Fu un giorno lontano (o forse solo ieri) che i miei pensieri correvano verso ciò che era stato e non era già più, verso ciò che sarebbe stato ma ancora non è.
A volte queste intermittenze del cuore proiettate verso il futuro mi stringevano il cuore e riempivano i miei occhi di lacrime non viste, in un momento qui ed ora in cui ormai davvero tutto è virtuale. Passato, presente, futuro.
A volte mi baluginava davanti ciò che sarebbe potuto essere, e ciò che avrei voluto che fosse. Difficilmente corrispondevano.
A volte il cerone del mio viso era un buon prodotto waterproof, a volte ero io che superavo me stessa nell’arte del dissimulare.
Fu un giorno lontano (o forse solo ieri) che li incontrai, nella confusione di un giorno qualunque. O magari non lo era.
Il rumore del non detto che supera la musica. Un canto per sola voce che diventa non-canto. Insomma il cerone che non si scioglie e meno male, penso io.
Il ricordo di me e delle aspettative disattese la mia più grande paura.
Qualcuno avrebbe citato il sublime uscendosene con un “molto rumore per nulla”.
Decisamente più consono a me.
- all songs are living ghosts and long for a living voice - B.K.