00 13/03/2006 10:33
mi accodo a chi ha visto nella morte di milosevic un ostacolo verso il proseguimento del processo di pace nei balcani. in primo luogo, la mancata sentenza nei confronti dell'uomo politico serbo costituisce un mancato risarcimento alle vittime della guerra. se non c'e' giustizia non puo' esserci pace, e in troppo pochi hanno pagato per questa guerra. le responsabilita' andrebbero ripartite in egual misura e del resto il processo di frammentazione della repubblica sociale di jugoslavia fu ampiamente auspicato, dal mondo occidentale, FMI in testa, dal desiderio di ccostituire uno stato di Croazia occidentalizzato, libero dai fardelli delle repubbliche del sud, dal sogno di una 'grande Serbia'. e come meglio detonare l'ordigno bellico se non innescando la scintilla dell'odio nazionalistico? a Srebrenica, prima del genocidio, i matrimoni misti erano la maggioranza. ma ora come puo' esserci pace tra le etnie, quando ci sono ancora responsabili a piede libero, quando ti trovi a condividere il condominio con chi hai visto violentrae i tuoi familiari, quando esistono ancora squadre di calcio locali chiamate 'Ratko Mladic'? il gerarca serbo, assieme all'ex presidente Karadzic sono ancora coperti dalle autorita' serbe, la biologa e vice di Karadzic, Biljana Plavsic autrice di manifesti nazisti pseudo-scientifici sconta una condanna ridicola, Milosevic non sara' mai condannato. ci puo' essere pace? e non finisce qui. stessa sorte di milosevic tocco' a franjo tudjman, i crimini dei croati furono altrettanto efferati, il simbolo della loro bandiera croata si rifa' ancora alla dittatura degli ustascia, tudjman fu ricevuto dal papa e il vaticano fu il primo stato a riconoscere la nascita della croazia. il tutto avvenne sotto gli occhi indifferenti del mondo occidentale, con i soldati del contingente USA piu' impegnati a stuprare le donne locali che altro.
il processo di pace e' ancora lungo, e la scintilla del nazionalismo potrebbe prima o poi riaccendersi, innescata dall'alto.