Gli irlandesi e la depressione

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dubh
00lunedì 4 ottobre 2004 00:58
03/10/2004 20: 33: 54
Irish News Online

http://www.irishnews.com/access/breakingnews/story.asp?j=29466726&p=z94669xx&n=29466968&x=

A fifth of all Irish people suffered symptoms of depression

About 21% of Irish people have suffered symptoms of depression in the past year, according to the results of a new survey.

The survey’s findings, which were issued today, also show that there is a low level of awareness about the illness, its symptoms and treatments.

The results of the survey come in light of new information that suicide is the second biggest killer of young people in Europe, after roads deaths.

Consultant Psychiatrist, Patricia Casey, says depression it is a huge problem in Irish society and needs to be addressed properly.

A Series of free public information seminars is being held across the county over the next few days ahead of World Mental Health Day, on the Sunday the 10th of October.
---------------------
Ciau belli [SM=g27823]

[Modificato da dubh 04/10/2004 1.05]

Corcaigh
00lunedì 4 ottobre 2004 12:33
No, purtroppo non e'una notizia alla Fede [SM=g27813]
Il fenomeno della depressione in Irlanda e'molto serio. Sembra imputato a due motivi: una causa genetica. E'probabile che nelle popolazioni di tipo celtico i geni responsabili per la depressione siano molto frequenti, per cui si e'venuta a creare una sorta di "bolla genetica" che accomuna molti individui.
Poi, la causa climatica: il cosiddetto SAD (Seasonal Affective Disorder) che e un tipo di depressione ben specifico dei paesi nordici, in cui d'inverno le ore di luce si riducono notevolmente.

L'Irlanda, ed un fatto ormai risaputo da generazioni di psicologi e psichiatri, deve la sua "propensione" all'alcol ad un tentativo collettivo di "automedicarsi" contro la malattia dhe affligge da sempre queste lande. Ovvero: stout invece del Prozac.
Che purtroppo non sempre funziona, visto il numero altissimo di suicidi e tentativi di suicidio [SM=g27813]

Se qualcuno e'particolarmente interessato a questo problema (che mi sta molto a cuore), scriva pure in questo thread intelligentemente aperto da Dubh (anche se io toglierei il riferimento a Fede [SM=g27822] ).

dubh
00lunedì 4 ottobre 2004 14:47
Re:

Scritto da: Corcaigh 04/10/2004 12.33
Se qualcuno e'particolarmente interessato a questo problema (che mi sta molto a cuore), scriva pure in questo thread intelligentemente aperto da Dubh (anche se io toglierei il riferimento a Fede [SM=g27822] ).


Tolto subito: ieri notte mi sembrava una di quelle notizie stile "si avvicina l'inverno, un italiano su tre a letto con l'influenza", ma vedo che invece ho lanciato un discorso che, purtroppo, è molto sentito. Spero che si continui la discussione...non sapevo che esistesse anche una motivazione genetica, grazie Martina per le informazioni. Pur non essendo certo un argomento allegro, è interessante e importante, da approfondire.
ciao [SM=g27823]
Corcaigh
00lunedì 4 ottobre 2004 15:00
Ora che sono in pausa (magari [SM=g27822] ) vi mando questo sito:

www.aware.ie/

Per chi è interessato, c'è tutto quello che si può dire e sapere su depressione e suicidio in Irlanda.

eyebright
00lunedì 4 ottobre 2004 15:56
OT altraitalia
Ultimo aggiornamento: 20/02/04

Male oscuro, ultimi dati

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono 121 milioni le persone affette, con gravità diversa, dalla depressione. In termini di anni vissuti da ammalato (Years Lived with Disability o YLD) è la malattia numero uno al mondo e nella classifica delle malattie che più accorciano la vita viene al 4° posto. Il suo peso, però, è destinato ad aumentare: per il 2020 si stima che salirà al 2° posto considerando tutta la popolazione mondiale. Se invece si considera soltanto la popolazione tra 15 e 44 anni di entrambi i sessi questo posto gli spetta già.

Bilanci globali e nazionali
Ovviamente il dato varia da nazione a nazione. Ma la prevalenza resta comunque alta un po’ dappertutto. I dati più recenti per l’Italia stimano in 5 milioni le persone colpite, con una spesa sanitaria valutabile in 15 miliardi di euro l’anno. Cifra che comprende, oltre ai costi delle cure, quelli relativi alla mancata produttività, cioè le giornate di lavoro perse.
Se questo è il dato complessivo, un’altra circostanza suscita allarme e cioè l’aumento dei casi tra i giovani e giovanissimi: sempre in Italia, riguarderebbe l’8-10% degli adolescenti, un dato che coincide con quello relativo ai casi di suicidio in questa fascia di età. Infatti il suicidio rappresenta la terza causa di morte tra i giovani di 14-24 anni e molto spesso togliersi la vita è un atto indotto proprio dalla depressione maggiore.
Peraltro, nella distribuzione dei casi di depressione si registra uno svantaggio forte per la popolazione femminile, che ne soffre in una percentuale quasi doppia: il 15% contro l’8% degli uomini.

