Tameko in Ireland

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Tameko
00martedì 7 marzo 2006 23:02
Libero di pensarla come vuoi Giambuca, ma a me non sembra proprio che le cose stiano come dici.
Se anzi leggessi tutte le puntate, vedresti che ho per esempio parlato molto bene della burocrazia irlandese, per quel poco che ho avuto a che fare con essa.

Questo diario, sia chiaro, non e' e non vuole essere un trattato sociologico o un resoconto di giornale che tenga conto di diverse opinioni (ho smesso tanto tempo fa di fare il giornalista).

Questo e' solo l'insieme delle mie opinioni personali, basate quasi esclusivamente su esperienze fatte in PRIMA persona.

Per la cronaca: domenica sera ero a ballare e mi sono messo a chiacchierare con una ragazza irlandese.
Veniva dal sud dell'Irlanda.

Indovinate un po' che mi ha detto?
Che Dublino non le piace perche' e' sporca e piena di ubriachi.
E se lo dice un'irlandese...
screttiu
00mercoledì 12 aprile 2006 16:55
Tameko
00mercoledì 12 aprile 2006 16:56
Irlanda... un anno dopo
PUNTATA NUMERO 18

Puntata speciale questo giro. Che succede?
Succede che, signore e signori, oggi e’ il mio primo anno di Irlanda. Nostalgico come sono la mia mente corre, anzi, ci passeggia sopra, al lontano 12 aprile 2005.
Mi rivedo un ragazzotto spaurito all’aeroporto, col terrore di finire perso chissa’ dove o sperimentare chissa’ quale crudelta’ del mondo.

Dopo un anno sono ancora qua. Caspita, ne sono successe di cose: problemi con i gestori dei pub, problemi con i buttafuori, problemi con le donne irlandesi, problemi persino con la Garda.
Giusto ieri, al mio ritorno da una breve vacanza in Italia i miei coinquilini mi hanno spiegato che no, la porta nuova non e’ un gentile omaggio del landlord, ma e’ solo che la vecchia l’avevano sfondata i ladri.

Beh, insomma, e’ passato un anno ma sono ancora qua. Qua a imprecare contro gli ubriachi, le pisciate e i vomiti per strada, i muratori che lavorano alle 5 di notte e non ti fanno dormire per il casino, gli irlandesi che ti pestano i piedi perche’ per strada non guardano dove vanno.

Sono ancora qua perche’ nonostante i 3000 difetti di questa isola e della mia vita, beh, se faccio un raffronto con quella che facevo fino a 366 giorni prima, scopro che non ci sto tanto male.
Su quest’isola non ho trovato l’America ma ho conosciuto tanti amici (alcuni dei quali sono ancora qui), ho trovato un lavoro dignitoso e una paga che in Italia di questi tempi te la sogni. Ho trovato soprattutto tanti stimoli e novita’ che mi hanno ridato voglia di fare e di progettare, la tanto sospirata aria fresca nella stanza chiusa (vedasi puntata numero 0). Non da ultimo ho migliorato il mio inglese (che nonostante i suoi limiti mi permette persino di parlarci di politica e di sognarci).

No, su quest’isola non ho trovato l’America. Ho trovato l’Irlanda, e al momento mi sembra abbastanza.
Quindi tutti avvisati: se continuo a incazzarmi con l’isola e i suoi abitanti vuol dire che continuo a starci bene.
screttiu
00mercoledì 12 aprile 2006 16:57
sei una brava persona e invidio tutti quelli,come te, che sono li e non sono rimasti a marcire,come me,in Italia.
nadiaidi
00giovedì 13 aprile 2006 01:30
Auguri Tamè!!!
ollivander
00martedì 18 aprile 2006 21:20
Re:

Scritto da: screttiu 12/04/2006 16.57
sei una brava persona e invidio tutti quelli,come te, che sono li e non sono rimasti a marcire,come me,in Italia.




screttiu schiodati!
te lo ha prescritto il medico di rimanere a marcire?
ollivander
00martedì 18 aprile 2006 21:33
tameko rivelazione!
caro tameko,

ammetto in tutta sincerita' di aver tralasciato la lettura del tuo psuedo blog perche' al mio primo meeting irlandiano (mi pare sia stato a febbraio) mi avevi affogato con malsane teorie sull'ecologia primitiva.
ora mi trovo pero' a non poter che condividere molte delle cose che hai scritto.

il mio primo mese e mezzo l'ho passato a Aungier St e quindi le scene di cui parli me le sono viste anche io, non mi ci abituero' mai, cosi' come quando l'altra sera sono uscita con delle colleghe mi sono ritrovata a dover scappare a casa alle 11.30.
mi prelevano alle 8 e dal momento in cui mettiamo piede a casa di un'altra tipa "per i preparativi" si sono fatte fuori 1 boccia di vodka, 3 di malibu, 1 di gin il tutto annacquato di 7ap in 4.

insomma al momento di andare al club erano gia' tutte fuori di testa, cercavano di acchiaparsi, e si sono acchiapate, gente per strada mentre io mi sono ritrovata sola e sobria in un casino alcoolico.

porco cane, io non riesco ad abituarmici.
non ci sono riuscita 10 anni fa e adesso che almeno un po' bevo non fa differenza.

tameko perche' non mi hai parlato dei disagi dublinesi, della devastanate sensazione da disadattato che ti ha colto al rientro in italia e che un po' non lascia solo neanche quassu'?
la metafora delle alghe rende bene l'idea.
pensa che io ho voluto fare un saltino a ka per san patrizio e non fosse stato per l'altra meta' della mela che mi aspettava all'aereoporto mi veniva seriamente da vomitare.

ci vediamo il 27!

