Oriana Fallaci.

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Matteo, Berghem
00martedì 14 dicembre 2004 14:08
L'APOCALISSE DI ORIANA.

Nuovo libro della Fallaci, un’invettiva contro il Mostro islamista e la Bestia collaborazionista di un’Europa che preferisce distruggere il “concetto biologico di famiglia” piuttosto che difendersi.
Da leggere


Milano.
Oriana Fallaci torna in libreria, oggi, con un cofanetto che raccoglie la sua Trilogia post 11 settembre (“La Rabbia e l’Orgoglio”, “La Forza della Ragione”, “Oriana Fallaci intervista sé stessa” riveduta, corretta e ampliata. All’intervista ha aggiunto un lungo Post Scriptum di 103 pagine, praticamente un altro libro, sempre sotto forma di colloquio con se stessa, che ha intitolato “L’Apocalisse”.
Il Foglio lo ha letto in anteprima e ve lo racconta. L’Apocalisse è la visione mistica di Giovanni l’evangelista, il racconto di “un mostro che saliva dal mare”, con sette teste e dieci corna, così forte e così potente che nessuno ebbe il coraggio di contrastarlo e al quale fu consentito di “pronunciare frasi arroganti, offendere Dio, maledire il suo nome”. Un mostro che ricevette il potere su ogni uomo e su ogni cosa e al quale fu consentito “di far guerra a coloro che appartengono al Signore”. Il Mostro, secondo Fallaci, è l’Islam, il credo in nome del quale si uccidono centocinquanta bambini a Beslan e tutte le altre orrende cose che sono accadute in questi anni. Nell’Apocalisse, ricorda Fallaci, c’è anche un altro tipo di mostro: “Un mostro che saliva dalla terra”, una “Bestia” che “prese a esercitare il potere per conto del Mostro”. Secondo la scrittrice, la Bestia è il gruppo dei “collaborazionisti”, l’Europa che lei chiama “Eurabia”, “l’Occidente che divorato dal cancro morale fa il gioco dell’Islam. Rassegnato, soggiogato, pavido”. Sono la quinta colonna del Mostro, sono i volenterosi carnefici della nostra civiltà, quelli che inconsapevolmente lavorano ai fianchi la nostra tradizione, quelli che non hanno aperto gli occhi né l’undici settembre né l’undici marzo, coloro che nonostante le decapitazioni in Iraq e lo sgozzamento di Theo van Gogh ad Amsterdam fanno addirittura fatica a definire “islamico” il terrorismo in nome di Allah.
Lo stile letterario di Fallaci è il consueto: ricco, potente, evocativo, vivo. Per capire il suo modo di scrivere bisogna pensare a un neologismo americano: “It’s-all-about-me-journalism”. Fallaci parla di se stessa, usa la sua biografia, talvolta il suo stesso corpo e la sua malattia, per arrivare diritta al cervello e alle viscere di chi la legge. E guai a dirle che “rifarsi all’Apocalisse” per spiegare il mondo, può sembrare “un gioco intellettuale” o “un trucco letterario” o “una fantasia di scrittori” o “una fiaba”. Secondo Fallaci, “invece è la tragica realtà in cui viviamo duemila anni dopo Giovanni l’evangelista. Per capirlo basta dare un’occhiata ai giornali e alla Tv, o ascoltare le insensatezze che dicono i politicanti europei”.

Il mondo degli “sgomentevoli”
Fallaci ha ascoltato tutte queste insensatezze pronunciate da chi, in “La Forza della Ragione”, definisce uomini “sgomentevoli”. Nel tritacarne fallaciano finiscono Jacques Chirac, Laurent Fabius e, soprattutto, José Luìs Rodrìguez Zapatero. E poi Romano Prodi, chiamato più volte “Mortadella”, criticato più per come ha guidato l’Unione Europea che come leader dell’Ulivo. E poi, le due Simone, che lei chiama “le due Simonette”, ingrate con chi le ha liberate e invece grate, gratissime, con i carcerieri che in fondo le avevano trattate bene. Anche il presidente Carlo Azeglio Ciampi viene investito dalla rabbia orgogliosa di Fallaci, così come il Corriere della Sera (“ululando come un lupo impazzito giurai che sul Corriere non avrei pubblicato più neanche il mio necrologio”, e con il Corriere le prende anche Magdi Allam (mai citato per nome), l’Islam moderato (“non esiste”, l’idea di far entrare la Turchia nella Unione europea, la Costituzione europea privata delle sue radici giudaico-cristiane, il matrimonio e l’adozione gay, Yasser Arafat, il nuovo Premio Nobel per la Pace che accusa l’Occidente di aver diffuso l’Aids per sterminare gli africani e, ovviamente, Osama bin Laden. Fallaci rivela di aver incontrato lo sceicco in un albergo di Beirut: “Parlo del giovanotto che nel luglio del 1982 vedemmo a Beirut. Quello incredibilmente alto e dignitoso che vestito di un candido djellaba camminava per il salone del grande albergo dove c’eravamo appena trasferite, che un paio di volte girò attorno alla nostra poltrona lanciandoci un’intensa occhiata di antipatia. Anzi di ostilità”.
Figure, persone e storie apparentemente diverse e lontane, ma che Fallaci lega a un unico filo: c’è una religione che predica l’odio e lo sterminio della civiltà, e la civiltà è stanca e troppo politicamente corretta per accorgersene. Ma l’occidente non solo non se ne accorge, fa molto di più e di peggio: si adopera per accogliere l’invasione, per ridurre le difese, per sminuirsi e favorire il piano di conquista: “Il professor Bernard Lewis è un ottimista a profetizzare che l’Europa sarà tutta musulmana entro il 2100. Se non ti opponi alla nuova follia, lo sarà al massimo entro il 2017”. E mentre accade tutto questo arriva “il señor Zapatero” a buttare alle ortiche “il concetto biologico di famiglia”, autorizzando il matrimonio gay e, “quel che è peggio, mille volte peggio”, l’adozione gay. “E questo senza che nessuno gli dicesse almeno cretino: il mondo va a fuoco, l’Occidente fa acqua da tutte le parti, il terrorismo islamico non fa che tagliarci la testa, e tu perdi tempo coi matrimoni-gay e le adozioni-gay?”. L’atea Fallaci ne ha anche per Karol Wojtyla: “Questo senza che la Chiesa Cattolica si ribellasse, senza che il Papa (di nuovo) si difendesse. Magari tirando in ballo la Madonna di Czestochowa a cui è tanto devoto e che certo non avrebbe gradito l’iniziativa di Zapatero”. Il punto, spiega Fallaci, è che spesso l’omosessualità diventa ideologia, “come se fosse uno stato di grazia anzi di superiorità” e “la normalità uno svantaggio anzi uno stato di inferiorità”. La presunta superiorità, scrive Fallaci, ha un punto debole: “Quello che, buttando alle ortiche il concetto biologico di famiglia, il señor Zapatero finge di scordarsi. L’omosessualità non permette di procreare. Se diventiamo tutti omosessuali, la specie finirebbe. Si estinguerebbe come i dinosauri”. Fallaci spiega a lungo questo concetto, anche attraverso il racconto di un pranzo romano con Pier Paolo Pasolini, due mesi prima della sua morte: “Per essere concepiti, ci vuole un ovulo e uno spermatozoo. Che ci piaccia o no, su questo pianeta la vita funziona così” e “nell’immagine di due uomini o di due donne che col neonato in mezzo recitano la commedia di Maria e Giuseppe vedo qualcosa di mostruosamente sbagliato”.
Il ragionamento della scrittrice trova conferme nel caso di Rocco Buttiglione al Parlamento europeo, colpevole di aver pronunciato la parola “peccato”: “Vi colsi la prova definitiva del nostro cupio dissolvi, l’ansia di autodistruzione che ormai divora l’Occidente attraverso il suo cancro intellettuale e morale”. Fallaci non ama Buttiglione, “mi irrita la sua mellifluità alla Mortadella, la sua educata spocchia alla D’Alema e la condiscendenza con cui invita a rileggere De Captivitate Babylonica Ecclesiae o Regulae ad directionem Ingenii”, ma “se non mi brucia sul rogo perché la penso in modo diverso da lui, ha il diritto d’essere cattolico come io ho diritto d’essere atea”.

