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Metro e bus a Londra. Ci risiamo?

Ultimo Aggiornamento: 10/08/2005 16:09
08/07/2005 12:26
 
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Re: ieri ero a Londra!

Scritto da: contec 08/07/2005 10.16
Volevo solo complimentarmi con la gente di Londra per il controllo e la tenacia con cui sono andati avanti con le proprie attività. Non ci si può fermare.

My 2 cents
Cristiano



Questo è stato il commento generale di tutti i media, assieme anche ai complimenti per tutti quelli della polizia/vigili del fuoco, medici/paramedici ecc. che hanno agito in modo tempestivo ed ineccepibile (si preparavano da anni ad un evento del genere [SM=g27813] ).
Com'è la situazione voli dall'Irlanda a Londra? Per tornare hai trovato ritardi?
Blair ha invocato il ritorno alla normalità per quanto sia possibile oggi (gran parte del Tube rimarrà chiusa a tempo indeterminato). Anche secondo me è la reazione migliore al terrorismo. Della serie: ci avete graffiato, ma non ci avete ucciso.
Forza londinesi [SM=g27811]
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08/07/2005 12:32
 
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Re:

Scritto da: trollino63 08/07/2005 12.13
E cerco nel mio piccolo di preparare per me e per mia figlia Sara, che arriverà, tra qualche mese, un mondo dove sia possibile vivere nel migliore dei modi possibili, senza guerre e terrorismi. Senza grandi gesti ma con le scelte concrete di ogni giorno.
Rifiutando la violenza e la guerra, senza se e senza ma, di qualunque tipo essa sia; preferendo sempre l'accoglienza al rifiuto pregiudiziale del 'diverso' da me.
Rifiutando i dogmi, facili o difficili che siano.
Sono cristiano e cerco di vivere come Cristo mi ha insegnato a fare nel suo Evangelo (molto più difficile che aderire o far finta di aderire ad un catechismo prestampato che, oltre alle domande, ti dà anche le risposte già scritte...).

Questo è quello che mi spaventa di più: un mondo pieno di gente con le risposte già scritte: io sono il bene, lui è il male. Loro portano la morte, noi la speranza (Bush ieri...)....



tanti auguri Trollino[SM=g27811] e auguro alla piccola Sara in arrivo un mondo migliore fatto di pace e serenita', un mondo diverso e possibile.[SM=g27823]
Sean

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08/07/2005 12:34
 
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incredibilmente l'aereoporto di Heathrow funzionava nella piu assoluta normalità.
Credo che tutti abbiano fatto un extra sforzo per superare la difficoltà del momento e reagire mostrando un fronte compatto.
I voli non mostravano particolari ritardi (Heathrow, terminal 1) e sono riuscito a tornare a casa nel tardo pomeriggio.
Il chaos dei trasporti non era però limitato al solo centro di Londra.
Alcuni poveri commuters hanno dovuto camminare per raggiungere le proprie abitazioni. A volte anche 3-4 ore di camminata!
Ma non ho sentito nessuno lamentarsi!

C
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08/07/2005 12:36
 
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A quanta libertà siete disposti a rinunciare?

Cosa ne pensate di questo articolo?

Avviso a pagamento apparso su "Repubblica" in data venerdì 10/06/2005.

"A quanta libertà
siete disposti a rinunciare
per risparmiarvi
un’altra Madrid?

È un compromesso sempre molto difficile. D’altro canto, le libertà di cui godiamo ogni giorno sono fondamentali per il nostro essere europei. Ma cosa accadrebbe se proprio quelle libertà, come il diritto di esprimere opinioni contrarie, per esempio, fossero usate come armi contro di noi?

In alcune città europee, i mullah fondamentalisti predicano apertamente la violenza, reclutando “martin” per attacchi suicidi. Tutttavia, legalmente, le autorita possono fare ben poco per fermarli.(1)

Un anno prima degli attacchi di Madrid, per esempio, la Spagna ha ricevuto un allarme sui sospetti esecutori da parte dei servizi segreti di un altro paese.(2) Tuttavia quando la polizia ha effettuato un sopralluogo nelle abitazioni dei sospetti, non ha trovato armi o esplosivi, ma solo opuscoli sovversivi e video di al-Qaeda. II materiale non era illegale e quindi non era possibile procedere ad arresti. L’11 marzo 2004, siamo stati testimoni delle fatali conseguenze.

