Il forum di Altra Irlanda
Benvenuti sullo spazio web frequentato da Italiani che amano l'Irlanda e dai connazionali che vivono sull'Isola ! Oltre 120 mila messaggi, suddivisi in diverse aree tematiche, per conoscere meglio l'Irlanda e coloro che la abitano. Se siete alla ricerca di informazioni sul "Vivere e Lavorare in Irlanda" vi consigliamo vivamente di iniziare dalla lettura dei testi contenuti nell'apposita sezione del forum o di consultare il sito www.altrairlanda.it, dove abbiamo sintetizzato i consigli dei nostri forumisti Irlandiani
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Perchè ........

Ultimo Aggiornamento: 08/04/2005 23:28
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23/03/2005 08:49
 
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Re:

Scritto da: 55achab 22/03/2005 19.27
da televideo :

22/03 19:00 - Mediaset, cinema: indagato Berlusconi

Silvio Berlusconi e l'avvocato inglese David Mills risultano iscritti nel registro degli indagati con l'accusa di corruzione in atti giudiziari, nell'inchiesta sulla compravendita di diritti cinematografici da parte di Mediaset. Il legale è accusato anche di falsa testimonianza. Bondi,coordinatore di Forza Italia commenta: "Da tempo era stato lanciato un missile con diversi stadi. Era logico attendersi che l'ultimo stadio prevedesse un attacco giudiziario nella migliore tradizione della sinistra".




Eeeeehh ggià ggià, si stanno avvicinando le elezioni e la campagna elettorale entra nel vivo.....
****************************

.....ORIANA VIVE........

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23/03/2005 08:55
 
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D'altra parte, una persona innocente non ha nulla da temere ...
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"Where is the wisdom we lost in knowledge? Where is the knowledge we lost in information?"

T.S. Eliot
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23/03/2005 14:16
 
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Ricordate "columbine"?

Ieri un altra strage!

Quelli che invocano la vita per Terry sono gli stessi che autorizzano la diffusione delle armi e che approvano le guerre sante e preventive.
_________________________
achab


http://ilcapitanoachab.blogspot.com  



.........chi rincorre i propri sogni può essere deriso, ma più triste è chi ha rinunciato a sognare ...........

24/03/2005 10:04
 
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dal blog di Beppe Grillo ...
La Ferrania S.p.A.,grande società storica italiana situata in Valle Bormida, che produce materiale fotografico, nel 2003 è stata messa in amministrazione straordinaria con i suoi 700 dipendenti e 70 milioni di debiti.

Il 14 febbraio 2004, con l'applicazione della "Prodi-bis", che consente alle aziende di non disperdere tutto con un fallimento, sono state aperte le buste delle offerte vincolanti per l'acquisto della società.

Su quattro offerte:

- due sono state scartate subito per inadeguatezza.

- una, fatta da una "squadra" di alcune decine di imprenditori italiani operanti in diversi settori (dai trasporti a ex manager, da magnati delle autostrade alla finanza pubblica, a incubatori di impresa), richiede sovvenzioni pubbliche, la necessità di costruire una centrale termoelettrica e un centro intermodale e prevede la riduzione da 700 a 450 posti di lavoro.
Valore dell'offerta: 10 milioni di euro.

- una, fatta da un uomo solo, un asiatico smilzo che rappresenta una famiglia asiatica benestante.
Offre 650 posti di lavoro complessivi, promette investimenti immediati di 37 milioni di euro, afferma di voler creare sinergie tra Asia e Italia, sostiene di voler mantenere la produzione in Italia e di non avere tra i suoi programmi la costruzione di una centrale o di un centro intermodale... e non vuole assolutamente finanziamenti pubblici.
Valore dell'offerta: 1 euro (successivamente aumentata a 5 milioni).

Questo è il modello della nuova imprenditoria Italiana.
Imprenditori senza capitali che non rischiano nulla e che si muovono solo con i contributi dello Stato.

Questi sono i veri COMUNISTI in Italia.

