Non per essere monocorde... vi invio questa lettera di un giovane (il nipote di Paolo Borsellino, tra l'altro) che aveva tentato di rompere qualche equilibrio candidandosi alla segreteria del PD
sabato, giugno 20, 2009
Cari amici,
mi rivolgo a chi in questi mesi c'ha creduto come me e a chi lo ha fatto molto più di me.
A chi mi ha dato la sua fiducia, a chi sarebbe tornato a votare Pd qualora avessero fatto le elezioni primarie. A chi ha creduto che qualsiasi situazione può essere migliorata, stravolta. A quelli che, seppur facenti parte dei Giovani Democratici, mi hanno espresso sostegno immediatamente e a prescindere, beccandosi ammonimenti più o meno velati.
Ho deciso di "levarci mani" come diciamo in Sicilia.
Ritiro la mia candidatura alle primarie del Pd che tanto non ci saranno mai.
Non sono un delegato, non voglio diventarlo, nessuno me lo farebbe diventare, non posso partecipare al congressino e nemmeno voglio farlo. Volevo che foste voi a dare una lezione a questa classe dirigente incapace e pericolosa.
E invece scopriamo che le primarie si fanno solo quando uno è sicuro di vincerle.
Ringrazio chi, come i Giovani Democratici di Desenzano, avevano provato a mettere su un confronto tra me e il Pd locale sulla questione morale: incontro annullato, ordini dall'alto, paura del mio linguaggio "forte" hanno detto dopo aver letto i miei siti.
Ringrazio Antonio Di Persia e Luciana Ciolfi, gli unici miei amici "assistenti" in questa folle corsa che, unici al mondo che c'hanno rimesso soldi per sostenermi, creando siti e quant'altro: noi le cose le facciamo così.
Ci sono stati momenti in cui ho creduto davvero di poter aver voce in capitolo, di potere rivolgermi al popolo del Pd e chiedere a loro di legittimare la mia voglia di pulizia invasiva.
Mi rincuora che la gente li abbia puniti a scudisciate: oramai il Pd è un mezzo partito al 26% che ha tutti i margini per peggiorare.
Il segretario Franceschini abbiamo scoperto essere una racconta balle: "Non mi ricandiderò": "Mi ricandiderò".
Ho sempre creduto nelle sfide impossibili, in quelle difficilissime, ma rendere migliore il Pd è da extraterrestri.
Lascio, come spero facciate voi, il Partito Democratico al suo destino. Lo lascio ad Anna Finocchiaro, a Piero Fassino, a Massimo D'Alema, a Francesco Rutelli e a Nicola La Torre, che lo hanno trascinato nel baratro senza che nessun militante li mandasse a lavorare, senza che nessuno li cacciasse a male parole.
Per quanto mi riguarda rimarrò attento osservatore delle dinamiche di questo partito, e farò di tutto per frustrare i suoi dirigenti, nell'ingrato compito di far comprendere loro quanto danno creino solo a metterci la faccia. Spero che Debora Serracchiani possa dare una smossa, ma in cuor mio ne dubito, subito coccolata e mandata in Europa per farla stare tranquilla: speriamo in quello spirito visto all'assemblea dei circoli.
Non so quanti tra quegli alti dirigenti abbiano messo mano in vita loro ad un programma completo e strutturato come il mio, scritto di mio pugno e aperto a collaborazioni importanti dall'esterno, come quelle giuntemi da Bologna. Non andrà perso, e in qualsiasi ambiente cercherò sempre di riproporlo.
Qui finisce la nostra avventura e ne comincia un'altra.
Presto registrerò un video in cui spiegherò queste ed altre motivazioni e in cui taglierò e spedirò al segretario la mia tessera del Partito Democratico, chiedendo un rimborso spese per le speranze mal riposte.
posted by Benny Calasanzio
Andrea Kimboz
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