Il forum di Altra Irlanda
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Foibe

Ultimo Aggiornamento: 10/06/2005 13:52
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10/02/2005 09:08
 
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Foibe: Oggi è la giornata della memoria.

In memoria degli infoibati e degli esuli.
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.....ORIANA VIVE........

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10/02/2005 09:12
 
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giusto
ricordiamo le vittime delle foibe, gli esuli , le vittime dei campi di sterminio, le vittime di qualsiasi regime dittatoriale di qualsiasi colore , ma a questo punto il colore conta ben poco
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Foibe: tombe senza nomi e senza fiori dove regna il silenzio dei vivi e il silenzio dei morti...
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.....ORIANA VIVE........

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10/02/2005 13:04
 
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L'ideologia è insignificante. L'importante è ricordare l'ingiusta morte di tanti innocenti a causa dei diversi regimi dittatoriali.



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Onore ai martiri delle Foibe


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10/02/2005 14:40
 
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Re:

Scritto da: fabio pg 10/02/2005 13.31
Onore ai martiri delle Foibe



Beh, a questo punto devo dire che un mio parente è stato infoibato, nonchè mio nonno è scappato per un pelo all'infoibamento. La delazione (accusa infondata) era partita da italiani e mio nonno (italiano) è riuscito ad evitare la morte grazie alla segnalazione di un suo amico sloveno. Quindi, al di là degli slogan fascistoidi, ha diritto di parlare su questo argomento solo chi ha vissuto, nella propria famiglia, questi terribili drammi e lacerazioni e non chi li usa strumentalmente e ideologicamente come te e quell'altro signore di Bergamo.

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10/02/2005 15:27
 
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Re: Re:

Scritto da: cossaigh 10/02/2005 14.40


Beh, a questo punto devo dire che un mio parente è stato infoibato, nonchè mio nonno è scappato per un pelo all'infoibamento. La delazione (accusa infondata) era partita da italiani e mio nonno (italiano) è riuscito ad evitare la morte grazie alla segnalazione di un suo amico sloveno. Quindi, al di là degli slogan fascistoidi, ha diritto di parlare su questo argomento solo chi ha vissuto, nella propria famiglia, questi terribili drammi e lacerazioni e non chi li usa strumentalmente e ideologicamente come te e quell'altro signore di Bergamo.




Assolutamente non volevo usare questo argomento come una cosa ideologica, ne tanto meno fare slogan o altro.
Conosco molto bene la storia sulle Foibe, ho letto libri su libri di qualsiasi parte: nero/verde/rosso/arancione. Questa è gente che deve essere ricordata e finalmente dopo molti anni di silenzio completo qualcosa sta uscendo fuori. Ripeto, Onore a Loro, e se questo ti sembra uno slogan per strumentalizzare non so che dirti, mi dispiace per te. Sicuro di essere sempre stato coerente con me stesso.
Saluti, Fabio


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10/02/2005 21:42
 
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Re: Re:

Scritto da: cossaigh 10/02/2005 14.40


Beh, a questo punto devo dire che un mio parente è stato infoibato, nonchè mio nonno è scappato per un pelo all'infoibamento. La delazione (accusa infondata) era partita da italiani e mio nonno (italiano) è riuscito ad evitare la morte grazie alla segnalazione di un suo amico sloveno. Quindi, al di là degli slogan fascistoidi, ha diritto di parlare su questo argomento solo chi ha vissuto, nella propria famiglia, questi terribili drammi e lacerazioni e non chi li usa strumentalmente e ideologicamente come te e quell'altro signore di Bergamo.










Scusami quindi secondo te noi italiani che non abbiamo vissuto questo dramma non possiamo parlarne?


Io credo che lo scopo del giorno della memoria delle foibe sia proprio quello di far conoscere che questa triste vicenda a chi la conosce approssitivamente o non la conosce affatto.


Come era giusto ricordare l'olocausto. Anche se non sono stato interessato(fortunatamente) dalla persecuzione degli ebrei cmq sono andato a Via Tasso e le Fosse Ardeatine, ma seguendo il tuo ragionamente avrei solo sbagliato....



Secondo me invece finalmente si comincia a far luce su questa ignobile vicenda, visto che spesso i libri di storia la menzionavano a mala pena senza dargli il giusto peso.



dimenticavo, sono Thero....[SM=g27828]



Per sbaglio ho postato con il prossimo nuovo nick.....

[Modificato da Ensarn 10/02/2005 21.45]

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11/02/2005 02:07
 
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Non si e' mai "entitled" per partecipare alla condivisione di un orrore, di qualsiasi regime, colore e sapore esso sia.

Per questo, onore ai martiri delle foibe, uccisi dall'ideologia titina (che con il comunismo aveva poco a che vedere a parte il nome), cosi' come agli ebrei sterminati nei lager dall'ideologia hitleriana, ai desasparecidos vittime dell'ideologia assolutista argentina ed ai civili morti in medio oriente ad opera dell'ideologia monetaria degli Stati Uniti d'America.

La mia posizione politica e' abbastanza chiara e non ho mai fatto nulla per nasconderla. Ho pero' ben presente il fatto che, comunque si cerchi di rigirare la frittata, non esistono morti giusti. Esistono i morti, per un'idea, per una bandiera, per il petrolio, o semplicemente per essersi trovati al momento sbagliato nel posto sbagliato. Dato che la vita e' difficile scegliersela, e che persino mio nonno, socialista da sempre e per sempre, per dare da mangiare ai pargoli ha prestato servizio militare per la Marina Militare fascista nel porto di Taranto bombardato dagli americani. Salvando due persone da morte certa, fascisti o meno che fossero, solo per il valore della vita umana. Un valore che a volte diamo tanto per scontato finche' non ci rendiamo conto di come sappiamo sprecarlo.

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11/02/2005 08:14
 
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Re: Re: Re:

Scritto da: Ensarn 10/02/2005 21.42
Scusami quindi secondo te noi italiani che non abbiamo vissuto questo dramma non possiamo parlarne?
dimenticavo, sono Thero....[SM=g27828]
Per sbaglio ho postato con il prossimo nuovo nick.....

[Modificato da Ensarn 10/02/2005 21.45]




No, thero-ensarn, non intendevo dire questo. Intendevo dire che il ricordo che passa attraverso slogan non lo condivido e lo considero una forma irriverente di strumentalizzazione.
Tutto qui.
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T.S. Eliot
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Re: Re:

Scritto da: cossaigh 10/02/2005 14.40

Quindi, al di là degli slogan fascistoidi, ha diritto di parlare su questo argomento solo chi ha vissuto, nella propria famiglia, questi terribili drammi e lacerazioni e non chi li usa strumentalmente e ideologicamente come te e quell'altro signore di Bergamo.




Non sapevo di fare slogan fascistoidi, ma a quanto pare non si riesce neanche in questi momenti ad andare d'accordo.
Veramente triste.




Grazie per il signore.
****************************

.....ORIANA VIVE........

11/02/2005 14:06
 
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Re: Re: Re: Re:

Scritto da: cossaigh 11/02/2005 8.14


No, thero-ensarn, non intendevo dire questo. Intendevo dire che il ricordo che passa attraverso slogan non lo condivido e lo considero una forma irriverente di strumentalizzazione.
Tutto qui.





forse ha frainteso il termine "onore" con qualche slogan di destra, secondo me, non credo che ne Fabio ne Matteo avevanoquesti scopi.....