Tameko
00giovedì 17 agosto 2006 14:55
Razzismo assicurativo: Tameko va alla guerra!
PUNTATA NUMERO 19

Razzismo. Parola brutta che si legge sui giornali, e pensi subito a qualcuno che ti picchia o ti sputa in faccia perche’ hai la pelle scura o un accento diverso.
Il razzismo pero’ e’ fatto anche di piccoli episodi meno umilianti forse, ma comunque irritanti.
Leggerli sui post di altri forumisti fa apparire questi problemi meno lontani e piu’ quotidiani, ma quando la cosa capita a te allora l’urto e’ sempre violento, e tu stesso diventi violento, almeno verbalmente, contro il paese che ti ospita e ti tratta come un appestato, quasi che gli italiani fossero davvero tutta mamma, mafia, pizza e mandolino.

Quello che mi e’ successo il mese scorso e’ aberrante. Per approfittare di un periodo di vacanze mi sono deciso dopo tanto, troppo tempo ad andare a Cork, dopo aver rimediato qualche compagno di viaggio, tra cui gli irlandiani Ollivander e Censino. L’idea di noleggiare una macchina si e’ presto scontrata con l’ignoranza umana che regna sovrana alla National Car Hire. L’impiegato, impassibile, mi ha spiegato che se sei italiano, spagnolo, portoghese o israeliano non puoi noleggiare macchine se hai meno di 30 anni.
“E perche’ scusa?” chiedo io.
“Perche’ guidate a destra” ribatte lui.
“Beh, che c’entra. Anche in Francia e Germania per esempio si guida a destra” gli rispondo.
“In ogni modo e’ una decisione della nostra compagnia assicurativa” chiude lui.

Nero di rabbia vado prima nell’ufficio dell’ombudsman e che poi mi dirotta all’associazione difesa dei consumatori. Tutti gentili e disponibili, e decido di prendere alla lettera cio’ che mi dice un’impiegata: “Se nessuno si lamenta, le cose non cambieranno mai”.
Detto fatto, e’ guerra! L’associazione passa la patata bollente allo European Consumer Centre, il quale mi contatta per dirmi di rivolgermi all’Equality Tribunal.
E’ quello che ho fatto oggi. Li ho chiamati e gli ho chiesto di spedirmi per e-mail un modulo, che dovrebbe essere una sorta di denuncia da fare ai danni della compagnia assicuratrice.

Visto che mi hanno dichiarato guerra in quanto italiano, in quanto rompicazzo mi difendo e rispondo come posso. Vediamo chi la spunta.
Appena mi arriva il modulo lo firmo e rispedisco. Vediamo se gli passa la voglia di fare i razzisti.
Shamrock80
00giovedì 17 agosto 2006 16:57
Non la vedrei come una questione di razzismo,(ma sono in diverse compagnie a fare cosi,e non capisco ancora perche'
Probabilmente hanno stilato una classifica delle nazionalita' che creano piu' problemi in macchina,e hanno deciso in base a questo.

Cio' non toglie,che sia una regola stupida,e sono pienamente daccordo con te che sia giunto il momento di cambiarla.
Quindi complimenti per aver preso in mano la situazione,e facci sapere come va!
Cheers, [SM=g27823]
Tameko
00sabato 9 settembre 2006 19:07
Il fattore D
PUNTATA NUMERO 20

Impossibile dire che Dublino sia bella, impossibile persino con 5 pinte in corpo, eppure... la gente torna.
Si’ e’ quello che sto constatando, e su cui varrebbe la pena persino aprire un topic a parte anziche’ tenere il tutto confinato nel mio pseudo-diario.
L’argomento di questa puntata e’ dunque quello dei come-backers (perdonatemi questo neologismo inglese, ma ritornatori mi pareva persino piu’ brutto).
Il come-backer tipico e’ quello che dopo qualche mese passato per le strade di Dublino, dividendosi tra il lavorare di giorno e il ciondolare da un pub all’altro di notte lo senti dire: “Basta, me ne torno al caldo, dove c’e’ il sole e il mare”.
Leaving party, ultime bevute assieme e la certezza di non rivederlo mai piu’, finche’ non te lo ritrovi tra i piedi dopo x mesi.
I motivi sono i piu’ svariati: mi mancavano gli amici, in Italia non ho trovato lavoro, e quant’altro, fatto sta che dopo un po’ si ricomincia col pps number, con le pinte, il Dublin Bus e tutte le “meraviglie” che Dublino ha da offrire.

La cosa in effetti lascia sbalorditi. Difficile dire che sia la citta’ in se’. Dublino secondo me non ha niente di bello. Settimane fa sono stato a Cork, che tutti mi avevano dipinto come una citta’ grigia e squallida.
Niente di piu’ falso. Cork, con quei suoi saliscendi e le colline che arrivano fin quasi al centro citta’, con quella sua atmosfera decisamente piu’ irlandese mi e’ parsa piu’ vera e autentica. Persino il rapporto della citta’ col fiume mi e’ sembrato diverso: e’ una sensazione difficile da spiegare, ma a Dublino il Liffey sembra messo li’ per caso (ci fosse un’autostrada non cambierebbe niente), a Cork il Lee e’ parte della citta’.
Cork non e’ bella, ma almeno non gioca a fare la piccola Londra come Dublino, e si prende per quello che e’: una citta’ irlandese. Questo la rende se non bella almeno attraente.

