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Il Papa: Pastore di anime o Amministratore delegato Church Enterprise ltd.?

Ultimo Aggiornamento: 23/05/2007 16:37
06/04/2005 19:44
 
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Cara Daniela
non te la prendere personalmente, ma se ti citassi tutti gli studi che ci sono sull'evoluzione storica e filologica dei vangeli non apocrifi starei qui fino a domani... ma se vuoi ti mando le fonti privatamente. Io personalmente ci feci un bellissimo esame universitario circa vent'anni fa a Milano, e se vuoi ti riporto tutte le fonti storiche (documenti scritti dai governatori e politici di Tiberio, documenti in aramaico ritrovati ecc. ecc., lettere papali del basso medioevo citanti le necessità di modificare la bibbia ecc. ecc.) che attestano questo dato di fatto. La nozione che i vangeli siano stati manomessi è talmente data per scontata negli ambienti accademici che non se ne discute neppure più. infatti, non è oggetto di ricerca o discussione e dibattito, ma semplicemente dato di fatto, punto e basta. I termini di ricerca sono adesso nel reperire le versioni originali dei vangeli aramaici.

Lasciando perdere opere di fantastoria e fantascemenza tipo il Codice da Vinci (bel giallo, però [SM=g27822] ), ci sono molti studi in direzione di una figura di Gesù (a cui io credo fermamente come personaggio storico e che ammiro grandemente per il suo carisma e convinzioni morali) più rivoluzionaria (non dimentichiamoci che è stato crocifisso con i chiodi, che era una forma di tortura che i nostri simpatici antenati riservavano ai prigionieri politici o comunque MOLTO pericolosi) e sicuramente talmente temuta che le lettere all'imperatore degli storici del tempo sul carisma e proselitismo del cristo fioccano a non finire.
Ti assicuro, è un argomento storico interessantissimo e per nulla profano, dato che arricchisce la figura di Gesù anziché impoverirla.
Io ti sto parlando di fatti storici. la fede, poi, è tutt'altra cosa.

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06/04/2005 20:13
 
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Daniela?
Ma perche' continui a chimarmi Daniela??? Storicamente, Legalmente e ( te lo garantisco) anche fisicamente sono molto mascolino( la prova e' nei peli che mi escono anche dalle orecchie).

E poi ho una bella "M" a fianco di "Sex:"... ti mando i documenti di nascita se vuoi...

;-)
AltroDanCork
Quello che i buonisti li affoga nel Lee
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06/04/2005 20:54
 
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Tornando al tanto contestato tema dell'esclusione femminile dal secerdozio, vorrei riportare due passi del nuovo testamento, dalla 1.a lettera ai Corinzi cap.14

http://www.vatican.va/archive/ITA0001/__PXR.HTM
edizioni CEI

[34] Come in tutte le comunità dei fedeli, le donne nelle assemblee tacciano perché non è loro permesso parlare; stiano invece sottomesse, come dice anche la legge.

[35] Se vogliono imparare qualche cosa, interroghino a casa i loro mariti, perché è sconveniente per una donna parlare in assemblea

********************

e ancora, sempre dal nuovo testamento 1 Timoteo 2: 12

http://www.vatican.va/archive/ITA0001/__PZ0.HTM


[11] La donna impari in silenzio, con tutta sottomissione.

[12] Non concedo a nessuna donna di insegnare, né di dettare legge all'uomo; piuttosto se ne stia in atteggiamento tranquillo.

******************

Immagino che cercando si possano trovare altre affermazioni del genere.


Nel contesto sociale e storico in cui furono scritte non rapprentano forse uno scandalo.
Oggi effettivamente lasciano almeno molto perplessi.
E' anche vero che 'buttando' lì tre passi biblici, isolati dal contesto, possono dire tutto e il contrario di tutto.

Ho voluto riportarli perchè benchè non sappia su quali motivazioni poggia l'esclusione del sacerdozio femminile, è anche vero che quelle tre frasi potrebbero essere una buona motivazione o scusante.
o no?
Mi ripeto, ma è forse in fondo 'solo' una questione di fede, e fino a quando rimaniamo in questo campo, potrebbe non essere 'consentito' discutere. La fede si accetta o si rifiuta, uno o zero.

Ma nella sfera laica certe 'disposizioni' come quelle riportate si rivelano assolutamente anacronistiche.
06/04/2005 21:07
 
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Vorrei dire la mia
Sono cristiano ma non cattolico praticante... sono di sinistra anche se non sono iscritto a nessun partito (ma in gioventù lo ero); dei miei "amici" mi hanno quasi messo in croce perchè frequentavo la parrocchia ed ero attivo politicamente appunto con la sinistra. Questo modo di fare era molto in voga alcuni anni fa è lo è ancora.
Credere in qualcosa non significa abbandonarne un'altra.
Mi sono sempre ritenuto un buon cristiano anche se non vado neanche alla messa di Natale (non ci vado mai... perchè proprio per Natale?).
Ho sempre creduto che vi sia un solo Dio o "intelligenza superiore" o come volete chiamarlo: che sia Allah, Budda, Manitou, Shiva ecc: per me è sempre lo stesso.
Karol oltre che Papa era anche un diplomatico: ha stretto la mano a Pinochet? Vabbè... ha fatto altri errori... vabbè... ma noto con piacere che è riuscito a smuovere le folle e soprattutto i giovani. Ho visto tre papi e mai nessuno è riuscito in questo. E nessun'altro ha mai fatto dell'autocritica come ha fatto lui.
L'ho ammirato e penso con ribrezzo alle lotte intestine che si creeranno ora per prendere il suo posto... non crediate che non vi siano scelte di convenienza neanche durante l'elezione di un Papa.
Eppure mi dispiace che tanti comincino a criticarlo ora che non c'è più.
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06/04/2005 21:46
 
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Breve e concisa: non ero d'accordo su quanto affermava da vivo, quindi non sono d'accordo neppure ora. Lo saluto, come saluto chiunque altro lasci questo mondo, si spera per un posto migliore, nè più, nè meno, perchè altrimenti sarei ipocrita.
Omaggi

PS: ritengo comunque un'offesa morbosa fotografare il suo corpo come invece tanti stanno facendo in queste ore. Un po' di rispetto non fa mai male.
______________________________________________
~reality is where the pizza delivery guy comes from ~
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06/04/2005 23:21
 
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Re:

Scritto da: dubh 06/04/2005 21.46


PS: ritengo comunque un'offesa morbosa fotografare il suo corpo come invece tanti stanno facendo in queste ore. Un po' di rispetto non fa mai male.



Ne convengo in pieno!
________________________________

I'M THE ONLY ONE... THE TRUE RIBOTTAMAN!
Enjoy Potta Sensibly!

http://is-maith-an-scathan-suil-charad.blogspot.com/
06/04/2005 23:47
 
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Re:

Scritto da: dubh 06/04/2005 21.46

PS: ritengo comunque un'offesa morbosa fotografare il suo corpo come invece tanti stanno facendo in queste ore. Un po' di rispetto non fa mai male.



Quoto in pieno. Mi sta dando un fastidio terribile. Cito anche una turista americana a Roma, intervistata ieri alla radio:
"Non vado a vedere il corpo del Papa, perché in quanto cristiana e cattolica credo al valore dell'anima ed alla futilità del corpo, per cui vedere il suo corpo non mi interessa".
Queste parole mi sono rimaste stampate in testa.
Mi sa proprio che non c'è altro da dire.

