Aperta critica a Ken Loach...
Un graffiante articolo di Ruth Dudley Edwards, storica e giornalista irlandese, che innesca la polemica sull'ultimo film di Ken Loach,
The wind that shakes the barley.
Essendo lungo è stato tagliato, in fondo trovate il link al resto dell'articolo - ottimamente tradotto, mentre se volete leggere la "difesa" del film, operata da George Monbiot, potete
>> cliccare qui (in inglese, dal sito della Edwards) <<
-------------------------
Perché Ken Loach detesta il suo Paese così intensamente?
Durante la premiazione con la Palma d'Oro a Cannes il regista Ken Loach ha spiegato come il suo ultimo lavoro, The Wind That Shakes The Barley - un film pro-IRA girato in Irlanda e parzialmente finanziato con i fondi provenienti dalla National Lottery - rappresenti "un piccolo passo nel percorso d'autocritica che porterà gl'Inglesi a confrontarsi con il proprio passato imperialista".
L'obiettivo è quello d'incoraggiare un parallelo tra la storia irlandese negli anni 1920-1922 e l'attuale situazione in Iraq, il che presuppone che gl'Inglesi siano dipinti come dei sadici e gli Irlandesi come dei romantici idealisti, combattenti della resistenza costretti a ricorrere alla violenza perché privi d'altri mezzi con cui ottenere il rispetto dei propri diritti.
Non c'è affatto da stupirsi che Ken Loach sia un sostenitore del Respect Party fondato da George Galloway. The Wind That Shakes The BarleyIn tal senso ha chiarito che "dobbiamo riconoscere lo sfruttamento e l'oppressione operati dallo stato Britannico - ma il mio film parla anche d'eroismo e di coraggio". Che sarebbero poi l'eroismo e il coraggio irlandesi.
Nella sua personale versione della storia, i soldati inglesi non hanno bisogno di ricorrere al proprio ardimento per premere allegramente il grilletto contro degli innocenti disarmati o per estrarre con le pinze le unghie dalle dita dei repubblicani. Secondo Loach, tutti gli occupanti sono degli oppressori, esattamente come tutti i capitalisti sono degli sfruttatori.
La visione politica del pluripremiato regista è rimasta invariata durante gli ultimi quarant'anni - indipendentemente dal fatto che il mondo sia stato sconvolto da nuovi accadimenti o semplicemente spazzato dal vento di nuove idee.
Sin dagli anni '60, periodo nel quale si completò la sua radicalizzazione politica, lo scopo del suo lavoro è stato quello di promuovere una visione Marxista della lotta di classe, umanizzando gli elementi appartenenti ai livelli più bassi della scala sociale e demonizzando tutti gli altri.
L'ironia del caso vuole però che lo stesso Loach rappresenti un brillante esempio della flessibilità sociale Britannica. Suo padre infatti, elettricista in fabbrica, ebbe la possibilità di leggere una cospicua quantità di libri grazie al servizio offerto dalla biblioteca locale, mentre Loach in persona frequentò un Liceo Classico e, dopo due anni trascorsi nel corpo della RAF, studiò ad Oxford. Fu lì che poté godere della compagnia di un comico quale Dudley Moore e nel 1963, dopo aver fatto domanda d'assunzione per un posto di dirigente, venne assunto dalla BBC come assistente alla produzione.
Fu in quegli stessi anni che Loach finì nell'orbita di un'accolita di Marxisti che lo iniziarono ai principi del socialismo. Imparò così a sentirsi colpevole persino per il privilegio della propria giovinezza e iniziò a disprezzare tutti coloro che non erano interessati alla rivoluzione politica.
Fu proprio questa passione a permeare alcune delle prime commedie che produsse per la BBC in collaborazione con un altro socialista, Tony Garnett, trasmissioni che toccarono gli animi di un'intera generazione e che alimentarono il fuoco dei riformisti.
Prosegue su
Les Enfants Terribles, Visioni >>