"Omagh": il muro di gomma made in Ireland
Premiato al Roma Indipendent Film Festival il lavoro di Pete Travis sull'attentato della Real Ira che costò la vita a 31 persone. Scritto dall'autore di Bloody Sunday, la pellicola segue la ricerca della verità intrapresa dai familiari delle vittime.
Roma, 19 aprile 2005 - Purtroppo i "muri di gomma", quelle terribili domande senza risposte che lasciano i dolori privi della dovuta giustizia, non sono una peculiarità tutta italiana.
Non è certo una grande consolazione, e nemmeno una scoperta originale, ma la storia della Contea di Omagh è di quelle che ti risvegliano l'indignazione per le colpevoli e dolose inefficienze di cui sono responsabili i nostri governanti.
Se poi quella stessa storia viene raccontata con dovizia di particolari e con uno sguardo lucido e attento sulle sensazioni e sui sentimenti più profondi che una tragedia può scatenare, allora l'indignazione cresce e con essa la presa di coscienza della possibilità di cambiare il triste andamento del mondo.
Il Roma Indipendent Film Festival ha conferito al film "Omagh" di Pete Travis la menzione speciale per la miglior opera di impegno civile.
Il film racconta la storia della contea irlandese che nell'agosto del 1998, a pochi giorni dal voto per il referendum di pace in Irlanda, fu teatro di un terribile attentato eseguito da un gruppo dissidente dell'Ira contrario alla votazione.
Le immagini si aprono, nel più completo silenzio, con la preparazione dell'autobomba da parte dei militanti della Real Ira, un gruppo contrario al cessate il fuoco sancito con gli accordi del "Good Friday". Si alternano poi le immagini della tranquilla cittadina e dei suoi abitanti alle prese con una tranquilla giornata d'estate con quelle del tentativo della polizia, allertata da una chiamata anonima, di evacuare la zona a rischio. Purtroppo gli abitanti che in quelle ore affollano il centro commerciale della cittadina vengono spinti proprio a ridosso dell'auto carica d'esplosivo.
Il resto è storia tristemente conosciuta. Esplosione, morti, feriti, panico e il dolore dei familiari delle vittime, che si costituiscono in un'organizzazione di Self Help per cercare di arrivare alla verità e all'arresto degli esecutori dell'attentato.
Protagonista del film è Michael Gallagher, che dopo aver perso il figlio 21enne, si fa portavoce del gruppo di supporto alle prese con l'immobilità delle indagini.
Inizia così il calvario dei familiari delle vittime che tra menzogne, ipocrisie e strette di mano di circostanza (nelle immagini di repertorio anche un Tony Blair affranto che promette giustizia) cercano di raccapezzarsi in un mondo dove servizi segreti, accordi politici e compiacenze istituzionali sbarrano la strada al ricerca della verità.
La pace, il cui cammino è appena agli inizi, potrebbe infatti essere seriamente compromessa se le autorità procedessero agli arresti. I responsabili dell'attentato sono conosciuti. I mandanti, così come gli esecutori e finanche i finanziatori del gruppo terrorista sono noti a tutti, al governo inglese, allo Sinn Fenn e alla polizia dell'Ulster. Ma nessuno procede.
Agghiacciante una battuta pronunciata da un funzionario governativo: "Assicurare i terroristi alla giustizia significa mettere in pericolo il processo di pace". Una contraddizione che il protagonista e gli altri membri dell'Omagh Self Help non vogliono accettare.
La svolta nella triste vicende arriva soltanto con l'ingresso in scena di un ex agente infiltrato conosciuto con il nome di Kevin Fulton. Questi dichiara ad un incredulo e scioccato Michael Gallagher che le autorità sapevano dell'attentato. Lui stesso li aveva avvisati dei preparativi. Tacciato di inaffidabilità, l'ex spia verrà riabilitata dalle successive indagini aperte dall'Ombudsman irlandese per tutelare l'inalienabile diritto alla conoscenza della verità.
Le indagini dell'Ombudsman concludono, nel rapporto reso pubblico il 12 dicembre 2001, che la polizia unionista (Ruc, oggi diventata Psni) e il suo capo Sir Sonnie Flanagan sono colpevoli di gravi inefficienze prima e dopo la strage e di occultamento di documenti rilevanti ai fini delle indagini.
"Omagh" è stato scritto da Peter Greengrass, già autore di Bloody Sunday, il film che narra un'altra delle pagine nera della storia britannica. Greengrass è stato contattato dallo stesso Gruppo di Supporto dei familiari delle vittime al fine di raccontare con un film l'incredibile storia della piccola contea. Dopo aver lavorato alla sceneggiatura insieme a Guy Hibbert, Greengrass ha deciso però di affidarne la direzione a Pete Travis.
Il regista, presente in sala, ha dedicato il premio del Riff alla gente di Omagh, il cui dolore è il vero protagonista della pellicola: "Con questo film - ha detto Travis - spero di aver scosso le coscienze".
"Omagh" verrà distribuito a Maggio da Minerva.
(C.Ce.)
Fonte:
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