Il trasferimento a Tonga
Cinque cose avevano convinto Oriana Fallaci a lasciare l’Italia per trasferirsi a Tonga (non a “Sant’Elena” perché “io per Napoleone ho sempre nutrito malevolenza”, altre quattro l’hanno fatta restare. La prima è stata la reazione di chi, di fronte a gente che ha ucciso 150 bambini in nome di Allah, ha dato la colpa a Putin. Poi il suo Corriere della Sera che ha promosso un tragicomico Manifesto sull’Islam “moderato” sponsorizzato dal ministro Beppe Pisanu e lodato da Carlo Azeglio Ciampi. L’Islam moderato non esiste, scrive Fallaci: “Il Corano è ciò che è. E i fondamentalisti, gli integralisti non sono il suo volto degenere. Sono il suo vero volto, il suo volto fedele”. Esistono, però, i musulmani moderati, “certo che esistono, ma sono una minoranza esigua”, come Abdel Rahman al-Rashed che sul giornale Asharq al-Awsat ha scritto un articolo che Fallaci riporta per intero e il cui succo è questo: “E’ un fatto che non tutti i musulmani sono terroristi, ma è ugualmente un fatto che tutti i terroristi sono musulmani”. Infine la pantomima delle “due Simonette”, Zapatero e il caso Buttiglione. Ma sono state la firma a Roma di una Costituzione europea “senz’anima”, il video di bin Laden (“in lui vidi qualcosa di apocalittico”, l’assassinio di van Gogh e la reazione italiota alla morte del “padre del terrorismo”, cioè di Arafat, a farla rimanere: “Non bisogna cedere. Bisogna resistere. Io non voglio cedere. Voglio resistere. Perché voglio vedere la sconfitta del Mostro, voglio vedere la vittoria dell’Angelo che lo imprigiona”.




Di sicuro questo libro non mancherà sotto l'albero di Natale.
wildusty
00martedì 14 dicembre 2004 14:18
'AZZ!
E se "il Mostro" fosse invece qualcosa di simile alla signora oriana fallaci?
Cioè un concentrato di odio, rabbia, intolleranza, paura, disprezzo, aggressività? [SM=g27825]
Io, nel dubbio, mi dedico ad altre letture [SM=x145468]
admin/moris
00martedì 14 dicembre 2004 14:37
L'idea del nemico da annientare e del complotto, quante affinità tra la Fallaci e l'integralismo islamismo...

Emtrambi hanno un bisogno fottuto di un nemico immaginario ma mortale, come il babau che di notte tiene svegli i bambini.
Entrambi stabiliscono che questo nemico, l'orco, l'uomo nero, cospira contro la migliore delle vite possibili e ne deducono, che chiunque sia immediatamente riconoscibile come nemico partecipa in prima persona al complotto. Dunque va smascherato e dato in pasto all'odio universale, sparandogli contro pamphlet rabbiosi e condanne.
cossaigh
00martedì 14 dicembre 2004 15:06

Quello che accomuna queste persone è un'autentica patologia mentale (psichiatrica). In queste persone (fondamentalisti di qualsiasi ideologia laica o religiosa e ... Oriana) parla la mente ammalata. Il voler vedere, a tutti i costi, la parte ammalata di sè stessi negli altri. Il bello (si fa per dire) è che i farmaci e i ricoveri possono aiutare, ma non risolvere il problema. E poi, in fondo, aggressivi ed intolleranti e fanatici lo siamo un po' tutti. Bastasse scegliere l'ideologia (o la fede) "giusta" per risolvere i problemi personali e sociali ... [SM=g27825]

P.S. Scusatemi per l'intervento un po' "qualunquista" ... [SM=g27823]
gior77
00martedì 14 dicembre 2004 15:09
Re:

Scritto da: Matteo, Berghem 14/12/2004 14.08
L'APOCALISSE DI ORIANA.

Nuovo libro della Fallaci, un’invettiva contro il Mostro islamista e la Bestia collaborazionista di un’Europa che preferisce distruggere il “concetto biologico di famiglia” piuttosto che difendersi.
Da leggere


Milano.
Oriana Fallaci torna in libreria, oggi, con un cofanetto che raccoglie la sua Trilogia post 11 settembre (“La Rabbia e l’Orgoglio”, “La Forza della Ragione”, “Oriana Fallaci intervista sé stessa” riveduta, corretta e ampliata. All’intervista ha aggiunto un lungo Post Scriptum di 103 pagine, praticamente un altro libro, sempre sotto forma di colloquio con se stessa, che ha intitolato “L’Apocalisse”.
Il Foglio lo ha letto in anteprima e ve lo racconta.

Hai capito, il foglio, mica il New York Times ...

L’Apocalisse è la visione mistica di Giovanni l’evangelista, il racconto di “un mostro che saliva dal mare”, con sette teste e dieci corna, così forte e così potente che nessuno ebbe il coraggio di contrastarlo e al quale fu consentito di “pronunciare frasi arroganti, offendere Dio, maledire il suo nome”. Un mostro che ricevette il potere su ogni uomo e su ogni cosa e al quale fu consentito “di far guerra a coloro che appartengono al Signore”. Il Mostro, secondo Fallaci, è l’Islam, il credo in nome del quale si uccidono centocinquanta bambini a Beslan e tutte le altre orrende cose che sono accadute in questi anni.

Certo, certo, la Chiesa Cattolica invece non hai mai torto un capello. Sul rogo ci metteva i polli per fare grigliate. In Centro e Sud America andava a far festa a base di mojito ballando la salsa e il merengue. La Crociate in realtà erano le moderne crociere con navi di lusso e sale giochi, casinò, ecc. ecc.

Nell’Apocalisse, ricorda Fallaci, c’è anche un altro tipo di mostro: “Un mostro che saliva dalla terra”, una “Bestia” che “prese a esercitare il potere per conto del Mostro”. Secondo la scrittrice, la Bestia è il gruppo dei “collaborazionisti”, l’Europa che lei chiama “Eurabia”, “l’Occidente che divorato dal cancro morale fa il gioco dell’Islam. Rassegnato, soggiogato, pavido”. Sono la quinta colonna del Mostro, sono i volenterosi carnefici della nostra civiltà, quelli che inconsapevolmente lavorano ai fianchi la nostra tradizione, quelli che non hanno aperto gli occhi né l’undici settembre né l’undici marzo, coloro che nonostante le decapitazioni in Iraq e lo sgozzamento di Theo van Gogh ad Amsterdam fanno addirittura fatica a definire “islamico” il terrorismo in nome di Allah.

Certo, l'Europa, la patria di Hitler, Mussolini, Stalin, Franco ... dove un allenatore di calcio si rivolge ad un giocatore e lo chiama "negro di merda" e dice che è solo un modo di dire, non è razzismo, dove i tifosi di tante altre squadre italiane e non si divertono ad offendere i calciatori di colore, espongono simboli nazisti, dove i gay vengono ammazzati per strada con la sola colpa di essere gay ... è questa l'Europa che vuole questa donna?

Lo stile letterario di Fallaci è il consueto: ricco, potente, evocativo, vivo. Per capire il suo modo di scrivere bisogna pensare a un neologismo americano: “It’s-all-about-me-journalism”. Fallaci parla di se stessa, usa la sua biografia, talvolta il suo stesso corpo e la sua malattia, per arrivare diritta al cervello e alle viscere di chi la legge.
E guai a dirle che “rifarsi all’Apocalisse” per spiegare il mondo, può sembrare “un gioco intellettuale” o “un trucco letterario” o “una fantasia di scrittori” o “una fiaba”. Secondo Fallaci, “invece è la tragica realtà in cui viviamo duemila anni dopo Giovanni l’evangelista. Per capirlo basta dare un’occhiata ai giornali e alla Tv, o ascoltare le insensatezze che dicono i politicanti europei”.

In TV vedo solo il faccione sorridente di Silvio, altro non ci è dato di vedere.

Il mondo degli “sgomentevoli”
Fallaci ha ascoltato tutte queste insensatezze pronunciate da chi, in “La Forza della Ragione”, definisce uomini “sgomentevoli”. Nel tritacarne fallaciano finiscono Jacques Chirac, Laurent Fabius e, soprattutto, José Luìs Rodrìguez Zapatero. E poi Romano Prodi, chiamato più volte “Mortadella”, criticato più per come ha guidato l’Unione Europea che come leader dell’Ulivo. E poi, le due Simone, che lei chiama “le due Simonette”, ingrate con chi le ha liberate e invece grate, gratissime, con i carcerieri che in fondo le avevano trattate bene.

