Iraq: il rapimento di Giuliana Sgrena

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Pagine: 1, 2, [3]
paolino-BOGLANDSMAN
00giovedì 10 marzo 2005 08:40
La stanno facendo davvero sudicia adesso...
E' da un paio di giorni che giornali e telegiornali stanno facendo girare la foto dell'auto su cui viaggiano Giuliana e Nicola, insieme all'altro agente del Sismi.
Tutte immagini del lato sinistro dell'auto ed ovviamente i giornalisti di turno fanno notare, da esperti balistici, che non ci sono poi tutti quei fori sulla fiancata dell'auto.
Peccato che le sventagliate di proiettili siano arrivate sul lato destro dell'auto.
Ora la domanda nasce spontanea: ma ci pigliano tutti quanti per gente che s'è bevuta il cervello?
Però c'è anche da dire una cosa... le fonti delle foto credo che siano americane, credo ripeto, non lo di percerto.
Ovvio che loro hanno tutto l'interesse a fare vedere certe cose, ed altre no.
Ed è per questo che Giuliana si avventurava in certe zone, come anche altri giornalisti che provano a fare informazione, informazione vera.
E non se ne stanno come tanti in studio, a prendere immagini e servizi dai circuiti televisivi satellitari per poi rimandarli come veri e propri servizi.
Pa.
Matteo, Berghem
00giovedì 10 marzo 2005 10:02
Hanno sparato i ragazzi di Ground Zero
Giornale Usa svela chi ha colpito l'auto della Sgrena. A Bagdad ministro sfugge ad attentato

NEW YORK Ad aprire il fuoco sull'auto di Nicola Calipari e Giuliana Sgrena sono stati i «ragazzi di Ground Zero», i soldati del «Fighting 69th» di New York, quelli che avevano pattugliato, piangendo, le rovine fumanti del World Trade Center.
Avevano accolto con un sospiro di sollievo poche settimane fa l'incarico di pattugliare la strada per l'aeroporto, dopo essere usciti a pezzi da un incarico massacrante in un'altra zona dell'Iraq, nella quale avevano lasciato sul campo dieci uomini. Comincia dunque a diradarsi la nebbia su chi siano i soldati al centro dell'inchiesta militare congiunta Italia-Usa, che il Pentagono ha affidato al generale dell'Esercito Peter Vangjel.
Il Comando centrale delle forze americane (Centcom) a Tampa, il Pentagono e il comando della Forza multinazionale a Bagdad continuano a non rilasciare informazioni specifiche sull'unità coinvolta, spiegando di dover attendere «l'esito delle indagini in corso». Ma fonti militari nella capitale irachena hanno indicato al New York Times che il posto di blocco risultato fatale a Calipari era gestito dal Primo Battaglione, 69mo Fanteria, che fa parte della Guardia nazionale dello stato di New York.
Secondo il quotidiano, i militari avevano piazzato due Humvee ai lati della strada e due barriere di materiale indeterminato sulla sede stradale. Ci sono diverse versioni sulla velocità alla quale è arrivata di fronte all'ostacolo l'auto degli italiani. Secondo fonti del Pentagono citate dalla rete tv Abc, l'auto viaggiava a 160 km orari. Secondo altre fonti chiamate in causa del Washington Post, la velocità era intorno ai 90 chilometri all'ora. Le luci per segnalare al conducente di fermarsi, stando a questa versione, sarebbero state attivate quando il veicolo si trovava a oltre 100 metri dal checkpoint.
Sean1
00giovedì 10 marzo 2005 11:10
"Uccisi 30 civili in due giorni"
Intervista all'ex marine Massey: "Uccisi 30 civili in due giorni"
Dissi al comandante che stavamo facendo massacri inutili
"Noi, killer ai checkpoint
le regole non ci sono più"
di RICCARDO STAGLIANO'



Il sergente Jimmy Massey è stato nei marines per 12 anni prima di finire in Iraq. Nell'aprile 2003 al checkpoint che comandava sono stati uccisi, in 48 ore, una trentina di civili: "Ci sono voluti due giorni perché ci spiegassero che il nostro alzare il braccio per intimare l'alt era interpretato come un gesto di saluto". Ha cominciato a non dormire più e ha protestato con i superiori. Rispedito a casa per "disordine da stress post-traumatico" è stato "congedato con onore" nel dicembre 2003. Oggi gira l'America raccontando quello che ha visto "perché in Iraq tutte le regole d'ingaggio e la Convenzione di Ginevra sono saltate".

Com'è possibile un malinteso del genere?
"Ricevevamo quotidianamente intelligence che ci mettevano in guardia contro gli attacchi suicidi, la nostra ansia veniva ingrassata da inviti a sospettare di donne e bambini, delle ambulanze: tutti gli iracheni erano dipinti come terroristi. Le dita scattano più facilmente sul grilletto con un trattamento del genere".

Sì, ma le regole d'ingaggio?
"Prima alzavamo il braccio - o accendevamo un faro di notte - poi una raffica di avvertimento (in un paese dove tutti sparano per aria per festeggiare) e quindi si mirava all'auto. Ma l'intervallo tra queste tre fasi si riduceva sempre più. Avevamo chiesto delle vere barricate per costringere al rallentamento ma i nostri genieri ci dissero che non erano essenziali. In verità si era pronti a correre il rischio di fare vittime innocenti per dimostrare chi fosse il più forte in campo".

Erano davvero terroristi?
"Nessuno, dalle auto su cui abbiamo sparato, ha mai risposto al fuoco. E mai, nelle perquisizioni sulle vetture, abbiamo trovato armi. Soldi in contanti, piuttosto, di gente che cercava di scappare. Ricordo la faccia insanguinata di una bambina di 6 anni, e gli occhi dell'unico sopravvissuto di una Kia rossa dalle parti dello stadio di Bagdad che continuava a ripetermi: "Perché avete ucciso mio fratello?"".

E lei cosa ha fatto?
"Io sono andato dal mio comandante e gli ho detto che stavamo facendo dei massacri inutili. Lui mi ha detto che avevo bisogno di riposo e di vedere uno psicologo. Mi hanno rimandato a casa".

I suoi soldati la pensavano come lei?
"Non è il loro mestiere mettere in discussione gli ordini. Erano ragazzi contenti del loro lavoro. E quando qualcuno ha cominciato a venire da me con dei dubbi, il mio compito era di mantenerli motivati per far sì che tornassero a casa interi. A loro dicevo "tornate a combattere", ma dentro non resistevo più. Violavamo tutte le regole che ci avevano insegnato".