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08/04/2005 16:15
 
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"ma i moralisti han chiuso i bar e le morali han chiuso i vostri cuori e spento i vostri ardori. è bello ritornar normalità; è facile tornare con le tante; stanche pecore bianche. scusate non mi lego a questa schiera; morrò pecora nera" F. Guccini

Sean

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08/04/2005 17:40
 
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Esprimo alla fine anch'io il mio parere su questo papa, adesso che è stato seppellito, pura coincidenza perchè le stesse cose le pensavo anche prima.
Cosa avrebbe fatto di rivoluzionario quest'uomo? Richiamare i giovani? Si è attenuto agli insegnamenti di Cristo, quindi (lasciate che i giovani vengano a me...); proclamare la pace contro la guerra? Emmenomale... Come per tutto il resto (rapporti prematrimoniali, omosessuali etc.), è stato dunque un buon cattolico. Gli riconosco di aver "aperto" alle altre religioni, gli riconosco il merito di aver ammesso alcuni errori della chiesa (inquisizione etc....però mi viene da dire che ormai sono fatti talmente tanto lontani che di rivoluzionario continuo a vederci poco....).
Gli riconosco il - grandissimo - demerito delle ingerenze nella politica, che con il potere spirituale sarebbe meglio non c'entrasse affatto....ma questa è storia lunga, e utopica.
Chi crede fa bene a celebrarlo appunto perchè è stato un buon rappresentante di tutto ciò che la chiesa rappresenta (nel bene e nel male).
Personalmente non mi rappresenta in quanto non credo in Dio, ma le ingerenze di ciò che rappresenta un papa (ovvero la chiesa) me le becco anche se non sono credente...
Come essere umano, mi ha fatto pena vedere la sua sofferenza spiattellata su un miliardo di schermi, mi ha disturbato la morbosità delle persone (la sindrome da grande fratello che dilaga...); eppure anche questo è il prezzo da pagare per l'utilizzo del mezzo...
La fede è altro, è un fatto privato di cui non si può parlare (mi pare si chiamino dogmi ste' robe lì): o ce l'hai, o no.
La temporalità della chiesa invece è dimostrata e se permettete molto, ma molto discutibile.

- all songs are living ghosts and long for a living voice - B.K.
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08/04/2005 17:51
 
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Re:

Scritto da: rosy71 08/04/2005 17.40
Esprimo alla fine anch'io il mio parere su questo papa, adesso che è stato seppellito, pura coincidenza perchè le stesse cose le pensavo anche prima.
Cosa avrebbe fatto di rivoluzionario quest'uomo? Richiamare i giovani? Si è attenuto agli insegnamenti di Cristo, quindi (lasciate che i giovani vengano a me...); proclamare la pace contro la guerra? Emmenomale... Come per tutto il resto (rapporti prematrimoniali, omosessuali etc.), è stato dunque un buon cattolico. Gli riconosco di aver "aperto" alle altre religioni, gli riconosco il merito di aver ammesso alcuni errori della chiesa (inquisizione etc....però mi viene da dire che ormai sono fatti talmente tanto lontani che di rivoluzionario continuo a vederci poco....).
Gli riconosco il - grandissimo - demerito delle ingerenze nella politica, che con il potere spirituale sarebbe meglio non c'entrasse affatto....ma questa è storia lunga, e utopica.
Chi crede fa bene a celebrarlo appunto perchè è stato un buon rappresentante di tutto ciò che la chiesa rappresenta (nel bene e nel male).
Personalmente non mi rappresenta in quanto non credo in Dio, ma le ingerenze di ciò che rappresenta un papa (ovvero la chiesa) me le becco anche se non sono credente...
Come essere umano, mi ha fatto pena vedere la sua sofferenza spiattellata su un miliardo di schermi, mi ha disturbato la morbosità delle persone (la sindrome da grande fratello che dilaga...); eppure anche questo è il prezzo da pagare per l'utilizzo del mezzo...
La fede è altro, è un fatto privato di cui non si può parlare (mi pare si chiamino dogmi ste' robe lì): o ce l'hai, o no.
La temporalità della chiesa invece è dimostrata e se permettete molto, ma molto discutibile.




[SM=x145489] quoto e concordo completamente
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08/04/2005 23:26
 
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Mi sa tanto che oggi durante i funerali del Papa qualcuno si è pure stoccacciato... guardate che si diventa ciechi! [SM=x145488]

[SM=g27827]

[Modificato da scottishflag 08/04/2005 23.27]

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It may be good for New York state but it's no damn good for me.
10/04/2005 02:58
 
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La Bibbia...
La dottoressa Laura Schlesinger e' una famosa
giornalista della radio americana; nella sua
trasmissione dispensa consigli alle persone che
telefonano. Qualche tempo fa, Laura ha affermato che
l'Omosessualita', secondo la Bibbia (Lev.18 : 22), e' un
abominio e non puo' essere tollerata in alcun caso. La
seguente e' una lettera spedita alla signora
Schlesinger.

----------------------------------

Cara Dottoressa Schlesinger, le scrivo per
ringraziarla del suo lavoro educativo sulle leggi del
Signore. Ho imparato davvero molto dal suo programma,
ed ho cercato di Dividere tale conoscenza con piu'
persone possibile.
Adesso, quando qualcuno tenta di difendere lo stile di
vita omosessuale, gli ricordo semplicemente che nel
Levitico 18 : 22 si afferma che cio' e' un abominio.
Fine della discussione.
Pero', avrei bisogno di alcun consigli da lei, a
riguardo di altre leggi specifiche e come applicarle.

1. Vorrei vendere mia figlia come schiava, come
sancisce Esodo 21 : 7. Quale pensa sarebbe un buon
prezzo di vendita?

2. Quando do fuoco ad un toro sull'altare sacrificale,
so dalle scritture che cio' produce un piacevole
profumo per il Signore (Lev. 1 . 9). Il problema
e' con i miei vicini. I blasfemi sostengono che
l'odore non e' piacevole per loro. Devo forse
percuoterli?

3. So che posso avere contatti con una donna quando
non ha le mestruazioni (Lev.15 : 19 -24.). Il problema
e': come faccio a chiederle questa cosa? Molte donne
si offendono..

4. Lev. 25 : 44 afferma che potrei possedere degli
schiavi, sia maschi che femmine, a patto che essi
siano acquistati in nazioni straniere. Un mio amico
afferma che questo si puo' fare con i filippini, ma
non con i francesi. Puo' farmi capire meglio? Perche'
non posso possedere schiavi francesi?

5. Un mio vicino insiste per lavorare di Sabato. Esodo
35 : 2 dice chiaramente che dovrebbe essere messo a
morte. Sono moralmente obbligato ad ucciderlo
personalmente?

6. Un mio amico ha la sensazione che anche se mangiare
crostacei e' un abominio (Lev. 11 : 10), lo e' meno
dell'omosessualita'. Non sono d'accordo. Puo'
illuminarci sulla questione?

7. Lev. 21 : 20 afferma che non posso avvicinarmi
all'altare di dio se ho difetti di vista. Devo
effettivamente ammettere che uso occhiali per
leggere.... La mia vista deve per forza essere 10
decimi, o c'e' qualche scappatoia alla questione?

8. Molti dei miei amici maschi usano rasarsi i
capelli, compresi quelli vicino alle tempie, anche se
questo e' espressamente vietato dalla Bibbia (Lev
19 : 27). In che modo devono esser messi a morte?

9. In Lev 11 : 6- 8 viene detto che toccare la pelle di
maiale morto rende impuri; per giocare a pallone,
debbo quindi indossare dei guanti?

10. Mio zio possiede una fattoria. E' andato contro
Lev. 19 : 19, poiche' ha piantato due diversi tipi di
ortaggi nello stesso campo; anche sua moglie ha
violato lo stesso passo, perche' usa indossare vesti
di due tipi diversi di tessuto (cotone/acrilico). Non
solo: mio zio bestemmia a tutto andare. E' proprio
necessario che mi prenda la briga di radunare tutti
gli abitanti della citta' per lapidarli come
prescrivono le scritture? Non potrei, piu'
semplicemente, dargli fuoco mentre dormono, come
simpaticamente consiglia Lev 20 : 14 per le persone che
giacciono con consanguinei?

So che Lei ha studiato approfonditamente questi
argomenti, per cui sono sicuro che potra' rispondermi
a queste semplici domande.

Nell'occasione, la ringrazio ancora per ricordare a
tutti noi che la parola di Dio e' eterna e immutabile.
Sempre suo ammiratore devoto.

[Modificato da admin/moris 10/04/2005 3.00]

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10/04/2005 11:52
 
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Re: La Bibbia...

