Re: Re:
Scritto da: Matteo, Berghem 19/11/2004 14.13
Se Fini è fascista, Rocco Siffredi ce l'ha corto.
Blob, indispensabile telegiornale della memoria continua a mostrarci Berlusconi e Fini mentre si scambiano con Bossi i più feroci insulti. Solo che era la volta scorsa: il tragico (per il Polo) 1994 quando, costretto a lasciare palazzo Chigi per l’improvvisa defezione della Lega, il premier di Arcore così apostrofava il leader di Cassano Magnago: «È un traditore, giuda, pataccaro, ladro con scasso di voti»; «E uno sfasciacarrozze»; «È un monumento di slealtà con una doppia, tripla, quadrupla personalità». Al culmine del furore, Berlusconi giurava (questa volta, per fortuna, non sulla testa dei suoi bimbi) che mai più avrebbe rivolto la parola a un simile individuo. Bossi non fu da meno e accusò l’ex amico Silvio d’essere «un mostro antidemocratico», «il suino Napoleon», «un brutto mafioso che guadagna i soldi con l’eroina e la cocaina», «un fascista», «un nazista», «un cornuto», «una febbre malarica che viene dal Sudamerica».
Poi prendeva fiato e attaccava
quello «squadrista di Fini» che, dal canto suo, dopo il ribaltone insigniva Bossi dei seguenti epiteti: «E un criminale. Un ubriaco. Un animale. Con lui non prenderò mai più neppure un caffè». Caffè no, champagne sì: in Quirinale, al giuramento insieme nel secondo governo Berlusconi, come racconta Gian Antonio Stella nel libro «Tribù». Tutto dimenticato, dunque.