Pochi i pazienti in cura
Un'indagine condotta dalla Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale sottolinea poi un altro dato: sono poche le persone che ricevono cure specifiche: soltanto il 40% è sottoposto a un trattamento, farmacologico o psicoterapeutico che sia. E’ peraltro una situazione diffusa globalmente, visto che secondo l’OMS in media è il 25% dei pazienti a essere curato adeguatamente, e in alcuni paesi la quota scende addirittura al 10%. Questione anche di strutture: non sono molti i centri e i reparti psichiatrici pubblici in Italia e quindi le cure sono quasi sempre a carico del paziente. Una possibile soluzione potrebbe essere un maggior coinvolgimento del medico di famiglia nella diagnosi e nel trattamento almeno delle forme meno gravi. Infatti, secondo uno studio pubblicato nel 2002, i medici di famiglia, anche quando riconoscono correttamente il disturbo, prescrivono antidepressivi soltanto nel 40% dei casi che lo richiederebbero. Un altro studio, poi, condotto in 8 ASL dell’Emilia Romagna rivela che anche quando vengo prescritti i farmaci adeguati, spesso l’assunzione è sporadica e raramente la terapia, per dosi e durata, rispetta gli schemi di trattamento indicati dalle linee guida sulla depressione. Per esempio, solo il 60% dei pazienti curati continuativamente assume il farmaco per almeno sei mesi.
Vi sono poi grandi differenze tra una Regione e l’altra: il consumo è più forte, o forse più adeguato alle necessità, nel Centro-Nord dove Liguria, Emilia-Romagna e Toscana hanno un consumo doppio rispetto alla media nazionale e regioni del Mezzogiorno, Puglia e Campania per esempio, presentano un numero di prescrizioni inferiore della metà.
Vista la situazione non stupisce che si cerchi di correre ai ripari, offrendo anche nuove forme di assistenza. E’ il caso, per esempio, del nuovo ambulatorio allestito dagli Ospedali Riuniti di Bergamo e affidato al dottor Massimo Biza, direttore del Dipartimento di salute mentale degli ospedali Riuniti di Bergamo. Qui i pazienti, a partire dal prossimo 1° marzo, potranno consultare gratuitamente uno specialista (035-269677, il lunedì mercoledì e venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e il martedì e il giovedì dalle 14.00 alle 16.30). L’iniziativa è stata resa è possibile dalla collaborazione, oltre che della Regione Lombardia, anche della Fondazione Idea, e prevede anche il numero verde 'Sos depressione' che risponde sette giorni su sette (800-122907).

Maurizio Imperiali


Fonti
Bellantuono C et al. The identification of depression and the coverage of antidepressant drug prescriptions in Italian general practice. J Affect Disord. 2002 Oct ; 72(1): 53 - 9

Poluzzi E et al. Prescriptions of antidepressants in primary care in Italy: pattern of use after admission of selective serotonin reuptake inhibitors for reimbursement. Eur J Clin Pharmacol. 2004 Jan; 59 (11) : 825 - 31 .

[Modificato da eyebright 04/10/2004 15.58]

Corcaigh
00lunedì 4 ottobre 2004 16:47
Re: OT altraitalia
Peraltro, nella distribuzione dei casi di depressione si registra uno svantaggio forte per la popolazione femminile, che ne soffre in una percentuale quasi doppia: il 15% contro l’8% degli uomini.


Questa parte della notizia è un classico esempio di lettura errata delle statistiche. In realtà donne e uomini soffrono di depressione in percentuale pressoché uguale (la depressione non è legata a geni tipicamente maschili, come ad esempio l'autismo). In realtà, le donne cercano più aiuto degli uomini, vengono più "allo scoperto", per cui vengono in qualche modo diagnosticate e rientrano nelle statistiche.

Il motivo per cui qui i Irlanda ci sono più suicidi maschili che femminili è una prova lampante: le donne più spesso tentano il suicidio come grido d'aiuto e, se sono diagnosticate, spesso sono monitorate da familiari ed amici, per cui i tentativi di suicidio non soo sempre letali. Invece gli uomini cercano la morte con decisione e in genere non lanciano nessun segnale di ricerca di aiuto. inoltre non vengono diagnosticati.