È una storia triste, ma con qualche aspetto positivo, per esempio ii fatto che i servizi segreti vicini condividevano le informazioni sui terroristi. Dai fatti di Madrid, e specialmente con il coinvolgimento dell’Unione Europea, il terrorismo è stato trattato sempre più in questo modo, come un problema di comune interesse.(3)

È solo agendo insieme, prendendo le adeguate misure legislative e di esecuzione che possiamo vincere il terrorismo. Vincere, senza rinunciare a quei valori a cui piu teniamo... come cittadini d’Europa.

ESAG FOUNDATION
www.esag.info

Non c’è futuro nel terrorismo.

1. Magdi Allan, “Islam, la svolta olandese: leggi speciali anti-terrorismo”, Corriere della Sera, 27 Dicembre 2004.
2. Anastasia Doukaki, “Fighting terrorism: a delicate balancing act”, Babel International, www.cafebabel.com, 31 maggio, 2004.
3 www.europa.eu.int oppure Andrea Carli, “Parola d’ordine: cooperazione”, City_news M@g."

Fonte: www.luogocomune.net/lc/modules/news/article.php?storyid=672

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"Where is the wisdom we lost in knowledge? Where is the knowledge we lost in information?"

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08/07/2005 12:37
 
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I musulmani che vivono a Londra adesso hanno paura
Sono 600 mila. A poche ore dagli attentati la commissione
islamica per i diritti umani ha dato l'ordine di non uscire
Musulmani di Londra hanno paura
temono rappresaglie, chiusi in casa
Ma non tutti sono d'accordo: "Decisione esagerata"


LONDRA - I musulmani che vivono a Londra adesso hanno paura. Sono oltre 600 mila e a tutti un organismo autorevole e prestigioso come la Commissione islamica per i diritti umani (Ihrc) ha dato l'ordine di restare a casa. Una decisione presa a poche ore dalla sanguinosa scia di attentati che ha colpito oggi la capitale inglese.

"Condanniamo con tutto il nostro sdegno gli attacchi terroristici nella metropolitana e negli autobus londinesi, ma temiamo francamente rappresaglie: perciò invitiamo i nostri correligionari a mantenere la calma e ad evitare provocazioni", ha spiegato oggi il presidente dell'Ihrc, Massud Shadjareh.

Sono in molti a Londra a ricordarsi il clima di ostilità e di discriminazione verso gli arabi calato sulla città subito dopo le stragi di New York (nel settembre 2001) e di Madrid (nel marzo del 2004). L'immagine di capitale multietnica, multireligiosa e multiculturale, esaltata appena ieri in occasione della vittoria dei Giochi olimpici del 2012, non rassicura i musulmani, che si sentono ancora una volta sotto tiro. "Siamo molto preoccupati per i contraccolpi", spiega francamente Shadjareh. "Per questo, abbiamo chiesto a tutti i musulmani di evitare di uscire di casa, almeno che non sia necessario; e soprattutto - aggiunge - le donne musulmane sono a rischio e non devono andare in giro da sole, dopo quello che è successo".

La comunità di Londra è molto composita, sia da un punto di vista razziale che sociale: si va dai ricchi sceicchi che vivono nelle lussuose ville di Mayfair fino ai sottoproletari pachistani o libanesi dell'estremo sud-est della capitale. Su seicentomila persone, i gruppi più consistenti sono gli arabi (libanesi, siriani, iracheni), circa il 21 per cento, i pachistani, il 43 per cento, i bengalesi, 17 per cento). "Nel caso di attacchi antimusulmani - osserva ancora Shadjareh - invitiamo tutti a non reagire e a rivolgersi alla polizia e alle autorità preposte".

