tu dici ?????
bé ecco pure la relazione su venerdì
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Cominciamo da Venerdì, la serata sulla carta più debole del festival. Giungo sul luogo del delitto questa volta con un abbigliamento più consono all'evento (Fred Perry& Blue Jeans) dopo essermi cambiato gli "abiti di scena" nel bagno dello Studio e sentendomi un misto fra il trasformista Arturo Brachetti e una sedicenne che si trucca in bagno di nascosto dai genitori.
Anyway, faccio appena in tempo a vedere la chiusura dei League of xo Gentlemen, nuovo progetto di Rude Boy (già leader degli olandesi Urban Dance Squad ) dopodiché mi proietto in avanti fra la scarsa folla aspettando con sufficiente curiosità e molta diffidenza Z-Star.
La coloured di origine caraibiche (genitori di Trinidad ma cresciuta a Londra) si presenta con un look combat-rock rivisitato (giacchettina stile militare nera con tanto di galloni, dalla quale spunta impercettibile un sensuale intimo in tinta ). Sul palco si intravedono Incensi fumanti e rose rosse intrecciate sull'asta del microfono che mi fanno istantaneamente pensare allo scenario che mi aspetterà: una performance sofferta, raffinata, intimista , insomma "due palle" . Ah che ingenuo che sono ....la Z-Star attacca alla grande sfornando i migliori pezzi del suo repertorio (a me ignoto ) con un vigore ed un entusiasmo incredibile, entusiasmo che riesce a trasmettere allo scarso pubblico del turno delle 20,10 (orario di esibizione come da programma) quando a sorpresa percuote come un maniscalco le percussioni.
Il suono é vario difficile da descrivere, black ovviamente, talvolta virato acid jazz-talkin'loud
Insomma una bella sorpresa, figlia di quel gran calderone che é la Londra Multietnica capace al giorno d'oggi di influenzare sia una una ragazza di Trinidad come la Nostra sia una sbarbatella di Aberdeen o un giovane di Belo Horizonte.
Al Tour si meriterrebbe la Maglia Bianca come miglior Giovane.
Passiamo ai Sud Sound System, firma storica e leggendaria del panorama reggae italiano.
Si presentano vestiti canotta e jeans in stile venditore ambulante, quelli che per intenderci strillano "Angurie doci , angurie doci , ciabbiamo le angurie doci " , ma nonostante il look snocciolano una serie di brani modello "Salento Posse" irresistibile per gli amanti del genere.
Si confermano insomma una band di punta del genere ragamuffin'-rastamanno.
Respect.
Sono già le dieci suonate e sul palco si presenta Femi Kuti (figlio di cotanto padre) attorniato da una corte dei miracoli composta da una pletora di ottimi musicisti e di variopinte danzatrici.
L'esibizione a dirla tutta l'ho sentita a spizzichi e bocconi, dato che ero impegnato in una pratica di intortamento di una giovane danese rasta alla quale ho raccontato fiero al grido di "Bevar Christiania" capitale, forma di governo, religione, moneta, fiumi,laghi, usi&costumi della bella nazione scandinava, nonché, giocandomi il jolly, la mia intera vacanza nella sua terra di origine. Tralasciando gli ulteriori particolari di questo tragico abbordaggio latino, mi concentro sul Femi, fisico da massimo-leggero naturale e pieno di energia da vendere, concludendo mestamente che l'afro non é il mio genere, le vibrazioni scandinave però...
Finito l'intermezzo Nigeriano arriva finalmente sul palco Caparezza. Il folletto di Molfetta é ormai capace di muovere diverse centinaia di persone per i suoi live e così é successo anche qua a Genova dove erano presenti fra l'altro molti bimbi alcuni dei quali accompagnati da affascinanti mammine. Lo show si apre con il Nostro travestito da pseudo-stregone che esegue alla stra-grande "Dagli all'untore". E' inutile il Caparezza é un tipo particolare é uno che "nel gregge sta solo per fare il pastore tedesco" (come dice in prima persona in "nessuna razza"). E' uno che fà hip-hop libero dai fastidiosi stereotipi yankee pur non rinunciando al messaggio politico, in verità a volte troppo sbandierato. Magistrale "Il secondo album é sempre più difficile" con la strofa cult "non sono sposato, diciamo che convivo, non sono disoccupato, diciamo che sto studiando, non sono un delinquente, diciamo che mi arrangio, diciamo diciamo diciamo diciamo un sacco di cazzate!" Insomma Caparezza ha fatto proprio centro anche e soprattutto a prescindere dal tormentone spacca-radio "fuori dal tunnell".
A chiudere la II ripresa si presenta sul palco dopo un' intro suonata da un vecchietto jamaicano da me scambiato con delusione per il Nostro, il bel Julian Marley autentica controfigura del povero e geniale Robert .
Tale e quale come me lo aspettavo: longilineo, treccioni lunghi e blue jeans.
Attacca i suoi bei pezzettini alll'aroma di ganja nella (quasi) indifferenza generale e della "gioventù in erba" finché magicamente sul finire della performance tira fuori dal cilindro "Get Up Stand Up" e "Exodus" Movement of Jah people !! e finalmente il concerto decolla.
Lascio a Voi trarre le conclusioni del caso.
[Modificato da fergus 20/07/2004 10.24]