Scritto da: admin/moris 10/04/2005 2.58

8. Molti dei miei amici maschi usano rasarsi i
capelli, compresi quelli vicino alle tempie, anche se
questo e' espressamente vietato dalla Bibbia (Lev
19 : 27). In che modo devono esser messi a morte?



Acc... io questo l'ho fatto senz'altro, e più di una volta... e mò che mi capita? [SM=x145440]
[SM=g27827]

Per come la vedo io è la riprova che una cosa è credere in Dio, Allah, la Trimurti induista o la Forza Jedi... un'altra il non riconoscere che le varie ed eventuali Scritture Sacre non sono state ispirate da null'altro che uomini tanto in errore ed ignoranza quanto oggi - se non di più.
----------------------------------------------------

It may be good for New York state but it's no damn good for me.
10/04/2005 12:53
 
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Re: La Bibbia...

Scritto da: admin/moris 10/04/2005 2.58
La dottoressa Laura Schlesinger e' una famosa
giornalista della radio americana; nella sua
trasmissione dispensa consigli alle persone che
telefonano. Qualche tempo fa, Laura ha affermato che
l'Omosessualita', secondo la Bibbia (Lev.18 : 22), e' un
abominio e non puo' essere tollerata in alcun caso. La
seguente e' una lettera spedita alla signora
Schlesinger.

----------------------------------




Questa lettera ha fatto il giro dell'Internet un paio di anni fa in versione originale. È pure citata in un mio testo di psicologia... fantastica [SM=g27811] [SM=g27822]
[SM=x145470]

[Modificato da Corcaigh 10/04/2005 12.56]

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GIOVANNI PAOLO II, IL GRANDE RESTAURATORE
>
> Di Leonardo Boff*
(*Teologo della liberazione, nel 1985 fu punito con un anno di "silenzio"
e deposto dalle sue funzioni accademiche nel campo religioso dal Vaticano
>
>
> Il pontificato di Giovanni Paolo II è stato lungo e complesso. Quali sono
state le caratteristiche fondamentali di questo papato? La restaurazione e
il ritorno a una ferrea disciplina. Giovanni Paolo II non si è
caratterizzato per la riforma, bensì per la controriforma. Ha frenato il
processo di modernizzazione che negli anni Sessanta investì la Chiesa, e ha
ritardato il confronto con due gravi questioni che sono aperte da quattro
secoli.
>
> La prima questione è legata alla nascita di altre chiese, come conseguenza
della riforma protestante del XVI secolo che ruppe l'unità della Chiesa
romano-cattolica obbligandola a tollerare altre confessioni considerate
scismatiche ed eretiche. La seconda grande questione è costituita dalla
tecnoscienza, dalle libertà civili e dalla democrazia. Questa nuova cultura
non si concilia con l'organizzazione istituzionale della Chiesa: una
monarchia assoluta in contraddizione con la democrazia e il rispetto dei
diritti umani.
> Quali sono state le strategie del Vaticvano dinnanzi a questi due grandi
problemi? Sulla questione delle chiese evangeliche, l'idea del Vaticano era
quella che mirava a restaurare l'antica unità ecclesiastica sotto la sola
autorità del Papa. L'atteggiamento verso la società moderna è stato di
critica e di condanna del progetto emancipatorio e di secolarizzazione con
l'obiettivo di ricreare l'unità culturale sotto l'egida dei valori morali
cristiani.
> Entrambe le strategie hanno fallito. Le altre chiese sono cresciute e
hanno preso piede in tutti continenti. La società moderna, con le sue
libertà, la sua scienza e la sua tecnica si è convertita in un paradigma per
l'intero mondo. La Chiesa cattolica si è vista trasformata in un bastione di
conservatorismo religioso e di autoritarismo politico. La convocazione di un
concilio ecumenico per affrontare queste due questioni irrisolte fu opera
del buon senso di Giovanni XXIII. Il Concilio Vaticano II (1962-1965) fu
orientato non all'anatema ma alla comprensione, non più alla condanna ma al
dialogo. Inaugurò il dialogo rispetto alle altre chiese, presupponendo
l'accettazione della loro esistenza. Rimaneva una terza grande questione da
affrontare: i poveri, la grande maggioranza dell'umanità. Fu merito della
Chiesa latinoamericana ricordare che non esiste solo un mondo moderno
sviluppato ma anche un mondo sottosviluppato che suscita un interrogativo
scomodo: come annunciare Dio come Padre in un mondo di miserabili? Ha senso
annunciare Dio come Padre soltanto se si è capaci di strappare i poveri alla
miseria, se si è in grado di trasformare la realtà migliorandola. Questo fu
quello che fecero i settori più dinamici in America latina, animati da
alcuni profeti come Helder Camara (il vescovo dei poveri delle favelas di
Rio n. d. t.). La missione era schierarsi con i poveri contro la povertà.
> La svolta animò molti cristiani e li spinse ad entrare nei movimenti
sociali di liberazione e perfino in fronti armati. Numerosi vescovi e
cardinali assunsero un ruolo di rilievo contro le dittature militari e nella
difesa dei diritti umani, intesi principalmente come diritti dei poveri.
> Giovanni Paolo II fu eletto Papa mentre questo processo era in corso. Il
suo pontificato si è contraddistinto fin dal principio nel contrastare le
tendenze innovatrici allora dominanti. Nella posizione assunta da Giovanni
Paolo II furono sicuramente determinanti la sua origine polacca e i circoli
della curia romana, messi ai margini ma non sconfitti dal Concilio Vaticano
II. A Roma il nuovo Papa incontrò la burocrazia vaticana, conservatrice per
sua natura, che la pensava come lui. Si costruì così un potente blocco
Papa-curia con l'obiettivo di imporre la restaurazione dell'antica
disciplina.
> Le caratteristiche personali di Giovanni Paolo - la sua figura
carismatica, il suo innegabile potere di fascinazione, la sua abilità di
drammatizzazione mediatica - aiutarono a realizzare nella miglior maniera
possibile questo progetto.
> Per realizzare il suo disegno di restaurazione Giovanni Paolo II si è
dotato di strumenti adeguati. Ha riscritto il diritto canonico in modo da
inquadrare l'intera vita della Chiesa, ha fatto pubblicare il catechismo
Universale della Chiesa cattolica ufficializzando così l'esistenza di un
pensiero unico dentro la Chiesa. Ha sottratto potere di decisione al sinodo
dei vescovi sottomettendolo totalmente al potere papale, ha limitato il
potere delle conferenze continentali dei vescovi, delle conferenze nazionali
episcopali, delle conferenze di religiosi a livello nazionale e
internazionale.
> Ha negato la piena cittadinanza nella Chiesa alle donne, relegate a
funzioni secondarie sempre lontane dall'altare e dal pulpito.
> Insieme al suo principale consigliere, il cardinale Ratzinger, il Papa ha
professato una visione agostiniana della storia secondo la quale conta
davvero solo quello che passa attraverso la mediazione della Chiesa,
portatrice di salvezza soprannaturale. Questa posizione lo ha indotto ad una
profonda incomprensione della teologia latinoamericana della liberazione che
predica la liberazione dei poveri attraverso l'azione dei poveri. Per il
cardinale Ratzinger questa liberazione è meramente umana e carente di
rilevanza soprannaturale. E' necessario sottolineare che il Papa ha avuto
una visione semplicistica di questo tipo di teologia che ha sempre
interpretato con la logica dei suoi detrattori e, oggi lo sappiamo, a
partire dalle informazione che la Cia gli sottoponeva, in particolare
riguardo l'influenza dei teologi della liberazione in Centro America. L'ha
considerata un cavallo di Troia del marxismo che denunciava in ragione
dell'esperienza del comunismo nella sua Polonia. Si è convinto che il
pericolo in America Latina fosse il marxismo, quando il vero pericolo era ed
è il capitalismo selvaggio e colonialista con le sue élites antipopolari e
retrograde.
> In Giovanni Paolo II prevaleva la missione religiosa della Chiesa e non la
sua missione sociale. Se avesse detto "appoggiamo i poveri e impegnamo la
Chiesa nelle riforme in nome del Vangelo", il destino politico dell'America
Latina sarebbe stato un altro. Al contrario, ha organizzato la restaurazione
conservatrice in tutto il continente: ha cacciato vescovi profetici e ha
nominato vescovi distanti dalla vita del popolo, ha chiuso istituzioni
teologiche e ha punito i loro docenti.
> C'è stata una grande contraddizione tra l'immagine di questo Papa e i suoi
insegnamenti. All'esterno si presentava come un paladino del dialogo, delle
libertà, della tolleranza, della pace e dell'ecumenismo. Ha chiesto perdono
in varie occasioni per gli errori e le condanne ecclesiastiche del passato.
Si è incontrato con i leader di altre religioni per pregare, uniti, per la
pace mondiale. Dentro la Chiesa, però, ha ridotto il diritto di espressione,
ha proibito il dialogo e ha prodotto una teologia dai forti toni
fondamentalistici. Il progetto politico-ecclesiastico assunto dal Papa non
ha risolto i problemi posti dalla Riforma, dalla modernità e dalla povertà.
Li ha aggravati, piuttosto, ritardando un vero confronto.
> I suoi limiti nello stile di governo della Chiesa, non hanno impedito a
Giovanni Paolo II di raggiungere la santità personale. Così è stato, nel
segno di una religione "all'antica" con grande devozione verso i santi e in
maniera particolare verso la Madonna, verso le reliquie e i luoghi di
pellegrinaggio. E' stato un uomo di profonda preghiera. A volte pregando si
trasformava, impallidiva. Altre volte gemeva e versava lacrime. Una volta lo
trovarono nella sua cappella privata steso a terra con le braccia aperte a
forma di croce, come in estasi, come nella Spagna del XVI secolo.
> A chi spetta l'ultima parola? Alla storia e a Dio. La storia ci dirà qual
è stato il suo reale significato per il cristianesimo e per il mondo in
questa fase di cambiamento di paradigmi e di passaggio di millennio.
>
>
>