Ma il pre-allarme lanciato dall'Ihrc non trova l'accordo tutti i musulmani inglesi: "Mi sembra un po' esagerato, sopra le righe, non credo che qualcuno stia puntando il dito contro di noi", replica l'imam della Moschea di Birmigham, Mohammed Naseem. "Siamo sconvolti e condanniamo senza riserve questo orrendo crimine. Offriamo tutto il nostro appoggio".

Anche l'imam esprime qualche preoccupazione: non tanto per la reazione della gente, quanto per quella del governo Blair che potrebbe essere tentato di usare in modo scorretto le leggi antiterrorismo, creando un clima di sospetto sulla comunità musulmana. "Se si creano sospetti infondati, l'armonia tra le diverse etnie della società britannica sarà la prima vittima degli attentati di oggi".

(7 luglio 2005)
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08/07/2005 12:40
 
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Re: I musulmani che vivono a Londra adesso hanno paura
Un interessante articolo di The Guardian a questo proposito:
www.guardian.co.uk/terrorism/story/0,12780,1523852,00.html

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08/07/2005 13:09
 
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tube bombing (The Guardian cartoon)
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08/07/2005 13:11
 
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la guerra infinita?
il problema, l'assurdo di questa guerra sono proprio i tanti musulmani che non c'entrano nulla con i terroristi, magari perchè hanno letto meglio i loro testi sacri rispetto a quegli infami che si sono fatti riempire la testa di idiozie.
Sono la maggioranza quelli che non costituiscono un pericolo: ma è in quella maggioranza che si mischiano e nascondono i vigliacchi che compiono le stragi.
Siamo in guerra ma mentre da una parte si combatte (e spesso si uccide vilmente) con indosso una divisa dall'altra lo si fa clandestinamente indossando i panni del povero emigrante in cerca di fortuna: con queste regole rischia di diventare una guerra infinita che ha come vittime i normali cittadini (mentre quelli che dichiarano che non molleranno ecc. se ne stanno superblindati 24 ore su 24)

Mi spiace ma qualcosa dovrebbe cambiare: abbiamo il nemico in casa (non solo in italia) e ci facciamo problemi nel non fargli un torto perchè la maggioranza non farà del male.
Eticamente meraviglioso, praticamente gli stiamo dando una grossissima mano: per assurdo con le leggi e le abitudini di 20 anni fa non sarebbe stato possibile in italia, adesso rischiamo grosso.
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forse oggi manco di spirito, ma il vignettista del guardian certe vignette potrebbe infilarsele in quel posto
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08/07/2005 13:45
 
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11 settembre 2001, New York e Washington: 2.800 morti
12 ottobre 2002, Bali (Indossisia): circa 200 morti
16 maggio 2003, Casablanc: 40 morti
9 novembre 2003, Riad: 20 morti
15 / 20 novembre 2003: Istanbul: 53 morti
11 marzo 2004, Madrid: 182 morti
7 luglio 2005, Londra: ... morti

Senza contare gli attentati che insanguinano quotidianamnete l'Iraq.

E' tutta colpa dell'Occidente?
****************************

.....ORIANA VIVE........

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Re:

Scritto da: Matteo, Berghem 08/07/2005 13.45
11 settembre 2001, New York e Washington: 2.800 morti
12 ottobre 2002, Bali (Indossisia): circa 200 morti
16 maggio 2003, Casablanc: 40 morti
9 novembre 2003, Riad: 20 morti
15 / 20 novembre 2003: Istanbul: 53 morti
11 marzo 2004, Madrid: 182 morti
7 luglio 2005, Londra: ... morti

Senza contare gli attentati che insanguinano quotidianamnete l'Iraq.

E' tutta colpa dell'Occidente?



