatti, non sono per nulla scelte.
Però dovremmo definire il concetto di libertà, prima...
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30/09/2006 16:37 | |
Scritto da: Corcaigh 30/09/2006 16.32
Sempre stata d'accordo. Viviamo in una società che non è libera per nulla. L'affermazione di Sartre ha i suoi limiti: a volte le nostre scelte non sono per nulla libere. Infatti, non sono per nulla scelte.
Però dovremmo definire il concetto di libertà, prima...
libertà: quella cosa con le ali?
dai ne parliamo più in là, ok? oppure via mail, oppure apriamo un altro 3d |
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30/09/2006 16:43 | |
Beh, ci si può riaggancciare qui però: l'eutanasia come libera scelta di terminare la propria vita in maniera dignitosa. Se la società per definizione non è libera, l'eutanasia non è attuabile. O per lo meno non è conciliabile con la nostra società.
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| | | | Post: 59 | Registrato il: 07/10/2005
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30/09/2006 16:48 | |
E' vero, forse se una persona fosse sola su un isoletta tipo "Conan ragazzo del futuro" non ci sarebbe bisogno della legge. Il problema è che quando l'uomo ha cominciato a vivere in comunità più numerose ha avuto bisogno di regole per gestire la convivenza.Dapprima ha avuto origine il mito in cui le storie di esseri terreni e meno terreni tramandate per via orale cercavano di "spaventare" l' uomo ( se ti comporti così ti succede questo e quello)poi è arrivato il diritto.
Per quanto riguarda la libertà, penso che non sia tanto fare quello che si vuole, quanto piuttosto volere quello che si fa |
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30/09/2006 16:49 | |
Scritto da: Corcaigh 30/09/2006 16.43
Beh, ci si può riaggancciare qui però: l'eutanasia come libera scelta di terminare la propria vita in maniera dignitosa. Se la società per definizione non è libera, l'eutanasia non è attuabile. O per lo meno non è conciliabile con la nostra società.
no.. perchè? è libera se lo stato la permette. E' una libertà garantita. Diventa un diritto dunque. |
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30/09/2006 16:55 | |
Per cui ammetti che una libertà garantita è possibile. ovviamente utilizzando il verbo "permettere". |
| | | | Post: 6.592 | Registrato il: 09/05/2005
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30/09/2006 16:57 | |
Scritto da: peregrino 30/09/2006 16.48
E' vero, forse se una persona fosse sola su un isoletta tipo "Conan ragazzo del futuro" non ci sarebbe bisogno della legge. Il problema è che quando l'uomo ha cominciato a vivere in comunità più numerose ha avuto bisogno di regole per gestire la convivenza.Dapprima ha avuto origine il mito in cui le storie di esseri terreni e meno terreni tramandate per via orale cercavano di "spaventare" l' uomo ( se ti comporti così ti succede questo e quello)poi è arrivato il diritto.
Per quanto riguarda la libertà, penso che non sia tanto fare quello che si vuole, quanto piuttosto volere quello che si fa
Senza dubbio.
Le leggi dovrebbero regolare i rapporti tra i vari soggetti, e non le scelte dei singoli che riguardano prima di tutto loro stessi...
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30/09/2006 17:02 | |
Scritto da: Corcaigh 30/09/2006 16.55
Per cui ammetti che una libertà garantita è possibile. ovviamente utilizzando il verbo "permettere".
Una libertà di scelta tra varie opzioni sì. Una libertà assoluta no.
Ricordi tutte le teorie sul contratto sociale? L'uomo è libero all'origine ma per tutelare la sua vita e aumentare il proprio benessere sacrifica parte della sua libertà a fronte di uno stato che gli garantisca beni maggiori, e sopratutto la vita.
Donegal: l'eutanasia è anche un rapporto tra paziente e medico. Il medico esercita come funzionario statale (sia esso dipendete pubblico o meno). Ciò porta nuovamente al rapporto individuo-stato dove la libertà non è assoluta.
Condivido infatti le parole di Mill: The only part of the conduct of any one, for which he is amenable to society, is that which concerns others. In the part which merely concerns himself, his independence is, of right, absolute. Over himself, over his own body and mind, the individual is sovereign. (On Liberty, chapter 1).
Ma quando è possibile dire che una questione compete meramente all'individuo? [Modificato da Copycorner.BS 30/09/2006 17.17] |
| | | | Post: 431 | Registrato il: 31/10/2004
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30/09/2006 22:17 | |
Scritto da: Copycorner.BS 30/09/2006 17.02
Condivido infatti le parole di Mill: The only part of the conduct of any one, for which he is amenable to society, is that which concerns others. In the part which merely concerns himself, his independence is, of right, absolute. Over himself, over his own body and mind, the individual is sovereign. (On Liberty, chapter 1).
Ma quando è possibile dire che una questione compete meramente all'individuo?[Modificato da Copycorner.BS 30/09/2006 17.17]
Applicando alla lettera solo quando l'individuo e' in bagno(*) ed in camera da letto(*), finche' dorme da solo.
(*) terms and conditions apply |
| | | | Post: 6.592 | Registrato il: 09/05/2005
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01/10/2006 14:23 | |
Scritto da: Copycorner.BS 30/09/2006 17.02
Donegal: l'eutanasia è anche un rapporto tra paziente e medico. Il medico esercita come funzionario statale (sia esso dipendete pubblico o meno). Ciò porta nuovamente al rapporto individuo-stato dove la libertà non è assoluta.