24/03/2005 10:09
 
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sempre dal blog di Grillo ...
Ieri decine di giornali in tutto il mondo hanno dato rilievo a due notizie italiane:

1) L’ITALIA SI RITIRERA’ DALL’IRAQ A SETTEMBRE

2) IL MAESTRO MUTI SI DIMETTE DALLA SCALA.

Oggi i giornali di tutto il mondo danno rilievo a due altre notizie:

1) L’ITALIA RESTERA’ IN IRAQ

2) IL MAESTRO MUTI NON SI DIMETTE

I pubblicitari che sono andati al governo stanno facendo di tutto per convincere il mondo di una cosa:

qualunque cosa dicano gli italiani
- per le prime 48 ore non va presa sul serio
- nelle ore successive va dimenticata


In tutto ciò che tocca, il portatore nano di democrazie applica la logica della pubblicità: mentire e trattare i cittadini da bambini deficienti.
Purtroppo lo fa anche con la stampa e con gli investitori stranieri e i risultati sulla nostra economia si vedono.

Se gli stranieri non posso più prendere sul serio quello che diciamo, perché dovrebbero continuare a prendere sul serio quello che produciamo?

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25/03/2005 08:42
 
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....... ma BUSH non è quello che ha scatenato una guerra provocando migliaia di morti ........

....... ma BUSH non è quello che da governatore del Texas
ha firmato e sostenuto la pena di morte .........


....... ma BUSH non è quello che da governatore del Texas
ha firmato una legge che consentiva di lasciar morire i malati terminali .........


...... E ORA? ..........



_________________________
achab


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.........chi rincorre i propri sogni può essere deriso, ma più triste è chi ha rinunciato a sognare ...........

26/03/2005 12:56
 
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Probabilmente alcuni di voi l'avranno già letto, ma articoli come questo portano molta amarezza a chi vive all'estero, e la consapevole conclusione cha va tipo "no, dell'italia proprio non mi manca niente...
[SM=g27813]