[SM=g27823]
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11/02/2005 15:24
 
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in ogni caso rispettiamo i morti vittime di tante atrocità
senza andare a vedere che scudetto avessero appuntato sul petto
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11/02/2005 15:55
 
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Scritto da: fabio pg 10/02/2005 15.27
Assolutamente non volevo usare questo argomento come una cosa ideologica, ne tanto meno fare slogan o altro.
Conosco molto bene la storia sulle Foibe, ho letto libri su libri di qualsiasi parte: nero/verde/rosso/arancione. Questa è gente che deve essere ricordata e finalmente dopo molti anni di silenzio completo qualcosa sta uscendo fuori. Ripeto, Onore a Loro, e se questo ti sembra uno slogan per strumentalizzare non so che dirti, mi dispiace per te. Sicuro di essere sempre stato coerente con me stesso.
Saluti, Fabio



Ti ringrazio per la risposta chiarificatrice. Sappi, però, che il termine "onore", essendo stato usato in passato *spesso* a sproposito ed in maniera indecente e avendo assunto ormai un significato ambiguo, può venir interpretato in diversi modi (e non tutti positivi).


Scritto da: Matteo, Berghem 11/02/2005 9.09
Non sapevo di fare slogan fascistoidi ...



Se noti bene avevo quotato la frase di Fabio.


Scritto da: Matteo, Berghem 11/02/2005 9.09
Grazie per il signore.



Non mi sembra una parola offensiva, ma se ti sei sentito offeso ti chiedo scusa.

Saluti a tutti. [SM=x145427]
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11/02/2005 16:33
 
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no problem, ciao.
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11/02/2005 16:51
 
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Posso buttare un po' di benzina sul fuoco?
Anche se non mi piace assolutamente alimentare delle sterili polemiche che il più delle volte sono inutili, questa volta credo sia utile lanciare un sassolino senza tirare indietro il braccio.
Foibe... perchè solamente ora se ne parla?
Dal dopoguerra al governo ci sono stati solo comunisti travestiti da democristiani? E la destra, Almirante in primis, dov'era? Era distratta? Se sono ricordati solo da un paio d'anni a questa parte?
Come mai tutto questo fervore ed attaccamento a questa causa solo nell'ultimo periodo?
Anche un cittadino di Trieste, intervistato durante la commemorazione, si chiedeva come mai si è iniziato a parlare di queste stragi solo ora...
Premetto una cosa... e di questo faccio ammenda... non sono molto informato su cosa è successo realmente in quell'angolo d'Italia: non so chi precisamente è stato vittima delle foibe.
Da quello che ho letto ultimamente furono gli italiani, in generale, senza distinzioni di colore o religione.
Se così fosse, giusto commemorare queste vittime; ma perchè la destra si è impossessata di questa celebrazione in questo modo, quasi sfacciato, per addossare ogni responsabilità, ogni colpa, alla sinistra? Non credo che l'ordine ai Titini di fare quello che hanno fatto fu impartito direttamente da Togliatti come un ministro ha detto ieri. Mi sembra un po' grossa come sparata.
Mettiamo che Togliatti sapesse, và... allora questo segreto è venuto fuori solo nel 2000?
In questa manovra sulle foibe ci vedo qualcosa di strano, scusatemi ma è più forte di me.
"Comunisti..." questa è la parolina magica che si sente in ogni servizio delle tv nazionali (senza fare volutamente distinzione tra Rai e Mediaset) quando si parla di qualcosa di tragico o negativo.
Fermi... lo so... preciso che conoscendo un po' la storia, ammetto che il comunismo non è stato rose e fiori,ed i suoi bei crimini li ha combinati. Senza dubbio.
Però qua c'è una strategia del Cavaliere di Arcore, precisa e puntuale, che da qualche settimana a questa parte in particolar modo sta gettando cacca sulla sinistra.
Ieri sera quando si parlava delle foibe, in un servizio del tg1 avranno ripetuto la parola comunista almeno tre o quatro volte: a sentire quei discorsi, gli unici responsabili erano i comunisti italiani, Togliatti in testa.
Non si fa così... qua invece di commemorare delle vittime di un atroce crimine, si usa ogni singola opportunità per screditare gli avversari, anche con metodi dozzinali.

La mia preoccupazione è un'altra... che sirvio (sì... lo scrivo così) quando arriverà in prossimità delle prossime elezioni, e scoprirà dai sondaggi che rischia di perdere, sarò pronto a tutto... la prova c'è, fino ad ora non ha fatto altro che curare gli interessi propri e degli amici.
E a chi diceva che la situazione economica del paese era pessima e continuando così andrà sempre peggio, ha dato del portajella e dello menagramo-pessimista! Oh, non so da voi, ma qua da noi vedo tanta crisi!

Per concludere... mio nonno è stato deportato in nordafrica perchè non d'accordo a pieno con Benito... ha lavorato nei peggio posti in fabbrica perchè aveva la tessera del Pci...per questo e per tutto quello che mi ha insegnato non mi vergogno a dire che le mie idee sono di sinistra... molto a sinistra.
E mio nonno, oltre che tanti importantissimi valori, mi ha insegnato che i morti provocati dall'odio e dalla cieca violenza, di qualunque colore essa sia, vanno rispettati.
E non usati per una bigotta strumentalizzazione politica.
Pa.
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I'M THE ONLY ONE... THE TRUE RIBOTTAMAN!
Enjoy Potta Sensibly!

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Da Patria Indipendente ( ANPI )
PATRIA INDIPENDENTE 19 SETTEMBRE 2004 18