Dell'Occidente per intero no... Di chi specula sui razzismi facili, di chi predica divisione, di chi sponsorizza la guerra tra poveri, di chi odia il diverso, fosse pure perchè tifa la squadra di calcio della provincia vicina, di quello si, occidentale o no poco importa...
Troppe liste potrebbero farsi, caro Matteo, con i morti per gli odi razziali e religiosi di tutto il mondo... con i morti quotidiani della fame e della povertà...
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08/07/2005 14:08
 
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Re:

Scritto da: Matteo, Berghem 08/07/2005 13.45
11 settembre 2001, New York e Washington: 2.800 morti
12 ottobre 2002, Bali (Indossisia): circa 200 morti
16 maggio 2003, Casablanc: 40 morti
9 novembre 2003, Riad: 20 morti
15 / 20 novembre 2003: Istanbul: 53 morti
11 marzo 2004, Madrid: 182 morti
7 luglio 2005, Londra: ... morti

Senza contare gli attentati che insanguinano quotidianamnete l'Iraq.

E' tutta colpa dell'Occidente?



vogliamo andare a vedere le statistiche di guerra del golfo, afghanistan, guerra iraq/iran? vogliamo fare un ripassino di storia dell'iraq?
_________________________________
Tusi, mi no' digo niente, ma gnanca no' taso! Ne la vita pubblica, come nel rugby, ghe xe momenti tragici e altri, peggio ancora, seri: in quei momenti, trovar la forsa per xogar! In campo!

http://www.rugbyunion.it - http://www.bloguemahone.blogspot.com
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Un articolo dall'Unità di oggi
La sconfitta dei macellai
di Antonio Padellaro

Al termine dell’indimenticabile giornata del 7 luglio 2005, da conservare nell’album del terrore accanto all’11 settembre 2001, New York, e all’11 marzo 2004, Madrid, abbiamo l’assoluta certezza che i signori di Al Qaeda (o chi per loro) questa volta abbiano davvero perso su tutta la linea. Può sembrare paradossale affermarlo mentre sugli schermi televisivi passa l’ultima contabilità, ancora prudente, del sangue versato: decine di morti, mille feriti, paura e distruzione. Ma questi numeri e l’immenso dolore che hanno irradiato, insieme alla luce cattiva delle bombe, sono la sola, turpe soddisfazione che i macellai mandati da Al Zarqawi o da qualche altro degno compare possono portare all’incasso.
Volevano dilaniare i corpi per devastare le anime? Volevano trasformare i londinesi e il popolo britannico in una massa terrorizzata e implorante? Volevano gettare nel panico i testimoni globali di questa loro nuova impresa, costringerli ad abbracciare una vita di permanente, paurosa rassegnazione? Volevano obbligare i grandi della terra a rintanarsi nei loro bunker? A emanare rabbiosi e impotenti editti? A tormentare i loro concittadini con odiose limitazioni della libertà personale? Guardate le immagini e ascoltate la parole.
Osservate gli uomini e le donne emersi da un mondo sotterraneo di grida e disperazione. Sono a brandelli ma non urlano, non imprecano, non implorano. Descrivono il loro inferno con la calma di chi è pronto a ricominciare; a essere esattamente come era un secondo prima delle 8 e 49 del 7 luglio 2005. Guardate Tony Blair quando afferma non ci faremo intimidire, li batteremo. Sentitelo quando trova la forza di comunicare alla sua gente, e all’universo tutto, che chi compie attentati dice di farlo nel nome dell’Islam ma che la grande maggioranza dei musulmani in Gran Bretagna e altrove sono gente onesta. Pensate alla forza politica e umana di una simile dichiarazione, nel momento in cui qualunque leader di un paese con tale violenza colpito potrebbe lasciarsi andare ad espressioni di collera (e chi potrebbe biasimarlo per questo?). Ascoltate le reazioni del mondo. Non c’è più il marasma delle menti mentre le Twin Towers venivano giù; lo sbigottimento alla vista dei treni sventrati nella stazione di Atocha. È cambiato qualcosa e non solo per la dimensione gigantesca di quegli orrori rispetto a questi. Non sono, non siamo, più quelli che si interrogavano sgomenti sulla terribile esistenza che ci attendeva, sulle lacrime e il sangue che avremmo dovuto asciugare.
Probabilmente siamo tutti un po’ cambiati davanti al terrorismo. Non siamo peggiori né migliori. Non siamo neppure più forti o coraggiosi. Temiamo il peggio eppure ci sentiamo, questo sì, meno vulnerabili. Perché è come se, gradualmente, attentato dopo attentato ci stessimo abituando a convivere con la bestia. Una sorta di mutazione psicologica indotta dagli anticorpi che qualsiasi fenomeno, perfino il più spaventoso finisce alla lunga per generare. Accadeva più di mezzo secolo fa alle popolazioni civili che ogni volta riaffioravano, come morti viventi, dalle macerie delle città spianate dei bombardamenti, incendiate dal fosforo dei razzi. Accade oggi ai londinesi che riemergono dai tunnel dell’angoscia scrollandosi la polvere di dossor tamponandosi le ferite, e ricominciano.
Dovevano pensarci i mandanti di morte che alla fine ci si adatta a tutto, soprattutto nel mondo dell’informazione globale. Mostra un kamikaze che esplode a Bagdad e il mondo parlerà di te. Mostrane mille e nessuno ci farà più caso. Perciò il terrorismo, questo terrorismo ha cominciato a perdere, e perderà. A meno che i profeti del terrore non investano potere e finanze nel temuto salto di qualità: guerra batteriolgica, ordigni nucleari. È l’ultima frontiera che ci separa dalla definitivo avvento della barbarie. Perciò va presidiata dai governi con una strategia molto diversa da quella costosissima, dannosa, inefficace messa in campo dopo l’11 settembre. Oggi sappiamo che la guerra in Iraq non ha fatto procedere di un solo millimetro la lotta al terrorismo internazionale. Occorre uno sforzo molto maggiore nell’impegno e molto diverso negli strumenti. È una tragica lezione che i leader del G8 hanno sperimentato quasi di persona. Speriamo ne facciano l’uso migliore.
apadellaro@unita.it
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Re:

Scritto da: trollino63 08/07/2005 12.13
Sono di sinistra e sono per la libertà, non libertario, che è ben diverso, caro Coss. E cerco nel mio piccolo di preparare per me e per mia figlia Sara, che arriverà, tra qualche mese, un mondo dove sia possibile vivere nel migliore dei modi possibili, senza guerre e terrorismi. Senza grandi gesti ma con le scelte concrete di ogni giorno.




Tutti noi vogliamo queste cose, senza essere di sinistra.
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Re: Re:

Scritto da: Matteo, Berghem 08/07/2005 14.13


Tutti noi vogliamo queste cose, senza essere di sinistra.



Il resto te lo sei scordato di quotarlo?

[Modificato da trollino63 08/07/2005 14.23]

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Vincono loro?
Si ma ammesso che siano LORO,come e' possibile vivere in un mondo cosi...Stanno vincendo loro..
Stanno mettendo addosso alla gente qs paura folle anche solo di uscire di casa..Vogliono distruggerci..

Io sinceramente qui in Irlanda sto bene,xche mi ricordo che in Italia a volte il TG diceva"non andate ai centri comm o in piazza questa domenica"..ma vaffanculo Islam,e io che devo fare,smettere di vivere?
Io in Italy ero terrorizzata,lo ammetto.Avevo paura a prendere la metro.

Qui in Irlanda non c'e' qs minaccia e vivo meglio x qs.
Ma qd torno a Roma tra qualche tempo?

Io penso a qs punto che l'ITALIA sia la prossima...
E se la gente ha paura,hanno vinto loro.

[SM=x145458]
**SHAM**

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~~ C'e' che ormai che ho imparato a sognare,non smettero' ~~
Negrita
08/07/2005 14:36
 
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Re:

Scritto da: Matteo, Berghem 08/07/2005 13.45
11 settembre 2001, New York e Washington: 2.800 morti
12 ottobre 2002, Bali (Indossisia): circa 200 morti
16 maggio 2003, Casablanc: 40 morti
9 novembre 2003, Riad: 20 morti
15 / 20 novembre 2003: Istanbul: 53 morti
11 marzo 2004, Madrid: 182 morti
7 luglio 2005, Londra: ... morti

Senza contare gli attentati che insanguinano quotidianamnete l'Iraq.