Eppure la lista di chi torna a Dublino o ci sta facendo un pensierino, tra le persone che conosco si allunga di giorno in giorno, e parlo anche di chi e’ stato a Londra e a Barcellona, dove la vita notturna finisce alle 8 del mattino, non alle 2;30 di notte.
Cosa c’e’ dietro il fattore D, il fattore Dublino, che spinge i suoi figli ingrati a bussare di nuovo alla porta?
Una mia amica sostiene che la citta’ abbia qualcosa di magico, che strega le persone.
Forse e’ vero, o forse il fattore D e’ solo il Denaro, chissa’.
Forse, come diceva O’Connor in un suo post, per vivere qui devi amare ed odiare Dublino al tempo stesso, con la sua pioggerella fastidiosa, gli ubriachi, i knackers, i monumenti orribili.
Tutti vittime del fattore D, tutti vittime dell’incantesimo della strega Dublino.
Corcaigh
00sabato 9 settembre 2006 20:32
Cork era grigia e quallida fino ad una decina di anni fa. Da cinque anni a questa parte è stata praticamente ricostruita, riabbellita, rimessa a lucido. Chi manca da tanti anni non si aspetta la Cork di adesso.
Mi fa piacere che ti sia piaciuta. Non c'è niente di più rilassante, per me, di una bella passeggiata sul lungo Lee un pomeriggio estivo e ventoso, magari dalle parti di North Mall verso UCC. Mi mette molta serenità. E non c'è grigio [SM=g27822]




Tameko
00domenica 8 ottobre 2006 20:58
I nomadi del XXI° secolo
PUNTATA NUMERO 21

Sono in Italia, in vacanza. Già questa frase è in sé contraddittoria, o meglio, lo sarebbe stata alcuni anni fa. Che significa in vacanza in Italia, visto che sono italiano???
E me l’hanno fatto notare indirettamente gli amici di un tempo, sorridendo alla mia ingenua risposta su che ci faccio qua: “Sono in vacanza in Italia”.
Questo essere in vacanza in Italia significa che l’Italia non è più il mio posto.
A darmi una quasi certezza è stata la sensazione di disagio, di confusione e spaesamento che mi ha preso sabato sera a passeggiare per le vie di una città vicina, per giunta nella zona dove lavoravo prima di lasciare l’Italia.

È una sensazione strana, allucinante, per niente bella.
Se sei in un posto nuovo ti guardi attorno curioso. Se sei nel solito posto tiri dritto senza fare attenzione.
Nuovo e vecchio nel mio caso hanno perso di significato, o forse si sono fusi assieme.
Non erano né nuovi né vecchi i posti dove passeggiavo, erano qualcosa di diverso: estranei.
Erano una realtà che è stata la mia e non lo era più, ma che non potevo guardare con curiosità.
Era un cibo di cui ho fatto indigestione e che a distanza di anni non riesco ancora (più???) a mangiare.

È terribile perdere il rapporto con il proprio spazio, la propria storia, non sentirli più tuoi.
E non sono affatto sicuro che il loro posto lo abbiano preso le strade di Dublino. Certo, il Dunnes Stores, il Flannery’s, lo Ha’ Penny Bridge mi passano davanti agli occhi tutte le settimane, ma posso dire che siano parte di me? Forse me ne accorgerò solo quando lascerò Dublino.
Intanto inizio a pensare di aver tagliato le mie radici in Italia senza averle messe a Dublino.
Non sono Aer Lingus o Ryanair a ricordarci che una buona fetta di irlandiani è nomade. È invece la sensazione di spaesamento, il perdere punti di riferimento che poi, quando ritrovi, non ti servono più a niente, come se fossi in mezzo all’oceano e ti gettassero un salvagente sgonfio.

Se dai luoghi si passa alle persone la storia non cambia: gli stessi volti che hai visto per anni sono ora persone diverse, con amici diversi, con vite diverse: il mondo ha camminato per conto suo mentre tu eri altrove. Un po’ come quell’astronauta che partì per lo spazio dall’Urss, e quando tornò era già Russia.
Pensate a un automobilista di 10 anni fa portato sulle strade italiane di oggi, con le sue infinite rotonde: la testa girerebbe per molti motivi, non solo per le curve.

Forse l’Italia non è più il mio posto, ma nemmeno Dublino lo è. Con i suoi rapporti umani precari, con compagni di avventura che non si sa quanto rimarranno, e nemmeno tu lo sai. Con gli irlandesi che conosci che si contano sempre su una mano. Col mio inglese paradossale, che quando accendo la televisione non capisco una mazza, e quando giorni fa parlavo con un madrelingua mi ha detto di andare piano che per lui ero troppo svelto a parlare.
Senza certezze nello stivale e nemmeno nell’isola, tutto permanentemente precario, tutto precariamente permanente.
È la globalizzazione baby.
Tameko
00sabato 27 gennaio 2007 20:08
Dublino: la stanchezza
PUNTATA NUMERO 22

Era, me ne rendo conto adesso rileggendo la mia puntata precedente, una sensazione che era gia’ parte di me.
Qualcosa di vago, indefinibile, che mi metteva a disagio, ma di cui ancora non ero del tutto consapevole.
Ora so, ora tutto e’ chiaro e ha un nome: stanchezza.
La verita’ e’ che sono stanco di Dublino.

Non ho mai creduto che sarei rimasto qui a lungo. Ora so che me ne voglio andare.
Ci ho messo del tempo a capirlo, ma ora lo so.
Ad aprile saranno due anni che sono qui. Tanto? Poco?
Troppo direi.
Quando si sta tanto a lungo in un posto, o ci si mette radici, o ci si stanca.
Io non ho messo radici, dunque mi sono stancato. Come e’ successo d’altronde a tante persone che ho conosciuto.