Tra le altre cose devo dire che l'Italia è davvero arretrata nella diagnosi e terapia della depressione. Ancora non è vista come ua malattia vera e propria, viene spesso classificata come "esaurimento nervoso" (termine di cui sinceramente no ho ancora capito il significato [SM=g27833] ) e quando la si scopre è spesso troppo tardi.
Parlarne è la prevenzione più efficace [SM=g27811]

[Modificato da Corcaigh 04/10/2004 16.49]

Sean1
00mercoledì 6 ottobre 2004 14:07
I lunghi singhiozzi
Dei violini
D'autunno
Mi feriscono il cuore
Con un languore
Monotono.

Tutto affannato
E pallido, quando
Rintocca l'ora,
Io mi ricordo
Dei giorni antichi
E piango;

E me ne vado
Nel vento maligno
Che mi porta
Di qua, di là,
Simile alla
Foglia morta.

Paul Verlaine
Sean1
00mercoledì 6 ottobre 2004 14:12
Charles Baudelaire
Il Nemico

La mia giovinezza non fu che una oscura tempesta, traversata qua e là da soli risplendenti; tuono e pioggia l'hanno talmente devastata che non rimane nel mio giardino altro che qualche fiore vermiglio.
Ecco, ho toccato ormai l'autunno delle idee, è ora di ricorrere al badile e al rastrello per rimettere a nuovo le terre inondate in cui l'acqua ha aperto buchi larghi come tombe.

E chissà se i fiori nuovi che vado sognando troveranno, in un terreno lavato come un greto, il mistico alimento cui attingere forza...

O dolore,o dolore, il Tempo si mangia la vita e l'oscuro Nemico che ci divora il cuore cresce e si fortifica del sangue che perdiamo.
Sean1
00mercoledì 6 ottobre 2004 14:30
la bandiera nera...
Spleen



Quando, come un coperchio, il cielo basso e grave

schiaccia l'anima che geme nel suo tedio infinito,

e in un unico cerchio stringendo l'orizzonte

fa de giorno una tristezza più nera della notte;

quando la terra si muta in un'umida segreta

dove sbatte la Speranza, timido pipistrello,

con le ali contro i muri con la testa

nel soffitto;



quando le strisce immense della pioggia

sembrano le inferriate d'una vasta prigione

e muto,ripugnante un popolo di ragni

dentro i nostri cervelli dispone le sue reti,



furiose a un tratto esplodono campane

e un urlo tremendo lanciano verso il cielo

che fa pensare al gemere ostinato

d'anime senza pace né dimora.



-Senza tamburi, senza musica, sfilano funerali

a lungo, lentamente nel mio cuore : Speranza

piange disfatta e Angoscia , dispotica e sinistra,

va a piantarmi sul cranio la sua bandiera nera

C. Baudelaire
eyebright
00mercoledì 6 ottobre 2004 15:18
Quando l’angoscia

Quando l’angoscia spande il suo colore
dentro l’anima buia
come una pennellata di vendetta,
sento il germoglio dell’antica fame
farsi timido e grigio
e morire la luce del domani.

E contro me le cose inanimate
che ho creato dapprima
vengono a rimorire dentro il seno
della mia intelligenza
avide del mio asilo e dei miei frutti
richiedenti ricchezza ad un mendico.


Alda Merini

[Modificato da eyebright 06/10/2004 15.19]

Corcaigh
00mercoledì 6 ottobre 2004 18:43
Raga', vogliamo parlarne?
[SM=g27828]
[SM=x145486]
Sean1
00giovedì 7 ottobre 2004 07:41
per me va bene, parliamone, sebbene ho delle riserve a parlare di questo argomento cosi' personale in un forum talvolta malfrequentato....

a presto

Sean
dubh
00giovedì 7 ottobre 2004 13:21
[SM=g27820]
Sean1
00giovedì 7 ottobre 2004 13:45
le statistiche non lo dicono : non solo gli irlandesi ne soffrono ma anche gli irlandiani[SM=g27834] ...e non c'e' nulla da vergognarsi...

io ne ho sofferto e ne soffro tuttora, qualcun'altro ? ne vogliamo parlare?

molto OT ma la vita e' un grande off topic...

S
Sean1
00giovedì 7 ottobre 2004 14:28


...forse farebbe bene uscire fuori avere un simbolo, un nastro colorato ma ormai sembra che tutti i colori siano finiti...e per chi vive questo male e' cosi'...nessun colore...

purtroppo ci si vergogna o si ha paura di essere feriti dalla insensibilita' o dalla indifferenza ...oppure e' anche pudore, riservatezza, di chi e' abituato ad avere lo sguardo rivolto verso l'interno, chi cerca ad occhi chiusi e a tentoni l'uscita da un labirinto claustrofobico....

Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l'incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.
Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la divina indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.