Il medico non deve rispondere allo stato, ma al suo paziente ed assecondarne la volontà, sempre qualora il paziente sia in pieno possesso delle facoltà mentali o abbia dato disposizioni quando lo era.
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01/10/2006 16:46 | |
Concordo. Il medico risponde solo alla sua coscienza ed al giuramento di Ippocrate. Certamente non allo stato. Sennò si rischia un altro Menghele e combriccola che facevano esperimenti "medici" sugli ebrei solo perché glielo ordinava lo stato.... :
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| | | | Post: 59 | Registrato il: 07/10/2005
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01/10/2006 16:57 | |
Però c'è un problema.
Dal punto di vista legislativo se una persona ha la polmonite e rifiuta gli antibiotici un medico non puo' costringerla ad assumerli.
Lo stesso vale per un testimone di Geova che rifiuta una trasfusione di sangue.
Se il compito di un medico è allungare e migliorare la vita e ritardare la morte abbiamo stato vs medico |
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01/10/2006 19:13 | |
perdonatemi ma siete in errore. Un medico, come un ingegnere, come un avvocato, possono esercitare (anche privatamente) solo se lo stato garantisce per loro attraverso:
1) un attestato di qualifica professionale
2) il superamento di un esame di stato
3) l'iscrizione all'albo professionale
Spiacente ma per quanto se ne dica lo stato è sempre dietro di noi :) (a fare cosa poi non so... speriamo a non mettercelo!). |
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01/10/2006 19:15 | |
Scritto da: Juza1973 30/09/2006 22.17
Applicando alla lettera solo quando l'individuo e' in bagno(*) ed in camera da letto(*), finche' dorme da solo.
(*) terms and conditions apply
Nemmeno, perché se ti suicidi in bagno e sei pieno di debiti le tue relazioni (e responsabilità) ti segueno anche lì.
Oh, che figata! che intendi con "(*) terms and conditions apply"?
cioè, capisco ciò che significa ma è un modo che si sua nelle discussioni logico-retoriche del mondo anglosassone? [Modificato da Copycorner.BS 01/10/2006 19.45] |
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01/10/2006 19:21 | |
Scritto da: =Donegal= 01/10/2006 14.23
Il medico non deve rispondere allo stato, ma al suo paziente ed assecondarne la volontà, sempre qualora il paziente sia in pieno possesso delle facoltà mentali o abbia dato disposizioni quando lo era.
questo dove accade? Nel paese delle meraviglie?
comunque il principio di cui parli si chiama AUTONOMIA ed è uno dei 4 principi cardine della Bioetica (secondo Beuchamp-Childress). Il problema è che ce ne sono altri 3... e che spesso entrano in conflitto fra loro.
Ah! se riusciamo, cerchiamo di chiarire quando una nostra affermazione è "auspicabile" e quando è "di fatto". Senò poi ci confondiamo.
Insomma: i "dovrebbe essere così" ci stanno, ma che siano espliciti. [Modificato da Copycorner.BS 01/10/2006 19.47] |
| | | | Post: 6.592 | Registrato il: 09/05/2005
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01/10/2006 21:37 | |
Re: perdonatemi ma siete in errore.
Scritto da: Copycorner.BS 01/10/2006 19.13
Un medico, come un ingegnere, come un avvocato, possono esercitare (anche privatamente) solo se lo stato garantisce per loro attraverso:
1) un attestato di qualifica professionale
2) il superamento di un esame di stato
3) l'iscrizione all'albo professionale
Spiacente ma per quanto se ne dica lo stato è sempre dietro di noi :) (a fare cosa poi non so... speriamo a non mettercelo!).
Questo per quanto riguarda la parte burocratica, che attesta che è un medico e non un macellaio.
Ma dal punto vista pratico è il paziente che ha bisogno del medico, non lo stato.
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01/10/2006 21:47 | |
Copy, non parlavo dal punto di vista legislativo, ma dal punto di vista etico e/o morale...
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| | | | Post: 431 | Registrato il: 31/10/2004
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01/10/2006 21:52 | |
Scritto da: Copycorner.BS 01/10/2006 19.15
Oh, che figata! che intendi con "(*) terms and conditions apply"?
cioè, capisco ciò che significa ma è un modo che si sua nelle discussioni logico-retoriche del mondo anglosassone?[Modificato da Copycorner.BS 01/10/2006 19.45]
Ciao, scusa talvolta si pensa che tutti conoscano il mondo anglosassone, a livello di cultura popolare, perche' il forum parla dell'Irlanda. Ma non ci viviamo tutti.
"terms and conditions apply" e' la formuletta che si usa per dire che la promessa commerciale deve sottostare alle condizioni generali di contratto. E' il famoso asterisco dopo lo slogan pubblicitario, del tipo "venite gratis nel nostro albergo (*)" dove (*) sta per "se comprate questa bella enciclopedia per 750,00 EUR".
In questo caso vuole dire "io faccio un'affermazione ma non me ne prendo la responsabilita' perche' ci sono delle condizioni implicite che non ti dico".
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