Sono stanco di salutare contiuamente gente che se ne va. Sono stanco del caos e della confusione di questa citta’. Ma soprattutto sono stanco dei suoi abitanti. Si’ perche’ se Dublino non mi piace, ancor meno mi piacciono i dublinesi. Sono stanco dell’aggressivita’ dei ragazzi e dell’arroganza delle ragazze che circolano per queste strade.
Tutto poi si puo’ dire meno che i dublinesi siano cordiali e ospitali.
Al contrario, ce la mettono veramente tutta per esseri distaccati e fare gruppo a se’.

Tempo fa ho conosciuto una ragazza di Dublino in un pub.
Mentre parlavamo a un tratto le ho chiesto se magari mi faceva conoscere amici e amiche, se poteva invitarmi a qualche party cosi' che io potessi fare nuove amicizie.
Ha raccolto la sua roba e se ne e' andata.
Credo che se le avessi chiesto di imboscarsi in camera mia con me avrebbe avuto piu' piacere!

Non sono io il sociopatico, il caso anomalo. Non conosco nessuno straniero, e ribadisco NESSUNO, che si sia integrato con persone del luogo, facendosi un gruppo di amici e uscendo con loro.
Persino chi ha legami affettivi con dublinesi non appare affatto integrato.
Luis, il mio coinquilino spagnolo ha la ragazza di Dublino, ma mai l’ho sentito parlare degli amici di lei. Sono lui, lei e basta.
Lo stesso John, il mio coinquilino di Galway, ha ammesso che i dublinesi sono piu’ freddi dei “campagnoli”, e quando gli ho chiesto quanti amici ha tra i dublinesi ci ha pensato un po’ prima di rispondermi “Tre”.
Tre. Non molti per un irlandese che vive qua da forse 4-5 anni.

Sara’ dunque un caso che un paio dei suoi migliori amici vengano da Sligo, la sua ragazza da Leitrim e la sua ex da Monagham?

Sara’ un caso persino che gli irlandesi di “campagna” leghino tra loro piuttosto che con i dublinesi? Come spiegare il fatto della ragazza carina di Tipperary che mi ferma al pub assieme alla sua amica di Belfast?

E se di stranieri che fanno gruppo con i dublinesi non ne conosco, conosco invece un paio di dublinesi che escono con amici italiani, e uno dei due l’italiano lo conosce come io so l’irlandese.
Insomma, e’ piu’ facile per loro passare di qua che per noi fare amicizia con loro.
Non e’ razzismo, visto che sono cosi’ anche con gli altri irlandesi.
E’ cosi’, punto. Forse, vivendo nella capitale, si sono montati un po’ la testa, fatto sta che un cubetto di ghiaccio riesce a tratti ad essere piu’ espansivo.

Il nuovo lavoro che comincero’ a breve in un’altra azienda, temo non bastera’ a darmi nuovi stimoli e ragioni per rimanere qui.
Eppure questa stanchezza, anziche’ deprimermi, mi sta dando nuove energie, nuove idee, nuovi progetti.
Nella mia testa si affollano i nomi piu’ disparati, Waterford, Kilkenny, Cardiff e persino Vancouver, e una certezza: andarmene da Dublino. Al momento pero’ non voglio schiodarmi dall’isola verde, per cui in un prossimo futuro guardero’ a ovest, ma non troppo.

Galway. Forse Galway. Io l’ho vista solo di sfuggita per pochi giorni, ma chi c’e’ stato me ne ha parlato in modo incantato, come di un posto tranquillo dove in un attimo fai amicizia con tutti.
E se il galwegian medio e’ come John, mi ci trasferisco anche domattina a dorso di mulo.
Una mia amica che vive da anni nell’isola mi consiglia invece Limerick: “Per carita’, Galway e’ carina e piu’ irlandese di Dublino – mi ha detto – ma se vuoi vivere per davvero l’Irlanda vieni a Limerick che c’e’ lavoro, pochi stranieri e gente ospitale e amichevole”.

Dove andro’ non lo so. Ora pero’ so qualcosa in piu’. So che sono stanco di Dublino e so che questo non mi deve scoraggiare, ma spingere a cercare di meglio.
Un posto che, anche se non posso chiamare casa, senta comunque piu’ mio della capitale. Un posto dove partire da 4 chiacchiere in un pub di fronte a una pinta e arrivare a un’amicizia, una festa e magari altro ancora.
Che forse per sentirsi un po’ piu’ a casa per i campagnoli come me non serve passare da un pub a una discoteca sciolti in una folla anonima, ma una cittadina graziosa e un gruppo di amici stabile dove party e leaving non vadano mai in coppia.
bigthrill
00martedì 6 febbraio 2007 19:36
Stanchezza di Dublino
Ciao!
come vedi, la mia risposta non si è fatta attendere, tameko
la mia sensazione è che sei arrivato al punto dove ero arrivato io, nel giugno dello scorso anno quando lasciai Dublino.
Mi ricordo benissimo. Al leaving party al Barge , nella zona sud, c'erano parecchie persone, tra cui qualche amico. Si, perché alla fine si va via con molte conoscenze e pochi amici.
Cito un episodio curioso per farti capire quanto ne avevo avuto, ormai posso dirlo, le p...e piene di Dublino dopo 28 mesi li.:

Tra queste persone era arrivata anche la mia coinquilina Irish, anzi, Dubliner, doc, della zona Nord: 21 enne, disoccupata e dallo stile di vita un po' discutibile. Si chiudeva in camera tutto il giorno, guardava la tv da sola, e spesso al venerdi veniva la sua amica e iniziavano a bere prima di cena, (vodka, per es). Una volta le ho trovate già strafatte di drinks alle 8.
Dicevo, viene al barge lei (con una marea di italiani) a salutarmi, e dopo passiamo al Cafe en seine e questa comincia a lamentarsi che la birra costava troppo (6 euro). Non lo ha detto una volta, ma almeno 25 volte al ritorno a casa. non ne potevo piu'...giuravo di essere contento che stavo per lasciare l'isola. Ma forse come giustamente sottolinei tu, Dublino...sapevo che la stanchezza era ormai arrivata al limite, e che non poteva essere un posto dove avrei messo radici: ma la esperienza che ho fatto, fantasticamente affascinante nella sua difficoltà..rimarrà per sempre dentro di me! e son contento di averla fatta, non me ne son pentito!
In realtà son tornato poi a Milano e ho cominciato ad apprezzare cose che prima non riuscivo a vedere che brutte: le vie della mia città., la mia terra, le mie origini, il mio mondo, gli amici che mi han riaccolto a braccia aperte, la famiglia, anche i vecchi capannoni industriali in periferia mi appaiono belli, incredibile vero?
No!Non è incredibile. Ringrazio l'Irlanda per avermi dato la bellissima possibilità...di apprezzare quello che ho sotto gli occhi. E a pensare positivo.
double-trouble
00martedì 6 febbraio 2007 23:21
...C'è spazio per l' intervento di un ex Corkoniano [SM=g27828] ?

In realtà non ho niente di originale e/o definitivo da dire, tranne che anche noi, dopo 2 anni a Cork abbiamo deciso, a giugno dell' anno scorso, di lasciare l' Irlanda.
Perchè? Voglia di avventura e di non fermarsi ancora
Per sempre? Ancora troppo presto per dirlo.

L' Irlanda: a volte mi manca così tanto da sentire un dolore fisico, chiudo gli occhi e risento il rumore del mare, il colore assurdo del cielo ed il verde dei campi e lo schiaffo salato del vento sulla pellein una giornata assolata di aprile...
Altre volte ricordo la sensazione di estraneità e di "isolamento" (dovuta proprio al fatto di vivere su un' isola, che ci posso fare, sono sempre bisognoso di ampi spazi) che ho provato in certi momenti della mia (nostra veramente, visto che siamo una copia) permanenza.
Tornerei immediatamente per l' Irlanda di per se stessa, non so se tornerò per l' Irlanda che ho lasciato.
Noi siamo andati via anche perchè una nuova avventura ci aspettava, la Finlandia!
Siamo andati, già con il nostro bel lavoro in tasca (in Irlanda eravamo andati completamente "all' avventura") e dopo tre settimane eravamo già a casa (veramente eravamo rifugiati in Germania, nella patria della mia compagna).
Non tutte le avventure...riescono col buco!
Ora siamo in Umbria, lavoriamo insieme ad alcuni amici aiutandoli ad aprire quella che sarà una splendida country house, siamo felici e "paesaggisticamente soddisfatti" e intanto ci domandiamo "faremo qui i nostri bambini, o torneremo in Irlanda, o tenteremo ancora la strada del grande e freddo nord, stavolta magari in Norvegia (ci andremo perun mese almeno a luglio, in avanscoperta, per il nostro viaggio di nozze in...furgone)?
Tutto questo per dire...tutto questo per dire niente, per dire a tutti e soprattutto a me stesso di seguire un' unica bussola, quella del cuore, che indiche Irlanda,Italia o Timbuctu, quello che si vive nella pienezza dei sentimenti non andrà mai sprecato!
Poi ogniuno, con tanto amore e pazienza, deve dedicarsi alla traduzione delle pulsazioni del proprio cuore...

"...with all the love in my hart to the sweet county Cork!"
Tameko
00giovedì 12 aprile 2007 23:33
Una pinta, due candeline e 1000 auguri
PUNTATA NUMERO 23

Rieccomi qua. Per dire che cosa? Per dire che sono 2 anni a Dublino.
Logico per me andare a rileggermi la puntata numero 18, quella del mio primo anniversario.
Inevitabile fare un raffronto.

Se il mio primo “compleanno” irlandese era all'insegna dell'ottimismo, questo e' all'insegna della stanchezza (vedasi puntata precedente, dove ho gia' spiegato i motivi).

Certo, a distanza di due anni continuo a non essere pentito di essere venuto qua, ma l'entusiasmo e il brivido di novita' dei primi mesi si sono rimessi a dormire da tempo.
Non sara' Dublino a risvegliarli. Non sara' questo posto che non e' mio, ma che pure mi ha dato tanto, a darmi nuovi stimoli.

Fare previsioni sulla mia vita e' come parlare di meteo in Irlanda, ma questo 12 aprile sara' probabilmente l'ultimo in Irlanda, o perlomeno a Dublino.

Le esperienze cominciano, finiscono, ricominciano da altre parti, e allora... su con la vita: c'e' una pinta di Guinness che mi aspetta al Flannery's qui di fronte a questo internet point.

Una pinta, due metaforiche candeline e tanti auguri per il mio secondo compleanno irlandese!
paolino-BOGLANDSMAN
00domenica 15 aprile 2007 10:42
In bocca al lupo per la tua avventura in quel di Dublin!!!
Tameko
00sabato 20 ottobre 2007 20:17
Razzismo assicurativo: Tameko vince la guerra
PUNTATA NUMERO 24

Eh sì, ogni tanto mi ricordo ancora dell'esistenza del mio diario di bordo.