Poiché la stampa nazionale, salvo
talune eccezioni, scrivendo a proposito
delle foibe si ostina a non
tener conto delle vicende storiche accadute
nonché delle brutali violenze
perpetrate fin dalla conclusione del
primo conflitto mondiale nei confronti
delle popolazioni slovene e croate venute
a far parte del Regno d’Italia, è
opportuno ritornare sull’argomento
per farlo conoscere agli italiani poco
attenti ed in particolare ai demotivati
giovani d’oggi. Ciò non significa giustificare
alcunché, ma certamente non
è possibile ignorare le responsabilità
del nazionalismo italiano e del fascismo
nei confronti delle popolazioni
slave e delle minoranze in generale.
Gaetano Salvemini, professore universitario,
politico, critico del malcostume
giolittiano, amico di Cesare Battisti,
volontario combattente sul Carso,
deputato al Parlamento e antifascista,
il 14 maggio 1915, dieci giorni prima
dell’ingresso italiano nella Grande
Guerra, così scrisse: «Se prevarranno i
livori ed i rancori locali degli italiani
di Trieste e dell’Istria contro gli slavi,
tristi giorni si prepareranno al nostro
Paese. Se sapremo guardare al problema
dei rapporti italo-slavi da un punto
di vista superiore a quello delle lotte
comunali, locali, personali, la sostituzione
della bandiera italiana a quella
austriaca in Trieste e Pola rappresenterà
in Europa una solida garanzia di
pace e civiltà».
Ma così non fu. La guerra si rivelò lunga
e sanguinosa, e sebbene i soldati
italiani si battessero con valore, la disastrosa
rotta di Caporetto fu imputata
dal Gen. Cadorna ai fanti «vilmente ritiratisi
e arresisi». Le decimazioni e le
fucilazioni dei “vili” furono all’ordine
del giorno. Non si ottennero però
grandi successi, bensì un’ecatombe di
combattenti e di vittime civili. La guerra
ebbe fine quando ancora truppe imperiali
occupavano territori italiani.
Dopo la vittoria, Vittorio Emanuele III
nominava governatore delle terre annesse
– che risultavano essere abitate
da popolazioni slovene e croate in
una percentuale del 58% – il Gen.
Carlo Petitti di Roreto, il quale non
mancò di richiamare quei comandanti
militari a lui sottoposti che avevano
ordinato ai sacerdoti slavi di predicare
in lingua italiana.
Le disposizioni del Governatore militare
non vennero ascoltate, sebbene
fosse stato dato alle stampe e letto
nelle chiese un proclama che recitava:
«Sloveni d’Italia, la grande Nazione
della libertà, venuta a voi, vi lascerà
l’uso della vostra lingua e la nazionalità
delle vostre scuole, assai più che
non abbia concesso a voi l’Austria...».
Tali promesse non furono mantenute;
esplose invece la violenza in tutte le
località dell’Istria, tanto che nell’agosto
del 1920 il deputato Giovanni Cosattini
(nel 1945 Sindaco della Liberazione
della città di Udine) denunciò
alla Camera che «dalle 500 alle 600
persone furono internate senza evidente
motivo. Si vedeva in ogni slavo
un nemico od una spia; da qui la politica
del terrore e della persecuzione ...
Nei villaggi slavi la legge, la libertà, il
diritto non contano nulla. Vi regna
l’arbitrio del Comandante locale, del
Commissario comunale, del brigadiere
dei carabinieri... Lo scioglimento
delle associazioni, il divieto delle riunioni,
la persecuzione dei maestri, le
perquisizioni che arrivano senza alcuna
autorizzazione della magistratura e
senza garanzie legali».
Anche il nazionalista Attilio Tamaro in
un suo articolo pubblicato su La Riscossa
nel 1919 espresse così la sua
dura critica: «L’Italia ha mandato ed
ha permesso che si spingesse qui
un’impressionante quantità di impiegati
corrotti o corruttibili che ammorbano
il mondo degli affari e gli animi
dei cittadini... Ricordiamo, quale ultimo
e triste esempio, che i carabinieri,
altamente benemeriti, hanno preso
l’insopportabile abitudine di percuotere
gli individui che arrestano. Essi seminano
vento e si raccoglierà tempesta
». Furono espulsi e sostituiti i dipendenti
pubblici, i ferrovieri, i marittimi.
Nella città di Pola vennero cacciati
dall’Arsenale e dai Cantieri gli
operai e i tecnici croati e sloveni. Lo
stesso vescovo castrense dell’esercito
mons. Angelo Bortolomasi, che per
ordine superiore aveva sostituito il vescovo
di Trieste e Capodistria, il mons.
sloveno Andreas Karlin, indirizzò una
lettera al Presidente del Consiglio Giolitti,
in cui riferiva: «Ho dovuto fare
constatazioni dolorose... Gruppi di fa-
PATRIA INDIPENDENTE 19 SETTEMBRE 2004 18
scisti, con minacce e a mano armata,
intimarono che non si dovesse più tener
canti popolari o discorsi in lingua
slava... Taccio di scene anche particolarmente
brutali... Le popolazioni sono
irritatissime da queste violenze...
Temo una grave reazione».
L’odio contro gli italiani si diffuse e divenne
generale. Si colpiva a casaccio
e con ferocia, come raccomandava
Mussolini, si esiliavano in Sardegna
maestri e sacerdoti, si bastonava chi
non si toglieva il cappello di fronte ai
fascisti. Molta gente incominciò a rifugiarsi
nei boschi assieme ai parroci
per poter fuggire dalle continue violenze
e dalle spedizioni punitive.
Si giunse pure a modificare i nomi e i
cognomi slavi per adeguarli alla lingua
italiana, vennero proibite le scritte
slave anche sulle pietre tombali e
quelle sulle corone di fiori per i defunti.
Il Popolo di Trieste scriveva il 27
giugno 1927: «I maestri slavi, i preti
slavi, i circoli culturali slavi, sono tali
anacronismi e controsensi in una regione
annessa da nove anni e dove
non esiste una classe intellettuale slava,
da indurre a porre un freno immediato
alla nostra longanimità e tolleranza
».
Dopo l’inserimento nelle scuole di
maestri “regnicoli”, si verificarono anche
fatti riprovevoli, con punizioni
corporali nei confronti degli scolari
che faticavano ad imparare la lingua
italiana. Il fascismo di frontiera continuava
intanto la sua feroce pulizia etnica
dando alle fiamme case del popolo,
librerie, circoli culturali, società
operaie, cooperative, banche e alberghi,
cercando così di annientare la
cultura e la dignità delle genti slave.
L’Austria non aveva avuto tale comportamento
nei confronti dei propri
sudditi slavi.
In 69 località dell’Istria e del Goriziano
si verificarono incidenti con tanto
di scontri a fuoco, motivati dalla legittima
difesa contro le squadracce del
gerarca Francesco Giunta. In quegli
anni, circa sessantamila sloveni e
croati emigrarono nelle due Americhe
e nel Regno di Jugoslavia. Carichi di
rancore contro l’Italia fascista, molti di
questi sarebbero tornati alle loro terre
dopo il crollo del regime mussoliniano
con animo ostile e covando desiderio
di vendetta.
Intanto il tribunale speciale fascista
emetteva continuamente condanne a