E Montale




Roberta g.i.
00giovedì 7 ottobre 2004 17:38
E' difficile riuscire a capire cosa ti succede quando le pareti ti si chiudono addosso, quando ti sembra di non riuscire ad uscire dai binari già tracciati. Soprattutto perché è una cosa subdola, a volte di piomba sulle spalle quando meno te lo aspetti, quando pensavi che forse si stava mettendo tutto a posto.. quando non c'è un motivo preciso, che puoi segnare con i dito è dire... "ecco, è lui". E' una cosa che ti porti sempre dietro, e che può esplodere proprio quando pensavi che non ci fosse più, facendo detonare la tua vita, anche se apparentemente va tutto bene, riempiendoti di angoscia. Davvero, per quello che può valere, con tutta la mia simpatia
Corcaigh
00giovedì 7 ottobre 2004 18:21
Per tutti, questi siti:

www.depression.org/
www.depression.org.uk
www.irish-counselling.ie/
www.bps.org.uk/publications/thepsychologist/1203eley.pdf
www.aware.ie/
www.psihq.ie/find_psychologist.asp
www.apahelpcenter.org/articles/article.php?id=49

Libri da leggere:

Lewis Wolpert - Malignant Sadness
Andrew Solomon - The noonday demon
David B. Cohen - Out of the blue
Richard O,Connor - Undoing Depression

Il nastro lo metterei di un bel colore, tipo azzurro. Perché la depressione è ua malattia. Si può stare meglio, si può tenere sotto controllo. Forse guarire è una parola grossa, ma si può tenere a bada "il mostro" che governa e tormenta l'umore.

L'importante, ribadisco, è parlarne: con un terapista, uno che ci è già passato, un amico, una helpline. Soprattutto: non chiudersi nella solitudine e nella malinconia che portano solo a risoluzioni impensabili e all'isolamento sociale.
Per questo dico: parliamone...
[SM=g27811]
cossaigh
00giovedì 7 ottobre 2004 20:53
Re:


Scritto da: Corcaigh 04/10/2004 12.33
Il fenomeno della depressione in Irlanda e'molto serio. Sembra imputato a due motivi: una causa genetica. E'probabile che nelle popolazioni di tipo celtico i geni responsabili per la depressione siano molto frequenti, per cui si e'venuta a creare una sorta di "bolla genetica" che accomuna molti individui.
Poi, la causa climatica: il cosiddetto SAD (Seasonal Affective Disorder) che e un tipo di depressione ben specifico dei paesi nordici, in cui d'inverno le ore di luce si riducono notevolmente.



Trovo interessante quello che scrivi. Da non competente quale sono sull'argomento devo dire, però, che mi riesce difficile dare una giustificazione di tipo "genetico" alla depressione (tranne in casi molto rari e molto particolari). Mi sembra molto più convincente, invece, il fattore climatico come causa (principale) della depressione. La depressione "reattiva" all'ambiente mi pare più comprensibile (SAD). Un esempio. Nella mia regione, in certe zone a valle di montagne piuttosto elevate, in inverno, fa scuro già alle 15'00 (circa). Molte persone, in quelle zone, bevono. Secondo me, usano anche loro il bere come una specie di "auto-terapia" alcoolica, ansiolitica e antidepressiva, proprio come fanno gli irlandesi. Da cui io la interpreto in questa maniera: determinati comportamenti, che possono essere definiti "patologici" e che si sono avuti come reazione all'ambiente ostile (il buio e il freddo) in numerosi individui, si trasmettono di generazione in generazione, dando origine ad una forma depressiva massificata che potrebbe essere definita "genetica", ma che, in realtà, non è proprio tale in quanto è direttamente da collegarsi all'ambiente. Se si individuano e si correggono gli "errori" generazionali comportamentali probabilmente la gente guarisce. Può essere plausibile la cosa messa in questo modo?


Scritto da: Corcaigh 04/10/2004 16.47
Il motivo per cui qui i Irlanda ci sono più suicidi maschili che femminili è una prova lampante: le donne più spesso tentano il suicidio come grido d'aiuto e, se sono diagnosticate, spesso sono monitorate da familiari ed amici, per cui i tentativi di suicidio non soo sempre letali. Invece gli uomini cercano la morte con decisione e in genere non lanciano nessun segnale di ricerca di aiuto. inoltre non vengono diagnosticati.