-------------------------------
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Re: Re:

Scritto da: Roberta g.i. 06/04/2005 18.21


E ricordiamo anche la maggior parte delle versioni della Bibbia ancora oggi circolanti derivano dalla traduzione in latino di una traduzione in greco dell'originale testo in aramaico, e i filologi sono ormai convinti che in più punti vi siano stati errori "di interpretazione" che perdurano tutt'oggi

Roberta




Certo, è così.
Un esempio: la storia del cammello che passerebbe per la cruna di un ago più facilmente di un ricco.

Penso un po' tutti ci siamo chiesti cosa cavolo c'entrasse un cammello con l'ago. Perché un cammello e non un elefante?

La spiegazione è un errore di interpretazione, fatto dal traduttore che confuse un termine (mi pare greco) che indicava il cammello con un altro che indicava gomena (la grossa corda usata sulle barche).
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se avete tempo leggetevi questo interessante (secondo me) articolo di freccero
www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/09-Aprile-2005/a...
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Re:

Scritto da: fergus 11/04/2005 13.06
se avete tempo leggetevi questo interessante (secondo me) articolo di freccero
www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/09-Aprile-2005/a...



Grazie Fergus, è in effetti un articolo molto interessante. E mi fa venire in mente le parole di un paio di miei amici che hanno presenziato alle esequie del Papa lo scorso week-end. Alla mia domanda "Perchè andate?" mi è stato testualmente risposto, dopo qualche secondo di smarrimento, "Ehm... si, ecco... hmmm... ah si! Perchè è un evento, bisogna esserci, è Storia!!!" [SM=g27831] Insomma, giusto per dire... [SM=x145482] ... che tristezza. [SM=x145487]

[Modificato da scottishflag 11/04/2005 13.37]

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It may be good for New York state but it's no damn good for me.
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Re: Re:

Scritto da: scottishflag 11/04/2005 13.36


Grazie Fergus, è in effetti un articolo molto interessante. E mi fa venire in mente le parole di un paio di miei amici che hanno presenziato alle esequie del Papa lo scorso week-end. Alla mia domanda "Perchè andate?" mi è stato testualmente risposto, dopo qualche secondo di smarrimento, "Ehm... si, ecco... hmmm... ah si! Perchè è un evento, bisogna esserci, è Storia!!!" [SM=g27831] Insomma, giusto per dire... [SM=x145482] ... che tristezza. [SM=x145487]

[Modificato da scottishflag 11/04/2005 13.37]




Mi dispiace che tu abbia degli amici cosi'....
Io ho parlato con molte persone che andavano con motivi molto validi

DanCork
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di François Houtart, "Le Monde Diplomatique"
di François Houtart
[da "Le Monde Diplomatique", 27 marzo 2005]



Ripercorrere alcune delle linee di fondo del pontificato di Giovanni Paolo II non è impresa di poco conto, dati i numerosi anni da lui trascorsi al governo della Chiesa cattolica (poco meno di un quarto di secolo), i quasi cento viaggi internazionali, una dozzina di encicliche, innumerevoli discorsi, gli incontri con tante personalità e centinaia di beatificazioni e canonizzazioni.
E tutto questo, in un periodo storico che ha visto il consenso di Washington (1) orientare l'economia mondiale verso il neoliberismo, con le conseguenti catastrofi sociali. Il periodo del crollo del muro di Berlino, dell'avvento del pensiero unico e del fiorire dei movimenti di protesta su scala mondiale, per non parlare dell'attacco terroristico contro gli Stati uniti, o delle guerre che rafforzano il dominio del sistema mondiale oggi in atto.

La missione che Giovanni Paolo II si è assegnato alla testa della Chiesa cattolica era duplice: restaurare una Chiesa scossa dal concilio Vaticano II, e rafforzarne la presenza nella società, onde consentirle di attuare il suo compito di evangelizzazione. Il cardinale Karol Wojtyla aveva partecipato attivamente al concilio Vaticano II (2). Aveva sostenuto la modernizzazione dell'immagine della Chiesa cattolica, appoggiando molte delle riforme adottate dall'Assemblea del vescovi. E tuttavia osservava con preoccupazione, dalla natia Polonia, le conseguenze del concilio su una Chiesa che si stava riformando in profondità, non senza traumi e conflitti interni.
Vicino all'Opus Dei (3), che lo aveva accolto in occasione di alcuni suoi viaggi all'estero, guardava con riprovazione non soltanto a taluni sviluppi eccessivi in campo liturgico (introduzione di testi o di musiche profane), ma anche a numerose applicazioni concrete delle decisioni conciliari. Lo rafforzava nei suoi convincimenti la sua appartenenza al cattolicesimo polacco, culturalmente egemonico in quella società: solido, ma spesso semplicistico nei contenuti, vigoroso nella sua spiritualità caratterizzata dal culto per la Vergine Maria, rigido nella sua morale, cemento della nazione e anima della resistenza al comunismo. Tutto questo doveva condurre l'eletto del Conclave a intraprendere una restaurazione dottrinale, morale e istituzionale della Chiesa cattolica (4). Sul piano dottrinale, non c'è quasi un tema che non sia stato affrontato, se non da lui personalmente, dagli organi della Santa Sede.
La fede, il magistero, l'autorità dottrinale della gerarchia ecclesiastica, la collegialità tra i vescovi per il funzionamento della Chiesa universale, la liturgia, il sacerdozio, il ruolo delle donne nella Chiesa, l'ecumenismo o i rapporti tra le Chiese cristiane, le religioni non cristiane, la dottrina sociale ... Accanto a precisazioni interessanti figurano ammonimenti, richiami dottrinali o anche esplicite condanne che rappresentano altrettanti colpi di freno, con misure disciplinari sempre più restrittive, in luogo dell'accompagnamento pastorale di un difficile processo di riforme che doveva consentire alla Chiesa, in un mondo sempre più complesso, di trasmettere meglio il messaggio evangelico. Sono stati sospesi, ad esempio, gli adattamenti liturgici iniziati da alcune Chiese locali asiatiche, in particolare in India, volti a dare alla fede un'espressione più adeguata a quel contesto culturale.
Il documento Dominus Jesus, attinente alla funzione salvifica universale di Gesù, ha posto termine al tentativo di ripensare i rapporti con le grandi religioni d'Oriente: il testo in questione è stato interpretato da alcuni responsabili religiosi e politici asiatici come una giustificazione del proselitismo nelle società che stanno faticosamente recuperando la propria identità culturale, segnatamente attraverso la religione. Diversi teologi hanno subìto condanne, quali il divieto di insegnare o di pubblicare; al cingalese Tissa Balasuriya è stata inflitta la scomunica per aver pubblicato un libro considerato troppo ambiguo sulla verginità di Maria e sul concetto di peccato originale.