COSTITUZIONE
LA RIGA MANCANTE

tratto da di giovedì 24 marzo 2005

Apro l’Unità, ieri mattina e leggo: «Muore la costituzione, dittatura del premier». Sento un leggero disagio, che inizialmente attribuisco alla parola «premier» e all’orribile immagine della sua tricointermittenza, ma subito dopo capisco che il motivo è un altro.
Al titolo manca qualcosa, precisamente una seconda riga. Questo mi viene confermato da una mia amica francese che un po’ sadicamente dice: ma insomma, costituzione manomessa e dittatura del premier e siete ancora qui a bere il cappuccino? Non do la colpa di questa riga mancante ai giornalisti de l’Unità, essendo spesso più settario e confuso di loro. Il mio disagio nasce perché in quella riga mancante, c’è tutto ciò che mi fa imbufalire della sinistra istituzionale italiana, a pochi giorni dal voto.
Immaginiamo che i casi siano due. O è vero, come talvolta appare nei discorsi dei dirigenti della sinistra, anche i più pacati, che stiamo vivendo un vero e proprio regime, retto da un premier seminatore di odio, bugiardo e plurinquisito, affiancato a un lato dal suo avvocato condannato per corruzione, e dall’altro dal suo palafreniere condannato per mafia. Un premieruzzo vittimista che si fa ricattare da una banda di finti dimissionari e veri razzisti, a parole integerrimi padani, in realtà matricianari democristiani affamati di comando. Che si appoggia alla modernissima nuova destra Fini-Ikea, poltronara e divanara, molto più interessata a spartirsi la Rai o spiarsi via computer che alla sua base sociale. Un regime che ha violato ogni regola democratica, che ha sfornato leggi ad personam, che ha instaurato una dittatura del maggioritario (parlamentare, non civile), che teme e disprezza la costituzione, l’indipendenza della magistratura, i diritti dei lavoratori e dei deboli. Un regime sotto cui la camorra e la mafia vivono un momento d’oro e si sono perfettamente saldate con la grande economia, passando dalla gestione della droga alle autostrade e alle banche.
Un regime in cui l’informazione è tornata a livelli di censura da Minculpop e in cui la Rai affastella mediocrità e servilismo, in cui la cultura è una minaccia, in cui si avvilisce e si svende il patrimonio artistico e naturale. Un regime che ha impoverito l’economia italiana a punto tale che ormai anche il premieruzzo è costretto a ammetterlo, un regime che contro la volontà popolare è sceso in guerra, e che continua questa guerra in totale servilismo dell’America, al punto di non sapere neanche difendere la memoria di una suo funzionario fucilato, e questo termine vale anche in caso di incidente, perché quando affermi di aver portato la pace e l’ordine in un paese, hai anche la responsabilità di mostrarlo.
Oppure dobbiamo dare retta algli ondivaghi pentimenti e dietro-front e correzioni degli stessi dirigenti della sinistra. Non si tratta di regime, ma di prove di regime, di coitus interruptus di regime, di Ceasescu con seltz. Tutto quanto detto nel primo caso era frutto di trance agonistica, non vale più e viene automaticamente trasferito in bocca agli estremisti e alla sinistra che vuole perdere. Siamo di fronte a un premier che ha lievi problemi non solo con i suoi trapianti, ma anche con la magistratura, un uomo distratto che non sa scegliere i suoi amici, che è spalleggiato da una Lega i cui toni sono spesso eccessivi e da una destra variegata in cui possiamo scegliere se dare le nostre simpatie a Storace o alla Mussolini. E’ vero, ogni tanto alla camera si sfiora la rissa ma poi ci si spiega, e Casini ci dà le pastiglie Valda se abbiamo urlato troppo, e male che vada abbandoniamo l’aula. Sulla Costituzione speriamo che Ciampi e la corte Costituzionale ci possano mettere una toppa, in quanto alla mafia Pomicino e Cuffaro hanno giurato che hanno perso il vizio, comunque la mafia è sempre stata legata al potere e forse come dice Castelli, dobbiamo abituarci.