Personalmente ritengo che il "pensiero" maschile (molto diverso da quello femminile) sia la vera causa del maggior numero di suicidi (in percentuale) degli uomini rispetto alle donne. Le donne tendono di più a godere della vita e del piacere e si fermano istintivamente di fronte ad un gesto così radicale come è il suicidio. Da qui, per le donne è più facile cercare la "fuga" nella depressione. In noi la cosa è molto diversa e l'uomo si lascia andare molto più facilmente e in maniera più radicale. Propendo, quindi, più per la depressione ed il suicidio di "genere" piuttosto che di "cultura". Un esempio: negli ex-ospedali psichiatrici italiani il 90% delle persone "ricoverate" erano uomini. Questo vorrà pur dire qualcosa. Il fatto che le donne parlino di più dei loro problemi (verissimo) non significa, secondo me, che siano portate a farlo principalmente per fattori culturali, ma che lo facciano specialmente perchè la loro natura relazionale le favorisce molto di più rispetto agli uomini.
Infine, io faccio una distinzione netta tra "depressione" e "disperazione" (come Soren Kierkegaard insegna ... ). I due disturbi sono, apparentemente molto simili e sono, di fatto, dei disturbi psicologici e mentali, ma la loro origine è completamente diversa. Ma questo è tutto un altro discorso ... Spero di essere riuscito a spiegarmi. E' un argomento molto complicato e molto doloroso, ma anche estremamente affascinante.
Un saluto mitteleuropeo.
Ciao, cossaigh. [SM=g27817]


admin/moris
00giovedì 7 ottobre 2004 21:53
aspetto un'emozione sempre più indefinibile.
Giovanni Lindo Ferretti / CCCP



Quelli che…

“è che non è capace di analizzare il suo malessere per combatterlo e vincerlo e quindi sono cazzi suoi, in fondo gli piace stare così “

“è un insoddisfatto cronico… dovrebbe accontentarsi di quello che ha, quindi sono cazzi suoi…”

“se avesse dei problemi pratici e concreti non sarebbe depresso… pensa ai contadini del burundi, ai profughi cambogiani, a me che devo pagare il mutuo…”

“la mia vicina stava veramente male e si è suicidata…lui invece…”

“parlare con lui in questi giorni mi deprime… non me lo posso permettere ”

“poi mi si appiccica addosso e chi se lo stacca più quello”

“io le persone vittimiste non le sopporto”

“secondo me dovrebbe scopare di più…vedi che gli/le passa”

“cazzo, ha appena comprato un divano nuovo, poteva invece pagarsi un’analista con quei soldi…”

“è tutta colpa di internet, si è creato il suo mondo virtuale e non ne esce più… No, è quella musica triste del cazzo che ascolta… Noo, in macchina l’ho sentito che ascoltava gli Skiantos, quindi è solo una posa quella che sta male..”

“quella volta mi ha tirato fuori dalla merda e in fondo gli devo ricambiare il favore… solo che io mi imbarazzo. E poi non ne sono capace…”

“naaah, non sta veramente male… altrimenti non andrebbe a ballare…”


Ecco perché c’è chi sceglie di non parlarne con nessuno. Continuate pure a scrivere però, perché magari gli piace leggervi.
Sean1
00venerdì 8 ottobre 2004 07:56
la depressione
...ti toglie ogni gioia ma anche la capacita' di provare dolore e di emozionarsi, la spontaneita' si e' spenta tanto tempo fa, sempre presente a te stesso aspetti la prossima crisi che ti chiudera' la testa in una cappa oscura per poi farti uscire confuso e debole...

L'entusiasmo e la gioia, lo stupore, sono ricordi di infanzia quando mi bastava sdraiarmi sotto un albero e guardare tra i rami le nuvole correre per essere felice, dare alle nuvole nomi e immaginarle esseri fantastici oppure le chiglie di navi immense che solcano i cieli e che vediamo solo da sotto...
Pomeriggi estivi solitari, vuoti ed immensi, il sole* crudele illuminava la mia solitudine, giocare da solo,guardare lo schermo vuoto di un televisore,nascondersi sotto il tavolo e immaginare un mondo,aspettare la sera perche' la casa si riempisse di calore...dimenticare la tua solitudine, la tua estraneita' al mondo degli altri...

parlarne fa bene, ma ogni volta che ci provi mancano le parole...usiamo quelle che troviamo senza intenti letterari o poetici, balbettiamo il nostro muto dolore, "il male di vivere"...

*ps non credo che la mia depressione abbia a che fare con il clima buio e piovoso, i lunghi pomeriggi estivi italiani, caldi e luminosi (troppo per me), il loro silenzio quasi mortale, la vita sospesa del meriggio sono tra le cose peggiori per me...



(cito a memoria) da "Il mito di Sisifo" , Albert Camus, " Il problema fondamentale della filosofia e' se la vita sia degna di essere vissuta"

continua

Sean
Sean1
00venerdì 8 ottobre 2004 08:08
LE NUVOLE
LE NUVOLE

Vanno
vengono
ogni tanto si fermano
e quando si fermano
sono nere come il corvo
sembra che ti guardano con malocchio

Certe volte sono bianche
e corrono
e prendono la forma dell'airone
o della pecora
o di qualche altra bestia
ma questo lo vedono meglio i bambini
che giocano a corrergli dietro per tanti metri

Certe volte ti avvisano con rumore
prima di arrivare
e la terra si trema
e gli animali si stanno zitti
certe volte ti avvisano con rumore

Vanno
vengono
ritornano
e magari si fermano tanti giorni
che non vedi più il sole e le stelle
e ti sembra di non conoscere più
il posto dove stai

Vanno
vengono
per una vera
mille sono finte
e si mettono li tra noi e il cielo
per lasciarci soltanto una voglia di pioggia.