Ha letto dell'agente italiano ucciso?
"Sì, e sapendo come funzionano i checkpoint non mi sorprende affatto: prima si spara, poi si fanno le domande. Non c'era alcuna linea guida sulla velocità dell'auto. Lo vado dicendo in giro da un anno ormai. Sapevo che era questione di tempo prima che lo scandalo venisse a galla. Tragicamente ci voleva una vittima famosa per denunciare anche i tanti iracheni morti".

(10 marzo 2005)
gior77
00giovedì 10 marzo 2005 12:19
Re:

Scritto da: paolino-BOGLANDSMAN 10/03/2005 8.40
La stanno facendo davvero sudicia adesso...
E' da un paio di giorni che giornali e telegiornali stanno facendo girare la foto dell'auto su cui viaggiano Giuliana e Nicola, insieme all'altro agente del Sismi.
Tutte immagini del lato sinistro dell'auto ed ovviamente i giornalisti di turno fanno notare, da esperti balistici, che non ci sono poi tutti quei fori sulla fiancata dell'auto.
Peccato che le sventagliate di proiettili siano arrivate sul lato destro dell'auto.
Ora la domanda nasce spontanea: ma ci pigliano tutti quanti per gente che s'è bevuta il cervello?
Però c'è anche da dire una cosa... le fonti delle foto credo che siano americane, credo ripeto, non lo di percerto.
Ovvio che loro hanno tutto l'interesse a fare vedere certe cose, ed altre no.
Ed è per questo che Giuliana si avventurava in certe zone, come anche altri giornalisti che provano a fare informazione, informazione vera.
E non se ne stanno come tanti in studio, a prendere immagini e servizi dai circuiti televisivi satellitari per poi rimandarli come veri e propri servizi.
Pa.



i giornalisti italiani sono tutti tornati in italia o in qualche paese confinante con l'iraq, proprio dopo il rapimento della Sgrena, per cui le fonti non possono che essere americane. non mi spaventano tanto gli americani che ci fanno vedere le foto che vogliono loro (in un primo momento si era parlato di un fuoristrada, non mi è sembrato un fuoristrada quello), ma mi spaventano di più i giornalisti italiani che non dicono niente riguardo al fatto che gli spari arrivavano da destra.
ci vogliono stupidi, perchè se siamo stupidi e creduloni non romperemo le balle e questa gente continuerà a fare i loro sporchi affari.
io voglio continuare a pensare con la mia testa.
paolino-BOGLANDSMAN
00giovedì 10 marzo 2005 15:05
[SM=x145489]
Concordo in pieno... purtroppo però vedo che tante, troppe persone si sono fatte, si fanno e si faranno condizionare da personaggi che in un modo o nell'altro hanno in mano le fonti di informazione, prima fra tutte la tv.
Chi vuole intendere...
Pa.
dubh
00giovedì 10 marzo 2005 15:25
Re:

Scritto da: paolino-BOGLANDSMAN 10/03/2005 15.05
[SM=x145489]
Concordo in pieno... purtroppo però vedo che tante, troppe persone si sono fatte, si fanno e si faranno condizionare da personaggi che in un modo o nell'altro hanno in mano le fonti di informazione, prima fra tutte la tv.
Chi vuole intendere...
Pa.



Mah, a me non sembra, almeno qui dentro. O meglio, non nel senso che intendi tu, anzi.
Diciamo che molte persone si fidano ciecamente di chi vende loro la famosa "contro-informazione", e tra la tv di fede e la "controinformazione" non so chi sia peggio...
paolino-BOGLANDSMAN
00giovedì 10 marzo 2005 15:43
Io mi riferivo proprio a Fede ed ai suoi amici di Mediaset (più altri delle reti Rai che definire giornalisti... mah, mi pare un po' troppo esagerato).
Non volevo parlare di questo forum, dove anche se qualcuno la pensa in maniera diversa, credo e spero che lo faccia con la propria testa.
Io mi domando poi perchè esiste la Controinformazione... forse perchè chi deve fare la vera Informazione non la fa?
Io credo che anche nella controinformazione ci sia ovviamente un po' di faziosità, credo sia normale.
Però credo che certi momenti di informazione (?) vadano presi e buttati nel cestino... Fede su tutti.
E poi ci sarebbe una lunga lista di bandieruole del vento che si fanno chiamare giornalisti, ma in realtà corrono ai piedi del vincitore di turno per opere di adorazione... Vespa su tutti.
Me la chimate informazione questa?
Lo ripeto, ultimamente in tv cerco di guardare esclusivamente i tg di Rai3 e La7... forse gli unici ancora privi si servilismo acuto.
Pa.
fergus
00giovedì 10 marzo 2005 16:51
L'informazione di "Studio Aperto" - sempre in prima linea

[Modificato da fergus 10/03/2005 16.52]

[Modificato da fergus 10/03/2005 16.53]

lough
00giovedì 10 marzo 2005 19:05
Re: L'informazione di

Scritto da: fergus 10/03/2005 16.51



Che gnocca!

[Modificato da lough 10/03/2005 19.06]

gior77
00venerdì 11 marzo 2005 07:51
Re:

Scritto da: paolino-BOGLANDSMAN 10/03/2005 15.43
Io mi riferivo proprio a Fede ed ai suoi amici di Mediaset (più altri delle reti Rai che definire giornalisti... mah, mi pare un po' troppo esagerato).
Non volevo parlare di questo forum, dove anche se qualcuno la pensa in maniera diversa, credo e spero che lo faccia con la propria testa.
Io mi domando poi perchè esiste la Controinformazione... forse perchè chi deve fare la vera Informazione non la fa?
Io credo che anche nella controinformazione ci sia ovviamente un po' di faziosità, credo sia normale.
Però credo che certi momenti di informazione (?) vadano presi e buttati nel cestino... Fede su tutti.
E poi ci sarebbe una lunga lista di bandieruole del vento che si fanno chiamare giornalisti, ma in realtà corrono ai piedi del vincitore di turno per opere di adorazione... Vespa su tutti.
Me la chimate informazione questa?
Lo ripeto, ultimamente in tv cerco di guardare esclusivamente i tg di Rai3 e La7... forse gli unici ancora privi si servilismo acuto.
Pa.