Qual'è la loro colpa? Credere in quello che fanno? E' una colpa questa?

Anche il presidente Carlo Azeglio Ciampi viene investito dalla rabbia orgogliosa di Fallaci, così come il Corriere della Sera (“ululando come un lupo impazzito giurai che sul Corriere non avrei pubblicato più neanche il mio necrologio”, e con il Corriere le prende anche Magdi Allam (mai citato per nome), l’Islam moderato (“non esiste”, l’idea di far entrare la Turchia nella Unione europea, la Costituzione europea privata delle sue radici giudaico-cristiane, il matrimonio e l’adozione gay, Yasser Arafat, il nuovo Premio Nobel per la Pace che accusa l’Occidente di aver diffuso l’Aids per sterminare gli africani e, ovviamente, Osama bin Laden.

Se non l'hanno diffuso, stanno facendo ben poco per salvarli. Ricordo ancora una volta: con i soldi spesi per sostenere la guerra in Iraq sarebbe stato possibile salvare circa 2 milioni di vite umane. Due milioni.
La Turchia in Europa? Non si può assolutamente, ha ragione, in Turchia è ancora in vigore la pena di morte. Come dite? Anche gli Stati Uniti hanno la pena di morte?
Il grande mostro Osama Bin Laden ... ricordiamolo, come Saddam è stato pagato e sostenuto dalla CIA fino a quando gli andava bene. E forse ancora adesso ...


Fallaci rivela di aver incontrato lo sceicco in un albergo di Beirut: “Parlo del giovanotto che nel luglio del 1982 vedemmo a Beirut. Quello incredibilmente alto e dignitoso che vestito di un candido djellaba camminava per il salone del grande albergo dove c’eravamo appena trasferite, che un paio di volte girò attorno alla nostra poltrona lanciandoci un’intensa occhiata di antipatia. Anzi di ostilità”.

Mi chiedo come si faccia a guardare la Fallaci ed esprimere gioia e felicità!

Figure, persone e storie apparentemente diverse e lontane, ma che Fallaci lega a un unico filo: c’è una religione che predica l’odio e lo sterminio della civiltà, e la civiltà è stanca e troppo politicamente corretta per accorgersene.

Non è la religione a predicare odio. Sono le persone a farlo. Dipende da come interpretano quello che è scritto. La Fallaci ne è un chiaro esempio.

Ma l’occidente non solo non se ne accorge, fa molto di più e di peggio: si adopera per accogliere l’invasione, per ridurre le difese, per sminuirsi e favorire il piano di conquista: “Il professor Bernard Lewis è un ottimista a profetizzare che l’Europa sarà tutta musulmana entro il 2100. Se non ti opponi alla nuova follia, lo sarà al massimo entro il 2017”.

E la colpa è dell'occidente? Non della Chiesa Cattolica, se non ci credono più in lei?

E mentre accade tutto questo arriva “il señor Zapatero” a buttare alle ortiche “il concetto biologico di famiglia”, autorizzando il matrimonio gay e, “quel che è peggio, mille volte peggio”, l’adozione gay.

Certo, guai ad autorizzare il matrimonio gay, ma lasciamo pure che i preti pedofili abusino dei nostri figli. Certo.

“E questo senza che nessuno gli dicesse almeno cretino: il mondo va a fuoco, l’Occidente fa acqua da tutte le parti, il terrorismo islamico non fa che tagliarci la testa, e tu perdi tempo coi matrimoni-gay e le adozioni-gay?”. L’atea Fallaci ne ha anche per Karol Wojtyla: “Questo senza che la Chiesa Cattolica si ribellasse, senza che il Papa (di nuovo) si difendesse. Magari tirando in ballo la Madonna di Czestochowa a cui è tanto devoto e che certo non avrebbe gradito l’iniziativa di Zapatero”. Il punto, spiega Fallaci, è che spesso l’omosessualità diventa ideologia, “come se fosse uno stato di grazia anzi di superiorità” e “la normalità uno svantaggio anzi uno stato di inferiorità”.

Ho una maglietta su cui c'è scritto: "Da vicino nessuno è normale" ...

La presunta superiorità, scrive Fallaci, ha un punto debole: “Quello che, buttando alle ortiche il concetto biologico di famiglia, il señor Zapatero finge di scordarsi. L’omosessualità non permette di procreare. Se diventiamo tutti omosessuali, la specie finirebbe. Si estinguerebbe come i dinosauri”.

Tutti omosessuali? Ma questo come le è venuto in mente? Gli omosessuali sono sempre esistiti, riconoscerli e concedergli alcuni diritti fondamentali non mi sembra poi cosa scandalosa. Il matrimonio è un contratto tra due persone, come la compravendita. Forse che un uomo non può vendere una macchina ad un altro uomo?
Personalmente mi piace la patata e credo che continuerà a piacermi


Fallaci spiega a lungo questo concetto, anche attraverso il racconto di un pranzo romano con Pier Paolo Pasolini, due mesi prima della sua morte: “Per essere concepiti, ci vuole un ovulo e uno spermatozoo. Che ci piaccia o no, su questo pianeta la vita funziona così” e “nell’immagine di due uomini o di due donne che col neonato in mezzo recitano la commedia di Maria e Giuseppe vedo qualcosa di mostruosamente sbagliato”.
Il ragionamento della scrittrice trova conferme nel caso di Rocco Buttiglione al Parlamento europeo, colpevole di aver pronunciato la parola “peccato”: “Vi colsi la prova definitiva del nostro cupio dissolvi, l’ansia di autodistruzione che ormai divora l’Occidente attraverso il suo cancro intellettuale e morale”.

Buttiglione ne ha dette di cotte e di crude, si documenti prima di dire stronzate.

Fallaci non ama Buttiglione, “mi irrita la sua mellifluità alla Mortadella, la sua educata spocchia alla D’Alema e la condiscendenza con cui invita a rileggere De Captivitate Babylonica Ecclesiae o Regulae ad directionem Ingenii”, ma “se non mi brucia sul rogo perché la penso in modo diverso da lui, ha il diritto d’essere cattolico come io ho diritto d’essere atea”.

Il trasferimento a Tonga
Cinque cose avevano convinto Oriana Fallaci a lasciare l’Italia per trasferirsi a Tonga (non a “Sant’Elena” perché “io per Napoleone ho sempre nutrito malevolenza”, altre quattro l’hanno fatta restare. La prima è stata la reazione di chi, di fronte a gente che ha ucciso 150 bambini in nome di Allah, ha dato la colpa a Putin.

E' stato dimostrato che sono più i morti per mano dei reparti speciali russi che non dei terroristi. Se la colpa non è di Putin, quantomeno si ritrova con delle forze speciali inadeguate a questo tipo di interventi.

Poi il suo Corriere della Sera che ha promosso un tragicomico Manifesto sull’Islam “moderato” sponsorizzato dal ministro Beppe Pisanu e lodato da Carlo Azeglio Ciampi. L’Islam moderato non esiste, scrive Fallaci: “Il Corano è ciò che è. E i fondamentalisti, gli integralisti non sono il suo volto degenere. Sono il suo vero volto, il suo volto fedele”.

E Libero che mi pubblica il Corano? Forse avrebbe bisogno di rileggersi la Bibbia, si accorgerebbe che ci sono tanti punti comuni ...

Esistono, però, i musulmani moderati, “certo che esistono, ma sono una minoranza esigua”, come Abdel Rahman al-Rashed che sul giornale Asharq al-Awsat ha scritto un articolo che Fallaci riporta per intero e il cui succo è questo: “E’ un fatto che non tutti i musulmani sono terroristi, ma è ugualmente un fatto che tutti i terroristi sono musulmani”. Infine la pantomima delle “due Simonette”, Zapatero e il caso Buttiglione. Ma sono state la firma a Roma di una Costituzione europea “senz’anima”, il video di bin Laden (“in lui vidi qualcosa di apocalittico”, l’assassinio di van Gogh e la reazione italiota alla morte del “padre del terrorismo”, cioè di Arafat, a farla rimanere: “Non bisogna cedere. Bisogna resistere. Io non voglio cedere. Voglio resistere. Perché voglio vedere la sconfitta del Mostro, voglio vedere la vittoria dell’Angelo che lo imprigiona”.