morte ed a molti anni di reclusione:
nei migliori dei casi vi era la deportazione
nelle isole dell’Italia meridionale.
La dittatura fascista durava per
21 lunghi anni, fino a quel crollo, avvenuto
nel pieno della tragedia della
seconda guerra mondiale, dalla stessa
dittatura tanto auspicata, in corrispondenza
del quale occorse l’insurrezione
degli sloveni e dei croati delle terre
annesse all’Italia con il trattato di Rapallo.
Concludendo questa breve ricerca sulle
testimonianze relative al fascismo di
frontiera, dalla fine del primo conflitto
mondiale fino al 1930, sarà opportuno
leggere quanto scrisse il gerarca e ministro
dei lavori pubblici Giuseppe
Cobolli Gigli, figlio del maestro sloveno
Nicolaus Kombol. Costui, autore di
opuscoli a carattere politico, sosteneva
nel 1927 la necessità della pulizia
etnica del suo stesso popolo attraverso
la sostituzione degli agricoltori sloveni
con coloni italiani provenienti dalle
province del Regno. Al ministro piaceva
una particolare canzone che allora
accompagnava le azioni violente degli
squadristi, canzone che egli stesso
pubblicò con una propria introduzione:
«La musa istriana ha chiamato
FOIBA il degno posto di sepoltura per
chi, nella provincia, minaccia con audaci
pretese le caratteristiche nazionali
dell’Istria». I croati che quindi insistevano
nel parlare la propria lingua
materna correvano il pericolo di trovarvi
l’ultima dimora, così come in effetti
successe a molti di loro. Il canto
così minacciava: A Pola xè l’Arena/ la
Foiba xè a Pisin/ che buta zo in quel
fondo/ chi gà un zerto morbìn./ E chi
con zerte storie/ fra i piè ne vegnarà/
dìseghe ciaro e tondo:/ «feve più in là,
più in là».
Se ne deduce che l’atroce uso delle
foibe è un brevetto del regime fascista.
Riflessione: le violenze squadriste antiche
e recenti, la snazionalizzazione
degli sloveni e dei croati, le persecuzioni,
i tribunali speciali, le tragedie
delle aggressioni militari ai Paesi
d’Europa, le fucilazioni e le rappresaglie
contro i civili, le deportazioni
nei lager, l’eliminazione dei sospetti,
l’incendio dei paesi, l’Adriatisches
Künstenland, le vendette, le foibe,
l’esodo, hanno un solo responsabile: il
fascismo. ¦
PATRIA INDIPENDENTE 19 SETTEMBRE 2004 18
scisti, con minacce e a mano armata,
intimarono che non si dovesse più tener
canti popolari o discorsi in lingua
slava... Taccio di scene anche particolarmente
brutali... Le popolazioni sono
irritatissime da queste violenze...
Temo una grave reazione».
L’odio contro gli italiani si diffuse e divenne
generale. Si colpiva a casaccio
e con ferocia, come raccomandava
Mussolini, si esiliavano in Sardegna
maestri e sacerdoti, si bastonava chi
non si toglieva il cappello di fronte ai
fascisti. Molta gente incominciò a rifugiarsi
nei boschi assieme ai parroci
per poter fuggire dalle continue violenze
e dalle spedizioni punitive.
Si giunse pure a modificare i nomi e i
cognomi slavi per adeguarli alla lingua
italiana, vennero proibite le scritte
slave anche sulle pietre tombali e
quelle sulle corone di fiori per i defunti.
Il Popolo di Trieste scriveva il 27
giugno 1927: «I maestri slavi, i preti
slavi, i circoli culturali slavi, sono tali
anacronismi e controsensi in una regione
annessa da nove anni e dove
non esiste una classe intellettuale slava,
da indurre a porre un freno immediato
alla nostra longanimità e tolleranza
».
Dopo l’inserimento nelle scuole di
maestri “regnicoli”, si verificarono anche
fatti riprovevoli, con punizioni
corporali nei confronti degli scolari
che faticavano ad imparare la lingua
italiana. Il fascismo di frontiera continuava
intanto la sua feroce pulizia etnica
dando alle fiamme case del popolo,
librerie, circoli culturali, società
operaie, cooperative, banche e alberghi,
cercando così di annientare la
cultura e la dignità delle genti slave.
L’Austria non aveva avuto tale comportamento
nei confronti dei propri
sudditi slavi.
In 69 località dell’Istria e del Goriziano
si verificarono incidenti con tanto
di scontri a fuoco, motivati dalla legittima
difesa contro le squadracce del
gerarca Francesco Giunta. In quegli
anni, circa sessantamila sloveni e
croati emigrarono nelle due Americhe
e nel Regno di Jugoslavia. Carichi di
rancore contro l’Italia fascista, molti di
questi sarebbero tornati alle loro terre
dopo il crollo del regime mussoliniano
con animo ostile e covando desiderio
di vendetta.
Intanto il tribunale speciale fascista
emetteva continuamente condanne a
morte ed a molti anni di reclusione:
nei migliori dei casi vi era la deportazione
nelle isole dell’Italia meridionale.
La dittatura fascista durava per
21 lunghi anni, fino a quel crollo, avvenuto
nel pieno della tragedia della
seconda guerra mondiale, dalla stessa
dittatura tanto auspicata, in corrispondenza
del quale occorse l’insurrezione
degli sloveni e dei croati delle terre
annesse all’Italia con il trattato di Rapallo.
Concludendo questa breve ricerca sulle
testimonianze relative al fascismo di
frontiera, dalla fine del primo conflitto
mondiale fino al 1930, sarà opportuno
leggere quanto scrisse il gerarca e ministro
dei lavori pubblici Giuseppe
Cobolli Gigli, figlio del maestro sloveno
Nicolaus Kombol. Costui, autore di
opuscoli a carattere politico, sosteneva
nel 1927 la necessità della pulizia
etnica del suo stesso popolo attraverso
la sostituzione degli agricoltori sloveni
con coloni italiani provenienti dalle
province del Regno. Al ministro piaceva
una particolare canzone che allora
accompagnava le azioni violente degli
squadristi, canzone che egli stesso
pubblicò con una propria introduzione:
«La musa istriana ha chiamato
FOIBA il degno posto di sepoltura per
chi, nella provincia, minaccia con audaci
pretese le caratteristiche nazionali
dell’Istria». I croati che quindi insistevano
nel parlare la propria lingua
materna correvano il pericolo di trovarvi
l’ultima dimora, così come in effetti
successe a molti di loro. Il canto
così minacciava: A Pola xè l’Arena/ la
Foiba xè a Pisin/ che buta zo in quel
fondo/ chi gà un zerto morbìn./ E chi
con zerte storie/ fra i piè ne vegnarà/
dìseghe ciaro e tondo:/ «feve più in là,
più in là».
Se ne deduce che l’atroce uso delle
foibe è un brevetto del regime fascista.
Riflessione: le violenze squadriste antiche
e recenti, la snazionalizzazione
degli sloveni e dei croati, le persecuzioni,
i tribunali speciali, le tragedie
delle aggressioni militari ai Paesi
d’Europa, le fucilazioni e le rappresaglie
contro i civili, le deportazioni
nei lager, l’eliminazione dei sospetti,
l’incendio dei paesi, l’Adriatisches
Künstenland, le vendette, le foibe,
l’esodo, hanno un solo responsabile: il
fascismo.
Sean

