Re: Re: Re: Re:
Scritto da: LorenZinos 12/01/2006 0.53
miii calmino!!!
E secondo me non voler ammettere che quello di Sharon dello sgombero delle colonie, giusto o sbagliato che fosse, non sia stato un gesto coraggioso e di fortissimo impatto simbolico mi sembra negare l'evidenza (sorvoliamo su chi sostiene che le colonie fossero palestinesi...). So che il paragone è sicuramente forzato ma ti immagineresti mai un presidente del consiglio italiano che sgombera gli italiani da Bolzano per lasciare la città ai tirolesi?
5) e su dai nun me fà el permaloso che qua c'abbiamo già Gior che basta e avanza!
ok, ho scazzato con la mia reazione spropositata, inutile io cerchi giustificazioni. a volte capita, sbagliando, di scaricare tensioni della vita privata qui
ma volendo riprendere la questione delle colonie...preso in se per se sarebbe un gesto positivo (nonostante la maniera in cui sia stato portato avanti) ma va inserito in un contesto.
non penseresti che quell'ipotetico presidente italiano che sgombera bolzano lasciandola ai tirolesi, ma al contempo arriva con le sue ruspe fino alle porte di salisburgo, radendo al suolo proprieta' tirolesi, abbia agito quanto meno con ipocrisia?
cito il rapporto:
Le misure restrittive di movimento imposte dall’esercito israeliano ai palestinesi nei Territori Occupati hanno causato diffusa povertà e disoccupazione e hanno reso difficile l’accesso a strutture mediche e all’istruzione. L’esercito israeliano ha distrutto diverse centinaia di abitazioni palestinesi, vasti appezzamenti di terreni agricoli e altre reti di infrastrutture.
Israele ha continuato a espandere insediamenti illegali e a costruire una recinzione/muro attraverso la Cisgiordania, confinando i palestinesi in enclave isolate, tagliati fuori dalle loro terre e dai servizi essenziali nelle città e nei villaggi vicini
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A febbraio il primo ministro Ariel Sharon ha annunciato il piano di “disimpegno”, per evacuare tutti gli insediamenti israeliani nella Striscia di Gaza e quattro in Cisgiordania, mantenendo allo stesso tempo il controllo militare di tutti gli accessi via terra e via mare alla Striscia di Gaza e di tutto lo spazio aereo. A ottobre il capo di gabinetto del primo ministro ha dichiarato pubblicamente che l’evacuazione degli insediamenti nella Striscia di Gaza era finalizzata a rafforzare il controllo israeliano di buona parte della Cisgiordania dove si trovano oltre un centinaio di insediamenti israeliani. Israele ha iniziato a costruire una rete di strade secondarie e tunnel in Cisgiordania allo scopo di riservare l’utilizzo delle strade principali esistenti esclusivamente ai coloni israeliani. Non è stata intrapresa alcuna azione per l’attuazione della “road map”, il piano di pace concordato l’anno precedente tra Israele e Autorità Palestinese (AP), e promosso da Stati Uniti, Nazioni Unite, Unione Europea e Russia
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Distruzione di proprietà palestinesi nei Territori Occupati
Nei Territori Occupati l’esercito israeliano ha eseguito distruzioni su larga scala di case e proprietà palestinesi, in numero di gran lunga maggiore rispetto all’anno precedente. Ha demolito diverse centinaia di case, soprattutto nella Striscia da Gaza, lasciando migliaia di palestinesi senza casa, e distruggendo vasti appezzamenti di terreni agricoli, strade e infrastrutture per l’acqua, l’elettricità e le comunicazioni. Tali distruzioni sono spesso state una forma di punizione collettiva verso la popolazione locale come rappresaglia per gli attacchi da parte di gruppi armati palestinesi. L’esercito non ha in genere dato alcun preavviso per le imminenti demolizioni e molti abitanti sono stati costretti a fuggire dalle loro abitazioni senza poter raccogliere i loro beni. Agenzie delle Nazioni Unite e organizzazioni umanitarie non sono state in grado di rispondere alle necessità di decine di migliaia di palestinesi le cui abitazioni erano state distrutte dall’esercito israeliano nei precedenti quattro anni.
*A maggio l’esercito israeliano ha distrutto circa 300 abitazioni e danneggiato 270 altri edifici nel campo profughi di Rafah, nella Striscia di Gaza, lasciando in pochi giorni circa 4.000 persone senzatetto. Diverse persone sono rimaste intrappolate nelle loro abitazioni quando i bulldozer dell’esercito israeliano hanno iniziato a demolirle e hanno dovuto bucare le loro case sul retro per poter uscire. Migliaia di altri residenti sono fuggiti dalle loro case, temendo distruzioni imminenti. Scuole delle Nazioni Unite sono state usate come rifugi provvisori per i senzatetto. La distruzione di massa è avvenuta in seguito a un attacco da parte di militanti palestinesi in cui sono rimasti uccisi 5 soldati israeliani. Funzionari israeliani hanno dichiarato che la distruzione era mirata all’allargamento della zona di sicurezza lungo il confine egiziano e a scoprire i tunnel usati dai palestinesi per contrabbandare armi dall’Egitto nella Striscia di Gaza.
*A ottobre, dopo l’uccisione di due bambini israeliani da un colpo di mortaio palestinese lanciato dalla Striscia di Gaza, l’esercito israeliano ha lanciato il suo maggior attacco nel campo profughi di Jabalya e nei suoi dintorni, a nord della Striscia di Gaza, distruggendo o danneggiando circa 200 tra abitazioni ed edifici, oltre alle strade e ad altre infrastrutture essenziali.
[...]
La continua costruzione da parte di Israele di una recinzione/muro attraverso la Cisgiordania ha lasciato un numero crescente di palestinesi tagliati fuori da servizi sanitari, scuole e altri servizi essenziali nelle città e nei villaggi vicini e dai loro terreni agricoli, fonte principale di sussistenza per i palestinesi in questa regione. Vaste zone di terreni palestinesi sono state accerchiate dalla recinzione/muro e i palestinesi che vivono o possiedono terreni in queste zone hanno dovuto ottenere permessi speciali dall’esercito israeliano per entrare e uscire dalle loro abitazioni e terreni. Soldati israeliani hanno di frequente negato il passaggio ai residenti e ai contadini di queste zone.
A luglio la Corte Internazionale di Giustizia ha dichiarato che la costruzione israeliana della recinzione/muro in Cisgiordania è illegale secondo il diritto internazionale e ha richiesto che questa fosse smantellata.