Quale sarebbe l'Angelo? Ha detto che è atea, che l'occidente accoglie a braccia aperte il Mostro, e allora qual'è l'Angelo? Bush padre o Bush figlio?


Di sicuro questo libro non mancherà sotto l'albero di Natale.

[Modificato da gior77 14/12/2004 15.15]

[Modificato da gior77 14/12/2004 15.17]

Matteo, Berghem
00martedì 14 dicembre 2004 15:35

"Certo, certo, la Chiesa Cattolica invece non hai mai torto un capello. Sul rogo ci metteva i polli per fare grigliate. In Centro e Sud America andava a far festa a base di mojito ballando la salsa e il merengue. La Crociate in realtà erano le moderne crociere con navi di lusso e sale giochi, casinò, ecc. ecc. "

Non sapevo che la chiesa cattolica facesse ancora queste cose.


"Certo, l'Europa, la patria di Hitler, Mussolini, Stalin, ranco ... dove un allenatore di calcio si rivolge ad un giocatore e lo chiama "negro di merda" e dice che è solo un modo di dire, non è razzismo, dove i tifosi di tante altre squadre italiane e non si divertono ad offendere i calciatori di colore, espongono simboli nazisti, dove i gay vengono ammazzati per strada con la sola colpa di essere gay ... è questa l'Europa che vuole questa donna?"

Non è questa l'Europa che vogliamo, ma neanche diventare una colonia araba.


"La Turchia in Europa? Non si può assolutamente, ha ragione, in Turchia è ancora in vigore la pena di morte. Come dite? Anche gli Stati Uniti hanno la pena di morte?
Il grande mostro Osama Bin Laden ... ricordiamolo, come Saddam è stato pagato e sostenuto dalla CIA fino a quando gli andava bene. E forse ancora adesso ..."

NO alla Turchia in Europa, non ha nulla a che fare con noi, vieni anche tu domenica a Milano a manifestare per questo?



"Certo, guai ad autorizzare il matrimonio gay, ma lasciamo pure che i preti pedofili abusino dei nostri figli. Certo."

Sono contrario ai matrimoni gay e non per questo sono contento dei preti pedofili. Non capisco il nesso.



Mah, si è leggermente capito che a me la Fallaci piace.
wildusty
00martedì 14 dicembre 2004 16:28
Belin, figgeu, ma perchè funestarsi il Natale con la trilogia della Fallaci?
Che poi, se uno proprio ha voglia di una trilogia, ce ne sono di più piacevoli. [SM=g27828]
Io penso ad esempio alla "Trilogia di Barrytown" di Roddy Doyle; o anche alla "Trilogia di Guerre Stellari, volendo.
O al limite anche la trilogia del Signore degli Anelli. Un po' una palla, ma sempre meglio della Fallaci... [SM=x145452]
dubh
00martedì 14 dicembre 2004 22:07
Quoto quanto detto da voi in pieno.
La Fallaci parla dal suo loft new yorkese sputando su tutto e tutti, ma ha davvero rotto [SM=g27834] (e non è che sappia scrivere neppure tanto bene)

Buon Natale, regaliamo altre trilogie, come ha detto Wildusty, che è meglio [SM=g27823]
rosy71
00martedì 14 dicembre 2004 23:16
Re:
La Fallaci parla dal suo loft new yorkese sputando su tutto e tutti, ma ha davvero rotto [SM=g27834] (e non è che sappia scrivere neppure tanto bene)

Hai capito, sì, mica scrive dal suo monolocale a Istia d'Ombrone...ah già, ma lei è stata tanto ammalata, poverina.

Mah...Ognuno legge quello che si merita.

Ro'
anam cara
00martedì 14 dicembre 2004 23:25
Lo stile letterario di Fallaci è il consueto: ricco, potente, evocativo, vivo. Per capire il suo modo di scrivere bisogna pensare a un neologismo americano: “It’s-all-about-me-journalism”. Fallaci parla di se stessa, usa la sua biografia, talvolta il suo stesso corpo e la sua malattia, per arrivare diritta al cervello e alle viscere di chi la legge.

Qualcuno glielo aveva chiesto?
Ma per sfornare libri, oltre a saper mettere due parole in croce, non si dovrebbe saper impiccare pure tre o quattro fobie? sta donna ce n'ha qualcuna, eh...[SM=g27820]

Anche il presidente Carlo Azeglio Ciampi viene investito dalla rabbia orgogliosa di Fallaci

Adesso mi dovete dire come un nonnetto (nel senso + affettuoso del termine!) come Ciampi possa scatenare una rabbia orgogliosa!![SM=g27828]

Il punto, spiega Fallaci, è che spesso l’omosessualità diventa ideologia, “come se fosse uno stato di grazia anzi di superiorità” e “la normalità uno svantaggio anzi uno stato di inferiorità”.

Se essere gay significa essere diversi, diversi dalla Fallaci, io dichiaro che da oggi sono felicemente omosessuale![SM=g27835]



Questa donna è una forza della natura, davvero. Spaventosa e distruttrice come una valanga stile Vayont!!
Una valanga di guano, però.
Bleah.



Corcaigh
00mercoledì 15 dicembre 2004 00:35
AAAAAARGGGH![SM=x145460] [SM=x145460] [SM=x145460] [SM=x145460] [SM=x145460] [SM=x145460]
Ancora la Fallaci, NOOOO! Qualcuno la interdica! Da quando è entrata in menopausa la carenza di ormoni e la demenzia galoppante la porta a sparare una sequela delirante dietro l'altra...[SM=x145460] [SM=x145460] [SM=x145460] [SM=x145460]
Che se ne vada VERAMENTE a Tonga con Ian Pasley, così si possono sputare in faccia l'uno con l'altra [SM=g27816]
[SM=g27820]
[SM=x145481]
lough
00mercoledì 15 dicembre 2004 00:46
SDRAMMATIZZIAMO???
Contrariamente all'invito di Moris di ravvivare il forum, vi propongo una serie di celebri berlusconate - (alla fine il "nostro presidente" rischia di essere + simpatico della Fallaci, della quale condivido in buona sostanza le sue idee, (pur non avendo mail letto un suo libro) e preoccupazioni benchè consideri controproducente il suo modo di esporle)

(http://www.drzap.it/O_Berlusconi.htm)

le frasi del berluska

Alla Presidenza della Repubblica non potevamo votare la Russo Jervolino: come dice il proverbio, anche l'orecchio vuole la sua parte.

Bertinotti dice di amare tanto i poveri: li ama cosi' tanto che li vuole raddoppiare.

Quando Bossi parla di peronismo io credo che si riferisca alla birra Peroni che e' l'unico peronismo che conosce.

Se camminassi sull'acqua direbbero che non so nuotare.

L'europeismo è nel sangue degli italiani, risale ai tempi dell'Impero romano.

Forza Italia potrebbe ragionevolmente perfino essere descritta come un partito di centrosinistra. (al Times)

Sono dalla parte dell'America prima di sapere da che parte sta l'America.

I fondatari di Roma sono Romolo e REMOLO! (al vertice della NATO a Roma, nel maggio 2002) (E Brontolo, Mammolo, Pisolo, Eolo, Cucciolo... Gongolo???)

Vi presento l'on. Giuseppe Palumbo, di Forza Italia. Ecco un uomo che ha le mani in pasta: fa il ginecologo.

Nel 1988 Silvio Berlusconi e' ricevuto da papa Wojtyla, insieme ad altri colleghi, come Presidente del Milan. Quando e' davanti al pontefice dice: "Cara Santita', mi lasci dire che lei assomiglia al mio Milan. Infatti, lei, come noi, e' spesso all'estero, cioe' in trasferta, a portare in giro per il mondo un'idea vincente. Che e' l'idea di Dio".

L'unico conflitto di interessi, in Italia, è quello della sinistra con la verità.

Noi non siamo qui per governare, per l'ordinaria amministrazione. (marzo 2002)

Sei povero? Colpa tua! (05/09/01)

Siamo pronti ad eliminare il Comunismo in Italia. (13/06/01)

Nella vita, senza fortuna, non si combina nulla.

