00 02/01/2005 15:32
Desidero riportare qui un messaggio estratto dal blog del nostro dubliner O'Connor.

La riporto per due motivi : ho conosciuto Tony e ne ho tratto l'impressone di persona sensibile e curiosa che usa molto bene il cervello. E perchè quello che ha scritto merita attenzione e commenti.


scrive Tony O'Connor :

Down The Dubs

Sta prendendo piede in me, ultimamente, la decisione di tornarmene alla buon'ora da dove sono venuto.

Le ragioni di cio' sono molteplici, ma una cosa e' da far notare: io l'entusiasmo e la passione che l'avventura richiede ce li ho messi davvero tutti, se vado via e' colpa dell'Irlanda, e l'Irlanda questo lo sa.

Dalla terra del cead mile failte mi e' stato riservato un tiepido benvenuto, che dopo un certo numero di mesi fa il paio con una fredda sistemazione. Non ho le velleita' del permanent tourist, sono una persona estremamente concreta e l'Irlanda, quando la metti di fronte alle cose concrete del mondo, mostra il fianco a tutte le debolezze possibili ed immaginabili.

Di storie da raccontare ne avrei molte, e sono tutte stonate rispetto alla sinfonia di entusiasmo che i nuovi arrivati, ed anche me stesso fino a pochi mesi fa, riservano all'Irlanda. La colpa di questo paese e' veramente quella di non avermi saputo tenere.

Ed e' una colpa grave per chi era partito con il piede giusto, piede che gli e' stato pestato tante di quelle volte che il dolore ormai era difficilmente celabile dietro pinte di birra, prati verdi e chissa' quale altra diavoleria celtica.

La mia automobile, portata qua per necessita' di un mezzo di trasporto, quindici ore di guida piu' traghetto, e' stata prontamente abbassata a strumento del demonio quando dei solerti ufficiali della dogana irlandese mi hanno appioppato la bellezza di seicento euro di multa perche' residente in irlanda (chi lo dice non lo so, dato che non ho nessun documento a riguardo) ma con la macchina non irlandese. razzismo automobilistico, ed in piu' un'intimazione ad immatricolare la macchina in Irlanda in una settimana, pena chissa' che altro. Il problema e' che anche volendo immatricolarla in Irlanda ci si ritrova con un mezzo che si guida nella maniera sbagliata e che le assicurazioni sono ben liete di quotarti come piu' le aggrada. Nel mio caso, un anno di assicurazione veniva a costarmi piu' della macchina. Razzismo assicurativo? Senza dubbio, ma c'e' anche di peggio.

Ho allora provato con l'acquisto di un'auto nuova, ma due solide banche irlandesi (AIB, uno scandalo al mese, e Bank Of Ireland, please don't let them be up (*)) mi hanno risposto picche sul finanziamento. Mi chiamassi Onassis di nome potrei anche comprarla in contanti, ma ahime' il cognome non coincide. Lo stipendio e' in grado di far fronte a quella spesa, ma tutto quello che queste signore banche hanno saputo dirmi e' "no", senza neanche dirmi perche'. Razzismo finanziario? Certo. Perche' guarda caso in Italia con la meta' dello stipendio la Compass (Mediobanca, mica pizza e fichi) mi ha finanziato l'intero importo dell'auto all'eta' di anni ventuno senza neanche fiatare.

L'usato? Avevo trovato una Seicento in buone condizioni (al netto dei capricci inenarrabili che faceva sia lei che il proprietario) ad un prezzo pagabile in contanti per venire incontro ai mostri finanziari di quest'isola di perdenti ma ancora una volta ottenere una quotazione assicurativa e' stato laborioso, faticoso e quasi denigratorio nei miei stessi confronti. Alla fine il mio attestato di rischio italiano e' stato cordialmente non accettato (in quanto l'intestatario della polizza italiana non sono io, cosa tra l'altro comunissima in Italia) e mi e' stata proposta una simpatica polizza da duemilacinquecentoerotti euro l'anno. che e' come venirmi a rubare in casa, solo senza la rottura di coglioni di dover chiamare il vetraio.

Alla fine, per queste ed altre disavventure, per i prezzi altissimi di tutto e per la qualita' inversamente proporzionale al prezzo di piu' o meno tutto cio' che e' in vendita (Rip Off Ireland, se lo dicono da soli persino nelle pubblicita'), per le vane pretese di un paese che dagli stranieri ha tutto da prendere e niente da dare, e per le ragioni del cuore che io ascolto ancora, mentre qui pare che esista solo il fegato da spaccarsi, ho deciso che il mio soggiorno celtico puo' anche terminare qua.

Grazie a chi c'e' stato, e buona fortuna a chi ci sara'

AOC

(*) Please, don't let them be up: Famosa pubblicita' della Bank Of Ireland dove una coppia di giovani in taxi pensa al fatto che se avessero una casa loro non dovrebbero preoccuparsi che i genitori siano o no in piedi. Sesso e mutui, insomma [SM=x145427].