ti dirò ... a me Fede non da poi così tanto fastidio. E' di parte, è vero, spudoratamente di parte, talmente tanto che lo dichiara ogni giorno. Per cui, se vuoi, se sei d'accordo con lui, te lo vedi, altrimenti cambi canali. E comunque ti fai sempre un 4 risate con lui ...
Mi danno molto più fastidio i tg tipo quelli di RAI1, che si dichiara il tg di tutti gli italiani e poi slinguazza il potente in maniera ancora peggiore.
Rai1 è il miglior utilizzatore della tecnica del panino: ci metti prima le dichiarazioni del governo, poi quelle dell'opposizione, e poi quelle della maggioranza.
Risultato? Il pubblico è più portato a ricordarsi le ultime e a dimenticare quelle centrali.
Questi sono studi di comunicazione, non cose inventate così su due piedi.
rosy71
00venerdì 11 marzo 2005 09:36
Vero!!! Il Tg di Rai 1 è inguardabile, quello di Rai 2 poi pare Verissimo di Canale 5....almeno di Fede si sa che è schierato...
Ro'
dubh
00venerdì 11 marzo 2005 13:12
Non ci resta che
(Sperando che non si rovini) e il tg3, che è di parte ma almeno è un tg fatto in modo serio (tranne quando ricamano sui terroristi con paroline dolci e cha cha cha, ma va beh, basta saperlo)
lough
00sabato 12 marzo 2005 01:02


Recuperati dal Sismi i satellitari di Calipari e dell'altro 007
"Il riscatto? So soltanto che sono libera"
Sgrena: 'Non ho fiducia nelle inchieste'
Castelli: 'Ha creato problemi e lutti'
"Mi sento messa sotto accusa per essermi fatta sequestrare e poi salvare"


Giuliana Sgrena con Ciampi
ROMA - "Non ho fiducia nelle inchieste perché sappiamo in molti casi come siano finite". Ad una settimana dalla sua liberazione, Giuliana Sgrena torna sulla sparatoria con la pattuglia di soldati americani e sulla tragica morte di Nicola Calipari. "E' importante che, grazie alle nostre affermazioni, mie e dell'agente del Sismi che guidava la macchina quella sera fino all' aeroporto - dice all'Ansa la giornalista del Manifesto -, si sia imposta la necessità di fare chiarezza. Altrimenti, sarebbe stato tutto archiviato nel giro di due giorni come un 'tragico' incidente".

E ai dubbi di Giuliana Sgrena risponde a distanza il ministro della Giustizia, Roberto Castelli: "Ha creato enormi problemi al Governo e creato anche dei lutti che forse era meglio evitare", dice il ministro che incalza: "La Sgrena credo che dovrebbe magari essere più accorta. Ha detto un cumulo di sciocchezze, parla da poco accorta, si è mossa da poco accorta".

Parole dure a cui, indirettamente, la giornalista sembra a sua volta replicare quando dice, "mi sento sotto accusa per essermi fatta sequestrare e poi salvare. Mi sono salvata e mi sento vittima di cannibalismo. Infierire è assurdo, soprattutto se lo fanno persone che non hanno idea di come sia la situazione a Bagdad. Parlano di cose che non conoscono".

E Giuliana Sgrena in una intervista rilasciata ad un'emittente spagnola e trasmessa da Sky TG24, parla anche dei suoi sequestratori: "Si sono definiti 'Gruppo iracheno della Resistenza armata. Non erano delinquenti comuni, ma erano politicizzati". La giornalista racconta che quella mattina, il 4 febbraio, alle 10, "era venerdì e volevo fare un'intervista ai profughi di Falluja. Il campus è molto esteso e quel giorno era quasi deserto. L'Imam si era mostrato disponibile. Mi avevano sconsigliato di andare lì perchè è un luogo pericoloso, ma io ho voluto provarci ugualmente. Sono entrata anche grazie a un collega fotografo".

E il racconto dei momenti prima del rapimento prosegue: "All'inizio ho avvertito molta ostilità tra i presenti. Uno, con gli occhi di ghiaccio, mi ha detto: 'Chi mi dice che non sei una spia?', altri invece volevano parlare. Ero circondata dalle donne che, disperate, mi raccontavano di aver perso tutto, la propria casa, la dote delle loro figlie. Pensavo allora che l'ostilità fosse superata, ma è stato imprudente da parte mia rimanere troppo. Però era tornato il fotografo e quindi ero più tranquilla. Poi, dopo la preghiera nella Moschea - ricorda - sono andata via.

"Improvvisamente mi sono trovata davanti una guardiola con blocchi di cemento che sono ovunque in Iraq e che, se servono a evitare le autobombe, favoriscono anche i sequestri". E' proprio davanti a quei blocchi, racconta concitata la giornalista, che i rapitori l'hanno presa e portata via dentro un'auto. "Ce n'erano sicuramente due di macchine e forse una terza. Ho recentemente appreso che forse anche le guardie del campus erano coinvolte nel mio sequestro. Quando ho chiesto ai miei rapitori che cosa volessero, mi hanno detto: 'Vogliamo solo che Berlusconi ritiri le truppe dall'Iraq e poi ti lasceremo libera'".

E per quanto riguarda il pagamento di un eventuale riscatto la risposta è secca: "Non me ne frega niente. Mi interessa solo che sono stata liberata - e poi aggiunge - La vita umana è la cosa più importante che esista. Cercare di salvarla è ancora più importante".
Intanto sono statti recuperati dal Sismi i cellulari che mancavano all'appello. I tre telefoni satellitari in dotazione a Nicola Calipari e al maggiore dei carabinieri rimasto ferito nella sparatoria avvenuta a Bagdad venerdì scorso durante il trasporto di Giuliana Sgrena all'aeroporto, saranno consegnati nelle prossime ore all'autorità giudiziaria di Roma.

I tre apparecchi vanno ad aggiungersi ai due cellulari personali (uno di Calipari, l'altro dello 007 che era alla guida della Toyota colpita dai militari americani) già in mano agli inquirenti da alcuni giorni. I pm Franco Ionta, Pietro Saviotti ed Erminio Amelio hanno la necessità di consultare le memorie dei telefoni per ricostruire le comunicazioni, e i destinatari di queste, partite dalle utenze dopo la liberazione della giornalista del Manifesto.

Intanto gli inquirenti stanno esaminando il rapporto inviato loro dal generale Mario Marioli, ufficiale di collegamento con le forze alleate in Iraq, dal quale emerge che gli statunitensi non erano a conoscenza dei motivi della missione di Calipari a Bagdad e, tanto meno, della liberazione della Sgrena.

