Da una lettera a Beppe Severgnini sul
Corriere della sera
P.S. Unitela dove volete
Le opportunità della giovane Irlanda
Cari Italians,
forse è un po' pomposo definire Dublino la nuova America. Certamente è un'iperbole, chiaro. Ma passeggiate per O'Connell Street, entrate in un ostello del centro, ascoltate le voci dei ragazzi che fanno la spesa a un Tesco. Non ci sono solo polacchi e cechi. Riconoscerete anche molte lingue più familiari: spagnolo, tedesco, francese e tanto italiano. Giovani «studiati», intraprendenti e stanchi. Stanchi dell'Europa vecchia, di lavori malpagati ai call-center, di lavori un po' meglio pagati ma senza prospettive, insicuri. Gente innamorata del proprio Paese, dove il cibo e il clima sono sempre migliori, ma dove mancano le opportunità. Dove non si possono fare progetti. L'Irlanda in questi anni è sbocciata, trainata da una crescita economica che anche quest'anno sarà attorno al 6%. E' un Ppaese giovane, dove il 50% della popolazione, crederci o no, ha meno di 25 anni. Gli italiani vengono in massa, in pellegrinaggio sembra, e sperano che il miracolo irlandese contagi anche loro. Appena arrivati lavorano negli ostelli, fanno i cassieri, i camerieri e imparano l'inglese. Altri lavorano nei call center e nei customer service, e guadagnano il doppio dei più fortunati tra i colleghi italiani. Si parte per due mesi, e poi si scopre che qui non piove poi così tanto. E se piove puoi prendere il taxi.
Federico Russo