L'anticomunismo è un dovere morale. (discorso al meeting di C.L. Rimini 2000)

La gente deve spendere. Non deve risparmiare, deve spendere.

Cinquecento cubani scappati negli Stati Uniti guadagnano di più di novemila cubani rimasti a Cuba. Ricordatevelo quando D'Alema dice che nell'Ulivo non ci sono più comunisti. (13/4/96)

Non capisco la ragione di tanta urgenza in Parlamento per l'approvazione del legittimo sospetto. (ANSA, 31 luglio 2002)

Prodi, quello che dovrebbe essere il leader delle opposizioni, l'ho sentito parlare della sua ricetta economica. Risibile. Siamo a livelli di comicità pura (10 marzo 1995)

Io sono unto dal Signore.

E' difficile non andare d'accordo con me, perchè quando c'è qualcuno che ha delle punte mi faccio concavo, quando c'è qualcuno che si ritrae mi faccio convesso. (24/1/96)

Il conflitto di interessi riguarda quei partiti che in questi decenni hanno profittato del loro peso per distribuire pensioni. (19/3/96)

Quando mi arrivò la tessera della P2 rimasi offeso perchè sopra c'era scritto "apprendista muratore": ma come, io ero un costruttore affermato! (19/1/96)

Par condicio? Solo a sentir parlare di queste cose mi viene l'orticaria. (18/2/96)

Quando tornerò a Palazzo Chigi, vi prometto che mi abbronzerò di meno, ma voi lo sapete che in una giornata io lavoro 27 ore. (18/4/96)

Prodi è la protesi di D'Alema. (15/4/96)

Siamo sicuri che, se l'Ulivo vince, il 21aprile avremo ancora la possibilità di elezioni veramente libere? Io non rispondo, fatevi voi questa domanda. (17/4/96)

No, non ho parlato di pena di morte con i leader cinesi. D'altra parte bisogna pensare al rapporto col numero degli abitanti. I cinesi sono talmente tanti. (Radio Radicale, 2 settembre 2002)

Ah, finalmente siete in gabbia giornalisti, siete nel posto giusto, così capite cosa vi sarebbe successo se fosse andato in porto un certo disegno... (17/1/96)

Il gruppo Fininvest, di cui non mi occupo più, è stato costretto a vendere gli Euromercati perchè i compagni avevano smesso di frequentarli. (25/3/96)

Nel frattempo i piu' volenterosi anche se in Cassa Integrazione troveranno un lavoro, magari non ufficiale, dal quale deriverebbero entrate in più in famiglia. (in un'intervista di Fede riferendosi ai cassaintegrati Fiat)

Sono quasi un santo. (5/12/2002)

Per fortuna che ci sono qui io. (Silvio Berlusconi a Vespa)

Cara Santità, mi lasci dire che lei assomiglia molto al mio Milan. Infatti, lei, come noi, è spesso all’estero, cioè in trasferta, a portare in giro per il mondo un’idea vincente. Che è l’idea di Dio (1988, Città del Vaticano).

"Pagare moneta, vedere cammello." (Silvio Berlusconi a Chirac sull'affare Airbus)

Il governo non è bello se non è litigarello. (al vertice europeo di Laeken).

Erano non più di 700.000. C'era tanta gente che ha fatto una scampagnata per il semplice motivo che gli è stato offerto il viaggio gratis, la colazione gratis e di visitare i musei la domenica pomeriggio. (parlando della mega manifestazione della Cgil a Roma)

Arafat mi ha chiesto di dargli una TV per la striscia di Gaza; gli mandero' Striscia la notizia. (7 marzo 1997 sul 'Corriera della Sera')

Non e' vero che io racconto barzellette, anzi disistimo chi lo fa... Io invece uso delle storielle per scolpire meglio dei concetti. (27 sett. 2002)

Non leggero' il mio discorso, tanto ce lo avete gia' scritto. (22 nov. 2002 sul Venerdi' di Repubblica)

Io sono una persona moderata, ma il 62 % dei miei elettori e' di sinistra. (su 'El Mundo', 21 lug. 2002)

Sono incapace di dire no. Per fortuna sono un uomo e non una donna. (ANSA, 22 aprile 1999)

Non e' vero che dopo tutte le interviste mi e' venuta una voce piu' sexy? (Corriere della Sera, 23 aprile 1996)

Sono un lupo solitario che pero' vive nel sistema. (da "Repubblica', 28-nov-1991)

Accusare di corruzione me e' come arrestare madre Teresa di calcutta perche' una bambina del suo istituto ha rubato una mela. (da "La Stampa', 28-ott-1995)

Io ho sempre fiducia, perche' ho la fiducia incorporata. (ANSA, 24-ott 1997)

Mi sono accorto che l'Italia era poco considerata. Ho telefonato ai leader degli altri paesi e gli ho detto: se fate cosi' non contate piu' sull'Italia! L'atmosfera da quel momento cambio'. (da 'L'Unita', 25-ago-2002)

Guardando in giro vedo che non c'e' un governo migliore: ho un complesso di superiorita' che devo frenare. (da 'La Stampa', 22-lug-1994)

Ho insegnato al Milan come si gioca al calcio. (ANSA, 23-mar-2001)

Mi si accusa di aver detto che i comunisti mangiano i bambini. Ma se volete posso organizzare un convegno in cui dimostrero' che i comunisti hanno realmente mangiato i bambini e fatto anche di peggio. (ANSA, 20-ott-2000)

Chi salvo fra Dini, D'Alema, Prodi, Veltroni e Bertinotti? Li butto tutti dalla torre e poi chiedo il Nobel per la pace. (da 'La Stampa', 30-ott-1995)

La fine della guerra è una sconfitta per i pacifisti.

Rutelli è più bello di me, ma le elezioni non sono un concorso di bellezza.

Qualsiasi cosa sia accaduta, me ne spiaccio... (1994, durante una conferenza stampa da Presidente del Consiglio)

Bisogna detoscanizzare l'Italia... (Primavera 2000, durante un comizio elettorale)

L'omicidio D'Antona? Un regolamento di conti all'interno della sinistra... (Primavera 2001)

Lo scandalo doping? E' un'altra invenzione della sinistra! (Marzo 2001)

Lo senti questo profumo, Costanzo? Sono in odore di santità ! (2001, durante una puntata del "Maurizio Costanzo Show")

Sarò un Presidente operaio! (2001, durante la campagna elettorale)

Sono il miglior capo e dirigente in Europa, negli USA mi fa ombra solo Bill Gates..." (Aprile 2000)

Mussolini non ha mai ammazzato nessuno, Mussolini mandava la gente a fare vacanza al confino. (settembre 2003)

Bossi è un uomo dalla personalità complessa e dalla mentalità dissociata. (L'Unità - 25/6/2003)

La sinistra agisce a colpi di giustizia. (Adnkronos, 11/05/2003)

Bossi ha dei metodi da venditore di Piaget falsi. Solo dei minus habens potrebbero credere alle cose che dice di noi. Parla come un ubriaco da bar. (L'Unità - 25/6/2003)

Bossi è la Wanna Marchi della politica. Mi viene il sospetto che voglia guidare il Polo delle parole in libertà. (L'Unità - 25/6/2003)

Bossi è un Giuda, traditore, ladro con scasso di voti, ricettatore, truffatore, doppia, tripla, quadrupla personalità. Un pataccaro. (L'Unità - 25/6/2003)

Sì è vero, la legge è uguale per tutti, ma per me è più uguale che per gli altri perché mi ha votato la maggioranza degli italiani. (dichiarazioni spontanee al Trib.di Milano, 17/6/2003)

Ve lo giuro sui miei figli: questo decreto non è stato fatto per nessuno della mia nidiata. (20 luglio 1994)

Dire che io utilizzo la mia posizione di leader politico per interessi personali è negare il disinteresse e la generosità che mi appartengono. (La Stampa, 15 dicembre 1995)

Un giornalista gli chiede: «Lei è stato iscritto alla P2 di Craxi e del C.A.F. (Craxi, Andreotti e Forlani)?». «Basta! Non ne posso più! Mi iscrissi perché stremato dall’insistenza del mio amico Roberto Gervaso. Ricevetti la tessera di “apprendista muratore”, dissi di rimandarla indietro. O mi fanno Grande Maestro o niente». (La Repubblica, 27 novembre 1993)