(11 marzo 2005) Repubblica


*****************

Avrei voglia di dirle:
"...la prossima volta...arrangiati!"

gior77
00sabato 12 marzo 2005 08:39
Re:

Scritto da: lough 12/03/2005 1.02




*****************

Avrei voglia di dirle:
"...la prossima volta...arrangiati!"




la stessa cosa che provvederò a dirti se ti dovesse capitare ...

paolino-BOGLANDSMAN
00sabato 12 marzo 2005 10:09
Allora andavano lasciati in Iraq anche i tre addetti alla sicurezza (io li chiamo in un altro modo... ma questo potrebbe disturbare qualcuno) che in fin dei conti se l'erano andata proprio a cercare, non dite di no!
La Sgrena quantomena provava a mandare delle notizie non filtrate dagli americani; che si sia stata avventata credo sia vero, ma Castelli ogni tanto la fa fuori dal vaso come si dice a Livorno.

Su Fede... in effetti si sa che che quello che fa non è un Tg ma un simil comiziio pro nano con la ricrescita; però quello che mi fa alterare è quando si permette di offendere e sparlare facendo finta di confondersi o creando siparietti, secondo me, poco simpatici... e lui ha ancora la qualifica di giornalista?
Quella è libertà di informazione?
Sì... libertà di dire ciò che gli pare, e non la verità.
Ma anche tutte le persone che lo guardano e si finiscono di bere il cervello grazie ad una strategica ed oculata programmazione Mediaset, beh... mi fa dire che oramai ci siamo giocati buona parte del Paese.
E poi la Rai... ho letto con piacere che molti di voi la pensano come me... secondo me sarebbe da non pagare più il canone...

A blob ho visto la risposta che Pier Scolari ha dato ad un giornalista della trasmissione di Rai2 "Punto e a Capo" (quella della trasmissione pro Sicilia del dopo Report)...
Pier... uno di noi!
paolino-BOGLANDSMAN
00sabato 12 marzo 2005 10:22
Re: Re:

Scritto da: dubh 10/03/2005 15.25


Mah, a me non sembra, almeno qui dentro. O meglio, non nel senso che intendi tu, anzi.
Diciamo che molte persone si fidano ciecamente di chi vende loro la famosa "contro-informazione", e tra la tv di fede e la "controinformazione" non so chi sia peggio...




Non vorrei fomentare discussioni aspre... ma ti riferisci alla situazione mediorientale?
Io ammetto la mia ignoranza in merito, perchè non conosco quella realtà ed ho avuto modo di leggerne o sentirne parlare in tv.
Non so se ti riferivi proprio a quello...
Io mi permetto di dire che tra Israele e Palestina la colpa di tutto quello che è successo negli anni è da dividere equamente fra tutti.
Almeno, bisognerebbe però rivedere in maniera approfondita le modalità di insediamento del nuovo Stato di Israele; ammetto, soprattutto in questo contesto, la mia ignoranza storica.
Però dalle cronache apprese nel tempo, mi sono accorto di come le due comunità non abbiamo mai provato a tracciare delle linee di comportamento perlomeno parallele.. sempre e solo divergenti.
E questo, nel tempo ha portato da una parte ad atti di terrorismo violenti e terribili, e dall'altra ad una politica repressiva e di emarginazione, ultimo atto è stato la realizzazione del muro.
Nel Tg3, credo, a differenza di altri tg (tutti gli altri) si sia sempre dato spazio alle ragioni di tutti e due i popoli, che credo alla fine vogliano solo vivere in pace; altri invece, essendo filo governativi, e di conseguenza filo americani-israeliani, fanno vedere le cose solo dalla parte delle ragioni israeliane.
E non credo che al Tg3 quando un'autobomba esplode a Tel Aviv stappino lo spumante; ne tanto si listano a lutto quando un tank israeliano spara e colpisce magari dei bambini.
Credo che provino a fare dell'informazione, cosa molto rara di questi tempi, credimi.
Io mi ricordo sempre di quel reporter italiano ucciso dagli israeliani; qualcuno sa come è andata a finire quella vicenda?
Spero sinceramente che Israele non attui politiche di tipo americano su questi fatti... lo spero veramente.
Pa.
paolino-BOGLANDSMAN
00sabato 12 marzo 2005 10:24
Scusami Dubh, scusatemi... volevo quotare questo tuo intervento.
Mi sono svegliato da poco... sorry.



Scritto da: dubh 11/03/2005 13.12
Non ci resta che
(Sperando che non si rovini) e il tg3, che è di parte ma almeno è un tg fatto in modo serio (tranne quando ricamano sui terroristi con paroline dolci e cha cha cha, ma va beh, basta saperlo)



Non vorrei fomentare discussioni aspre... ma ti riferisci alla situazione mediorientale?
Io ammetto la mia ignoranza in merito, perchè non conosco quella realtà ed ho avuto modo di leggerne o sentirne parlare in tv.
Non so se ti riferivi proprio a quello...
Io mi permetto di dire che tra Israele e Palestina la colpa di tutto quello che è successo negli anni è da dividere equamente fra tutti.
Almeno, bisognerebbe però rivedere in maniera approfondita le modalità di insediamento del nuovo Stato di Israele; ammetto, soprattutto in questo contesto, la mia ignoranza storica.
Però dalle cronache apprese nel tempo, mi sono accorto di come le due comunità non abbiamo mai provato a tracciare delle linee di comportamento perlomeno parallele.. sempre e solo divergenti.
E questo, nel tempo ha portato da una parte ad atti di terrorismo violenti e terribili, e dall'altra ad una politica repressiva e di emarginazione, ultimo atto è stato la realizzazione del muro.
Nel Tg3, credo, a differenza di altri tg (tutti gli altri) si sia sempre dato spazio alle ragioni di tutti e due i popoli, che credo alla fine vogliano solo vivere in pace; altri invece, essendo filo governativi, e di conseguenza filo americani-israeliani, fanno vedere le cose solo dalla parte delle ragioni israeliane.
E non credo che al Tg3 quando un'autobomba esplode a Tel Aviv stappino lo spumante; ne tanto si listano a lutto quando un tank israeliano spara e colpisce magari dei bambini.
Credo che provino a fare dell'informazione, cosa molto rara di questi tempi, credimi.
Io mi ricordo sempre di quel reporter italiano ucciso dagli israeliani; qualcuno sa come è andata a finire quella vicenda?
Spero sinceramente che Israele non attui politiche di tipo americano su questi fatti... lo spero veramente.
Pa.
lough
00sabato 12 marzo 2005 11:47
Re: Re:
--FFZQUOTESTART-->

Scritto da: gior77 12/03/2005 8.39


la stessa cosa che provvederò a dirti se ti dovesse capitare ...