Certo, nel campo dei rapporti con le varie confessioni cristiane e con le altre religioni vi sono state alcune manifestazioni suggestive, come gli incontri di Assisi nel 1986 e nel 2002, il digiuno dell'ultimo giorno del Ramadan nel 2001, e così via. Ma l'intransigenza dottrinale e gli ostacoli creati verso forme di collaborazione più istituzionali, in particolare con il Consiglio ecumenico delle Chiese, hanno opposto un limite invalicabile a taluni progressi. Se il papa ha chiesto perdono per le colpe di molti membri della Chiesa cattolica - ai tempi delle crociate e dell'Inquisizione, o ancora per comportamenti razzisti e antisemiti - non ha mai sollevato la questione delle responsabilità dell'istituzione in quanto tale (5).
Quanto alla collegialità episcopale - uno dei punti forti del concilio Vaticano II - Giovanni Paolo II l'ha chiaramente subordinata all'autorità romana. I sinodi generali o continentali si sono spesso trasformati in organi di registrazione della linea pontificia, se non in semplici occasioni di sfogo senza grandi conseguenze. Per la pubblicazione dei loro documenti si richiedeva l'approvazione preventiva del papa; e a volte sono state persino imposte alcune modifiche (6).
La Teologia della liberazione è stata oggetto di una repressione specifica.
Nata in America latina, ha trovato espressione anche in Africa, soprattutto tra i teologi protestanti, così come in Asia, in India, nelle Filippine e nella Corea del Sud. È una riflessione su Dio - come tutte le teologie - che assume come punto di partenza la condizione dei poveri e degli oppressi, rendendo esplicito il suo carattere contestuale - cosa che altre correnti rifiutano generalmente di fare, velando così la relatività del discorso. Per stabilire con chiarezza il suo punto di partenza nella complessità delle situazioni sociali contemporanee, la Teologia della liberazione, che attinge la sua ispirazione al Vangelo, esige la mediazione di un'analisi sociale. Ma questo pensiero travalica largamente il campo dell'etica sociale e ritrova, attraverso lo sguardo degli sfruttati, il senso della persona di Gesù, reinserito nel contesto storico della Palestina del suo tempo. Si sviluppano così una spiritualità e una gamma di espressioni liturgiche in cui ci si rende conto della vita dei poveri, e si guarda con severità a una Chiesa troppo spesso compromessa con i poteri oppressivi.
Questa teologia parla di liberazione, al presente, come espressione dell'amore di Dio per il suo popolo. E dunque appariva pericolosa per l'ordine, sia sociale che ecclesiastico. La reazione di Roma è stata durissima. Era facile accusare questa corrente teologica di marxismo, dato che è fondata sull'esistenza delle strutture di classe. Una prospettiva del genere, come ha detto il cardinale Joseph Ratzinger, responsabile della Congregazione per la dottrina della fede, doveva condurre direttamente all'ateismo. Numerosi teologi hanno quindi subito il divieto di insegnamento e di pubblicazione. I Centri didattici hanno ricevuto l'ordine di proibire qualsiasi insegnamento in cui si parlasse di questa dottrina.
La teologia della liberazione ha dovuto cercare rifugio presso qualche centro di studio o di formazione ecumenico, o nelle università laiche. Nel 1996, lo stesso Giovanni Paolo II, in occasione del suo viaggio in Nicaragua, dichiarò che una volta morto il marxismo, la teologia della liberazione non aveva più motivo di esistere. Quanto alle questioni morali, è nota l'insistenza del papa sul rispetto per la vita fin dal suo concepimento, così come la sua radicale opposizione all'aborto, alla contraccezione, al divorzio, all'eutanasia, ma anche alla pena di morte. Certo, il positivismo scientifico, gli effetti genocidi delle scelte dei poteri economici o il relativismo di un certo pensiero post-moderno rappresentano una minaccia per la vita.
Ma l'attaccamento del pontefice a una filosofia della natura superata dalle conoscenze contemporanee, la sua riluttanza a prendere in considerazione le condizioni sociali e psicologiche concrete degli esseri umani, così come le drammatiche conseguenze - come nel caso dell'Aids in Africa - di talune posizioni dogmatiche, hanno finito per far perdere alla Chiesa cattolica buona parte della sua credibilità. La dottrina sociale rimane un campo privilegiato dell'attenzione di Giovanni Paolo II. I documenti su questo tema sono innumerevoli. In nome del Vangelo, il papa ha condannato con estrema durezza gli abusi e gli eccessi del capitalismo, e ha persino denunciato - a Cuba - il neoliberismo e i suoi effetti perversi.
Ma se nell'enciclica Centesimus Annus ha condannato il socialismo nella sua essenza, in quanto veicolo di ateismo, quando ha stigmatizzato il capitalismo selvaggio lo ha fatto denunciando le sue pratiche, non la sua logica. E laddove si fa riferimento, in questo stesso documento, a un'«economia sociale di mercato», non si menzionano le pratiche «selvagge» attuate nei paesi del Sud e nell'Est europeo da quegli stessi agenti economici che si richiamano a questo modello. Allo stesso modo, i frequenti e insistenti appelli alla «globalizzazione della solidarietà» non sfociano mai in una denuncia delle cause profonde della povertà e delle disuguaglianze.
Peraltro, uno degli strumenti dell'elaborazione e della diffusione della sua dottrina sociale è la Commissione Giustizia e pace, istituita dal concilio Vaticano II: ma la presenza di Michel Camdessus, ex direttore del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), nominato nel 2000 suo consigliere, basta da sola a far dubitare del ruolo di questa Commissione come portavoce dei poveri e degli oppressi... Per l'attuazione del suo fondamentale progetto di restaurazione dottrinale e morale, Giovanni Paolo II aveva bisogno di un'istituzione in grado di portarlo avanti. La sua politica di nomine episcopali si è quindi orientata in questo senso.
In numerose diocesi, i nuovi vescovi, su ispirazione della Santa Sede, hanno iniziato a esercitare un controllo sui centri di formazione, smantellando l'opera pastorale dei loro predecessori e introducendo congregazioni religiose o organizzazioni cattoliche conservatrici. In America latina, il Consiglio episcopale latinoamericano (Celam), che aveva svolto un ruolo di punta nel rinnovamento, organizzando, nel 1968, la Conferenza di Medellín per l'applicazione del concilio Vaticano II nel subcontinente, fu trasformato a poco a poco in un organismo di restaurazione. Le conferenze episcopali furono riorientate attraverso nuove nomine.(7)
In tutto il mondo, centinaia di diocesi attraversarono penosi processi di transizione pastorale, non senza drammi personali per coloro che avevano creduto in una Chiesa profetica e in un'istituzione più umana. Solo alcune diocesi di più antica cristianità furono in grado di preservare la propria autonomia, frenando il dilagare delle nomine di segno conservatore. Nel 1982, quattro anni dopo l'elezione di Giovanni Paolo II, l'Opus Dei acquisì uno status di prelatura personale, al di sopra della giurisdizione dei vescovi. Il suo fondatore fu canonizzato nel 2002, a soli 27 anni dalla sua morte; molti dei suoi membri vennero nominati vescovi, spesso in diocesi importanti, e alcuni furono fatti cardinali.
Ma la sua influenza si fece sentire soprattutto nell'amministrazione centrale della Chiesa cattolica (la curia), dove i suoi membri occupano cariche importanti in numerosi settori e beneficiano di «promozioni» interne. L'«Opera di Dio» potrebbe giocare un ruolo di rilievo anche nella designazione del successore dell'attuale papa. Giovanni Paolo II ha inoltre rafforzato la Curia romana, un apparato il cui mantenimento richiede mezzi considerevoli, che i contributi del fedeli non bastano ad assicurare.
Ma la Santa Sede dispone di un ingente patrimonio, in particolare grazie ai Patti lateranensi (1929), mediante i quali l'Italia fascista risarcì il Vaticano della perdita dell'antico stato pontificio. Questo capitale fondiario e finanziario produce elevati redditi. Ma sotto l'attuale pontificato, le istituzioni bancarie del pontificato hanno dato luogo a clamorosi scandali, tra cui quello del Banco Ambrosiano (8). Scandali che sono costati centinaia di milioni di dollari alla Chiesa cattolica. Ma il pubblico è stato scarsamente informato di queste vicende, che si pongono in plateale contrasto con lo spirito del Vangelo.
Tutti i poteri - giudiziari, politici, economici e mediatici - hanno congiurato per tacitarle, nel timore di mettere a repentaglio un'istanza morale che ai loro occhi costituisce una garanzia dell'ordine sociale. Giovanni Paolo II, vescovo di Roma, avrebbe dovuto ritirarsi a 75 anni, come sono invitati a fare tutti i vescovi a partire dal concilio Vaticano II. Il suo rifiuto ha rafforzato il potere di un'amministrazione sempre più conservatrice. Nuovo «prigioniero del Vaticano», il papa è divenuto così vittima di una curia i cui maggiori esponenti, da lui stesso nominati, hanno portato la restaurazione a un punto tale da provocare reazioni crescenti persino negli ambienti moderati della Chiesa.
La «nuova evangelizzazione» promossa da Giovanni Paolo II è caratterizzata da due principali orientamenti: da un lato quello dell'Opus Dei, volto a evangelizzare attraverso il potere, facendo della spiritualità un segno di eccellenza sociale; dall'altro, quello dei vari movimenti carismatici, esigenti in materia di comportamenti personali, con una tendenza a valorizzare aspetti di tipo affettivo, ma generalmente poco inclini a integrare una dimensione sociale. D'altro canto, le comunità ecclesiali di base nate in America latina, caratterizzate dall'autogestione, in cui a prendere la parola erano i poveri, sono state emarginate e talvolta distrutte: ai sacerdoti che vi esercitavano la funzione di consulenti si imponeva il trasferimento, o si vietava addirittura l'accesso ai locali parrocchiali. E intanto si creavano sotto l'egida clericale altri gruppi con lo stesso nome.