F. De Andre' - Da: Le Nuvole -



eyebright
00venerdì 8 ottobre 2004 09:20
Nuvole...
Nuvole...Oggi sono consapevole del cielo, poichè ci sono giorni in cui non lo guardo ma solo lo sento, vivendo nella città senza vivere nella natura in cui la città è inclusa.
Nuvole... Sono loro oggi la principale realtà, e mi preoccupano come se il velarsi del cielo fosse uno dei grandi pericoli del mio destino. Nuvole... Corrono dall'imboccatura del fiume verso il Castello; da Occidente verso Oriente, in un tumultuare sparso e scarno, a volte bianche se vanno stracciate all'avanguardia di chissà che cosa; altre volte nere, se lente, tardano ad essere spazzate via dal vento sibilante; infine nere di un bianco sporco se, quasi volessero restare, oscurano più col movimento che con l'ombra i falsi punti di fuga che le via aprono fra le linee chiuse dei caseggiati.
Nuvole... Esisto senza che io lo sappia e morirò senza che io lo voglia. Sono l'intervallo fra ciò che sono e ciò che non sono, fra quanto sogno di essere e quanto la vita mi ha fatto essere, la media astratta e carnale fra cose che non sono niente più il niente di me stesso. Nuvole... Che inquietudine se sento, che disagio se penso, che inutilità se voglio! Nuvole... Continuano a passare, alcune così enormi (poichè le case non lasciano misurare la loro esatta dimensione) che paiono occupare il cielo intero; altre di incerte dimensioni, come se fossero due che si sono accoppiate o una sola che si sta rompendo in due, a casaccio, nell'aria alta contro il cielo stanco; altre ancora piccole, simili a giocattoli di forme poderose, palle irregolari di un gioco assurdo, da parte, in un grande isolamento fredde.
Nuvole... Mi interrogo e mi disconosco. Non ho mai fatto niente di utile nè mai farò niente di giustificabile. Quella parte della mia vita che non ho dissipato a interpretare confusamente nessuna cosa, l'ho spesa a dedicare versi prosastici alle intrasmissibili sensazioni con le quali rendo mio l'unico verso sconosciuto. Sono stanco di me oggettivamente e soggettivamente. Sono stanco di tutto e del tutto di tutto. Nuvole... Esse sono tutto, crolli dall'altezza, uniche cose oggi reali tra la nulla terra e il cielo inesistente; brandelli indescrivibili del tedio che loro attribuisco: nebbia condensata in minacce incolori; fiocchi di cotone sporco in un ospedale senza pareti. Nuvole...sono come me, un passaggio figurato tra cielo e terra, in balìa di un impulso invisibile, temporalesche o silenziose, che rallegrano per la bianchezza o rattristano per l'oscurità, finzioni dell'intervallo e del discammino, lontane dal rumore della terra, lontane dal silenzio del cielo.
Nuvole...Continuano a passare, continuano ancora a passare, passeranno sempre continuamente, in una sfilza discontinua di matasse opache, come il prolungamento diffuso di un falso cielo disfatto.

Libro dell'Inquietudine, 33 Fernando Pessoa

[Modificato da eyebright 08/10/2004 9.21]

Roberta g.i.
00venerdì 8 ottobre 2004 10:32
LANGUORE


Sono l'Impero alla fine della decadenza,

che guarda passare i grandi bianchi barbari

componendo acrostici indolenti

in uno stile dorato in cui danza il languore del sole.



L'anima solitaria è colpita al cuore da una densa noia.

Laggiù - si dice - vi sono lunghe cruenti battaglie.

Oh, non potervi - così fragile nei miei lenti desideri -

oh, non volervi fiorire un po' questa esistenza!



Oh, non volervi, non potervi un po' morire!

Ah, tutto bevuto! Batillo, hai smesso di ridere?

Tutto bevuto! Tutto mangiato! Più nulla da dire!



Solo un poema un po' sciocco gettato in mezzo al fuoco,

solo uno schiavo un po' venale che vi trascura,

solo un'indicibile noia che vi affligge.