Non avevo dubbi in proposito!
anzi non mi aspettavo reazioni diverse da elementi del genere.

I vostri simili devono essere salvati anche dai vostri avversari, che anzi hanno l'obbligo di tirarli fuori dai guai e non aspettarsi il minimo di gratitudine e riconoscenza.
Mentre magari x assurdo ciò accadesse a un giornalista tipo, Feltri dovremmo scendere tutti in piazza a festeggiare, nel caso venisse sgozzato dai vostri amici della "resistenza" irachena.

e in quanto a paolino-BOGLANDSMAN che scrive "....Allora andavano lasciati in Iraq anche i tre addetti alla sicurezza (io li chiamo in un altro modo... ma questo potrebbe disturbare qualcuno) che in fin dei conti se l'erano andata proprio a cercare, non dite di no! "

Direi che se la sono andata a cercare esattamente come la Sgrena, le '2 Simone', e come tanti altri stranieri e iracheni. Erano e sono in iraq per lavorare.

Anzi, paolino-BOGLANDSMAN, potevi includere anche i militari di Nassiria, tanto...

cossaigh
00sabato 12 marzo 2005 12:30

Guarda che la Sgrena stava indagando anche su questo:

Un esperto del Ministero della Sanita' iracheno ha accusato le forze americane di aver impiegato armi vietate dalle convenzioni internazionali durante la sanguinosa offensiva contro Falluja, nello scorso novembre. Lo riferisce la tv satellitare qatariota Al Jazira sul suo sito internet. La denuncia e' venuta durante una conferenza stampa presso il Ministero a Baghdad, la cui data non e' stata precisata. Il dottor Khalid ash-Shaykhili, al quale e' stato affidato l' incarico di accertare le condizioni di salute degli abitanti di Falluja, ha detto che le ricerche effettuate dalla sua equipe medica provano che le forze Usa hanno usato gas ''mostarda'', gas nervino e altre sostanze chimiche nocive. ''Quello che ho visto durante i nostri sopralluoghi a Falluja mi portano a credere tutto quanto e' stato detto riguardo a quella battaglia'', ha dichiarato il medico, secondo Al Jazira. Il dottor ash-Shaykhili ha precisato che la roccaforte della guerriglia sunnita ad ovest di Baghdad reca ancora i segni dell' uso di sostanze chimiche e di altri armi, che provocano gravi malattie. L'esperto ha anche denunciato la ''totale distruzione dell' ambiente'' a Falluja. ''Posso anche dire di aver trovato dozzine, se non centinaia, di cani e gatti randagi e uccelli uccisi da questi gas''. Il medico ha detto che inviera' un rapporto a tutti gli organi competenti in Iraq e all'estero. Durante l'offensiva americana contro Falluja, alcuni abitanti avevano riferito di aver visto ''corpi bruciati'', con i segni caratteristici che lascia il napalm, un cocktail di sostanze tossiche del quale le truppe Usa fecero largo uso durante la guerra del Vietnam, con effetti devastanti sulle persone e l'ambiente.

Ansa, 4 marzo 2005

Quesito: Chi ha creato un numero infinito di lutti?
dubh
00sabato 12 marzo 2005 17:12
Re:

Scritto da: paolino-BOGLANDSMAN 12/03/2005 10.24

Non vorrei fomentare discussioni aspre... ma ti riferisci alla situazione mediorientale?



Io parlavo in generale, comunque il tg3 è di parte per il conflitto del MO, mi sembra piuttosto chiaro, e non mi sembra affatto che si sforzi di mantenere un giudizio equo (non solo per il MO). Ma che questo sia giusto o meno non tocca a me dirlo. Però non è necessario stappare lo spumante, basta usare i termini giusti e sistemare i servizi in un certo modo per far capire come si propone un argomento. E' molto più efficace. Io parlavo del modo in cui viene organizzato il tg in sè, poi i contenuti sono un'altra cosa.
Sean1
00lunedì 14 marzo 2005 08:13
Re: Re: Re:

Scritto da: lough 12/03/2005 11.47
--FFZQUOTESTART-->

Scritto da: gior77 12/03/2005 8.39


la stessa cosa che provvederò a dirti se ti dovesse capitare ...





Non avevo dubbi in proposito!
anzi non mi aspettavo reazioni diverse da elementi del genere.

I vostri simili devono essere salvati anche dai vostri avversari, che anzi hanno l'obbligo di tirarli fuori dai guai e non aspettarsi il minimo di gratitudine e riconoscenza.
Mentre magari x assurdo ciò accadesse a un giornalista tipo, Feltri dovremmo scendere tutti in piazza a festeggiare, nel caso venisse sgozzato dai vostri amici della "resistenza" irachena.

e in quanto a paolino-BOGLANDSMAN che scrive "....Allora andavano lasciati in Iraq anche i tre addetti alla sicurezza (io li chiamo in un altro modo... ma questo potrebbe disturbare qualcuno) che in fin dei conti se l'erano andata proprio a cercare, non dite di no! "

Direi che se la sono andata a cercare esattamente come la Sgrena, le '2 Simone', e come tanti altri stranieri e iracheni. Erano e sono in iraq per lavorare.

Anzi, paolino-BOGLANDSMAN, potevi includere anche i militari di Nassiria, tanto...




Non avevo dubbi in proposito!
anzi non mi aspettavo reazioni diverse da elementi del genere.

I vostri simili devono essere salvati anche dai vostri avversari, che anzi hanno l'obbligo di tirarli fuori dai guai e non aspettarsi il minimo di gratitudine e riconoscenza.
Mentre magari x assurdo ciò accadesse a un giornalista tipo, Feltri dovremmo scendere tutti in piazza a festeggiare, nel caso venisse sgozzato dai vostri amici della "resistenza" irachena.

e in quanto a paolino-BOGLANDSMAN che scrive "....Allora andavano lasciati in Iraq anche i tre addetti alla sicurezza (io li chiamo in un altro modo... ma questo potrebbe disturbare qualcuno) che in fin dei conti se l'erano andata proprio a cercare, non dite di no! "

Direi che se la sono andata a cercare esattamente come la Sgrena, le '2 Simone', e come tanti altri stranieri e iracheni. Erano e sono in iraq per lavorare.

Anzi, paolino-BOGLANDSMAN, potevi includere anche i militari di Nassiria, tanto...




