Un paese malato
PUNTATA NUMERO 17
Rieccomi qua a scartabellare le pagine virtuali del mio diario di bordo che non aprivo da un pezzo.
Gli amanti dell’Irlanda forse fra poco mi diranno “Ma non potevi tenerlo chiuso?”
Si’ perche’ quello che sto per scrivere non piacera’ a molti.
Come a me d’altronde non piace Dublino. Si’ forse sono un ingrato verso il paese che mi da’ uno stipendio dignitoso, dove ho conosciuto tanti amici e dove ho la possibilita’ di parlare inglese. Allora saro’ ingrato ma... sincero.
Quello che tutti i giorni si vede qui in fondo ha dell’incredibile e, allo stesso tempo, dell’avvilente.
Non riesco a trovare un senso, una ragione, una logica in cio’ che accade.
Ubriachi sempre, dovunque e comunque. Le strade sono un alternarsi di vomiti e pisciate, o in alternativa di quella schifosa schiuma bianca con cui fingono di lavarle.
Ogni angolo, ogni incrocio ha la sua pozza di succhi gastrici su cui galleggiano i residui dell’ultimo pasto.
Ragazzi che camminano e cascano giu’, persone che si tirano bicchieri per strada, buttafuori davanti ai pub bersagliati nelle gambe con cellulari (avete letto bene, alcuni passanti tiravano a un buttafuori i telefonini nelle gambe!), ragazzi che in discoteca si salutano tra loro prendendosi a calci nel culo, ragazze che ti vengono addosso e senza motivo ti graffiano il collo.
Per strada anche in pieno giorno ci sono senzatetto e/o ubriachi che dormono sulla via. Una volta alle 3 di notte, una tipa faceva scansare i passanti per giocare una immaginaria partita a golf con una mazza di plastica e una pallina inesistente. Un’altra volta, piu’ o meno alla stessa ora, un tizio faceva flessioni sulla strada in pieno centro.
Un altro faceva gli addominali sulla pista di una discoteca, roba che se lo fai in Italia il primo che passa ti da’ (giustamente) un calcione nel fianco da toglierti il respiro, cosi’ ti passa la voglia di fare il coglione per i successivi 15 anni.
Sotto casa mia ho visto una coppia di knackers contedersi un poppante e strapparselo dalle braccia l’un l’altra. Un’altra volta una donna si e’ sdraiata in mezzo alla strada a mani giunte, come se pregasse, bloccando il traffico, finche’ un ciclista impietosito non l’ha portata via.
Non sono dei sentito dire, episodi gonfiati per falsare una situazione con un fondo di verita’; no, sono tutte cose che ho sperimentato e visto in prima persona con i miei occhi.
Sono scene di ordinaria follia, episodi che possono divertire il turista di passaggio, ma che a lungo andare stancano e sconcertano il residente.
Non tiriamo in ballo che queste cose succedono anche in Italia.
In Italia vivevo in Romagna, non in cima al Gennargentu. So cosa sia una discoteca, so cosa significhi essere ubriachi, magari da non reggersi in piedi.
Queste cose, con questa intensita’ non le ho mai viste.
A Dublino sembra che la pazzia, anziche’ essere un’eccezione divertente da raccontare agli amici, sia invece diventata regola di vita a cui conformarsi.
Che senso hanno poi i lavori pubblici sulla strada alle 5 di domenica mattina o le sirene spiegate di polizia e ambulanze la notte sulle strade deserte, quando la gente dorme? Gli autisti si sentono forse fighi con le sirene in azione?
Lasciamo le figate ai film americani allora, che qua c’e’ anche gente che la mattina si alza che e’ ancora buio per guadagnarsi la pagnotta, e lo fa prendendo una Luas o bus in silenzio, non mettendosi in evidenza.
Questo e’ un paese malato, un paese ubriaco, nel senso che come un ubriaco non ha la minima cura, il minimo rispetto per se’ stesso e per gli altri.
E il governo cosa fa? Non ha trovato niente di meglio da fare che proibire i funghi allucinogeni, prima legali, perche’ un deficente di Cork si e’ tirato giu’ dalla finestra.
Si finge di non vedere, anzi peggio, lo si vede e lo si accetta con naturalezza, che la gente si ammazza giorno dopo giorno con l’alcol.
Ho pero’ l’impressione che in tutta questa follia e degradazione da barbari l’alcol sia solo parzialmente responsabile.
C’e’ sotto qualcos’altro, una concezione della vita e della cura di se’ radicalmente diversa da quella a cui siamo abituati in Italia.
Consoliamoci pensando a quanto gia’ letto mille volte in questo forum, e cioe’ che Dublino non e’ vera Irlanda.