Paul Verlaine

Corcaigh
00venerdì 8 ottobre 2004 10:48
Depressione e geni
Dopo tutte queste bellissime parole di poesia (ebbene sì, i più grandi poeti e scrittori della storia soffrivano di depressione, che tra le cose negative porta anche la positività dell'impeto violento alla creatività: guardate The Hours e la vita di Virginia Woolf come esempio lamapante...) arrivo io a rovinare tutto con le mie briciole di scienza [SM=g27813] .
Per Cossaigh: la base genetica della depressione (e di gran parte dei disturbi mentali) è scientificamente provata, non è una mia teoria. purtroppo. E dico purtroppo perché sembra esserci un determinismo inesorabile in famiglie e famiglie vessate da bipolarismo, depressione, schizofrenia, autismo e chi più ne ha più ne metta. Sembra non esserci scampo. In realtà la depressione ha anche un vantaggio evoluzionistico (ecco perché i geni sono così diffusi), se qualcuno è interessato mi scriva pure in privato che gli mando i link.

La cosa che dobbiamo ben metterci in testa, come società, è che non è vittimismo o melanconia: è una malattia. Allo stesso livello di un'insufficienza renale o di un difetto cardiaco. È un neurotrasmettitore che non funziona. ci si nasce. nessuno "sceglie" di essere depresso.
Ovviamente.
Se tutti entrassero in quest'ottica, sarebbe più facile parlarne, sarebbe più facile curarla e si eviterebbero tante tragedie inutili.
Mi sembra che tutti siamo dunque entratei nello spirito di questo 3d: rompiamo il silenzio! E sono disposta a farne una campagna personale, se necessario (Jessica, guarda cosa hai scatenato nel'aprire questo thread [SM=g27828] [SM=g27811] ).

Un abbraccio

[SM=x145479]
pedair
00venerdì 8 ottobre 2004 13:23
PAINT IT BLACK
(M. Jagger/K. Richards)

I see a red door and I want it painted black
No colors anymore I want them to turn black
I see the girls walk by dressed in their summer clothes
I have to turn my head until my darkness goes

I see a line of cars and they're all painted black
With flowers and my love both never to come back
I see people turn their heads and quickly look away
Like a new born baby it just happens ev'ry day
I look inside myself and see my heart is black

I see my red door and it has been painted black
Maybe then I'll fade away and not have to face the facts
It's not easy facin' up when your whole world is black
No more will my green sea go turn a deeper blue
I could not foresee this thing happening to you
If I look hard enough into the settin' sun
My love will laugh with me before the mornin' comes

I see a red door and I want it painted black
No colors anymore I want them to turn black
I see the girls walk by dressed in their summer clothes
I have to turn my head until my darkness goes


I wanna see it painted, painted black
Black as night, black as coal
I wanna see it painted, painted, painted, painted black
I wanna see the sun blotted out from the sky

admin/moris
00venerdì 8 ottobre 2004 13:49
Re: Depressione e geni

Scritto da: Corcaigh 08/10/2004 10.48
Dopo tutte queste bellissime parole di poesia



Basta che non ci si faccia l'idea che un depresso sia una persona troppo sensibile che passa le giornate a leggere libri di poesia e testi di canzoni dei Cure...

Confesso che questa visone romantica che spesso viene fuori quando si parla di malessere interiore a me personalmente ha sempre lasciato molto perplesso, anzi talvolta causa un fastidio insopportabile : per molti depressione è la rabbia che nasce dall'impotenza, è cinismo, è odio e disperazione sia verso se stessi che verso gli altri. Non sono nuvole che si spostano nel cielo, non è disperata richiesta di aiuto...
Comunque sia è qualcosa di maledettamente concreto e lontano dagli esercizi stilistici di qualche artista che, buon per lui, è riuscito a trovare il suo temporaneo sfogo con le parole.

Avevo detto che tacevo, per mancanza di voglia e di argomenti interessanti. Non ci sono riuscito, scusate.
Sean1
00venerdì 8 ottobre 2004 13:54
emozioni
...sarebbe bello se all'improvviso si potesse vedere la luce, se qualcosa dentro si sbloccasse, aprire gli occhi la mattina provando un antico e fresco stupore per la luce e i suoni che giungono dalla campagna di fuori, ricordi...


» Emozioni «
Seguir con gli occhi un airone sopra il fiume e poi
ritrovarsi a volare
e sdraiarsi felice sopra l'erba ad ascoltare
un sottile dispiacere
E di notte passare con lo sguardo la collina per scoprire
dove il sole va a dormire
Domandarsi perchè quando cade la tristezza
in fondo al cuore
come la neve non fa rumore
e guidare come un pazzo a fari spenti nella notte
per vedere
se è poi è tanto difficile morire
E stringere le mani per fermare
qualcosa che
è dentro me
ma nella mente tua non c'è
Capire tu non puoi
tu chiamale se vuoi
emozioni
tu chiamale se vuoi
emozioni

Uscir dalla brughiera di mattina
dove non si vede ad un passo
per ritrovar se stesso
Parlar del più e del meno con un pescatore
per ore ed ore
per non sentir che dentro qualcosa muore
E ricoprir di terra una piantina verde
sperando possa
nascere un giorno una rosa rossa

E prendere a pugni un uomo solo
perchè è stato un pò scortese
sapendo che quel che brucia non son le offese
e chiudere gli occhi per fermare
qualcosa che
è dentro me
ma nella mente tua non c'è
Capire tu non puoi
tu chiamale se vuoi
emozioni
tu chiamale se vuoi
emozioni

Sean1
00venerdì 8 ottobre 2004 13:59
Re: Re: Depressione e geni

Scritto da: admin/moris 08/10/2004 13.49


Basta che non ci si faccia l'idea che un depresso sia una persona troppo sensibile che passa le giornate a leggere libri di poesia e testi di canzoni dei Cure...