Sia lodata Guinnessland, visto che il sistema giudiziario che ha è ben al di sopra di quello italiano come tempistica e qualità (mmm... ho sparato sulla croce rossa).

Ieri è dunque arrivata al capolinea la mia battaglia razzial-assicurativa contro quei bontemponi che non mi volevano noleggiare una macchina per andare a Cork (vedasi la puntata numero 19) in quanto detentore di regolare italianissima patente di guida.

Udienza all'Equality Tribunal, con un distinto rappresentante della compagnia di autonoleggio che mi fa le scuse, mi dice che anche lui si sentirebbe discriminato se non potesse noleggiare un'auto a causa della nazionalità, ma che... gli italiani in Irlanda fanno tanti incidenti e loro non possono correre rishi di sorta.

E io gli spiego che se sono il proprietario di un pub e non voglio negri nel mio locale, posso inventarmi che secondo una qualche statistica di mio gradimento i negri sono più coinvolti in risse dei bianchi, e quindi anche se non ho nulla contro di loro io non ce li voglio. E che la cosa va sotto il nome di r-a-z-z-i-s-m-o.
Colpiti!

Rilancio dicendo che il 25% degli incidenti stradali in Irlanda sono causati da est europei ubriachi (parola di John from Galway, in arte Tameko's flatmate), per i quali non sussistono limitazioni di noleggio.
Colpiti again!

Concludo dicendo che quest'anno mi scade la patente, e che devo rinnovarla qui, e che se mi presento con una patente irlandese mi danno la macchina, pur avendo io un pericoloso stile di guida italico e pur avendo guidato in Irlanda solo una volta, e solo una bicicletta nelle "trafficatissime" isole Aran.
Non affondati, ma la loro barchetta di scuse statistiche comincia a fare acqua, e quando osano tirare in ballo accordi assicurativi, pur senza capire cosa mi dicono gli rispondo: "Ah sì? Avete accordi con le compagnie assicurative di Iraq, Afghanistan e Corea del Nord??? No perché nelle vostre terms and conditions non vedo limiti di sorta per i cittadini di questi paesi".

Rinnovano le scuse, ma io insisto che a me non bastano. Allora la mediatrice del tribunale ci parla separatamente e mi invita a firmare il trattato di pace.

La guerra è finita. Porto a casa una vittoria che però non è quella che volevo.
Volevo un risarcimento di un certo tipo e me ne hanno offerto un altro.
Volevo soprattutto eliminare subito le clausole discriminatorie dai loro contratti; lo faranno, ma solo a partire dalla prossima estate.
Vittoria a metà, o a tre quarti.

L'onore italico è salvo, ma mi chiedo se potevo portare a casa di più. Chissà, ma in fondo io non sono bravo a negoziare, ma solo ad attaccar briga e fare polemiche, e chi legge i miei interventi politici sul forum sa di che parlo.

A ognuno il suo mestiere: non manderò mai il curriculum per fare il ministro degli esteri; il paese disgraziato che dovesse mai accettare si ritroverebbe in guerra in meno di una settimana.

Saluti bellici da Tameko.
Stefy Rasta
00lunedì 25 febbraio 2008 16:42
tameko torna a scrivere!
attendiamo nuovi racconti!
Tameko
00lunedì 25 febbraio 2008 23:05
Com'è il tempo? Variabile... e non parlo di meteo ma di vita
PUNTATA NUMERO 25

Stavo appunto pensando di scrivere qualcosa qui sul Tameko in Ireland, che ecco, mi trovo l'invito fresco fresco di Stefy.
Allora non mi posso proprio sottrarre.

L'argomento della serata è crescere.
Sì, perché non ho ancora capito se sono un adulto che non vuole crescere o un ragazzo che ha fretta di diventare adulto.

Tutto dipende dal mio rapporto conflittuale col tempo.
La miccia l'ha accesa un articolo del Corriere della Sera sui quarantenni che si credono e sentono ancora ventenni

Non punto agli anta, sono quasi agli enta, eppure mi ha fatto pensare.
Pensare a che voglio fare della mia vita.

Oscillo più di un pendolo: a volte ho fretta di sistemarmi, e mi piacerebbe vedermi tra qualche anno con una famiglia tutta mia.
Dall'altra ho paura, perché il tempo passa, non si ferma mentre io ancora "qui" a pensare troppe volte ai bei tempi andati.
Io posso anche fermarmi, ma il pendolo del tempo no, quello non si ferma.
"Con il tempo e con i matti non si ragiona" diceva la mia prozia.
Sagge parole.

Dublino non fa che insaprire questo mio conflitto col tempo. Perché mi dà, o meglio, mi dava stimoli, perché ogni persona che va via mi ricorda che andrò via anch'io, perché questa mi sembra la capitale dei Peter Pan, dove anche i 60enni si possono sentire giovanotti andando al pub e provandoci con le ventenni; dove... tanto la vera bellezza è dentro, per cui se hai 50 anni, la dentiera, il sedere che ha bisogno di due biglietti del bus non farti problemi a mettere la minigonna.

Il tempo passa, e io sono ancora in stazione ad aspettare il treno giusto, sperando di non perderlo.

So solo che alla fine voglio cambiare stazione, perché ad aprile saranno 3 anni di Dublino.
Tutto è precario, come i coinquilini che cambiano, come l'elettricità a casa mia che salta se non ci metti due euro, come i leaving party, come le multinazionali yankee che aprono e chiudono, come al solito, come sempre.