Feltri e Selva non andranno mai in
Iraq perche' sono dei marchettari , a loro per scrivere basta mettere la firma sotto quello che i loro padroni passano, la Sgrena ed altri hanno bisogno di essere li' per farci sapere quello che realmente avviene e non solo quello che passano le agenzie militari o i travet che se nestanno chiusi nell'hotel palestine.

I mercenari ( e' questo il termine corretto) sono li' a sfruttare una situazione di guerra e di un popolo sofferente per guadagnare soldi (facili o almeno cosi' pensavano) ed in fretta...in altri termini tali individui si chiamano avvoltoi...
gior77
00lunedì 14 marzo 2005 08:22
Re: Re: Re:

Scritto da: lough 12/03/2005 11.47
--FFZQUOTESTART-->

Scritto da: gior77 12/03/2005 8.39


la stessa cosa che provvederò a dirti se ti dovesse capitare ...





Non avevo dubbi in proposito!
anzi non mi aspettavo reazioni diverse da elementi del genere.

I vostri simili devono essere salvati anche dai vostri avversari, che anzi hanno l'obbligo di tirarli fuori dai guai e non aspettarsi il minimo di gratitudine e riconoscenza.
Mentre magari x assurdo ciò accadesse a un giornalista tipo, Feltri dovremmo scendere tutti in piazza a festeggiare, nel caso venisse sgozzato dai vostri amici della "resistenza" irachena.

e in quanto a paolino-BOGLANDSMAN che scrive "....Allora andavano lasciati in Iraq anche i tre addetti alla sicurezza (io li chiamo in un altro modo... ma questo potrebbe disturbare qualcuno) che in fin dei conti se l'erano andata proprio a cercare, non dite di no! "

Direi che se la sono andata a cercare esattamente come la Sgrena, le '2 Simone', e come tanti altri stranieri e iracheni. Erano e sono in iraq per lavorare.

Anzi, paolino-BOGLANDSMAN, potevi includere anche i militari di Nassiria, tanto...




prima di sparare a zero, prova un attimino ad informarti, e a rileggere i vari commenti, tutti quanti.

il compito dello Stato è di proteggere i propri cittadini e di salvarli quando sono in difficoltà. e questo è quello che lo Stato ha fatto. E non mi sembra che la Sgrena non abbia mostrato gratitudine per chi ha perso la propria vita per salvare la sua. Anzi, mi sembra tutt'altro.

Ma forse vuoi vedere solo quello che ti fa comodo.

Libero di farlo. Libero arbitrio.
Sean1
00lunedì 14 marzo 2005 09:44
La guerra continua
La guerra continua
di Pierluigi Sullo
[da CARTA]

Il check point dei media e della politica italiani ha regole d'ingaggio se possibile piu' drastiche di quelle dei militari nordamericani a Baghdad. Il paragone e' certamente eccessivo, se si pensa alla pallottola che ha ucciso Nicola Calipari. Ma provate voi a mettervi nei panni di persone come Giuliana Sgrena e il suo compagno Pier Scolari, o l'intera redazione del manifesto, che hanno vissuto - in modi diversi, certo - un mese di tensione e paura, di fatica e di speranza. Uno di quei momenti della vita che si', ti cambiano per sempre, come dice Gabriele Polo, ma allo stesso tempo lasciano cicatrici nell'anima e, nel caso di Giuliana, nel corpo, visto che dovra' essere ri-operata per riparare i danni di quelle pallottole. Ecco, mettetevi nei loro panni e immaginate che, subito dopo l'enorme gioia per la salvezza della nostra compagna, e subito dopo il grande trauma della morte di un agente dei servizi che si era conosciuto come una persona seria, competente ed umana, subito dopo questa tempesta di emozioni, vi capiti di essere diffamati, derisi, volutamente malintesi dalla generalita' dei grandi giornali e dei grandi telegiornali, e da molta parte della politica.