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( Blade Runner - Philip K. Dick )

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Ti ringrazio per la risposta chiarificatrice. Sappi, però, che il termine "onore", essendo stato usato in passato *spesso* a sproposito ed in maniera indecente e avendo assunto ormai un significato ambiguo, può venir interpretato in diversi modi (e non tutti positivi).

Sai, secondo me le interpretazioni vengono a secondo di come le si vuol far venire, comunque non voglio alimentare la discussione anche perchè come gia detto, questo è un'argomento che mi interessa particolarmente.

paolino-BOGLANDSMAN, domani rileggo attentamente quello che hai scritto e provo a rispondere a qualche tuo "dilemma", stasera, le troppe pinte mi farebbero rispondere in modo errato.

Saluti, Fabio


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Posto parte di questo articolo. Mi sembra utile per cercare di capire, in una maniera il più possibile equidistante ed equilibrata, l’argomento in questione. La fonte è l’Anpi di Roma:

(…)

Il fascismo e l'italianizzazione delle minoranze
Con l'avvento del fascismo (che allontana Salata) vi fu una politica di snazionalizzazione antislava, che rientrava in un più ampio e complessivo processo di italianizzazione di tutte le minoranze "alloglotte", incluse quelle germanofone sudtirolesi e francofone valdostane. Nella Venezia Giulia vennero progressivamente eliminate tutte le istituzioni nazionali slovene e croate, le scuole furono italianizzate, gli insegnanti licenziati o costretti ad emigrare, vennero posti limiti all’accesso degli sloveni nei pubblici impieghi. All’eliminazione politica delle minoranze, si accompagnò da parte del regime mussoliniano un’azione che aveva l’intento di arrivare alla bonifica etnica della Venezia Giulia. Anche attraverso la repressione nei confronti del clero, che rappresentava un importante momento di sintesi della coscienza nazionale delle minoranze. Tappe fondamentali dell’addomesticamento della Chiesa di confine furono la rimozione dell’arcivescovo di Gorizia, Francesco Borgia Sedej, e del vescovo di Trieste, Luigi Fogar. I loro successori applicarono le direttive "romanizzatrici" del Vaticano, anche attraverso l’abolizione dell’uso della lingua slovena nella liturgia e nella catechesi. D'altra parte il concordato del 1929 con il Vaticano tolse una potente arma d'opposizione al clero sloveno e croato, che non poteva non riconoscere talune benemerenze a un regime ora alleato del Papa. La prima conseguenza di questo programma di distruzione integrale delle identità fu la fuga di gran parte delle minoranze dalla Venezia Giulia: secondo stime jugoslave emigrarono 105 mila sloveni e croati. Ma soprattutto si consolidò, agli occhi di queste minoranze, un fortissimo sentimento anti italiano, l’equivalenza tra Italia e fascismo che portò la maggioranza degli sloveni al rifiuto di quasi tutto ciò che appariva italiano. Come reazione, si radicalizzarono gli obiettivi delle organizzazioni clandestine slovene che, verso la metà degli anni Trenta, abbandonarono le rivendicazioni di autonomia culturale nell’ambito dello Stato italiano per puntare invece al distacco dall’Italia dei territori considerati loro. Un’azione che trovò l’appoggio del Partito comunista italiano.
L'Italia attacca la Jugoslavia; l'occupazione fascista in Slovenia
In un tale contesto lo scoppio della seconda guerra mondiale e l'attacco italo-tedesco alla Jugoslavia nella primavera del 1941 che seguiva all'improvviso rovesciamento di alleanze del governo di Belgrado come conseguenza di un vero e proprio colpo di Stato a favore dei nemici dell'Asse portarono ulteriori elementi di complicazione a una situazione già complessa e travagliata.
La dissoluzione del regno dei Karageorgevic portò alla costituzione di una provincia di Lubiana, annessa al regno d'Italia, sia pure con un certo grado di autonomia, e allo spostamento a est del confine orientale nazionale con il conseguente inglobamento di altri sloveni e croati. Di vera e propria resistenza slava non si può parlare fino al luglio del '41. Dopo tale data ebbe inizio una guerriglia non solo nazionale e patriottica, ma anche ideologica, alla quale le forze di occupazione italiana risposero con una feroce repressione, bruciando case, sequestrando beni e uccidendo partigiani e civili o rinchiudendoli in campi di concentramento. I campi di concentramento e deportazione italiani furono almeno 31 (a Kraljevica, Lopud, Kupari, Korica, Brac, Hvar, ecc.), e molti furono dislocati anche in Italia. Vi morirono oltre 7.000 persone. Vi furono internati soprattutto sloveni e croati (ma anche "zingari" ed ebrei), famiglie intere, vecchi, donne, bambini

Bilancio delle vittime slovene in 29 mesi di terrore fascista, nei 4.550 Km quadrati di questo territorio:
Ostaggi civili fucilati n. 1.500
Fucilati sul posto n. 2.500
Deceduti per sevizie n. 84
Torturati e arsi vivi n. 103
Uomini, donne e bambini morti nei campi di concentramento n. 7.000
Totale n. 13.087

Le violenze del '43 in Istria
L'8 settembre 1943, con la scomparsa quasi istantanea delle istituzioni militari e civili nazionali nell'area giuliana, creò un vuoto di potere nel quale il movimento partigiano sloveno e croato, ormai egemonizzato dalla componente comunista, fu pronto a inserirsi, scatenando un'ondata di terrore, che, se in qualche misura può anche esser vista come esplosione di furori contadini a lungo repressi nell'Istria interna, fu in sostanza il risultato di un'operazione predisposta dall'alto, a partire da Tito, che mirava a colpire tutti quelli che in qualche modo rappresentavano lo Stato italiano e l'apparato fascista o che si sapeva risolutamente contrari a un'annessione alla Jugoslavia, pur se antifascisti dichiarati.
L'occupazione jugoslava del Litorale e le foibe
Il culmine lo si raggiunse nella primavera del 1945 al crollo del III Reich con la conseguente occupazione jugoslava del Litorale Adriatico (Adriatisches Kustenland), in pratica staccato dalla RSI e governato dai proconsoli della Germania hitleriana.
I quaranta giorni dell'occupazione titina di Gorizia e di Trieste dove, in seguito a un accordo interalleato, subentrò l'amministrazione militare angloamericana, mentre l'Istria rimase definitivamente alla Jugoslavia furono caratterizzati da un'applicazione su vasta scala della pratica del terrore, gestita con estrema abilità ed efficacia anche sul piano psicologico dai servizi segreti jugoslavi, che, operarono con la massima determinazione per cancellare ogni traccia della presenza istituzionale italiana sul territorio, colpendo in modo sistematico ogni possibile opposizione in chiave nazionale e ideologica, arrestando, deportando nelle carceri e nei campi di prigionia (tra i quali va ricordato quello di Borovnica), infoibando o comunque sopprimendo in tutta la Venezia Giulia occupata, nella zona di Trieste, nel Goriziano e nel Capodistriano, migliaia di avversari, in prevalenza italiani (non solo fascisti, ma anche esponenti del Cln che si opponevano all'annessione) e pure sloveni e croati, creando ad arte un velo di mistero e di segretezza sulla loro scomparsa al fine di provocare un'atmosfera di paura generalizzata e di tensione e inquietudine diffusa. Il partito comunista italiano di Trieste, uscito nel settembre '44 dal C.L.N., appoggiò le mire slave.

Vittime delle Foibe:
Nel '43: tra le 500 e le 700
Nel '45: dalle 4-5.000 alle 10-12.000 vittime

Dopoguerra e esodo degli italiani dall'Istria e dalla Croazia
Nel ’47 la situazione peggiorò perché le autorità jugoslave, in contrasto con il mandato di occuparsi solo dell’amministrazione provvisoria della zona B, cercarono di forzare l’annessione con una politica di fatti compiuti. Tentarono di «ostringere gli italiani ad aderire alla soluzione jugoslava, facendo anche uso dell’intimidazione e della violenza. Un disegno - affermano gli storici - dal quale traspare palese l’intento di liberarsi degli italiani in quanto ritenuti irriducibili alle istanze del nuovo potere. Da parte jugoslava si vide con crescente favore l’abbandono degli italiani della loro terra d’origin». Intanto nel '48, dopo la rottura tra il movimento titino e il Cominform, erano esplose le tensioni tra i comunisti italiani e quelli jugoslavi. Numerosi esponenti del Pci, la maggior parte dei quali erano accorsi in Jugoslavia attirati dal mito dell’edificazione del socialismo, subirono il carcere, la deportazione e l’esilio. Gli scoppi di violenza che avvenirono durante le elezioni del 1950, e successivamente la crisi triestina nel ’53, fecero il resto. Il risultato fu l’esodo dai territori istriani di migliaia di italiani: 27 mila nelle aree oggi soggette alla sovranità slovena, dai 200 ai 300 mila dalla Croazia.