Non esageriamo sull’informazione, in fondo ogni giorno in fondo sono garantiti un’intervistina a Fassino, una poltroncina a Rutelli, uno strapuntino a Pecoraro Scanio, un parere calcistico a D’Alema, cinque secondi a Di Pietro, e una fettina di Tigitrè. Non si vede mai Bocca ma abbiamo tutto lo Zecchi che vogliamo. La cultura serve soprattutto a riempire le piazze durante i concertoni, gli Uffizi li andremo a vedere a Las Vegas, tanto sempre quadri restano. In quanto al parco nazionale d’Abruzzo, compagni, bisogna essere realisti, gli orsi non votano. Per finire, quando si parla di economia siamo tutti sulla stessa barca, cooperatori o speculatori con diversi ideali ma uguali esigenze di bilancio, bisogna seguire la linea di Montezemolo e non quella degli operai rivendicativi. Sulla guerra Bush forse è stato troppo intransigente ma un po’ di intransigenza ogni tanto non guasta, vedi Serbia, e in fondo possiamo anche restare in Iraq, basta che non ci allontaniamo troppo dalla caserma, e Calipari in fondo se l’è cercata, doveva circolare con una cinquecento tricolore, un damigiana di vino sul tetto e la scritta: siamo paisà.
C’è una terza via tra queste visioni, tra dissociazione e antagonismo, tra apocalisse e farsa, tra regime e guasto alla democrazia? Forse sì, comunque non sta in mezzo, ma è decisamente orientata verso una delle due parti e richiede comportamenti non ambigui. Oppure la via c’era qualche tempo fa, ma è stata offuscata e distrutta da un premier fallimentare che, lo ripeto ancora una volta, non è una vittima, ma il primo seminatore di odio e divisione in questo paese. E quindi, nell’imminenza del voto (non perché sia un momento sacro, ma perché è un momento in cui a volte ti ascoltano, o fingono di farlo) sarebbe dovere della sinistra ufficiale smetterla di ondeggiare ed essere chiara e responsabile di ciò che dice.
Quindi la riga che manca (e ripeto, non la devono scrivere i giornalisti) potrebbe essere una di queste. Prima riga: «Muore la costituzione, dittatura del premier». Seconda riga: «Ma tanto lo sapevamo». Oppure: «Appello a Ciampi». Oppure: «Vibrante protesta in aula». Oppure: «Intervista con Fassino». Oppure: «Comunque resteremo nella Nato». Oppure: «Ma il vero problema restano gli arbitraggi». Oppure: «Referendum subito, ma prima votateci». Oppure: «Italia in piazza, sciopero generale». Oppure: «Italia in piazza per una settimana, sciopero generale a oltranza finché non sarà ripristinata la legalità democratica». Oppure: «Emilia, Toscana e Umbria pronte alla secessione». Oppure: «Alle armi».
Non dico qual è la mia riga preferita, sicuramente ne esistono altre più divertenti o più sensate. Ma nei giorni che mancano alle elezioni i dirigenti della sinistra potrebbero spiegarci quale di queste righe, o quale altra, completa la prima, e se la prima resta valida o va corretta. Dovrebbero spiegare chiaramente quali fatti seguiranno all’alluvione di manifesti, slogan e parole con cui ci chiedono il voto. Fatti nuovi, direi, che vadano al di là della presenza in parlamento, luogo che disprezza e non riflette più la complessità politica del paese. Può tornare a rappresentarla? Speriamo. Ma per il momento, il potere non è più lo stesso, l’opposizione non può più essere la stessa. Impegnarsi su questo aiuterebbe a decidere se e come votare. A avere un briciolo di speranza sull’importanza e la serietà di questo voto, a credere ancora che il desiderio di democrazia e l’impegno caparbio di tanti della sinistra (e di qualcuno dall’altra parte) non venga, per l’ennesima volta dissipato e tradito. Certe parole forti legano a forti responsabilità, a sfide, a coraggio. Dateci un titolo di due righe. Se no, mettetevi il fila da Vespa, a ridire tutto e il contrario di tutto. E non spiegate soltanto cosa succederà se prendiamo (o prendete) il cinquantun per cento, ma cosa succederà se prendiamo il quarantanove per cento: come saremo rispettati e ascoltati, e come ci si batterà per garantirlo. Non so quanto mi interessa votare in un paese dove centomila voti, o un milione di voti in più, cancellano chi perde, qualunque sia l’esito. La dignità della sfida elettorale e della democrazia, se ancora esiste qualcosa che le assomigli, è questa.