Quanto al ruolo dei laici nella Chiesa, benché valorizzato nei testi, è stato il larga misura relegato a un livello subalterno, a meno che si trattasse di organizzazioni incondizionate quali l'Opus Dei. D'altra parte - e questo è un esempio che colpisce - la Gioventù Operaia Internazionale (Gcoi), nonostante il sostegno di varie conferenze episcopali, è stata emarginata, con l'abrogazione del suo status di organizzazione internazionale cattolica, mentre una Federazione concorrente è stata creata di sana pianta. Queste tendenze si collocano in un contesto tipico di dissociazione culturale, che si manifesta nelle correnti filosofiche così come in parte delle scienze umane, nella produzione artistica e nella ricerca religiosa, ove l'accento è posto sull'individuo.
Paradossalmente, la nostra epoca è contrassegnata a un tempo dal predominio del mercato e da un irrigidimento autoritario ai vertici delle istituzioni. Sradicare il comunismo ateo I numerosi viaggi di Giovanni Paolo II da un capo all'altro del mondo hanno indubbiamente rivelato la sua eccezionale energia, e sono stati molto apprezzati in numerosi ambienti popolari, soprattutto nel Sud, oltre che - logicamente - in Polonia, e in generale da parte dei nuclei cattolici più ferventi. Ma più che di una vera presa di contatto con le realtà dei luoghi visitati, si è trattato innanzitutto di diffondere il pensiero di Roma. L'evento ha prevalso sul messaggio. Se le visite pontificie hanno suscitato emozione, il più delle volte sono servite a rafforzare l'ala conservatrice del cattolicesimo.
La restaurazione della Chiesa cattolica dopo il concilio Vaticano II si è dunque tradotta, per Giovanni Paolo II, in una ridefinita solidità dottrinale, in un codice morale tutto d'un pezzo e in un'autorità fuori discussione, al servizio di un progetto modernizzato nella forma, ma fondamentalmente conservatore. Un orientamento del genere era necessario, secondo il papa, per affrontare le forze ostili della società. Perciò Giovanni Paolo II ha adottato come riferimento la figura di Pio XII, e ha aperto il suo processo di beatificazione accanto a quello di Giovanni XXIII, che la vox populi aveva già da tempo elevato agli altari. Nella Gaudium et Spes (9), il concilio Vaticano II descrive il ruolo della Chiesa non già come esercizio di un potere, ma come ispirazione morale. La volontà di condividere le gioie e le speranze dell'umanità, che sembrava nascere da un ottimismo al limite del realismo, era il frutto di un'ispirazione programmatica.
Il nuovo papa non ha tardato a tradurre questo spirito in una duplice battaglia contro le forze ostili al messaggio cristiano: il comunismo ateo e il secolarismo occidentale. La lotta tradizionale contro il comunismo era stata rafforzata dalla proclamazione dell'ateismo quale «religione di stato» nei paesi dell'Est europeo, ma anche, più concretamente, dalla repressione delle libertà e dalle persecuzioni religiose. Giovanni Paolo II, guidato dall'esperienza della Polonia, riteneva che per sradicare il comunismo occorresse mobilitare i cattolici, sia all'interno della Chiesa - e da qui la condanna alla teologia della liberazione - sia all'esterno, attraverso un'azione diretta. Laddove il comunismo era al governo, il papa incoraggiava la creazione di un contro-potere. Con le sue visite in Polonia ha promosso una mobilitazione religiosa, e assicurato - anche sul piano finanziario, tramite il Banco Ambrosiano - l'appoggio a Solidarnosc.
Nei paesi in cui era sul punto di prendere il potere, i cattolici dovevano essere arruolati in un fronte d'opposizione. Fu così che in Nicaragua si arrivò nel 1983 allo scontro con il Fronte sandinista. Nell'omelia tenuta a Managua, il papa condannò la Chiesa popolare e il «falso ecumenismo» dei cristiani impegnati nel processo rivoluzionario. E fece appello all'unità, sotto l'egida di un episcopato particolare reazionario (l'arcivescovo di Managua, Mons. Miguel Obando y Bravo, sarà nominato cardinale dopo la visita pontificia).
Tutto questo portò a una forte repressione ecclesiastica, e sconcertò profondamente i cristiani dei ceti popolari, venuti a celebrare a un tempo la loro rivoluzione e la visita del loro papa. Il viaggio a Cuba segue la stessa linea. Nell'idea di Giovanni Paolo II, quest'isola era l'ultimo bastione del comunismo in Occidente, ormai a fine corsa. L'aggressività - in parte anche a causa del suo stato di salute - non era più all'ordine del giorno. E dato che a suo modo di vedere, la rivoluzione cubana rappresentava una parentesi nella storia, non la menzionò in quanto tale, ma si limitò a sottolinearne gli effetti, tutti in negativo. E al suo ritorno a Roma, dichiarò che la sua visita avrebbe avuto lo stesso effetto del viaggio compiuto dieci anni prima in Polonia. Per la lotta anticomunista c'era bisogno non solo di una Chiesa forte e disciplinata, ma anche di alleanze con altre forze, in campo economico e politico.
Da qui i numerosi compromessi con il potere americano, per cui molte delle sue organizzazioni cattoliche, in Europa e a Roma, hanno canalizzati fondi, sia ufficiali che segreti, in favore di Solidarnosc. E da qui anche la tolleranza nei confronti di regimi dittatoriali di destra, come quelli del Cile, dell'Argentina (10) o delle Filippine.
Gli artefici di queste discutibili relazioni sono stati promossi da Giovanni Paolo II ai vertici di importanti organi della Santa Sede, prima tra tutte le Segreteria di Stato. Da qui infine l'intervento in favore del generale Augusto Pinochet. E sul piano simbolico, la beatificazione, proclamata nel 1998, del cardinale Stepinac, che era stato molto vicino al regime fascista della Croazia durante la seconda guerra mondiale. Il secolarismo occidentale, caratterizzato dal relativismo, dal consumismo e dall'edonismo, è stato il secondo avversario di Giovanni Paolo II. Il quale ha ricordato con forza i valori dell'amore per il prossimo, della solidarietà, della moderazione nell'uso dei beni materiali.
Ma ancora una volta, lo ha fatto in una quadro dottrinale e morale talmente rigido che il messaggio è rimasto purtroppo in larga misura incompreso, e in definitiva poco efficace. Purtroppo, perché l'umanità contemporanea aspira alla spiritualità, è alla ricerca di un senso; e le lotte sociali sono il segnale di un profondo desiderio di giustizia, a fronte di una globalizzazione economica e culturale distruttiva. Richiamo astratto ai valori sociali Un'altra preoccupazione di Giovanni Paolo II è stata quella di perseguire la pace. Si è opposto alla guerra del Golfo, ha messo in guardia contro quella del Kosovo, ha dichiarato le sue riserve sull'attacco all'Afghanistan, ha rivendicato il diritto dei palestinesi a uno stato. Un suo leitmotiv costante è la pace tra i popoli, fondata sulla giustizia nei loro rapporti. Si è dimostrato attento alle sofferenze delle vittime, condannando ad esempio l'embargo contro l'Iraq e contro Cuba, che sottopone la popolazione a restrizioni devastanti. Tutte posizioni ispirate alla fedeltà al Vangelo.
Purtroppo, questi richiami ai valori sono rimasti il più delle volte astratti, dato che il papa non ha mai esplicitato le cause reali delle guerre e le loro connessioni con l'imperialismo economico. Peraltro, l'alleanza di fatto tra la Santa Sede e i poteri economici e politici dell'Occidente continua ad esistere, sulla base di una logica istituzionale (la riproduzione sociale dell'istituzione ecclesiastica), e ha fatto perdere al discorso contro le guerre gran parte della sua credibilità. In questo campo, lo strumento privilegiato della Santa Sede è il servizio diplomatico. Contrariamente a quanto spesso si crede, questo servizio non è un organo del Vaticano in quanto stato, bensì della Santa Sede, cioè della Chiesa; e ha avuto un considerevole sviluppo grazie a Giovanni Paolo II.
Non solo è l'elemento più costoso, ma anche quello socialmente più compromettente, e simbolicamente più contraddittorio rispetto all'ispirazione evangelica, in quanto segno di potere (privilegio di uno stato) ed espressione di ricchezza (l'insediamento di nunziature a fianco delle ambasciate). Nessuno può dubitare che Giovanni Paolo II, il prelato sportivo, l'ex operaio dello stabilimento Solvay di Cracovia, dilettante di teatro e moralista dell'Università cattolica di Lublino, il sacerdote dalla personalità mistica, il pastore dei Carpazi sia destinato a rimanere nella storia come un gigante dell'era contemporanea: il papa di un quarto di secolo che ha trasformato profondamente l'umanità, il papa della globalizzazione (11).
Ma per aver voluto ricostruire una Chiesa più solida in un mondo più umano, questo papa ha finito per distruggere un gran numero di forze vive emergenti, che portavano l'impronta di una visione evangelica e profetica. La luce spirituale e morale di cui voleva essere portatore si è trasformata in istanza politica. Il governo centrale della Chiesa, che avrebbe dovuto essere al servizio del «popolo di Dio», è divenuto un apparato reazionario, alleato di fatto dei poteri oppressori. Il suo appello alla giustizia e alla pace non ha assunto una dimensione profetica commisurata all'immenso sfruttamento, oggi più che mai globalizzato, ma si è tramutato in una critica dai toni ragionevoli. Ha fatto leva non già sulla forza del simbolo, ma su quella dell'autorità. Certo, Giovanni Paolo II ha restaurato la Chiesa, ma quale Chiesa?
Certo, ha rafforzato il suo posto nella società, ma quale posto? La cristianità - aveva detto Harvey Cox, teologo battista, docente a Harvard - ha bisogno di un papa, ma non come potere, bensì in quanto espressione simbolica dell'unità. L'umanità ha bisogno di un richiamo alla speranza, sulla base di analisi della realtà e di progetti per il futuro. Non si può dire che il bilancio del pontificato abbia risposto a questa duplice attesa.
Dovrebbe essere questa la sfida del successore di Giovanni Paolo II (12), che potrà fondarsi a tal fine su una grandissima speranza e sulle forze vive, che fortunatamente sono tuttora presenti sull'intero pianeta.

