Scritto da: Corcaigh 14/12/2005 11.33
Non penso che scapperanno di casa... ma avranno senz'altro la mente più aperta!!!!
Il 55% o più degli esseri umani sul pianeta è bi/multilingue (basta pensare all'intero continente Africano, dove ognuno parla diversi dialetti e/o lingue),per cui il multilinguismo è una condizione naturale per il nostro sviluppo intellettuale, mentre il monolinguismo è una restrizione culturale.
Vorrei precisare che ci sono vari tipi di bi/multilinguismo, e anche chi apprende in modo fluente una lingua in età adulta (perché, ad esempio, si trasferisce all'estero) è da considerarsi bilingue, anche se in una categoria diversa da queslla dei bambini, che acquisiscono le varie lingue come se fossero una lingua unica (Roberta, aiuto! questo è il tuo campo!!! ).
Per cui, irlandiani del forum: è ufficiale, siete bilingui
Mi sento (felicemente) chiamata in causa in questa discussione, e anche se questo non è un momento fantastico, spero che immergermi in un campo di studio che mi affascina mi aiuti a dimenticare ben più tristi considerazioni...
Secondo una corrente di pensiero che fa capo a Chomsky, anche se questi non è certo l'unico esponente, l'apprendimento del linguaggio è una funzione biologica. Ovvero noi siamo biologicamente determinati ad apprendere più di un linguaggio, perché inconsapevolmente ricerchiamo nel linguaggio quegli elementi comuni (definiti principi base o principi della facoltà di linguaggio) che sono comuni a molte lingue. Senza stare ad entrare nel tecnico (ma se qualcuno è interessato basta che me lo dica) ci sono delle regole morfologiche, sintattiche e logiche che accomunano tutte le lingue, e che si applicano, con le dovute differenze a tutte le lingue umane naturali (cioè non ai linguaggi artificiali). Detto questo è sufficiente che un individuo venga correttamente esposto ai dati linguistici per apprendere una lingua. Non si tratta in pratica di una funzione "intellettuale" (e quindi collegata al Q.I. di un individuo) ma di una semplice funzione biologica poiché l'essere umano è "porgrammato" per apprendere il linguaggio, a partire da alcune "dotazioni" cognitive che tutti gli esseri umani hanno, a patto di non aver subito (ad esempio) un trauma cranico che sia andato a ledere quella parte del cervello sede delle capacità linguistiche. Detto questo alcuni studiosi hanno sostenuto la teoria dell "periodo finestra": alcuni cioè sostengono che un bambino, fino agli 8- 10 anni è in grado di imparare in modo perfetto un numero imprecisato di lingue. E' come se in questo periodo infatti (secondo queste teorie) la facoltà di linguaggio sia al massimo delle sue potenzialità, per poi "chiudersi" parzialmente, rendendo più difficile l'apprendimento di una lingua, per il semplice motivo che le facoltà dell'individuo sono maggiormente "indirizzate" a altri compiti evolutivi. Quando noi impariamo un linguaggio in questo periodo apprendiamo una o più lingue come lingue madri (che vengono chimate L) e la nostra conoscenza di queste lingue è perfetta e (si potrebbe dire) istintiva. Quando invece impariamo una lingua quando tale finestra si è "chiusa" impariamo una lingua come L2, cioè come una lingua che si costruisce su una fossilizzaizone precedente: la o le lingue madri. E tale apprendimento diventa più difficile, proprio perché la facoltà di lunguaggio è meno "recettiva" e noi non possiamo ricorrere alla sua istintività. Mi rendo conto di essere stata un po' confusa e di aver fatto una quantità innumerevole di errori di battitura. Me ne scuso, ma se qualcuno volesse qualche altra informazione in merito, per quello che posso fare, me lo faccia sapere
Roberta