Fonte: www.romacivica.net/anpiroma/DOSSIER/Dossier1a8a.htm

Altri links utili:

Le foibe e la questione di Trieste:
www.romacivica.net/anpiroma/dossier/Dossier1a8.htm

“Le stragi delle foibe furono violenza di Stato”:
www.romacivica.net/anpiroma/rassegnasta/rassegna_cor040...

Foibe, è il caso di parlarne (Maria R. Calderoni, Liberazione):
www.romacivica.net/anpiroma/dossier/Dossier1a2.htm

L’altro Olocausto:
www.giovanidelleacli.org/memoria/lagertitini.htm
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Re:

Scritto da: paolino-BOGLANDSMAN 11/02/2005 16.51
Foibe... perchè solamente ora se ne parla?



"Secondo Gianni Oliva, alcuni fattori politici hanno contribuito a confinare per mezzo secolo il ricordo delle foibe nelle commemorazioni locali. Sarebbero la rottura tra Tito e Stalin avvenuta nel 1948, il fatto che militari fascisti commisero in Jugoslavia reati di guerra per i quali non furono mai perseguiti, la subordinazione politica dell’ex Pci alle esigenze del comunismo internazionale e alle spinte nazionaliste di Tito. Sta di fatto che col passare del tempo si è finito per voltare pagina e, negli ultimi anni, anche su iniziativa degli ex comunisti, si è fatta luce su questi episodi."

Fonte: www.romacivica.net/anpiroma/dossier/Dossier1a8.htm

"E' però utile chiedersi come mai l'intera vicenda sia rimasta un capitolo oscuro, un capitolo rimosso per tanto tempo. Chi ha avuto l'interesse a lasciarlo nel buio?
In primo luogo - è la risposta degli storici - l'interesse è degli angloamericani. Quando infatti nel '948 si consuma la rottura tra Tito e Mosca e l'Occidente guarda al Maresciallo come a un possibile prezioso alleato contro l'Urss, viene lasciata cadere ogni idea di approfondire i fatti del 1945: "la spiegazione fornita da Belgrado circa il carattere politico delle eliminazioni e la generale colpevolezza dei morti, diventa una sorta di versione ufficiale accettata dalla diplomazia occidentale che non ritorna sull'argomento".
In secondo luogo "a rimuovere" è il governo italiano con De Gasperi che non gradisce affatto di accendere i riflettori sulle umilianti condizioni accettate per il territorio libero di Trieste (che resterà in mano alleata sino al 26 novembre 1954): "il silenzio storico sulle foibe diventa funzionale al silenzio sul trattato di pace e sulla diminuzione della sovranità nazionale".
Infine, linteresse a mettere a tacere è anche del Pci, niente affatto portato a tornare su una questione "che evidenzia le contraddizioni fra la nuova collocazione di partito nazionale, la vocazione internazionalista e i legami con Mosca".

Fonte: www.romacivica.net/anpiroma/dossier/Dossier1a2.htm

[Modificato da cossaigh 12/02/2005 20.24]

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Trieste, 10 feb. (Adnkronos) - Si e' aperto all'insegna delle accuse e delle contestazioni, ma anche delle esortazioni ad evitare le divisioni, il Giorno del Ricordo delle foibe. Stamane sono iniziate a Trieste le cerimonie ufficiali per e degli esuli istriani, fiumani e dalmati. Mentre, a Roma, l'assemblea di Montecitorio ha osservato un minuto di silenzio.

Il presidente della Camera Pierferdinando Casini ha detto che la Giornata del ricordo in memoria delle vittime delle foibe, dell'esodo giuliano-dalmata e delle vicende del confine orientale e' ''una doverosa operazione di verita''' che aiuta a superare ''ipocrisie e reticenze''. La memoria pero', ha sottolineato Casini, non deve ''alimentare divisioni''.

Alla cerimonia di Trieste hanno partecipato il vicepremier Gianfranco Fini, il ministro per gli Italiani nel mondo, Mirko Tremaglia, il presidente della regione Friuli Venezia-Giulia, Riccardo Illy. Tremaglia ha lanciato accuse ad uno dei principali esponenti del comunismo, Palmiro Togliatti, definendolo ''carnefice numero uno'' e affermando: ''C'e' un personaggio che ha detto ammazzateli e che si chiama Palmiro Togliatti''. E il ministro annuncia l'inizio di una battaglia per la restituzione dei beni dei profughi istriani, fiumani e dalmati.

Fini e Illy sono stati entrambi contestati. Il vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini che e' stato fischiato da diversi esponenti delle associazioni degli esuli a Trieste, quando ha parlato della necessita' di guardare avanti e di accompagnare gli ''amici croati'', nel loro cammino verso l'Europa e, quando ha toccato il tasto dei beni abbandonati dagli esuli e del lavoro che si sta compiendo con il governo croato in tal senso.

Invettive a Illy, al teatro Verdi di Trieste, in occasione del convegno mondiale delle associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati. Qualcuno ha urlato dalla platea anche ''Va a Lubiana'', riferendosi chiaramente agli stretti rapporti di collaborazione impostati dalla Regione con il governo sloveno. Illy ha pero' sottolineato che la Regione ha concesso alla Giorno del Ricordo il suo patrocinio, accanto a quello del presidente della Repubblica.