Io non mi siederò mai più ad un tavolo dove ci sia il signor Bossi. Non sosterrò mai più un governo che conti su Bossi come sostegno. E’ una persona totalmente inaffidabile. Mi meraviglio come anche i mezzi di comunicazione, senza nessun senso critico, diano ospitalità a tutte le sue esternazioni che non hanno né capo né coda. ( «ANSA», 2 febbraio 1995, ore 17:01)

Emilio Fede? Prima ero critico, ma adesso comincio ad apprezzarlo. E’ un baluardo per la democrazia e per l’informazione. («La Repubblica», 4 gennaio 1995)

La mia bravura è fuori discussione, la mia sostanza umana, la mia storia, gli altri se la sognano. Sono loro che devono dimostrare a me di essere bravi... («ANSA», 7 marzo 2001)

Hanno fatto una prova anche su di me, sulla mia funzionalità cerebrale e fisica e hanno deciso che sono un miracolo che cammina. («ANSA», 5 ottobre 2002)

Per fare quel lavoro devi essere mentalmente disturbato, devi avere delle turbe psichiche. Se fanno quel lavoro è perché sono antropologicamente diversi dal resto della razza umana. (riferito alla magistratura) («La Repubblica», 5 settembre 2003)

Venghino venghino a investire in Italia, che non ci sono piu' i comunisti ! (a Wall Street, Settembre 2003)




[Modificato da lough 15/12/2004 0.56]

Matteo, Berghem
00mercoledì 15 dicembre 2004 08:49
Re: Re:

Scritto da: rosy71 14/12/2004 23.16

Mah...Ognuno legge quello che si merita.

Ro'



Grazie, so di meritarmi i suoi libri e sono felice di comprarli e di leggerli, condividendo le idee della Fallaci.
rosy71
00mercoledì 15 dicembre 2004 08:53
Esattamente quello che intendevo io.

Ro'
Sean1
00mercoledì 15 dicembre 2004 09:19
....La vita e' troppo breve per leggere cattivi libri...


laconicamente vostro
Sean1
00mercoledì 15 dicembre 2004 10:13
Il paladino della causa degli indios del Chiapas (da repubblica)
Il paladino della causa degli indios del Chiapas
scrive un romanzo con Paco Ignacio Taibo II
Il subcomandante prese la penna
giallo a quattro mani per Marcos
di ALESSANDRO OPPES


Il subcomandante Marcos [SM=g27811]

MADRID - Scrittore improvvisato, a beneficio della causa rivoluzionaria. Il sub-comandante Marcos si conferma come il vero leader guerrigliero moderno, al passo con le esigenze mediatiche del XXI secolo. La lotta per la difesa degli indigeni del Chiapas langue? Il mondo si sta dimenticando delle rivendicazioni zapatiste? Ecco che Marcos estrae dal suo cilindro un progetto che punta sicuro all'obiettivo: tornare a far parlare di sé, e dei suoi. L'idea - un romanzo giallo a quattro mani - è sua, e in un primo momento aveva lasciato interdetto quello che poi è diventato l'entusiasta co-autore: Paco Ignacio Taíbo II.

Lo scrittore messicano di origine spagnola l'aveva giudicata una "pura follia" quando ricevette il primo messaggio via e-mail dalla giungla del Chiapas. In realtà non ci ha pensato tanto, prima di decidere che era un'esperienza che valeva la pena fare. Risultato: il progetto è decollato con una tale rapidità che la pubblicazione del romanzo - dal titolo Muertos incomodos (falta lo que falta) - che tradotto in italiano è Morti scomodi (manca quello che manca) - è già in corso, a puntate, sul quotidiano messicano La Jornada.

Ma l'opera non è ancora completa e nessuno sa (forse neppure i due autori, che non si sono mai incontrati) di quanti capitoli sarà composta. Quando il libro sarà completo, uscirà in Spagna e Sudamerica curato dall'editrice Planeta, in Italia da Il Saggiatore-Marco Tropea, e poi negli Stati Uniti, in Francia, Grecia, Turchia: successo garantito, insomma.

Di sicuro, per il momento, c'è solo l'idea iniziale: a Marcos sono affidati i capitoli uno, tre e cinque, nei quali il protagonista è Elías Contreras, un ribelle zapatista impegnato come detective nel Chiapas, sulle tracce di una donna che si suppone sia stata sequestrata ma che poi risulta essere vittima di violenze da parte del marito; mentre Taíbo (autore dei capitoli due - scritto "in tre giorni e tre notti" - quattro e sei) ripropone un personaggio già presente in altri suoi romanzi, il detective Héctor Belascoarán Shayne. I due investigatori si incontreranno nel settimo capitolo, ai piedi del monumento alla rivoluzione, a Città del Messico, dove è sepolto Pancho Villa, e si renderanno conto che stanno indagando sulla stessa vicenda.


La seconda parte del romanzo è ancora tutta da decidere, e sarà frutto di un fittissimo carteggio via e-mail tra gli autori, che dovranno anche concordare il finale della storia.

A chi gli chiede se non abbia il timore di venire usato dal leader rivoluzionario in un'operazione che potrebbe avere un fine propagandistico, Paco Ignacio Taíbo - da sempre sostenitore della causa zapatista - dice che in realtà non gli dispiacerebbe affatto: "La ribellione del Chiapas fu pienamente giustificata". Ma aggiunge di non sentirsi in alcun modo utilizzato. Su Marcos esprime solo un giudizio tecnico, come scrittore: "Ha uno stile molto fluido e molto corretto".

In realtà il messaggio politico traspare in modo non troppo velato dalle parole del mitico comandante guerrigliero, che arriva ad autocitarsi nel primo capitolo, dove il detective Contreras entra in azione proprio su richiesta del "Sub-comandante Insurgente Marcos". Il quale esprime il suo sdegno quando scopre che la donna della quale si sono perse le tracce ha subito violenze da parte del marito: un comportamento indegno di un ribelle zapatista.

Su un obiettivo Marcos e Taíbo sono d'accordo: il romanzo dev'essere un'occasione di denuncia di alcuni dei "grandi mali di cui soffre il Messico, come la corruzione politica e gli abusi di potere". Riflessione che il subcomandante aveva già fatto, quasi due anni fa, con Manuel Vázquez Montalbán, proponendogli di scrivere quello che doveva essere un romanzo a sei mani. Ma l'improvvisa morte, lo scorso anno a Bangkok, dello scrittore catalano (che aveva conosciuto Marcos nella selva del Chiapas), provocò prima una sospensione e poi una revisione del progetto. Ciò non toglie che nelle pagine di Muertos incomodos trova posto anche il celebre detective di Montalbán, Pepe Carvalho.


(15 dicembre 2004)


lough
00mercoledì 15 dicembre 2004 10:14
tra libri cattivi e libri da bruciare il passo (almeno mentale) è molto breve...
gior77
00mercoledì 15 dicembre 2004 10:34
Re:

Scritto da: lough 15/12/2004 10.14
tra libri cattivi e libri da bruciare il passo (almeno mentale) è molto breve...



Ecco, io brucerei tutti i libri di Vespa e di Fede, tanto per cominciare.

Personalmente preferisco dedicarmi a letture politicamente disinteressate, ultimamente ho ripreso in mano Asimov, ma questo devo andarlo a scrivere su un altro 3d ...
Sean1
00mercoledì 15 dicembre 2004 10:45
Re:

Scritto da: lough 15/12/2004 10.14
tra libri cattivi e libri da bruciare il passo (almeno mentale) è molto breve...



no i libri cattivi basta semplicemente non leggerli e non comprarli , lascio certe pratiche naziste o da inquisizione agli eredi di queste "tradizioni".

ps la legge del mercato dovrebbe far giustizia dei libri cattivi se questi non fossero comprati quegli autori sarebbero ritirati dal mercato ...ma purtroppo proprio i libri cattivi sono i piu' venduti, i best seller con le copertine ipercolorate e patinate, i libri immondizia....dimmi quel che leggi e ti diro'.....
Sean1
00mercoledì 15 dicembre 2004 12:23
una recensione
Recensioni:
La forza del niente: il caso Fallaci
di Valerio Evangelisti


Questa recensione è stata in origine scritta su richiesta della Beirut Review, supplemento culturale del quotidiano libanese The Daily Star. Per questo alcuni passaggi sono chiaramente rivolti a un pubblico straniero.

