Il forum di Altra Irlanda
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UNA RICERCA SUGLI ITALIANI IN IRLANDA

Ultimo Aggiornamento: 23/09/2007 10:37
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Son contento che il 3d si sia raddrizzato da una piega un po' del cazzo che stava prendendo, sara' che il forum e' frequentato principalmente da italiani? :-) :-P

Federica,
complimenti per il tuo secondo post, trovo tu abbia ottimamente sintetizzato i contenuti di questo 3d da buona giornalista quale dimostri essere.

Marco,
benvenuto sul forum, volevo scrivere i miei 2 cents sul contenuto del pdf che hai messo in rete, l'avevo letto gia' il giorno dopo che avevi pubblicato il link, ma per impegni vari solo ora trovo il tempo per questo post.
La tua analisi mi e' piaciuta molto, personalmente mi ci rispecchio in un buon 80%, e mi ha dato modo di vedere da una luce diversa alcuni aspetti.
In particolare ho trovato interessante questo passo:
Da verificare resta tuttavia la disponibilità degli italiani a costruire rapporti con i locali (colleghi di lavoro, conoscenze generiche) o, al contrario, a rifugiarsi in rapporti, meno difficili, con altri italiani.
Perche' e' opinione comune che sia difficile instaurare rapporti con i locali, invece questa affermazione sembrerebbe portare a pensare che sia un comportamento inconscio dell'emigrato.

In effetti instaurare rapporti coi locali l'ho sempre trovato difficile, soprattutto perche' in ufficio e' l'ufficio, e gia' in Italia ero poco propenso ad instaurare rapporti di amicizia con colleghi, e fuori (qunato tempo rimane?) trovo gli indigeni molto freddi, poco propensi alla socializzazione, se si esclude il pub e gli effetti alcolici, che io definisco appunto "rapporti da pub".
Insomma la colpa sembrerebbe essere degli irlandesi, ma secondo la tua analisi e' un approccio incoscio dell'emigrato (italiano?), ed effettivamente potrebbe proprio essere...

Poi ancora, sempre dal tuo documento analizzi che forse qui' c'e' mancanza di personale veramente skillato: si, e' vero, sono d'accordo, in 3 aziende che ho girato fin'ora la gente con le palle (imvho) 100% irish li conto sulle dita di una mano, e son tutte aziende medio grandi (la prima una multinazionale americana). Non so' dare una spiegazione a questo, io qui' li vedo tutti un po' "accomodati", non riesco a vedere la classica arte dell'arrangiarsi all'italiana, che applicata cum granu salis al mondo del lavoro, mi/ci porta ad una produttivita' e ampiezza di vedute ben lontana da quella che vedo nei colleghi irish.

Il punto in cui invece non mi trovo d'accordo con te e' quando parli della tigre celtica, e lo giustifico col non essere calato nella realta' di qui': questo bel termine per me indica un periodo oramai passato, gli irlandesi hanno cavalcato (surfato) l'onda del boom IT del fine secolo scorso / inzi di questo con sistemi che adesso i paesi dell'est gli stan copiando. Quindi si son trovati proprio in cima all'onda. Adesso la "recessione" (molto tra virgolette) colpisce un po' tutto il mondo occidentale, e quindi anche qui ne soffriranno. staranno sempre meglio che altri, ma comunque le cose si ridimensioneranno molto.

Un paio di spunti a questi proposito:
- stranieri che se ne vanno: dopo aver munto la mucca e aver la pancia piena, complice poi lontananza e tempo che aiuta a dimenticare i motivi x cui si e' qui', pensierino a ritornare in patria lo si' fa' sempre;

- mercato immmobiliare in stallo: qui' l'edilizia e' alle stelle, pure troppo. I primi segnali di un ridimensionamento gia' ci sono, e tra stranieri che se ne vanno e case che si comincia a far fatica a vendere non ci sara' piu motivo per nuove costruzioni in un mercato che impiegava moltissima manodopera straniera.

- gli stranieri dai nuovi paesi CEE (Romania e Bulgaria) qui' non entrano se non hanno un lavoro, al contrario di come han fatto/fanno polacchi, lituani, etc... Imvho, questo potrebbe essere visto come un autogol del governo irlandese, oppure come una saggia decisione se questa visione (di recessione) avesse un senso.

My 2 cents (forse pure 4 :-) )



Cerea.
--
Giovanni
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