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12/02/2005 15:52
 
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SENZA RANCORI O INTENTI POLEMICI, MA LA MEMORIA E' UNA COSA SERIA
SI FA OGGI UN GRAN PARLARE, DOPO TANTI ANNI DI SILENZIO, LO RICONOSCO, DI CIO’ CHE SUCCESSE SUL CONFINE JUGOSLAVO DOPO LA LIBERAZIONE DAL NAZIFASCISMO. EBBENE SIA. MA QUESTA DOLOROSA VICENDA NON CADA NELLE MAGLIE DEL REVISIONISMO STORICO CHE, OGGI, SOTTO LA SPINTA DI FORZE POLITICHE CHE HANNO TUTTO L’INTERESSE A SPECULARCI SOPRA, SEMBRA ESSERE TORNATO TRISTEMENTE DI MODA.
GUARDASI LA GROTTESCA FICTION ANDATA IN ONDA SULLE RETI NAZIONALI IN CUI, ALLA FINE, L’EROE E’ UN REPUBBLICHINO… GUARDASI LA TENTATA RICHIESTA DI INDENNIZZO DA PARTE DEI “RAGAZZI DI SALO’” ( COME LI CHIAMA AMOREVOLMENTE IL SENATORE DIESSINO LUCIANO VIOLANTE) CHE, PRETENDONO COSI’ DI ESSERE RICONOSCIUTI PARTE BELLIGERANTE. GUARDASI FASTIDIOSI PARAGONI TRA I PARTIGIANI E REPUBBLICHINI. GUARDASI IL DIBATTITO SULLA GRAZIA AL BOIA PRIEBKE…
LA STORIA LO HA DECRETATO, IN QUEGLI ANNI DURI TUTTI FECERO UNA SCELTA. GLI UNI DALLA PARTE DELLA DITTATURA, GLI ALTRI DALLA PARTE DELLA LIBERTA’, ED IN MEZZO COLORO CHE STETTERO A GUARDARE, QUELLI CHE, TANTO PER INTENDERCI, IL GIORNO PRIMA GRIDAVANO VIVA IL DUCE ED IL GIORNO DOPO…IL PESO MORTO DELLA STORIA INSOMMA.
FOIBE. COLPEVOLE E’ SENZA DUBBIO IL SILENZIO TENUTO DALLE CLASSI POLITICHE CHE SI SONO SUCCEDUTE NEL CORSO DI TUTTI QUESTI ANNI. SILENZIO DETTATO DALLE CONVENIENZE POLITICHE DELLA GUERRA FREDDA. SILENZIO CHE COMPORTA PERDITA DI MEMORIA…
PARTIAMO DALLA COSA PIU’ SQUALLIDA…LA CONTA DEGLI INFOIBATI…20.000 SBRAITANO GLI EREDI DELLA TRDIZIONE POLITICA MISSINA ED TALUNI STORICI. POCHE MIGLIAIA, TALALTRI STORICI. “INFOIBATI PER IL SOLO FATTO DI ESSERE ITALIANI”.”PULIZIA ETNICA”.
ANCHE QUESTE MENZOGNE COMPORTA IL SILENZIO.
LA VERITA’, QUANDO SI E’ DATO DI CONOSCERLA, VA RACCONTATTA TUTTA.
IN UNO SFORZO DI CORRETTEZZA E COMPRENSIONE DI CIO’ CHE HA PORTATO ALLA TRAGEDIA DELLE FIOBE E DEGLI ESULI ISTRIANI, VA RICORDATO ANCHE ALTRO. L’OCCUPAZIONE TEDESCA DI TRIESTE E DELLA JUGOSLAVIA, LE RISIERE DI SAN SABBA,I CRIMINI COMMESSI DAI FASCISTI ITALIANI IN ALBANIA, IN SLOVENIA. LA PULIZIA ETNICA( AHIME’ QUELLA VERA), LA REPRESSIONE DI MASSA, LE ANGHERIE, I VILLAGGI DATI ALLE FIAMME, ANCHE CON LA COLLABORAZIONE DEGLI USTASCIA CROATI, L’ ITALIANIZZAZIONE FORZATA DELLA MINORANZA SLOVENA IN ISTRIA, DAI COGNOMI, ALLE LAPIDI, ALL’INSEGNAMENTO NELLE SCUOLE ECC.
RISCHIERO’ IL LINCIAGGIO DA PARTE DI COLORO CHE HANNO USUFRUITO DI ALTRA STORIOGRAFIA, MA ANCHE I FASCISTI HANNO SAPUTO BEN USARE QUELLE CAVITA’ CARSICHE CHIAMATE FOIBE NEL 43’.
SANGUE CHIAMA SANGUE, COME BEN SAPPIAMO NOI APPASSIONATI DI NORD IRLANDA. COSA CREDEVANO I FASCISTI NOSTRANI, DI CAVARSELA CON UN “LA GUERRA E’ FINITA, ANDIAMO IN PACE? LA GRAN PARTE DI COLORO CHE FINIRONO INFOIBATI FURONO FUNZIONARI, MILITANTI, SIMPATIZZANTI DEL PNF, COLLABORAZIONISTI, PERSONAGGI DI POTERE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE DEL REGIME E QUELLE PERSONE CHE GODEVANO DI GRANDI DISPONIBILITA’ ECONOMICA…CHIAMATELI COME VOLETE.
CI FURONO PURTROPPO ANCHE VITTIME DI VENDETTE PERSONALI, REGOLAMENTI DI CONTI, FUCILATI PER DIVERGENZE POLITICHE ANCHE TRA GLI STESSI ANTIFASCISTI SUL FUTURO DOPO LA LIBERAZIONE ( VEDI PORZUS ).
MA LE CIFRE SONO DA RIDIMENSIONARE. STORIE DEL GENERE SI SONO VERIFICATE IN EMILIA, IN LOMBARDIA CON LA VOLANTE ROSSA. CAPITE ANCHE PERO’ CHE VENTI ANNI DI MANGANELLO, OLIO DI RICINO E CONFINO NON SI DIMENTICANO IN IN BATTIBALENO. SOPRATTUTTO DOPO LA LIBERAZIONE, IN CUI MOLTI ESPONENTI DEL VECCHIO REGIME TORNARONO AD OCCUPARE I RUOLI DI RILIEVO NELLA NASCENTE REPUBBLICA.
LA GUERRA RENDE CIECHI. NON LO SCOPRO CERTO IO. IN TUTTI I CONFLITTI SI SONO SUCCEDUTI CODE DI ODIO COME IN QUESTO CASO. E’ GIUSTO CHE FINALMENTE SE NE PARLI, MA LO SI FACCIA RACCONTANDO TUTTO, E NON RICADENDO NELLO STESSO ERRORE DI CHI HA VOLUTO SEPPELLIRE LA STORIA DELLE FOIBE SOTTO IL MACIGNO DELL’OPPORTUNISMO E DELLE CONVENIENZE POLITICHE.
STUPISCE CHE CHI OGGI SPECULA SULLA TRAGEDIA TRIESTINA ED ISTRIANA NON SI INDIGNI ANCHE PER CIO’ CHE CONTIENE IL FAMIGERATO “ARMADIO DELLA VERGOGNA”, CENTINAIA DI FASCICOLI RIGUARDANTI STRAGI NAZIFASCISTE IN TUTTA ITALIA ANCORA IMPUNITE.
SBAGLIA CHI PARLA DI “MEMORIA CONDIVISA”. LE MEMORIE SONO TANTE E DIVERSEE NON POSSONO ESSERE RIAPPACIFICATE CON COL BASSO REVISIONISMO.
SENZA POLEMICHE E RANCORI NEI CONFRONTI DI ALCUNO.


CAGE 11
12/02/2005 16:06
 
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Re: SENZA RANCORI O INTENTI POLEMICI, MA LA MEMORIA E' UNA COSA SERIA