E' tutta colpa dell'Occidente?



se vuoi iniziamo a fare una garetta a chi ha fatto più morti, però mi sembra una cosa tristissima.
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08/07/2005 14:51
 
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lasciamo perdere le statistiche sui morti, la destra e la sinistra: per come stanno adesso le cose pensate sia sufficente andarsene dall'iraq o dall'afganistan per fermare questa guerra?
sono io il primo ad essere contrario a queste guerre che risolvono meno di quanto ci facciano credere ed in compenso aumentano gli estremismi e gli odi. Ma che si fa?

bello l'articolo dell'unità, ho ammirato anch'io la dignità, la lucidità e l'autocontrollo degli inglesi.
MA:
1) noi non siamo inglesi
2) lo vadano a spiegare ai parenti delle vittime che i terroristi ieri hanno fallito
08/07/2005 14:57
 
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Re:

Scritto da: novellorlnd 08/07/2005 14.51
lasciamo perdere le statistiche sui morti, la destra e la sinistra: per come stanno adesso le cose pensate sia sufficente andarsene dall'iraq o dall'afganistan per fermare questa guerra?
sono io il primo ad essere contrario a queste guerre che risolvono meno di quanto ci facciano credere ed in compenso aumentano gli estremismi e gli odi. Ma che si fa?

bello l'articolo dell'unità, ho ammirato anch'io la dignità, la lucidità e l'autocontrollo degli inglesi.
MA:
1) noi non siamo inglesi
2) lo vadano a spiegare ai parenti delle vittime che i terroristi ieri hanno fallito



no, no, assolutamente non basta andarsene dall'iraq e dall'afganistan. anche perchè adesso come adesso sarebbe sbagliato.
come prima cosa, secondo me, tutto dovrebbe passare sotto il controllo dell'ONU. ma un onu forte, la cui autorità venga riconosciuta da tutti e non come adesso che viene preso a sputi in faccia dagli stati uniti, prima di tutti.
seconda cosa perseguire una politica economica globale che porti ad un maggiore equilibrio tra i paesi ricchi e i paesi poveri.
questo è solo l'inizio della strada che possa portare a risolvere i problemi.
certo, è più facile a dirsi che a farsi.
e soprattutto qualcuno deve iniziare, da qualche parte.
08/07/2005 16:32
 
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Re: Vincono loro?

Scritto da: Shamrock80 08/07/2005 14.24
Si ma ammesso che siano LORO,come e' possibile vivere in un mondo cosi...Stanno vincendo loro..
Stanno mettendo addosso alla gente qs paura folle anche solo di uscire di casa..Vogliono distruggerci..



Paura di uscire di casa? Non io. Prima di ieri stavamo organizzando un bel viaggetto di qualche giorno a New York per il fine settimana di Halloween... e domani vado in agenzia di viaggi come avevo già preventivato... bomba o non bomba, per citare una grande canzone della mia gioventù... andrò senz'altro a Londra a fare lo shopping di Natale e a portare i miei bambini da Hamlin's ed al museo di storia naturale. E così via...
La vita continua.

Mi aveva colpito un'intervista ieri, per le strade di Londra. Ad una fermata del bus in centro c'era un anziano signore, un veterano della seconda guerra mondiale. Al microfono, ha detto "Ero qui quando hanno bombardato Londra allora, e non me ne sono andato. È successo di nuovo e non me ne andrò neppure stavolta. La vita continua".
Dalla saggezza di chi gli orrori li ha visti.

Si continua a vivere, perché se ci fermiamo loro avranno raggiunto il loro scopo: seminare paura e terrore. Continuando a vivere in modo civile, come abbiamo sempre fatto, è nostro compito dimostrare che la logica del terrore a noi non ci tocca. È come se negli anni di piombo e delle stragi destabilizzanti in Italia tutti avessero smesso di prendere treni o di andare in vacanza. O di andare al lavoro. O di portare i figli a scuola. No, per fortuna la gente non l'ha fatto. E la logica del terrore non ha vinto.
La storia insegna.

Un abbraccio, e smettiamola di tirarci cifre di bombardamenti e stragi in faccia. È di esseri umani che stiamo parlando, in caso qualcuno se lo sia dimenticato.

