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Tameko in Ireland

Ultimo Aggiornamento: 25/05/2010 14:39
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Re: Com'è il tempo? Variabile... e non parlo di meteo ma di vita
Tameko, 25/02/2008 23.05:

PUNTATA NUMERO 25

Stavo appunto pensando di scrivere qualcosa qui sul Tameko in Ireland, che ecco, mi trovo l'invito fresco fresco di Stefy.
Allora non mi posso proprio sottrarre.

L'argomento della serata è crescere.
Sì, perché non ho ancora capito se sono un adulto che non vuole crescere o un ragazzo che ha fretta di diventare adulto.

Tutto dipende dal mio rapporto conflittuale col tempo.
La miccia l'ha accesa un articolo del Corriere della Sera sui quarantenni che si credono e sentono ancora ventenni

Non punto agli anta, sono quasi agli enta, eppure mi ha fatto pensare.
Pensare a che voglio fare della mia vita.

Oscillo più di un pendolo: a volte ho fretta di sistemarmi, e mi piacerebbe vedermi tra qualche anno con una famiglia tutta mia.
Dall'altra ho paura, perché il tempo passa, non si ferma mentre io ancora "qui" a pensare troppe volte ai bei tempi andati.
Io posso anche fermarmi, ma il pendolo del tempo no, quello non si ferma.
"Con il tempo e con i matti non si ragiona" diceva la mia prozia.
Sagge parole.

Dublino non fa che insaprire questo mio conflitto col tempo. Perché mi dà, o meglio, mi dava stimoli, perché ogni persona che va via mi ricorda che andrò via anch'io, perché questa mi sembra la capitale dei Peter Pan, dove anche i 60enni si possono sentire giovanotti andando al pub e provandoci con le ventenni; dove... tanto la vera bellezza è dentro, per cui se hai 50 anni, la dentiera, il sedere che ha bisogno di due biglietti del bus non farti problemi a mettere la minigonna.

Il tempo passa, e io sono ancora in stazione ad aspettare il treno giusto, sperando di non perderlo.

So solo che alla fine voglio cambiare stazione, perché ad aprile saranno 3 anni di Dublino.
Tutto è precario, come i coinquilini che cambiano, come l'elettricità a casa mia che salta se non ci metti due euro, come i leaving party, come le multinazionali yankee che aprono e chiudono, come al solito, come sempre.

Tutto è precario tranne le pinte, granitica certezza dell'Irlanda.
Non abbastanza per chi come me punta verso gli enta e ha deciso che a quaranta sarà uomo, non Peter Pan.

La verità è che non perdonerò mai a Dublino di non aver creato le condizioni perché potessi amarla e decidere di viverci per sempre.
E' stato un bel party, ma la gente sta lasciando la festa e anch'io guardo pensoso l'orologio.

Saluti temporali da Tameko.



ciao Fabri..

spesso anche io faccio questi discorsi.
A Dublino ci sono stata solo 3 mesi, ma abbastanza per capire che non è il luogo in cui vivi che ti fa vedere le cose in questa prospettiva, ma è un discorso che prima o poi si fanno tutti.
La vita è dura a Guastalla, a Reggio Emilia, a Modena, come a Dublino.
Certo, a Reggio non piove sette volte al giorno, però hai la famiglia, qualche amico in più, la tua madrelingua.
Ma la sensazione che il tempo passi e tu invece rimani lì come un fesso a cercare di capire cosa vuoi fare, cosa vuoi diventare, mentre ti propongono contratti a progetto o alla meglio sostituzioni maternità (e poi dicono che le donne italiane non fanno più figli).. c'è anche qui.
Probabilmente Fabri stai cercando la tua strada. C'è chi ci arriva prima (che fortuna!), chi dopo.. c'è chi lo fa in patria, chi fuori. Ma non vivere di queste paranoie, e te lo dice una che se ne fa molte! Però credo Fabri, che se Dublino ti faceva così schifo te ne saresti andato già da molto tempo.. perchè non cerchi qualcosa di più gratificante rispetto a quello che avete adesso? Avete la fortuna di avere grosse aziende in cui la meritocrazia viene apprezzata, dove ci sono pochi "cucci" e dove chi veramente vale va a vanti. E allora Fabri, visto che secondo me vali, buttati un pò di più e non pensare al Canada o a casa di ... io forse non parlo abbastanza bene l'inglese per farlo, forse sono ancora un illusa che qui in italia possa realmente trovare ciò che mi piaccia senza essere sfruttata, o forse non ho abbastanza palle.
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