E’ quasi impossibile sottoporre a una seria critica letteraria il libro di Oriana Fallaci La forza della ragione, pubblicato dall’editore italiano Rizzoli e, dopo il successo in patria, tradotto in molti paesi occidentali. Non è un vero e proprio pamphlet: gliene mancano la stringatezza e il rigore argomentativi. Non è di sicuro un saggio: i materiali vi si accumulano senza ordine alcuno, le fonti sono dubbie, fraintese o di seconda meno, le tesi di fondo non sono dimostrate né dimostrabili.
E’ certamente un’invettiva, però mal condotta. L’autrice, che ci fissa con occhi gelidi dalla quarta di copertina e che, fin dallo sguardo, parrebbe pronta a impartire al mondo occidentale una severa lezione, tende di continuo a divagare, a saltare da un tema a un altro, ad affastellare riferimenti disparati fino a perdere il filo del discorso. Talora addirittura sembra tentennare, balbettare, quasi che, tradita dalla foga, abbia scordato di cosa sta parlando. In quel caso o chiude il capitolo, o passa a ragionamenti completamente diversi: i primi che le passano per la mente.


(continua a leggere "La forza del niente: il caso Fallaci" http://www.carmillaonline.com/archives/2004/12/001120.html)

Sean1
00mercoledì 15 dicembre 2004 15:02
qualche passaggio della recensione...enjoy it...ehehehe
Forse è dare troppa importanza alla Fallaci, ma leggendo La forza della ragione il pensiero corre al Mein Kampf di Hitler. Un testo che, ai giorni nostri, pochi hanno letto, proprio perché non era fatto per essere letto: piuttosto era fatto per essere sfogliato. Rigore logico quasi assente, strutturazione nulla, un continuo divagare, base scientifica o conoscitiva ridotta a zero. Solo alcune idee forti erano ripetute di continuo, per catturare l’attenzione del lettore distratto. Più che di idee si trattava di immagini: l’Ebreo (poco importava se ricco o povero, se credente o agnostico, se comunista o nazionalista) quale portatore di malattie misteriose e segrete, di marciume biologico, di potere contaminante. Al punto che tra Ebreo e malattia non vi era più differenza: tutta la genia era di volta in volta la piaga e il suo pus, che l’igiene imponeva di eliminare d’un colpo solo. Era questa l’idea destinata a restare in mente al lettore che scorresse anche solo una pagina su cinque.
Non dissimile è il procedimento della ripetizione ossessionante del medesimo concetto, tra un fiume di parole alla deriva, messo in atto da Oriana Fallaci. Anche il lettore disattento, letto il suo libro, farà l’amalgama tra musulmani di ogni età e condizione (riuniti in un’unica figura, l’Arabo, quale che sia il paese di provenienza, inclusi la Somalia e l’Iran) e il complotto perverso di cui sono portatori, pari per origine remota e crudeltà di intenti a quello contemplato dai Protocolli dei Savi di Sion.
Il conducente algerino della metropolitana di Parigi, il medico siriano assunto da una clinica di Ginevra, il giovane somalo che studia in Italia, l’operaio turco di un’officina belga si trovano a loro insaputa, in quanto musulmani, partecipi di un complotto che ha per capo Bin Laden, e per fine l’abbattimento della Tour Eiffel.
Argomenti a sostegno della tesi? Oh, i più vari. Si va dalla strage dei cristiani di Costantinopoli per mano di Maometto II, nel 1453, al martirio del nobile veneziano Bragadin, nel 1571; dall’obbligo (inventato di sana pianta) dei cristiani di Granada di inginocchiarsi al passaggio di un qualsiasi musulmano alla pratica dell’infibulazione, presentata quale portato naturale dell’Islam e non, malgrado la sua localizzazione africana, quale frutto esecrabile di tradizioni preesistenti.
Inutile aggiungere che questo condensato strumentale di storia del mondo arabo, racchiuso nella prima metà del capitolo 1, omette di menzionare il trattamento che i crociati riservarono ai musulmani quando riuscirono ad avere la meglio, o quello che, dopo la riconquista di Granada, l’Inquisizione destinò ai medesimi, anche nel caso in cui avessero rinunciato alla loro fede.
Ma è inutile perdere tempo in una discussione storiografica. Oriana Fallaci strumentalizza la storia, di cui conosce poco e della quale non le importa nulla, solo a sostegno dei due temi che le stanno a cuore. Il primo: espellere gli immigrati di religione musulmana dall’Europa. Il secondo: sostenere con motivazioni, sia razziali che culturali, la politica offensiva degli Stati Uniti di Bush e dell’Israele di Sharon.Per questo ha composto il proprio libello, spesso confuso e a tratti delirante. Si tratta del tipico libro destinato a chi non legge libri: chiunque abbia una conoscenza anche minima dei temi che vi sono affrontati, capisce immediatamente che l’autrice non ne sa nulla, e che colma con la bile vuoti culturali impressionanti.Ciò sfugge, ovviamente, a chi sia digiuno di tutta la tematica. Infatti è significativo che, non solo in Italia, La forza della ragione sia finito nelle magre biblioteche di un pubblico che, normalmente, evita le librerie. Il volume della Fallaci esce dunque dall’ambito storico-letterario, in cui non esiste, per entrare in quello politico-sociologico. Perché mai, è il quesito, decine e forse centinaia di migliaia di italiani hanno comperato un testo tanto vacuo da sfiorare il ridicolo?[SM=g27811]

[SM=x145489] [SM=x145489] [SM=x145489] [SM=x145489] [SM=x145489] [SM=x145489] [SM=x145489] [SM=x145489]
dubh
00mercoledì 15 dicembre 2004 15:09
Re: qualche passaggio della recensione...enjoy it...ehehehe

Scritto da: Sean1 15/12/2004 15.02
Perché mai, è il quesito, decine e forse centinaia di migliaia di italiani hanno comperato un testo tanto vacuo da sfiorare il ridicolo?[SM=g27811]

Una sola parola può giustificare ciò: MarKette! [SM=g27828]

[Modificato da dubh 15/12/2004 15.12]

Matteo, Berghem
00mercoledì 15 dicembre 2004 15:38
Re: qualche passaggio della recensione...enjoy it...ehehehe

Scritto da: Sean1 15/12/2004 15.02
Si tratta del tipico libro destinato a chi non legge libri: chiunque abbia una conoscenza anche minima dei temi che vi sono affrontati, capisce immediatamente che l’autrice non ne sa nulla, e che colma con la bile vuoti culturali impressionanti.Ciò sfugge, ovviamente, a chi sia digiuno di tutta la tematica. Infatti è significativo che, non solo in Italia, La forza della ragione sia finito nelle magre biblioteche di un pubblico che, normalmente, evita le librerie



Forse questo "sig." vuole fare un salto a casa mia per vedere i libri che ho acquistato e quelli che ho letto? (Ora sto leggendo "La vera storia dell'Ira"). Le librerie non le evito, mi piace molto acquistare e regalare libri, sono un grande appassionato di Stephen King, di libri sull'Ulster, di O'Connor, quindi caro signore, dei suoi insulti ne faccio volentieri meno.
Forse i libri della Fallaci non sono stati scritti da qualche luminario o 'politicamente correto' di sinistra?
Mi piacerebbe tanto sapere perchè chi scrive cose che a voi danno fastidio devono essere tacciate di ignoranza o insultate ecc.




Matteo, Berghem
00mercoledì 15 dicembre 2004 15:40
Re: qualche passaggio della recensione...enjoy it...ehehehe

Scritto da: Sean1 15/12/2004 15.02
Perché mai, è il quesito, decine e forse centinaia di migliaia di italiani hanno comperato un testo tanto vacuo da sfiorare il ridicolo?
[SM=g27811]




Semplicemente perchè apprezzano, condividono, o anche per semplice curiosità quello che scrive!!!