[SM=x145447]
08/07/2005 16:40
 
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La risposta migliore alla strategia del terrore è proprio la normalità.
Questa gente vuole farci vivere nel terrore costante dell'attentato.
E' vero, il rischio c'è, ma reagire e comportarsi come un qualsiasi altro giorno (che non vuol dire pensare che nulla è successo) è la migliore risposta a chi questa normalità non la vuole.
Email Scheda Utente
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..la cosa ke + mi irrita dopo l'attentato stesso è ciò ke fanno i tg...cribbio...sparano un sacco di str*****e..
tipo oggi su tg2...una specie di elogio alla scelta delle immagini della bbc (talmente brava da nn mostrare cadaveri!!!)...secondo loro è così ke dimostriamo di essere + forti...assurdo...
°°°°°°°

Spesso sostengo lunghe conversazioni con me stesso e sono così intelligente che a volte non capisco nemmeno una parola di quello che dico. (Oscar Wilde)

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09/07/2005 11:17
 
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MARTINO: SUL TERRORISMO EUROPEI COME PONZIO PILATO

...Il sacrificio di Londra non dovrà passare invano.

In Italia e in Europa, dove «molti hanno finora voluto evitare di cogliere un altro tratto dell’offensiva terrorista.

La sua natura antisemita»: «Perché tra gli obiettivi degli estremisti c’è anche l’eliminazione di Israele, l’unico Stato al mondo la cui esistenza è messa in discussione.

Quando Sharon ha deciso di costruire il muro sono insorti tutti, sebbene così abbia drasticamente ridotto gli attentati.

Ma ora perché quanti lo hanno definito un guerrafondaio, tacciono dinnanzi alle sue decisioni?

È Sharon che ha spaccato la sua maggioranza, che ha sradicato ottomila persone da Gaza per dar corso al processo di pace con i palestinesi. Nessuno ha nulla da dire? La verità è che in Europa molta gente non vuol vedere il ruolo dell’antisemitismo nella guerra del terrore».

Israele è l’avamposto dell’Occidente, e i nuovi equilibri politici a Teheran la espongono ancor più di prima.

Tempo fa, Martino ha discusso con il ministro della Difesa russo Serghei Ivanov: «Mi ha detto che Mosca non farà nulla perché l’Iran si doti di armi atomiche», ha riferito a Berlusconi.

Poi però si è preoccupato per una battuta del collega arabo di Oman: «Se la bomba ce l’ha anche il Pakistan...».

«Se l’Iran si dotasse dell’atomica - commentò Martino -, gli israeliani non potrebbero permettersi neppure un errore.

Sarebbe la fine del loro Stato».

E come New York, Madrid e Londra, Gerusalemme è un pezzo di Occidente.

Francesco Verderami
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09/07/2005 11:20
 
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piccoli Osama crescono
...Ma i poliziotti (britannici), sfogliando il dossier dei ricercati, rischiano di non trovare quello che cercano.

Gli attacchi potrebbero essere opera di una cellula locale.

In questo caso ha ricevuto un ordine dai capi all’estero? Possiamo fare solo delle speculazioni.

La prima esclude il legame: hanno organizzato e deciso tutto da soli.
La seconda: un segnale o un «ufficiale» esterno li ha attivati.

Gli investigatori sottolineano che l’attentato ha rotto un accordo di non belligeranza tra inglesi e una parte (più politica) degli integralisti: noi non attacchiamo e voi tollerate la nostra presenza.

E’ possibile che una banda di lupi solitari abbia deciso di sovvertire l’ordine senza un’autorizzazione?

L’importanza di Londra porta ad escluderlo, ma l’esperienza irachena prova che i piccoli Osama hanno voglia di affermarsi in fretta.
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Re: Re: Vincono loro?

Scritto da: Corcaigh 08/07/2005 16.32
Paura di uscire di casa? Non io. Prima di ieri stavamo organizzando un bel viaggetto di qualche giorno a New York per il fine settimana di Halloween... e domani vado in agenzia di viaggi come avevo già preventivato... bomba o non bomba, per citare una grande canzone della mia gioventù... andrò senz'altro a Londra a fare lo shopping di Natale e a portare i miei bambini da Hamlin's ed al museo di storia naturale. E così via...
La vita continua.