Scritto da: Cage 11 12/02/2005 15.52
SI FA OGGI UN GRAN PARLARE, DOPO TANTI ANNI DI SILENZIO, LO RICONOSCO, DI CIO’ CHE SUCCESSE SUL CONFINE JUGOSLAVO DOPO LA LIBERAZIONE DAL NAZIFASCISMO. EBBENE SIA. MA QUESTA DOLOROSA VICENDA NON CADA NELLE MAGLIE DEL REVISIONISMO STORICO CHE, OGGI, SOTTO LA SPINTA DI FORZE POLITICHE CHE HANNO TUTTO L’INTERESSE A SPECULARCI SOPRA, SEMBRA ESSERE TORNATO TRISTEMENTE DI MODA.
GUARDASI LA GROTTESCA FICTION ANDATA IN ONDA SULLE RETI NAZIONALI IN CUI, ALLA FINE, L’EROE E’ UN REPUBBLICHINO… GUARDASI LA TENTATA RICHIESTA DI INDENNIZZO DA PARTE DEI “RAGAZZI DI SALO’” ( COME LI CHIAMA AMOREVOLMENTE IL SENATORE DIESSINO LUCIANO VIOLANTE) CHE, PRETENDONO COSI’ DI ESSERE RICONOSCIUTI PARTE BELLIGERANTE. GUARDASI FASTIDIOSI PARAGONI TRA I PARTIGIANI E REPUBBLICHINI. GUARDASI IL DIBATTITO SULLA GRAZIA AL BOIA PRIEBKE…
LA STORIA LO HA DECRETATO, IN QUEGLI ANNI DURI TUTTI FECERO UNA SCELTA. GLI UNI DALLA PARTE DELLA DITTATURA, GLI ALTRI DALLA PARTE DELLA LIBERTA’, ED IN MEZZO COLORO CHE STETTERO A GUARDARE, QUELLI CHE, TANTO PER INTENDERCI, IL GIORNO PRIMA GRIDAVANO VIVA IL DUCE ED IL GIORNO DOPO…IL PESO MORTO DELLA STORIA INSOMMA.
FOIBE. COLPEVOLE E’ SENZA DUBBIO IL SILENZIO TENUTO DALLE CLASSI POLITICHE CHE SI SONO SUCCEDUTE NEL CORSO DI TUTTI QUESTI ANNI. SILENZIO DETTATO DALLE CONVENIENZE POLITICHE DELLA GUERRA FREDDA. SILENZIO CHE COMPORTA PERDITA DI MEMORIA…
PARTIAMO DALLA COSA PIU’ SQUALLIDA…LA CONTA DEGLI INFOIBATI…20.000 SBRAITANO GLI EREDI DELLA TRDIZIONE POLITICA MISSINA ED TALUNI STORICI. POCHE MIGLIAIA, TALALTRI STORICI. “INFOIBATI PER IL SOLO FATTO DI ESSERE ITALIANI”.”PULIZIA ETNICA”.
ANCHE QUESTE MENZOGNE COMPORTA IL SILENZIO.
LA VERITA’, QUANDO SI E’ DATO DI CONOSCERLA, VA RACCONTATTA TUTTA.
IN UNO SFORZO DI CORRETTEZZA E COMPRENSIONE DI CIO’ CHE HA PORTATO ALLA TRAGEDIA DELLE FIOBE E DEGLI ESULI ISTRIANI, VA RICORDATO ANCHE ALTRO. L’OCCUPAZIONE TEDESCA DI TRIESTE E DELLA JUGOSLAVIA, LE RISIERE DI SAN SABBA,I CRIMINI COMMESSI DAI FASCISTI ITALIANI IN ALBANIA, IN SLOVENIA. LA PULIZIA ETNICA( AHIME’ QUELLA VERA), LA REPRESSIONE DI MASSA, LE ANGHERIE, I VILLAGGI DATI ALLE FIAMME, ANCHE CON LA COLLABORAZIONE DEGLI USTASCIA CROATI, L’ ITALIANIZZAZIONE FORZATA DELLA MINORANZA SLOVENA IN ISTRIA, DAI COGNOMI, ALLE LAPIDI, ALL’INSEGNAMENTO NELLE SCUOLE ECC.
RISCHIERO’ IL LINCIAGGIO DA PARTE DI COLORO CHE HANNO USUFRUITO DI ALTRA STORIOGRAFIA, MA ANCHE I FASCISTI HANNO SAPUTO BEN USARE QUELLE CAVITA’ CARSICHE CHIAMATE FOIBE NEL 43’.
SANGUE CHIAMA SANGUE, COME BEN SAPPIAMO NOI APPASSIONATI DI NORD IRLANDA. COSA CREDEVANO I FASCISTI NOSTRANI, DI CAVARSELA CON UN “LA GUERRA E’ FINITA, ANDIAMO IN PACE? LA GRAN PARTE DI COLORO CHE FINIRONO INFOIBATI FURONO FUNZIONARI, MILITANTI, SIMPATIZZANTI DEL PNF, COLLABORAZIONISTI, PERSONAGGI DI POTERE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE DEL REGIME E QUELLE PERSONE CHE GODEVANO DI GRANDI DISPONIBILITA’ ECONOMICA…CHIAMATELI COME VOLETE.
CI FURONO PURTROPPO ANCHE VITTIME DI VENDETTE PERSONALI, REGOLAMENTI DI CONTI, FUCILATI PER DIVERGENZE POLITICHE ANCHE TRA GLI STESSI ANTIFASCISTI SUL FUTURO DOPO LA LIBERAZIONE ( VEDI PORZUS ).
MA LE CIFRE SONO DA RIDIMENSIONARE. STORIE DEL GENERE SI SONO VERIFICATE IN EMILIA, IN LOMBARDIA CON LA VOLANTE ROSSA. CAPITE ANCHE PERO’ CHE VENTI ANNI DI MANGANELLO, OLIO DI RICINO E CONFINO NON SI DIMENTICANO IN IN BATTIBALENO. SOPRATTUTTO DOPO LA LIBERAZIONE, IN CUI MOLTI ESPONENTI DEL VECCHIO REGIME TORNARONO AD OCCUPARE I RUOLI DI RILIEVO NELLA NASCENTE REPUBBLICA.
LA GUERRA RENDE CIECHI. NON LO SCOPRO CERTO IO. IN TUTTI I CONFLITTI SI SONO SUCCEDUTI CODE DI ODIO COME IN QUESTO CASO. E’ GIUSTO CHE FINALMENTE SE NE PARLI, MA LO SI FACCIA RACCONTANDO TUTTO, E NON RICADENDO NELLO STESSO ERRORE DI CHI HA VOLUTO SEPPELLIRE LA STORIA DELLE FOIBE SOTTO IL MACIGNO DELL’OPPORTUNISMO E DELLE CONVENIENZE POLITICHE.
STUPISCE CHE CHI OGGI SPECULA SULLA TRAGEDIA TRIESTINA ED ISTRIANA NON SI INDIGNI ANCHE PER CIO’ CHE CONTIENE IL FAMIGERATO “ARMADIO DELLA VERGOGNA”, CENTINAIA DI FASCICOLI RIGUARDANTI STRAGI NAZIFASCISTE IN TUTTA ITALIA ANCORA IMPUNITE.
SBAGLIA CHI PARLA DI “MEMORIA CONDIVISA”. LE MEMORIE SONO TANTE E DIVERSEE NON POSSONO ESSERE RIAPPACIFICATE CON COL BASSO REVISIONISMO.
SENZA POLEMICHE E RANCORI NEI CONFRONTI DI ALCUNO.


CAGE 11





Non intervengo sul contenuto del tuo post, ti dico solo che scrivere in maiuscolo equivale ad urlare, quindi e maleducazione.....[SM=g27828]




12/02/2005 16:17
 
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post di scuse
hai ragione, SKUSA A TUTTI/E E SE NON LE ACCETTATE VE R... IL C... BR...BAS...[SM=g27826] [SM=x145481]
12/02/2005 16:18
 
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Re: post di scuse

Scritto da: Cage 11 12/02/2005 16.17
hai ragione, SKUSA A TUTTI/E E SE NON LE ACCETTATE VE R... IL C... BR...BAS...[SM=g27826] [SM=x145481]




ma figurati, io stavo solo scherzando....[SM=g27828]
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