François Houtart è direttore del Centro tricontinentale e della rivista Alternatives Sud, edita in Belgio

Note
(1) Si legga Moisés Naim, «Il consenso di Washington colto in fallo», Le Monde diplomatique/il manifesto, marzo 2000.
(2) Convocato da Giovanni XXIII, il Concilio Vaticano II ha comportato un'importante riforma, in particolare attraverso la costituzione Lumen Gentium, che ridefiniva la Chiesa come «popolo di Dio», e la costituzione Gaudium et Spes, che qualificava la presenza della Chiesa nel mondo contemporaneo come una realtà di ispirazione e non di dominio. La riforma liturgica ha introdotto la lingua vernacolare e amplificato le funzioni dei laici, in particolare nel culto e nei sacramenti. È stata inoltre rivalutata la collegialità dei vescovi, come contrappeso all'amministrazione centrale di Roma.
(3) L'«Opera di Dio», fondata nel 1928 in Spagna da mons. Escrivà de Balaguer, definita da molti «massoneria bianca», conta più di 80.000 membri, in maggioranza laici, in un centinaio di paesi. Si legga François Normand, «L'inquietante ascesa dell'Opus Dei», Le Monde diplomatique/il manifesto, settembre 1995.
(4) Nel 1984 il cardinale Joseph Ratzinger, nominato da Giovanni Paolo II alla testa della Congregazione di Propaganda Fide (già Sant'Uffizio) dichiarò in un'intervista: «Dopo le esagerazioni di un'apertura indiscriminata al mondo, dopo le interpretazioni troppo positive di un mondo agnostico ed ateo, [la restaurazione] è auspicabile, e peraltro già in atto» (Jesus, Roma, 6 novembre 1984).
(5) Simbolicamente, Giovanni XXIII fu beatificato il 3 settembre 2000, contemporaneamente a Pio IX, il papa del Syllabus (un documento antimodernista, che condannava numerose libertà ormai accettate), non alieno da comportamenti antisemiti.
(6) Ad esempio in occasione del sinodo olandese del 1984, dove l'episcopato dovette firmare un documento preparato dalla Santa Sede.
(7) Come nei casi delle diocesi di Chur, in Svizzera, con la nomina di mons. Haas, di Recife con il successore di Dom Helder Camara, di San Salvador con la nomina di un vescovo dell'Opus Dei come successore di mons. Rivera y Damas e di mons. Oscar A. Romero.
(8) Il Banco Ambrosiano finanziava tra l'altro il regime del dittatore Anastasio Somoza in Nicaragua. Il suo presidente, il banchiere Roberto Calvi, fu trovato impiccato sotto il Ponte dei frati neri, a Londra. Il 16 aprile 1992, nella sua sentenza sul fallimento del Banco ambrosiano, il Tribunale di Milano spiegò i collegamenti esistenti tra quest'ultimo e l'Istituto per le Opere di Religione (Ior), la banca del Vaticano, diretta all'epoca da mons. Paul C. Marcinkus, di nazionalità americana, già invischiato in altre vicende scabrose. Si legga Fernando Scianna, «La mafia au coeur de l'Etat et contre l'Etat», Le Monde diplomatique, ottobre 1982.
(9) La Chiesa nel mondo del nostro tempo.
(10) In Argentina, il nunzio all'epoca della dittatura militare, l'attuale cardinale di curia Pio Laghi, aveva rivolto alla guarnigione di Tucuman le seguenti parole: «Voi che sapete cos'è la patria, ottemperate agli ordini con obbedienza e coraggio mantenendo la serenità dello spirito» (La Nación, Buenos Aires, ottobre 1976). Nel Cile di Pinochet, il nunzio era l'attuale cardinale Angelo Sodano, poi nominato Segretario di Stato, che a proposito del regime ebbe a dichiarare: «Anche i capolavori possono avere qualche macchia. Vi invito a non soffermarvi sulle macchie del quadro ma a guardare l'insieme, che è meraviglioso».
(11) George Weigel, docente all'università cattolica di Washington, ha tracciato un bilancio del pensiero di Giovanni Paolo II nel corso del suo lungo pontificato. Il suo libro rispecchia la visione del papa sulla Chiesa e sul mondo (Jean Paul II, Témoin de l'espérance, Attes, Parigi, 2001).
(12) Giancarlo Zizola ha affrontato questo tema nel suo libro Il Successore, Laterza, 1997. Si legga dello stesso autore, «Guerra di successione in Vaticano», Le Monde diplomatique/il manifesto, settembre 2001.