Scusate se la penso diversamente da voi.
gior77
00mercoledì 15 dicembre 2004 16:25
Re: Re: qualche passaggio della recensione...enjoy it...ehehehe

Scritto da: Matteo, Berghem 15/12/2004 15.38


Forse questo "sig." vuole fare un salto a casa mia per vedere i libri che ho acquistato e quelli che ho letto? (Ora sto leggendo "La vera storia dell'Ira"). Le librerie non le evito, mi piace molto acquistare e regalare libri, sono un grande appassionato di Stephen King, di libri sull'Ulster, di O'Connor, quindi caro signore, dei suoi insulti ne faccio volentieri meno.
Forse i libri della Fallaci non sono stati scritti da qualche luminario o 'politicamente correto' di sinistra?
Mi piacerebbe tanto sapere perchè chi scrive cose che a voi danno fastidio devono essere tacciate di ignoranza o insultate ecc.







Io credo che facesse un discorso generale, come si fanno sempre in questi casi. E' ovvio che nel calderone di quelli che l'hanno comprato c'è anche gente che regolarmente acquista e legge libri.
Si sa che le generalizzazioni ci infastidiscono sempre quando siamo toccati in prima persona (Italiano = mafioso quante volte lo avete sentito in giro per il mondo? eppure non siamo tutti mafiosi, neanche in Sicilia sono tutti mafiosi!!!).
Per cui mi sembra esagerato ritenerlo un'insulto personale.
Giustamente tu ci fai notare che non sei tra quelli. Benissimo, hai fatto bene, ma non considerarlo un insulto, non lo è.
Quando si generalizza è così. In fin dei conti anche la Fallaci ha generalizzato, e pure in maniera molto più grave, dicendo che tutto l'Islam è il male, che non esiste l'Islam moderato.
Il libro della Fallaci è finito anche nella libreria di mia nonna, come anche l'ultimo di Vespa ([SM=x145439] ), e ti assicuro che anche lei è una lettrice assidua e la sua libreria è molto ma molto ben fornita. Libri di storia, gialli, attualità, politica, c'è di tutto, legge di tutto, ma nonostante questo vota Silvio ... [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828]
gior77
00mercoledì 15 dicembre 2004 16:39
Re: Re: qualche passaggio della recensione...enjoy it...ehehehe

Scritto da: Matteo, Berghem 15/12/2004 15.40


Semplicemente perchè apprezzano, condividono, o anche per semplice curiosità quello che scrive!!!

Scusate se la penso diversamente da voi.



Vedi, io parto da questo concetto: la recensione che ci hai presentato tu è scritta da un giornalista del foglio, che quindi sappiamo bene essere di parte (il mio giudizio personale su ferrara e il suo giornale lasciamolo perdere, non hanno ancora inventato la parola adatta per descriverlo ...), la recensione che ci ha presentato è Sean è scritta da un giornalista libanese, se non ricordo male, quindi sicuramente di parte anche questa.
Come si può pensare che le due vadano d'accordo su un argomento così scottante come l'islam? Ognuno tira l'acqua al suo mulino.
Magari poi si trova una terza recensione scritta da una persona realmente neutrale (difficile, ma non impossibile) così che si può avere un terzo punto di vista della medesima cosa.
All'intelligenza e al libero arbitrio di ognuno di noi credere a uno o all'altro.
Una cosa però è innegabile: la Fallaci esprime odio e disprezzo verso tutti gli islamici, così come il Mein Kampf di Hitler disprezzava tutti gli ebrei, senza distinzione alcuna.
Io l'ho letto, qualche anno fa ma l'ho letto!
dubh
00mercoledì 15 dicembre 2004 17:21
Il problema della Fallaci per me non è tanto cosa esprime, (condivisibile o meno come ciò che scrivono tanti altri scrittori, giornalisti o semplici imbrattacarte) , ma come lo esprime. I diversi punti di vista ben vengano, ma da qui a definirla scrittrice di acqua sotto i ponti ne passa, qualsiasi cosa dica..."ricco, potente, evocativo, vivo?" Siamo capaci tutti a scrivere un libro di sfoghi sugli avvenimenti nel mondo, ben diverso è essere capaci di dire la nostra su qualcosa motivando le nostre convinzioni, studiando la storia, cercando di rimanere obiettivi (senza quindi lasciarsi prendere dalle facili teorie da "partitino"). Sputare sentenze qua e là è facile, inutile e non porta da nessuna parte, qualsiasi sia il pensiero; è troppo semplice infervorarsi, puntare il dito ed insultare lì dove si sa che la cosa farà scalpore. La Fallaci non ha classe ma è furba, ha capito, ad esempio, che una chiave per un successo assicurato (in negativo, ma intanto i suoi libri vanno) al momento è insultare l'Islam, divenuto in qualche modo pargolo intoccabile di molte classi intellettuali. Oppure difendere l'amministrazione Bush, che al contrario rimane sullo stomaco a molti, e così di questo passo. Lì ha puntato, e lì, ahinoi, ha azzeccato, perchè bene o male dei suoi libri se ne parla...
[SM=x145439]
rosy71
00mercoledì 15 dicembre 2004 17:55
Al di là del fatto che trovo poco credibile l'idea di perseguire l'obiettività dei fatti, perchè alla fine la realtà raramente è oggettiva, concordo comunque con quanto detto da Dubh. Tralasciando il fatto che i contenuti espressi dalla Fallaci personalmente mi trovano in totale disaccordo, trovo indecente anche il livello di scrittura della signora in questione, la quale ha fatto del livore e della bile una alternativa (facile) alla capacità di analisi e di argomentazione. TROPPO facile. Insomma per me non si salva sotto nessun punto di vista. Piace? Padronissimi, un sacco di gente legge i fotoromanzi, però per favore non chiamiamoli letteratura.
La qualità di un opera trascende spesso il colore politico, ad esempio non mi risulta che Borges fosse propriamente uno scrittore di sinistra, eppure trovo i suoi libri splendidi, autentici capolavori.
Quindi finiamola di fare attacchi facili sugli scrittori di destra o di sinistra, sul politically correct e via dicendo. Semplicemente la Fallaci è un "personaggio", che piaccia o meno non si discute, che sia consentito dire che è un personaggio ridicolo per le argomentazioni espresse in maniera molto più efficace da chi mi ha preceduto spero che ancora sia consentito, per un minimo di libertà di opinione.
Ro'
Tameko
00giovedì 16 dicembre 2004 01:53
Fallaci.
La Fallaci continua a suscitare amore od odio, sembra che non ci sia una via di mezzo.

Penso sia sbagliato dipingerla come una fragile isterica, una psicolabile malata di mente. La Fallaci non è pazza e non è demente. Meglio concentrarsi su ciò che dice.

Della Fallaci condivido l'idea dell'arrendevolezza dell'Occidente, pronto a sostituire virtù con Gesù nelle canzoncine di Natale e a non fare il presepe per non irritare i musulmani. Si badi bene, io non sono credente ma agnostico.
Quella del politically correct sta diventando una dittatura infida che attenta ai nostri valori fondanti.

Non condivido invece il discorso sull'Islam, visto come un unico calderone di odio anti-occidentale.
Penso (o forse spero soltanto) che solo una piccola minoranza di musulmani ci odi davvero, e che la maggioranza voglia invece mangiare hamburger, bere coca-cola, portare i jeans e ascoltare rock.
cossaigh
00giovedì 16 dicembre 2004 08:44
Re: Fallaci.

Scritto da: Tameko 16/12/2004 1.53
Penso sia sbagliato dipingerla come una fragile isterica, una psicolabile malata di mente. La Fallaci non è pazza e non è demente. Meglio concentrarsi su ciò che dice.



Tameko, secondo me tu stai sbagliando. Se una persona si esprime con un'eccessiva aggressività e violenza verbali (con odio, disprezzo e paranoia inclusi), questi sono considerati, dal punto di vista psicologico, dei chiari disturbi relazionali e mentali. Consulta un qualsiasi psicologo, psicanalista, psicoterapeuta e/o psichiatra e vedrai che non potrà che confermare quanto sto scrivendo. Gli argomenti, per essere presi in considerazione, devono essere presentati in un certo modo (cioè, con un minimo di equilibrio mentale e di rispetto nei confronti degli altri). Se questi requisiti *minimi* personali e relazionali mancano sin dall'inizio dell'esposizione allora è inutile, a mio parere, leggere ciò che una persona ha scritto in quanto tutto è già "tarato" in partenza ed è stato fatto unicamente per la guerra (morale e/o fisica) e null'altro.
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