Tutto è precario tranne le pinte, granitica certezza dell'Irlanda.
Non abbastanza per chi come me punta verso gli enta e ha deciso che a quaranta sarà uomo, non Peter Pan.

La verità è che non perdonerò mai a Dublino di non aver creato le condizioni perché potessi amarla e decidere di viverci per sempre.
E' stato un bel party, ma la gente sta lasciando la festa e anch'io guardo pensoso l'orologio.

Saluti temporali da Tameko.
ollivander
00martedì 26 febbraio 2008 10:59
Re: Com'è il tempo? Variabile... e non parlo di meteo ma di vita
scusa se spoetizzo ma nn e' che puoi incolpare una citta' intera di indecisioni che sono sole tue.
e ti assicuro che te lo dice una quasi "entenne" che tira le stesse somme da 2 anni a sta parte...
Antongiu
00martedì 26 febbraio 2008 12:26
Re: Re: Com'è il tempo? Variabile... e non parlo di meteo ma di vita
ollivander, 26/02/2008 10.59:

scusa se spoetizzo ma nn e' che puoi incolpare una citta' intera di indecisioni che sono sole tue.
e ti assicuro che te lo dice una quasi "entenne" che tira le stesse somme da 2 anni a sta parte...




lungi da me il desiderio di fare l'avvocato difensore, ma penso che quella di Tameko sia piu' una provocazione che un'accusa, in fondo molti di noi pensano che Dublino possa essere meglio di quello che e'.
Questo infatti e' il motivo per cui molti decidono di andarsene e ne restano un pochettino delusi. Almeno io l'ho letta cosi'.

Tameko
00martedì 26 febbraio 2008 16:21
Re: Re: Com'è il tempo? Variabile... e non parlo di meteo ma di vita
ollivander, 26/02/2008 10:59:

scusa se spoetizzo ma nn e' che puoi incolpare una citta' intera di indecisioni che sono sole tue.
e ti assicuro che te lo dice una quasi "entenne" che tira le stesse somme da 2 anni a sta parte...




Non hai spoetizzato, hai solo frainteso, come puo' capitare a tutti.

Mi riferivo, come invece ha capito Antongiu, al fatto che Dublino potrebbe essere molto meglio di quello che e'.

Il mio coinquilino spagnolo ama dire che con tutti i soldi che sono piovuti in Irlanda a quest'ora questo paese poteva essere una Svizzera del nord, pulita, civile, ordinata, efficente.

Limitandoci a Dublino, non incolpo in se' e per se' la citta' dei miei turbamenti post-adolescenziali.
Solo, constato, al pari di tanti (se non tutti) gli italiani che sono qui, che non ci sono le condizioni (dal punto di vista della qualita' della vita, della soddisfazione personale, dei rapporti sociali e altro ancora) per cui possa immaginare di passare qua il resto della mia vita, a due ore e mezzo di aereo da casa.

Ed e' un peccato, perche' questa citta' se da un lato mi ha stancato, dall'altro mi ha regalato esperienze indimenticabili.

Le esperienze pero' sono il passato, mentre la stanchezza e' il presente. La conclusione vien da se'.

E poi, quanti tra i forumisti hanno seriamente pensato di rimanere qui tutta la vita?

Dublino e' una storia importante che non finira' in matrimonio.
Il fatto che non andremo all'altare non significa che non le abbia voluto bene, e magari almeno per un po' amata.
ollivander
00martedì 26 febbraio 2008 16:43
ok, adesso e' piu' chiaro
Stefy Rasta
00martedì 26 febbraio 2008 17:05
Re: Com'è il tempo? Variabile... e non parlo di meteo ma di vita
Tameko, 25/02/2008 23.05:

PUNTATA NUMERO 25

Stavo appunto pensando di scrivere qualcosa qui sul Tameko in Ireland, che ecco, mi trovo l'invito fresco fresco di Stefy.
Allora non mi posso proprio sottrarre.

L'argomento della serata è crescere.
Sì, perché non ho ancora capito se sono un adulto che non vuole crescere o un ragazzo che ha fretta di diventare adulto.

Tutto dipende dal mio rapporto conflittuale col tempo.
La miccia l'ha accesa un articolo del Corriere della Sera sui quarantenni che si credono e sentono ancora ventenni

Non punto agli anta, sono quasi agli enta, eppure mi ha fatto pensare.
Pensare a che voglio fare della mia vita.

Oscillo più di un pendolo: a volte ho fretta di sistemarmi, e mi piacerebbe vedermi tra qualche anno con una famiglia tutta mia.
Dall'altra ho paura, perché il tempo passa, non si ferma mentre io ancora "qui" a pensare troppe volte ai bei tempi andati.
Io posso anche fermarmi, ma il pendolo del tempo no, quello non si ferma.
"Con il tempo e con i matti non si ragiona" diceva la mia prozia.
Sagge parole.

Dublino non fa che insaprire questo mio conflitto col tempo. Perché mi dà, o meglio, mi dava stimoli, perché ogni persona che va via mi ricorda che andrò via anch'io, perché questa mi sembra la capitale dei Peter Pan, dove anche i 60enni si possono sentire giovanotti andando al pub e provandoci con le ventenni; dove... tanto la vera bellezza è dentro, per cui se hai 50 anni, la dentiera, il sedere che ha bisogno di due biglietti del bus non farti problemi a mettere la minigonna.

Il tempo passa, e io sono ancora in stazione ad aspettare il treno giusto, sperando di non perderlo.

So solo che alla fine voglio cambiare stazione, perché ad aprile saranno 3 anni di Dublino.
Tutto è precario, come i coinquilini che cambiano, come l'elettricità a casa mia che salta se non ci metti due euro, come i leaving party, come le multinazionali yankee che aprono e chiudono, come al solito, come sempre.

