molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, avrei ripensato ad un curioso fatto che continuava a ripetersi nel corso di session di musica irlandese a roma.
mi trovavo spesso ad assistere a queste riunioni ludico msicl culturali e la prima persona con cui feci a conoscenza fu una ragazza che - si diceva in giro - cantava e suonava uno strano tamburello di nome bodhran, ma che tutti chiamavano bodran.
le conversazioni che ebbi con questa pulzella furono numerose e varie in argomenti e intensità, aiutate nel fluire intellettuale da bicchieri alti che in molti chiamavano pinte e che contenevano del liquido - lapalissiana manipolazione genetica a scopo di market planetario - che in molti chiamavano guinness ma che nulla aveva a che fare con record o prestazioni di limite.
in più, la pulzella mi ricordava qualcuno... qualcosa. non so perché ma la associavo a una sorta di nenia che la mia mente doveva aver registrato quando ero molto piccolo ma che l'ego cosciente non riusciva a rintracciare.
il curioso fatto che mi apparve chiaro non subito, ma dopo qualche mese di frequentazione, fu che la pulzella in questione di tutto faceva nel corso di tali incontri (teneva pubbliche relazioni, scambiava informazioni di varia natura con me altre persone di natura e provenienza altrettanto varia, organizzava convegni, meeting, grigliate e vacanze studio per imparare il gaelico, tutto insomma tranne quello per cui ella mi era stata decantata, descritta e presentata.
con un po' di attenzione notai che ella, di tanto in tanto, un po' per riposarsi dalle sue mille attività, prendeva il tamburo dallo strano nome e ne percuoteva una piccola parte della superficie con un altrettanto strano bastoncino, probabilmente, pensai io, rimasuglio ben legato di una scatola di shanghai andata quasi tutta perduta.
ogni tanto, facendo imperiosamente zittire gli astanti del pub con minacce verbali e mimate (che spesso facevano riferimento alla circolarità tipica della cultura celtica), si affrettava a cantare una canzone solo voce, intrattenendo gli astanti rimasti, sebbene un minimo intimiditi, e dando la possibilità ai musicisti full time di prendere anch'essi lo strano liquido negli strani bicchieri alti.
davanti al plotone d'esecuzione, mentre il capitano parlottava con il prete che aveva preteso di impartirmi gli ultimi sacramenti, quando costoro menzionarono una cena di pesce che si sarebbero goduti la sera, dopo l'esecuzione, mi venne in mente a chi e a quale nenia avevo associato quella insolita pulzella che suonava il bdhran e cantava senza in realtà suonare o cantare.
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get a life, get a minicall!!