Pubblicato Aprile 9, 2005 12:00 AM |
Sean

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"...l'insieme, che è meraviglioso"
In Argentina, il nunzio all'epoca della dittatura militare, l'attuale cardinale di curia Pio Laghi, aveva rivolto alla guarnigione di Tucuman le seguenti parole: «Voi che sapete cos'è la patria, ottemperate agli ordini con obbedienza e coraggio mantenendo la serenità dello spirito» (La Nación, Buenos Aires, ottobre 1976). Nel Cile di Pinochet, il nunzio era l'attuale cardinale Angelo Sodano, poi nominato Segretario di Stato, che a proposito del regime ebbe a dichiarare: «Anche i capolavori possono avere qualche macchia. Vi invito a non soffermarvi sulle macchie del quadro ma a guardare l'insieme, che è meraviglioso»......

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PAPA: MONTALCINI, DA RICHIESTA PERDONO INIZIA FUSIONE


La richiesta di perdono del Papa ai "fratelli maggiori" ebrei, "spero che sia l'inizio di un processo, l'inizio di una fusione: io sono contro i clan dei differenti". A parlare con i cronisti, a margine dell'inaugurazione di un master dell'Universita' di Firenze, e' il premio Nobel Rita Levi Montalcini. "Spero - ha spiegato - che sia l'inizio: il Papa ha fatto molto in quel senso ed io ho sempre avuto un'enorme ammirazione per lui". "Il 4 novembre scorso ci siamo incontrati e il Papa mi ha detto: finalmente la rivedo. Io ho stretto la mano che mi porgeva".
AltroDanCork
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Un uomo venuto da lontano
Un uomo venuto da lontano


testo e nusica di M.Marrocchi


Un uomo venuto da molto lontano,
negli occhi il ricordo dei campi di grano,
il vento di Auschwitz portava nel cuore
e intanto scriveva poesie d'amore,
amore che nasce dentro il cuore dell'uomo
per ogni altro uomo.


Un uomo venuto da molto lontano
stringeva il dolore e un libro nella mano
qualcuno ha sparato ed io quel giorno ho pianto,
ma tutto il mondo gli è rimasto accanto:
quel giorno il mondo ha ritrovato il cuore,
la verità non muore.


Un uomo che parte, vestito di bianco,
per mille paesi e non sembra mai stanco,
ma dentro i suoi occhi un dolore profondo:
vedere il cammino diverso del mondo,
la guerra e la gente che cambia il suo cuore,
la verità che muore.


Va', dolce grande uomo, va'.
Va', parla della libertà.
Va' dove guerra, fame e povertà
hanno ucciso anche la dignità.
Va' e ricorda a questo cuore mio
che Caino sono pure io.


Dall'Est è arrivato il primo squillo di tromba,
il mondo si ferma... c'è qualcosa che cambia,
un popolo grida: Noi vogliamo Dio,
la libertà è solo un dono suo.
Tu apri le braccia e incoraggi i figli
ad essere fratelli.


Va', dolce grande uomo, va'.
Va, parla della libertà.
Va " dove l'uomo ha per sorella
solo lebbra e mosche sulle labbra.
Va' e ricorda a questo cuore mio
che Caino sono pure io.
 




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AltroDanCork
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Re: Un uomo venuto da lontano

Scritto da: Dancork 23/04/2005 20.29
Un uomo venuto da lontano


testo e nusica di M.Marrocchi


Un uomo venuto da molto lontano,
negli occhi il ricordo dei campi di grano,
il vento di Auschwitz portava nel cuore
e intanto scriveva poesie d'amore,
amore che nasce dentro il cuore dell'uomo
per ogni altro uomo.


Un uomo venuto da molto lontano
stringeva il dolore e un libro nella mano
qualcuno ha sparato ed io quel giorno ho pianto,
ma tutto il mondo gli è rimasto accanto:
quel giorno il mondo ha ritrovato il cuore,
la verità non muore.


Un uomo che parte, vestito di bianco,
per mille paesi e non sembra mai stanco,
ma dentro i suoi occhi un dolore profondo:
vedere il cammino diverso del mondo,
la guerra e la gente che cambia il suo cuore,
la verità che muore.


Va', dolce grande uomo, va'.
Va', parla della libertà.
Va' dove guerra, fame e povertà
hanno ucciso anche la dignità.
Va' e ricorda a questo cuore mio
che Caino sono pure io.


Dall'Est è arrivato il primo squillo di tromba,
il mondo si ferma... c'è qualcosa che cambia,
un popolo grida: Noi vogliamo Dio,
la libertà è solo un dono suo.
Tu apri le braccia e incoraggi i figli
ad essere fratelli.


Va', dolce grande uomo, va'.
Va, parla della libertà.
Va " dove l'uomo ha per sorella
solo lebbra e mosche sulle labbra.
Va' e ricorda a questo cuore mio
che Caino sono pure io.
 




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[SM=g27811]


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dedicata a sua madre...


''Sulla tua tomba bianca
sbocciano i fiori bianchi della vita -
- o, quanti anni sono gia' passati
senza di te - spirito alato-“.
''Sulla tua tomba bianca
ormai chiusa da tanti anni,
la pace volteggia con forza insolita,
forza, come la morte - ineffabile.''
''Sulla tua tomba bianca
risplende luminosa quiete,
come se qualcosa ci sollevasse in alto,
come se confortasse la speranza''.
''Sulla tua tomba bianca
inginocchiato con la mia tristezza -
o, quanto tempo e' passato -
eppure oggi mi pare poco.''
''Sulla tua tomba bianca
o Madre - amore spento -
la mia bocca sussurrava esausta:
- Dona eterno riposo
-''.

(Karol Wojtyla)
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Padre Georg, sex simbol consapevole
Il segretario del Papa in un’intervista parla della sua giovinezza e delle donne. E le sue ammiratrici aumentano

Le donne? «I miei sensi sono sani e chi ha sensi sani li usa… Nella mia giovinezza ci sono state ragazze che preferivo». E via così. Padre Georg dice poi di essersi abituato al ruolo di sex symbol. Altro che abituato. Le georgiste sentite sul tema si sentono lietamente provocate; la notizia che mons. Gänswein usa i suoi sensi sta suscitando fantasie al cui confronto Uccelli di rovo era una lettura parrocchiale.

Ma seriamente: a questo miravano il mons. e la radio papale? Non è che — noi agnostici anticlericali rispettosi non osiamo pensarlo — si stia valorizzando il prelato bellone per rilanciare un papato penalizzato dal carisma del pontefice precedente? Benedetto XVI non sarà seccato? Speriamo di sì, una gerarchia vaticana che punta sul sex appeal è imbarazzante come Prodi quando fa i battutoni.

estratti dall'articolo di Maria Laura Rodotà sul Corriere della Sera online.

Pensa un pò, magari diventi cornuto per colpa di un prete! [SM=g27829] [SM=g27828]

[Modificato da scottishflag 19/08/2006 13.27]

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It may be good for New York state but it's no damn good for me.
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