Ci vogliono nervi molto saldi, e una enorme serenita', per resistere. I nervi e la serenita' che aveva Gabriele, martedi' sera, nella trasmissione "Ballaro'", quando invece di balzare alla gola di uno come il ministro leghista della giustizia [ossimoro], si limitava a guardarlo, mentre quello diceva che Napoli e' molto piu' pericolosa di Nassiriya, che in Iraq non c'e' la guerra e che Giuliana e' piu' amica dei suoi sequestratori che dei suoi liberatori.
Perfino il Comitato di redazione del Tg4 ha protestato contro il direttore, Emilio Fede, per gli insulti che andava scagliando su Giuliana. Anche il Cdr del Tg1 si e' ribellato, dopo i trucchi per rinviare la notizia sulla morte di Calipari [e il direttore, Mimun, ha fatto martedi' sera leggere un proclama come fosse una notizia, su quanto il direttore del Tg1 e' inappuntabile]. Perfino il Wall Street Journal, invece che occuparsi delle azioni delle industrie militari, o forse proprio per questo, ha abbandonato il suo stile "britannico" [che non e' mai esistito], per insultare la giornalista del manifesto. Ed Eugenio Scalfari, con il suo tono alla Camillo Cavour, insiste nel mettere sullo stesso piano l'"errore" di Giuliana, l'essersi fermata troppo a lungo nella moschea, con quello di Calipari, il non aver preso le misure le sicurezza di cui, tutti lo sanno, il fondatore della Repubblica e' un grande esperto, avendo frequentato i peggiori quartieri di Baghdad in tempo di guerra. Mentre l'ex umorista Michele Serra - sospinto dal guerrologo Adriano Sofri - fa della triste ironia sull'antiamericanismo e altre fesserie.
Dobbiamo continuare? Feltri e il Giornale, il Corriere della Sera e il suo re-inviato Lorenzo Cremonesi, che sui servizi segreti nordamericani ne sa piu' di Negroponte, ministri assortiti in ogni radio e tv, Bruno Vespa e Lucia Annunziata…
Eppure, due piccole verita' restano li'. La prima e' che un sondaggio di Ap-Biscom, non del centro sociale Leoncavallo, dice che il 70 per cento degli interpellati vuole il ritiro delle truppe, e pensa che gli Usa non ci faranno mai conoscere la verita', sulla morte di Calipari. La seconda e' che Giuliana Sgrena si costituira' parte lesa nel processo, se mai si fara', ai colpevoli della sparatoria di cui e' stata vittima insieme ai due agenti del Sismi.
In effetti, di cosa stiamo parlando? Di una donna sequestrata, delle mobilitazioni pubbliche e del lavoro riservato [di Calipari, non di quell'esibizionista di Scelli, che a Falluja ha visto solo bambini con la maglietta dell'Inter e del Milan, dato che c'e' andato quando esistevano ancora bambini, nella citta' irachena] per salvarla. E del fatto che, quando l'ostaggio era ormai a qualche centinaio di metri dall'aereo che l'avrebbe riportata tra noi, raffiche di proiettili l'hanno ferita, mentre uccidevano il suo salvatore. E questi proiettili sono statunitensi.
Sarebbe semplice. E semplici sono le domande. Perché hanno sparato? Perché contro quella macchina? Dove si e' inceppata la famosa "catena di comando"? E per quale ragione? Fino a che non si avranno risposte certe, tutte le ipotesi sono possibili. Tutte. E continuare a parlare di "incidente", come tutti fanno, compreso il buon vecchio centrosinistra [quasi al completo] e' altrettanto fazioso, che se qualcuno parlasse di "omicidio premeditato" [cosa che nessuno fa].
La verita' e' che di quel che effettivamente e' accaduto non frega niente, ai grandi [tele]giornali e a quel genere di politica, altrimenti salterebbero sulla sedia, dopo che il ministro degli esteri ha parlato in parlamento, non nel suo salotto, di un'auto che viaggiava a 40 all'ora, mentre le solite "fonti militari" dicono ad Abc News che l'auto procedeva a 160 [dev'essere la mania italiana per la Ferrari e la Formula Uno]. Quel che gli interessa e' arginare il vulcano di indignazione, e di dolore, e di verita', che erutta nella societa' italiana, ossia riparare alla meglio lo strappo nel solo legame davvero indiscutibile della politica italiana, quello con gli Stati uniti d'America. Da quello strappo consegue il crollo di legittimita' della guerra.
Una guerra finalmente svelata come tale, perché di colpo di vede che Baghdad o Falluja non assomigliano per niente a Scampia o a Secondigliano, e chi lo dice, come il ministro Castelli, appare per quel che e'. E anzi sono un posto dopo chiunque puo' uccidere chiunque, dove ai posti di blocco i soldati statunitensi sparano a prescindere, nella migliore delle ipotesi sulla morte di Calipari e sul ferimento di Giuliana.
Per ottenere questo scopo, la prima cosa da fare e' screditare le voci contrarie, specialmente se sono molto popolari come Giuliana Sgrena. Che per colmo di sfortuna e' anche testimone oculare, oltre che vittima e bersaglio delle stesse pallottole che hanno ucciso Nicola Calipari.
Quel che sta avvenendo e' impressionante. Non si e' mai visto un tale accanimento contro una persona inerme, come Giuliana, e contro un giornale piccolo, come il manifesto. Qui abbiamo cinque milioni e mezzo di copie e quindici milioni di telespettatori contro qualche decina di migliaia di copie. A rigore, dovrebbero aver gia' vinto. Ma c'e' quel 70 per cento che vuole il ritiro delle truppe: Anche questo e' impressionante: quanto l'Italia ufficiale sia lontana e diversa da quella reale. Mentre la societa' dice "la guerra e' finita" [ed e' il titolo del numero di Carta che esce questa settimana], i media e la politica dicono "la guerra continua".
E' una situazione che si e' data piu' volte, nella storia italiana. Per esempio l'8 settembre del 1943. Non si deve mai esagerare, ma una tale frattura, tra rappresentanti e rappresentati non e' tranquillizzante. Ma, intanto, un gesto ciascuno puo' facilmente farlo: scrivere un messaggio al manifesto [lettere@ilmanifesto.it] per dire, semplicemente, coraggio, vi vogliamo bene, non vi abbattete, siamo con voi.

Pubblicato Marzo 11, 2005 12:04 AM |
paolino-BOGLANDSMAN
00lunedì 14 marzo 2005 22:08
Giuliana Sgrena è stata liberata.
L'informazione ancora no.
Amici americani che non la pensano come il Dittatore Supremo (ovvero l'alcolizzato di George dabliù) mi hanno mandato articoli dove "illustri" giornalisti (credo amici di Fede) scrivono che la Sgrena si è fatta sequestrare volutamente.
Quando l'ho letto sono rimasto senza parole.

A proposito di Fede... ieri sono capitato per caso nel suo Tg... hanno fatto un servizio sulle code e gli ingorghi di Roma, causa maratona cittadina. Hanno intervistato gli automobilisti esasperati in coda "da ore"... Guarda caso il sindaco di Roma è di sinistra... e guarda caso in occasione di quegli eventi è fisiologico dover chiudere al traffico in diverse strade.
Però, come sempre, ogni occasione è buona per fare propaganda.
A Milano invece, quando si corre la stracittadina, si circola meglio di quando non lo si faccia quando ci sono le strade aperte!
Ma fatemi il piacere!

Torno a ripetere... ma in che mani siamo?
Pa.

fergus
00giovedì 14 aprile 2005 16:29
scottishflag
00giovedì 22 dicembre 2005 16:19
Calipari: indagato militare USA per omicidio volontario
Riporto da Repubblica.it questa notizia fresca fresca. A quanto pare qualcosa si muove...

ROMA - Il militare statunitense Mario Lozano, di origini ispano-americane, è indagato con l'accusa di omicidio volontario nell'ambito dell'inchiesta sulla morte di Nicola Calipari. Il funzionario del Sismi fu ucciso dal "fuoco amico" al termine dell'operazione per liberare la giornalista del Manifesto Giuliana Sgrena.

Omicidio volontario, seppure con dolo eventuale, è l'ipotesi formulata dal capo del pool antiterrorismo Franco Ionta e dai pm Pietro Saviotti ed Erminio Amelio. Il nome di Lozano era contenuto nel rapporto della commissione amministrativa che si era occupata della vicenda. Il militare avrebbe fatto fuoco violando le regole di ingaggio e accettando il rischio di creare un danno agli occupanti del veicolo.

Calipari fu raggiunto mortalmente alla testa da un colpo d'arma da fuoco partito da un mitragliatore automatico in dotazione all'esercito Usa. Lo stesso proiettile ferì a una spalla la giornalista, appena liberata. Un altro proiettile ferì il maggiore del Sismi che era alla guida della Toyota Corolla su cui viaggiavano i tre.

Il nome di Mario Lozano fu reso noto grazie all'eliminazione degli omissis dal rapporto redatto dalla Commissione d'inchiesta statunitense sulla morte di Calipari. Nei giorni scorsi i pm della procura di Roma avevano predisposto una rogatoria per l'identificazione dei componenti della pattuglia americana, senza però ottenere alcun esito.

