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OT: commenti sui fatti avvenuti ieri all'Olimpico?

Ultimo Aggiornamento: 07/04/2004 11:48
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Vorrei inoltrarvi un post che ho trovato, su segnalazione di un amico, su un blog... (http://www.danielaamenta.splinder.it/)
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Chi c’era lo sa. Per chi c’era le chiacchiere stanno a zero. Per chi c’era, il derby del 21 marzo 2004 ha sancito la fine del derby. Forse non è così per tutti, ma la maggioranza è uscita dallo stadio con un’amarezza che neppure le peggiori sconfitte. Donne, anziani, bambini in fuga dalla follia collettiva, tra cariche, lancio di decine e decine di lacrimogeni, roghi, gente che si accasciava, resse da rimaner schiacciati. Chi il derby lo vive lo sa. Non è partita come le altre, tanto per smentire per l’ennesima volta mister Zeman. Ma così, così era andata solo un’altra volta. E morì un uomo, Vincenzo Paparelli, che è ancora e per sempre, la peggiore macchia, l’ombra nera, il disastro e la tragedia su questa maledetta stracittadina.

Poteva finire malissimo, ieri sera. Perché il panico non si controlla. Potevamo farci male per davvero, altro che scontri tra ultras. Uno che cade sulle scale, un lacrimogeno ad altezza uomo, il 70% dei cancelli chiusi, e una massa disperata, inconsapevole, a fare la fine del sorcio tra false notizie, smentite, conferme, l’altalena delle notizie coi cellulari che vanno in tilt. Ero in Tevere, Tevere Top. Settore Y. Si sentivano i botti dei lacrimogeni, l’odore acre che ti prende agli occhi e alla gola. Si sentivano solo sirene.

Guardavamo dall’alto questa Roma piegata davanti a un miliardo di telespettatori in tutto il mondo. C’erano laziali, tanti, tantissimi. Qualche romanista, in mezzo. Tutti a chiederci: “che è successo, che sta accadendo?” Perfino, paradosso dell’umanità, solidali, a porgerci fazzoletti di carta e a rincuorarci. La voce dello speaker che smentisce la morte di un bambino, ma la partita non riprende e allora, pensi, che il bambino sia morto sul serio. E ti muore una parte dentro mentre fuori va in scena una specie di battaglia, ti chiamano alle armi senza che tu ne abbia voglia, e solo 48 ore fa hai visto sfilare nella tua città le bandiere della pace. Che pensi? Niente. Il vuoto. Pensi che ti fa male lo stomaco, vuoi andare via. Pensi che c’è un ragazzino che piange – quanti anni avrà? 13? – perché è spaventato. E non trovi le parole per rassicurarlo. E il tuo ruolo di adulto se ne muore con lo sguardo attonito del figlio di un carabiniere caduto in una guerra assurda, un bambino premiato con una borsa di studio dalla Lazio, proprio ora, proprio il 21 marzo, che è Primavera. Che schifo, che vergogna. E allora scendi, e c’è un signore con l’asma che si sente male e lo portano all’infermeria, e parte una carica, parte bassa, ad altezza d’uomo, e c’è un unico cancello aperto, un unico, mille persone addossate, se adesso cado rimango qui. Lo pensi, pensi alla fine del sorcio, la fine tua, non del derby. Ora del derby te ne fotti. E la gente scappa.

E’ gente comune. Ha la tua faccia. Ha le tue gambe. La gente. Quella donna che si chiude nel bagno, quel bambino in mezzo alla carica che strilla. Lo porti via. Vieni, vieni con me, stai tranquillo, non è niente. Vieni. Adesso torniamo alle macchine, torniamo a casa, adesso troviamo papà tuo, adesso si rimettono a giocare. Tanto è un gioco, no? Un gioco, il più bel gioco del mondo. E non c’è un vigile, non c’è una persona della sicurezza. Come a dire: vedetevela voi. Ce la vediamo da soli, senza sapere cosa sia successo, che altro potrebbe accadere. Un’ora per uscire da un parcheggio. Che dice la radio? Niente, non dice niente. Roma si trasforma in un altro posto. Mi viene in mente Santiago del Cile, la notte delle matite spezzate. L’ultima carica che vedo è sotto la Farnesina, a 50 metri da me, dalla mia macchina, da una macchina con una famiglia a bordo. Quando arrivo all’altezza di villa Ada non ci sono più lacrimogeni. Ma mi viene da piangere ugualmente.

(scacco matto degli ultras. hanno dimostrato di essere in grado di bloccare quello che vogliono, come vogliono. io da sta partita mi tiro fuori. da questa sì, questa non la combatto. qui ci sta il mio abbonamento e buonanotte. è il mio ultimo derby).
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