Questi numeri dimostrano quanto siano falsi quelli che il nano legge tutti i giorni nei suoi comizi in TV.
Soprattutto la frase "Le famiglie italiane hanno sperimentato nel 2005 una rilevante riduzione del proprio potere di acquisto, un fenomeno che si protrae ormai dal 2001" dimostra come da quando ci sia questo governo le cose stiano andando sempre peggio.
Fonte:
Repubblica online
Famiglie italiane sempre
più povere e indebitate
E' il quadro che emerge dal "Rapporto Italia 2006" dell'Eurispes, secondo cui per il 58% degli italiani i soldi a propria disposizione non bastano ad arrivare a fine mese. Nel 2005 il credito al consumo è salito del 23%.
MILANO. Le famiglie italiane sono più povere e più indebitate. E' il quadro che emerge dal "Rapporto Italia 2006" dell'Eurispes. "Le famiglie italiane - sottolinea la ricerca - hanno sperimentato nel 2005 una rilevante riduzione del proprio potere di acquisto, un fenomeno che si protrae ormai dal 2001. Infatti, sul fronte dei consumi familiari in soli 12 mesi il credito al consumo ha avuto una crescita del 23,4%, pari quasi a 47 miliardi di euro nel 2005, accentuando una tendenza già manifestata negli anni passati". All'impennata dell'indebitamento delle famiglie, sottolinea l'Eurispes, "non si è riscontrata un altrettanto visibile crescita dei consumi pro capite che hanno segnato, nell'ultimo biennio, incrementi modesti nell'ordine dell'1% annuo". Per il 58% degli italiani, "i soldi a propria disposizione non bastano ad arrivare a fine mese".
Le famiglie, rileva l'Eurispes, ricorrono al credito al consumo "soprattutto per far fronte ai bisogni essenziali, cure mediche
e specialistiche, automobili, elettrodomestici, servizi per la casa, piuttosto che per acquistare beni e servizi voluttuari quali, ad esempio, viaggi e vacanze". E si sta diffondendo "sempre più la pratica di credito al consumo per l'acquisto di beni di prima necessità come quelli alimentari". L'indebitamento delle famiglie, secondo l'Eurispes, "continuerà a crescere non per alzare la quantità e la qualità dei consumi ma per riuscire a mantenere il vecchio, dignitoso livello di vita". L'impoverimento ha modificato gli stili di vita: tagli a spese per il tempo libero (61,5%) e per viaggi e vacanze (64%) ma anche spese destinate a regali (72%) o ai pasti fuori casa (oltre il 66%). L'inflazione, stima l'istituto, nel periodo 2001-2005 è cresciuta complessivamente del 23,7% con una perdita del potere di acquisto delle retribuzioni pari al 20,4% per gli impiegati, al 14,1% per gli operai, al 12,1% per i dirigenti e all'8,3% per i quadri. Anche nel 2006, l'elevato costo della vita, attribuito da circa un italiano su quattro all'abuso da parte dei commercianti sull'aumento dei prezzi, rileva l'Eurispes, si conferma in cima alla graduatoria dei problemi che affliggono gli italiani. Aumentano,inoltre, secondo stime dell'istituto, le famiglie povere e a rischio povertà: 5,2 milioni di nuclei familiari, circa il 23% delle famiglie italiane e più di 15 milioni di persone, di cui 3 milioni minori di 18 anni.
Analizzando la distribuzione della ricchezza in Italia, l'Eurispes ricerca i nuovi ricchi nei settori finanziario, assicurativo, immobiliare e dei servizi alle imprese: medi e grandi azionisti, brokers e consulenti delle società finanziarie e assicurative, medie e grandi azionisiti delle società di telefonia fissa e mobile, concessionari e rivenditori di servizi telefonici, ma anche commercianti all'ingrosso e al dettaglio, titolari di centri estetici e beauty farm, avvocati e consulenti del settore finanziario, dentisti, commercialisti. Tra chi ha perso ci sono piccoli risparmiatori, piccolo artigianato e piccola distribuzione, i piccoli e medi imprenditori agricoli, operatori dello spettacolo.
[Modificato da =Donegal= 27/01/2006 14.58]