Mi aveva colpito un'intervista ieri, per le strade di Londra. Ad una fermata del bus in centro c'era un anziano signore, un veterano della seconda guerra mondiale. Al microfono, ha detto "Ero qui quando hanno bombardato Londra allora, e non me ne sono andato. È successo di nuovo e non me ne andrò neppure stavolta. La vita continua".
Dalla saggezza di chi gli orrori li ha visti.

Si continua a vivere, perché se ci fermiamo loro avranno raggiunto il loro scopo: seminare paura e terrore. Continuando a vivere in modo civile, come abbiamo sempre fatto, è nostro compito dimostrare che la logica del terrore a noi non ci tocca. È come se negli anni di piombo e delle stragi destabilizzanti in Italia tutti avessero smesso di prendere treni o di andare in vacanza. O di andare al lavoro. O di portare i figli a scuola. No, per fortuna la gente non l'ha fatto. E la logica del terrore non ha vinto.
La storia insegna.

Un abbraccio, e smettiamola di tirarci cifre di bombardamenti e stragi in faccia. È di esseri umani che stiamo parlando, in caso qualcuno se lo sia dimenticato.

[SM=x145447]



D'accordo al 100% con te e con l'anziano signore inglese. Se 60 anni gli inglesi avessero ceduto alla tentazione di fuggire il loro paese avrebbe ceduto con loro e la storia sarebbe andata in modo diverso...
Io avevo intenzione di fare un salto a Londra ad agosto e sono ancora intenzionato a farlo.
Per una volta sono d'accordo anche con il "They will not make us change our way of life" pronunciato dalla signora dai buffi cappelli.
A questo proposito ecco un bel pezzo (come sempre) di Beppe Severgnini:

Dieci parole e una pausa

Beppe Severgnini,

"They will not make us change our way of life", non ci faranno cambiare il nostro modo di vita. In inglese sono dieci parole, e la regina le ha pronunciate alla fine di un brevissimo discorso. Elisabetta II forse non potrà scrivere un trattato sull'educazione dei figli, ma come sovrana è una professionista. Quando serve, lei c'è. E quando c'è, non sbaglia.

A metà degli anni Ottanta un inviato del quotidiano "Boston Globe" scrisse, pieno di ammirazione: "La famiglia reale britannica esce dalle cerimonie come gli israeliani escono dalle azioni dei commando: alla grande." E' ancora vero, vent'anni dopo. Commemorazioni come quella di ieri nascondono insidie: la retorica, dentro la quale alcune autorità italiane cadono appena possono; l'ipocrisia, perché - diciamolo - la regina non va in metro e certi pericoli può solo immaginarli; e la commozione.

Gli inglesi - anche quelli d'importazione - non la amano. Per descrivere una persona che si lascia andare a uno sfogo esiste l'espressione "tired and emotional": la stanchezza (comprensibile) per giustificare lo spettacolo dell'emozione (disdicevole). Questo produce, in pubblico, grandi attori; in privato, talvolta, pentole a pressione d'infelicità; sempre e comunque, però, un certo stile.

Chi è allenato, tuttavia, riesce a vedere qualcosa di più. Quello che a Parigi può diventare una lacrima e a Roma un gesto sconsolato, a Londra si concentra in un movimento: ma il dolore è lo stesso. Elisabetta ieri, come Tony Blair giovedì a Gleneagles, ha chiuso il discorso con una strana pausa. Il dolore è in quel momento sospeso: e non è meno impressionante di un singhiozzo.

"God Save the Queen", cantano i Pari del Regno e i Sex Pistols. Ambedue sono stati accontentati. Elisabetta non è perfetta: ma esiste e resiste. Le regine sono nate per giornate come queste. Per dire, con calma: "They will not make us change our way of life".
Beppe Severgnini
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Good evening, there was already an injury, huh?

Giovanni Trapattoni, falling off his chair
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