Confesso che questa visone romantica che spesso viene fuori quando si parla di malessere interiore a me personalmente ha sempre lasciato molto perplesso, anzi talvolta causa un fastidio insopportabile : per molti depressione è la rabbia che nasce dall'impotenza, è cinismo, è odio e disperazione sia verso se stessi che verso gli altri. Non sono nuvole che si spostano nel cielo, non è disperata richiesta di aiuto...
Comunque sia è qualcosa di maledettamente concreto e lontano dagli esercizi stilistici di qualche artista che, buon per lui, è riuscito a trovare il suo temporaneo sfogo con le parole.

Avevo detto che tacevo, per mancanza di voglia e di argomenti interessanti. Non ci sono riuscito, scusate.



quoto e concordo in pieno

un abbraccio a tutti [SM=x145479]

Sean
askatasuna
00venerdì 8 ottobre 2004 14:46
mi ha fatto bene stare male: (io vivo, con la mia bassa pressione, sotto pressione, troppo: e in depressione)

esiste, tra l'angina e l'angoscia,
un nesso, come e' noto etimologico (e fisiologico e pscicologico): (ma qui non voglio esagerare, adesso, con le mia manie psicosomatiche):
quando mi metto dentro un letto,
di fronte a me medesimo, da solo, con un termometro in corpo

(in culo, in bocca, su all'ascella, giu' al linguine, che e' poi lo stesso bubbone, sempre),
mi sviluppo i miei esercizi spirituali, mi svolgo i miei esami di coscienza:


Genova e Genovesi
Edoardo Sanguineti, Segnalibro
eyebright
00venerdì 8 ottobre 2004 15:37
Re: Re: Depressione e geni

Scritto da: admin/moris 08/10/2004 13.49


Basta che non ci si faccia l'idea che un depresso sia una persona troppo sensibile che passa le giornate a leggere libri di poesia e testi di canzoni dei Cure...




Vada per i cure, ma la poesia fa bene al cervello, indipendentemente. E l'empatia ? E la ricerca di una chiave? Il dolore alle volte ci fa sentire davvero soli. Ed è presuntuoso pensare che tutto il dolore del mondo sia il nostro. Magari ridimensiona l'angoscia il pensiero che non sia così. Che non siamo poi così disperati, o almeno nella media. Depressione, quando fuori non sai manco che tempo fa, non ti tocca, non ti coinvolge. Depressione quando ti sbraneresti per ogni mancanza ed ogni sbaglio. Depressione quando ti fai del male con pensieri parole e gesti, depressione hai ragione moris, è cattiveria. Verso se stessi. Chi stabilisce il limite? Cos'è più debole, il corpo o la mente? A chi facciamo più del male? Dipende. Dai giorni, dai minuti. Hai ragione, le nuvole non le vedi, le tue. Ma se vedi quelle degli altri ti rassicuri. Se scopri che nel labirinto non ci stai da solo ma con un sacco di gente che, fortuna sua, è riuscita a tirarne fuori qualcosa di più concreto che giornate spese al bagno, tra tazza e specchio, beh, per me benvenga. Siamo d'accordo che la depressione mia è diversa da quella che consuma mia nonna da trent'anni. Lei la subisce. Io a volte me la godo. E allora? Vuol dire che non merito di risiedere nell'olimpo dei sofferenti? O che, al contrario, ci sto talmente comoda da usarlo come poltrona?
La depressione è uno schiaffo alle volte talmente forte che non ci sono parole tue per renderne la violenza. Ecco perchè le chiedi in prestito.Ed è vero, alle volte ti ci nascondi dietro.
Depressione, presunzione, assenza di un perchè. Di uno solo. Perchè non è mai uno, sono tanti, troppi, bisogna metterli in fila. Forse nelle parole degli altri cerchiamo solo una sistemazione migliore della nostra.
E depressione è rabbia, perchè vedi come proteggo la mia dai giudizi degli altri?
Che topic, ragazzi. Vado a farmi un caffè lungo e ci metto dentro cannella e cacao. Ho bisogno di conforto, passasse dal palato o dalle mani che reggono la tazza calda.

[Modificato da eyebright 08/10/2004 15.38]

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