Il 25 ottobre scorso si era conclusa la perizia dei cinque esperti nominati dai pm romani. Da questi rilievi è emerso che la vettura era stata raggiunta da almeno sette colpi d'arma da fuoco. I primi proiettili sarebbe stati esplosi da una distanza compresa tra 100 e 130 metri mentre gli ultimi tra 45 e 65 metri, sparati quando la vettura era ormai praticamente ferma. La conclusione dei periti fu che "esplodere numerosi colpi di mitragliatrice all'indirizzo dell'abitacolo di un'autovettura, da una distanza come quella indicata, è da giudicare indubbiamente condotta idonea e diretta a cagionare la morte degli occupanti".

Si è appreso in queste ore che l'ambasciatore americano è oggi a palazzo Chigi.

(22 dicembre 2005)

(C) repubblica.it
plaintive reverie
00venerdì 23 dicembre 2005 14:32
immagino che condanneranno lozano, bollato dal governo usa come 'mela marcia' (tanto più che ispano americano...) i pesci grossi continueranno a galleggiare indisturbati e il governo ne uscirà indenne.
history repeating
scottishflag
00lunedì 9 gennaio 2006 17:35
Su un telegiornale RAI hanno appena trasmesso lo stralcio di filmato relativo all'uccisione di Fabrizio Quattrocchi. Il filmato riprende la scena fino a quando il povero Quattrocchi cerca di levarsi la kefiah che gli copre il capo e dice "Posso? Ora vi faccio vedere come muore un Italiano." L'immagine si interrompe un paio di secondi dopo, poco dopo il colpo fatale che tronca la vita dell'Italiano. Ho pensato e ancora penso che quegli uomini non erano lì altro che per soldi e giravano armati con il beneplacito USA sfruttando la guerra come un businìs. Ma sia pace a lui, non è questo il momento di fare lo str [SM=g27816]. Sono immagini che mi hanno stretto il cuore, una tale saldezza d'animo mai la avevo vista con i miei occhi.
jay.ren
00lunedì 9 aprile 2007 19:10
Firing Line. 'I had to take them out'
L'intervista esclusiva rilasciata da Mario Lozano, il marine che aprì il fuoco sulla vettura che trasportava la giornalista Giuliana Sgrena, appena rilasciata.
Il marine, secondo gli americani, seguì le regole d'ingaggio e sparò contro la vettura, causando la morte di Nicola Calipari ed il ferimento di Giuliana Sgrena.

Ecco il suo racconto, pubblicato sul New York Post

EXCLUSIVE By NEIL GRAVES

Spc. Mario Lozano of Manhattan remembers the moment in Baghdad that changed his life forever - when, with eyes "the size of apples," he saw a vehicle barreling directly toward him and he opened fire.

"You have a warning line, you have a danger line, and you have a kill line," said Lozano, speaking out for the first time about the March 4, 2005, "friendly fire" incident in which he shot from a Humvee machine-gun turret at the vehicle, hitting an Italian war correspondent and killing an Italian intelligence officer.

The nightmare resumes for Lozano, of New York's Fighting 69th Infantry Regiment, next week - when he'll be tried in absentia by Italian officials on charges of murder.

"Anyone inside 100 meters is already in the danger zone . . . and you gotta take them out," Lozano told The Post from his brother's Chelsea apartment.

"If you hesitate, you come home in a box - and I didn't want to come home in a box. I did what any soldier would do in my position."

The resulting machine-gun burst hit Giuliana Sgrena, who had just been released by kidnappers, in the shoulder and killed Italian intelligence agent Nicola Calipari, who had negotiated her release. The vehicle was racing to catch a plane home to Italy at Baghdad Airport, Lozano said.

Calipari, who had thrown himself atop Sgrena in the back seat, was lauded as a national hero. Thousands attended his funeral. And the Italian government decided to take the unusual step of charging Lozano with "political murder."

Lozano - who was cleared by an internal U.S. Army investigation - insisted that he did everything by the book. He flashed his turret's "300 million-watt" light at the car, which makes "every Iraqi slam on the brakes." Then he fired rounds into the ground and, finally, shots into the vehicle's engine.

Lozano said he had no choice: Like all grunts, he knew all too well what a car bomb could do. Two days before, "two good soldiers died on the road in the same way," he said.

Lozano said he realizes that his chances of becoming a cop, like his younger brother, Emiliano, who is with the 41st Precinct, are over. His marriage has broken up. He's on medication that helps him cope with post-traumatic stress disorder.

Lozano and his dad, Mario Sr., blame Sgrena, a correspondent for the Communist paper Il Manifesto, for their nightmare. They criticize her for not making sure that her vehicle's whereabouts were known to the Army and then making a buck off the situation.

Sgrena, 57, was recently in New York promoting her book, "Friendly Fire: The Remarkable Story of a Journalist Kidnapped in Iraq, Rescued by an Italian Secret Service Agent, and Shot at by U.S. Forces."

"I'm sure her life isn't like mine," said a bitter Lozano, who works for his dad's construction business when he's not pulling National Guard duty.

"She's making money. She's famous. Meanwhile, I gotta live with the fact that a guy got killed because he didn't comply with orders and I was that guy who pulled the trigger."

But Sgrena retorted to The Post: "I'm not making money; I'm just telling my story of what happened to me. If they want to express their feelings, the only way is at the trial. I don't want Mario Lozano to be the scapegoat, but he should come and explain his position."

U.S. and Italian versions of the incident might as well be from different galaxies.

The United States says Sgrena's vehicle was moving at least 50 mph, while Italy says that it was closer to 30 - and that it stopped before being fired upon.

The United States says there were warnings, but Sgrena has denied this, saying the flashing lights and bullets - 58, she said, quoting Italian investigators - came simultaneously.

The Army last week said its representative handling the case was not available. The Italian Embassy in Washington refused to comment.

Sgrena, who has been critical of the U.S. invasion, had publicly theorized that the shooting might have been a hit job meant to put nations on notice that America won't tolerate third parties' negotiating with terrorists.

Later, she told The Post: "I can't say [whether I was targeted]. I don't know. With the trial, we will offer up this question. But it was not an accident. I don't know if they wanted to kill or not to kill or to give [a warning]."

Even if Lozano is found guilty, U.S. authorities would not turn him over because he has been cleared by Army investigators, sources said. He is being represented by an Italian lawyer.
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 16:48.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com