L'ennesima figuraccia del nano con la stampa, stavolta con quella straniera, notoriamente "comunista".
Dal
Corriere online
Stampa straniera: di nuovo tutti comunisti?
Kreisselmeier (radio tedesca): il mistero è come mai il centro destra sia guidato da lui. Heuze di Le Figaro: non ce l’ha con tutti
ROMA — Silvio Berlusconi potrebbe presentarsi davanti alla stampa estera accreditata a Roma intorno alla metà di febbraio. È stato Palazzo Chigi a far sapere all’associazione dei corrispondenti stranieri di non avere fretta. Che il fondatore di Forza Italia non ami i giornalisti mandati a Roma dall’estero, o almeno buona parte di loro, è cosa nota. Per esempio, se si prova a chiamare Philipp Kreisselmeier, un free lance che lavora tra l’altro per la radio tedesca, e gli si domanda un parere sugli ultimi giudizi del presidente del Consiglio sulla sua categoria, la prima riposta, automatica, è: «Che ha detto? Siamo diventati di nuovo tutti comunisti?».
Già nel 1994 il Cavaliere accusava «le sinistre» di aver «lavorato benissimo» sui corrispondenti. Ma non è una soggezione verso di loro a spingerlo a prendere tempo per il prossimo incontro. Forse conta la voglia di distribuire l’invio dei messaggi all’opinione pubblica su tutta la campagna elettorale. Altrimenti Berlusconi non avrebbe parlato come ha fatto ieri su La 7.
«Anche questi quotidiani internazionali. Hanno qui i loro giornalisti che non sono i migliori, diciamolo chiaro », ha affermato il Cavaliere. «Se io fossi il direttore di Le Monde chi manderei in Italia volendo denigrare e avendo una posizione preconcetta... », ha aggiunto allusivo. Ce l’aveva anche con The Economist, che lo giudicò inadatto a governare, tuttavia la sua era una valutazione negativa sulle capacità professionali di più persone.
«Non voglio, non posso commentare», taglia corto il corrispondente di Le Monde Jean-Jacques Bozonnet. «Sono a Roma da due anni e mezzo. Nessuno da Palazzo Chigi mi ha mosso critiche. Non so a che si riferisse il presidente del Consiglio», si limita a osservare. Berlusconi non diffida di tutti i corrispondenti. A Richard Heuze, di Le Figaro, ha dato più interviste.E Heuze minimizza: «Non è stato carino verso l’ottimo collega di Le Monde. Però non ce l’ha con tutti. Pensa all’Economist... E c’è la campagna elettorale, non formalizziamoci».
L’Associazione della stampa estera ieri non ha preso posizioni pubbliche. In sala stampa, molti si son messi a ricordare il giornale che ha mandato a Roma un suo caporedattore, l’altro che ha per corrispondente l’autore di libri e libri sull’Italia. «Dalla Germania, Roma è vista come una delle sedi più prestigiose. Per tanti viene prima di Washington, perché si vive bene», racconta Kreisselmeier. Poi: «Il mistero, per i moderati tedeschi, è come mai qui il centrodestra sia guidato da Berlusconi, con tanti processi, anche se non condanne. Perché uno schieramento che ha alcuni partiti con buone tradizioni non trova uno più decente? ». Ah, se lo sentisse il Cavaliere...
Maurizio Caprara
04 febbraio 2006
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Good evening, there was already an injury, huh?
Giovanni Trapattoni, falling off his chair