Tutto è precario tranne le pinte, granitica certezza dell'Irlanda.
Non abbastanza per chi come me punta verso gli enta e ha deciso che a quaranta sarà uomo, non Peter Pan.

La verità è che non perdonerò mai a Dublino di non aver creato le condizioni perché potessi amarla e decidere di viverci per sempre.
E' stato un bel party, ma la gente sta lasciando la festa e anch'io guardo pensoso l'orologio.

Saluti temporali da Tameko.



ciao Fabri..

spesso anche io faccio questi discorsi.
A Dublino ci sono stata solo 3 mesi, ma abbastanza per capire che non è il luogo in cui vivi che ti fa vedere le cose in questa prospettiva, ma è un discorso che prima o poi si fanno tutti.
La vita è dura a Guastalla, a Reggio Emilia, a Modena, come a Dublino.
Certo, a Reggio non piove sette volte al giorno, però hai la famiglia, qualche amico in più, la tua madrelingua.
Ma la sensazione che il tempo passi e tu invece rimani lì come un fesso a cercare di capire cosa vuoi fare, cosa vuoi diventare, mentre ti propongono contratti a progetto o alla meglio sostituzioni maternità (e poi dicono che le donne italiane non fanno più figli).. c'è anche qui.
Probabilmente Fabri stai cercando la tua strada. C'è chi ci arriva prima (che fortuna!), chi dopo.. c'è chi lo fa in patria, chi fuori. Ma non vivere di queste paranoie, e te lo dice una che se ne fa molte! Però credo Fabri, che se Dublino ti faceva così schifo te ne saresti andato già da molto tempo.. perchè non cerchi qualcosa di più gratificante rispetto a quello che avete adesso? Avete la fortuna di avere grosse aziende in cui la meritocrazia viene apprezzata, dove ci sono pochi "cucci" e dove chi veramente vale va a vanti. E allora Fabri, visto che secondo me vali, buttati un pò di più e non pensare al Canada o a casa di ... io forse non parlo abbastanza bene l'inglese per farlo, forse sono ancora un illusa che qui in italia possa realmente trovare ciò che mi piaccia senza essere sfruttata, o forse non ho abbastanza palle.
Corcaigh.
00martedì 26 febbraio 2008 18:07
Per fare la Svizzera ci vogliono gli svizzeri, Tameko. Sembra una banalità, ma riflettici su.
E se pensi che la Dublino di adesso faccia schifo, non hai idea di come fosse 15 anni fa.

Sono d'accordo con chi dice che non è la città, ma la situazione esistenziale che ti fa detestare l'ambiente circostante. A parte ovviamente situazioni estreme, tipo se vivessi in Bangladesh ed un monsone ti spazzasse via la baracca. Allora immagino che un tantinello desidereresti non essere lì.

Io sono andata via da Dublino perché non era più possibile viverci. Adesso tiro fulmini e saette contro l'Irlanda in genere. Ma se mi trasferissi in Australia, ho l'impressione che dopo qualche anno comincerei a tirare veleno anche su quel paese, se prima non risolvo le cose con me stessa.
È un fatto che ho realizzato da pochissimo. Ci vuole tempo, anni per razionalizzare certi fattori.

Se poi la tua personalità è "itchy feet", allora sono la prima a dirti: vai in Australia (o il paese che più ti piace).

In fondo non ne farei un problema. La vita stanziale è stato il più grande errore della mia vita, il mio più grande rimpianto. E siccome sono una di quelle che ha la sindrome da Peter Pan, nonostante abbia passato gli anta, non ho del tutto escluso l'ipotesi di andarmene. Fai crescere i figli di altri tre o quattro anni....
Claudia 2
00mercoledì 27 febbraio 2008 00:44
X Martina


Martina, ti ho scritto una email all'indirizzo buckleym@iol.ie
Ti è arrivata? Fammi sapere!grazie.
Corcaigh.
00mercoledì 27 febbraio 2008 10:59
No, non mi è arrivata e difatti cominciavo a chiedermi. Controllo regolarmente anche il cestino, in caso il filtro spam me l'avesse buttata, ma non c'era nulla neppure lì. Mi chiedo che sia successo. Prova a scrivermi a quest'altro indirizzo, vediamo un po': buckleym (at) mars.ucc.ie

Scusate l'OT [SM=g27828]
stefstef2
00venerdì 29 febbraio 2008 22:31
i post intimisti mi deprimono
I post troppo intimisti mi deprimono, mi rendono triste, mi fanno passare qualsiasi voglia; come quei blog pieni di paturnie o quelle trasmissioni tv dove si fa solo chiacchiera sulle disgrazie altrui.
Ad esempio Chi l'ha visto: quante persone sono state effettivamente ritrovate grazie a questa trasmissione?
Saluti a tutti.
Stef
Tameko
00venerdì 29 febbraio 2008 23:40
Re: i post intimisti mi deprimono
stefstef2, 29/02/2008 22.31:

I post troppo intimisti mi deprimono, mi rendono triste, mi fanno passare qualsiasi voglia; come quei blog pieni di paturnie o quelle trasmissioni tv dove si fa solo chiacchiera sulle disgrazie altrui.
Ad esempio Chi l'ha visto: quante persone sono state effettivamente ritrovate grazie a questa trasmissione?
Saluti a tutti.
Stef




Beh, non c'è nessun dottore che ti prescrive di leggere tristi post intimisti, per lasciare commenti forse non intimisti, ma intimamente tristi.
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