Stefano Benni
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Re:

Scritto da: Corcaigh 26/03/2005 12.56
Probabilmente alcuni di voi l'avranno già letto, ma articoli come questo portano molta amarezza a chi vive all'estero, e la consapevole conclusione cha va tipo "no, dell'italia proprio non mi manca niente...
[SM=g27813]

COSTITUZIONE
LA RIGA MANCANTE

tratto da di giovedì 24 marzo 2005

Apro l’Unità, ieri mattina e leggo: «Muore la costituzione, dittatura del premier». Sento un leggero disagio, che inizialmente attribuisco alla parola «premier» e all’orribile immagine della sua tricointermittenza, ma subito dopo capisco che il motivo è un altro.
Al titolo manca qualcosa, precisamente una seconda riga. Questo mi viene confermato da una mia amica francese che un po’ sadicamente dice: ma insomma, costituzione manomessa e dittatura del premier e siete ancora qui a bere il cappuccino? Non do la colpa di questa riga mancante ai giornalisti de l’Unità, essendo spesso più settario e confuso di loro. Il mio disagio nasce perché in quella riga mancante, c’è tutto ciò che mi fa imbufalire della sinistra istituzionale italiana, a pochi giorni dal voto.
Immaginiamo che i casi siano due. O è vero, come talvolta appare nei discorsi dei dirigenti della sinistra, anche i più pacati, che stiamo vivendo un vero e proprio regime, retto da un premier seminatore di odio, bugiardo e plurinquisito, affiancato a un lato dal suo avvocato condannato per corruzione, e dall’altro dal suo palafreniere condannato per mafia. Un premieruzzo vittimista che si fa ricattare da una banda di finti dimissionari e veri razzisti, a parole integerrimi padani, in realtà matricianari democristiani affamati di comando. Che si appoggia alla modernissima nuova destra Fini-Ikea, poltronara e divanara, molto più interessata a spartirsi la Rai o spiarsi via computer che alla sua base sociale. Un regime che ha violato ogni regola democratica, che ha sfornato leggi ad personam, che ha instaurato una dittatura del maggioritario (parlamentare, non civile), che teme e disprezza la costituzione, l’indipendenza della magistratura, i diritti dei lavoratori e dei deboli. Un regime sotto cui la camorra e la mafia vivono un momento d’oro e si sono perfettamente saldate con la grande economia, passando dalla gestione della droga alle autostrade e alle banche.
Un regime in cui l’informazione è tornata a livelli di censura da Minculpop e in cui la Rai affastella mediocrità e servilismo, in cui la cultura è una minaccia, in cui si avvilisce e si svende il patrimonio artistico e naturale. Un regime che ha impoverito l’economia italiana a punto tale che ormai anche il premieruzzo è costretto a ammetterlo, un regime che contro la volontà popolare è sceso in guerra, e che continua questa guerra in totale servilismo dell’America, al punto di non sapere neanche difendere la memoria di una suo funzionario fucilato, e questo termine vale anche in caso di incidente, perché quando affermi di aver portato la pace e l’ordine in un paese, hai anche la responsabilità di mostrarlo.
Oppure dobbiamo dare retta algli ondivaghi pentimenti e dietro-front e correzioni degli stessi dirigenti della sinistra. Non si tratta di regime, ma di prove di regime, di coitus interruptus di regime, di Ceasescu con seltz. Tutto quanto detto nel primo caso era frutto di trance agonistica, non vale più e viene automaticamente trasferito in bocca agli estremisti e alla sinistra che vuole perdere. Siamo di fronte a un premier che ha lievi problemi non solo con i suoi trapianti, ma anche con la magistratura, un uomo distratto che non sa scegliere i suoi amici, che è spalleggiato da una Lega i cui toni sono spesso eccessivi e da una destra variegata in cui possiamo scegliere se dare le nostre simpatie a Storace o alla Mussolini. E’ vero, ogni tanto alla camera si sfiora la rissa ma poi ci si spiega, e Casini ci dà le pastiglie Valda se abbiamo urlato troppo, e male che vada abbandoniamo l’aula. Sulla Costituzione speriamo che Ciampi e la corte Costituzionale ci possano mettere una toppa, in quanto alla mafia Pomicino e Cuffaro hanno giurato che hanno perso il vizio, comunque la mafia è sempre stata legata al potere e forse come dice Castelli, dobbiamo abituarci.
Non esageriamo sull’informazione, in fondo ogni giorno in fondo sono garantiti un’intervistina a Fassino, una poltroncina a Rutelli, uno strapuntino a Pecoraro Scanio, un parere calcistico a D’Alema, cinque secondi a Di Pietro, e una fettina di Tigitrè. Non si vede mai Bocca ma abbiamo tutto lo Zecchi che vogliamo. La cultura serve soprattutto a riempire le piazze durante i concertoni, gli Uffizi li andremo a vedere a Las Vegas, tanto sempre quadri restano. In quanto al parco nazionale d’Abruzzo, compagni, bisogna essere realisti, gli orsi non votano. Per finire, quando si parla di economia siamo tutti sulla stessa barca, cooperatori o speculatori con diversi ideali ma uguali esigenze di bilancio, bisogna seguire la linea di Montezemolo e non quella degli operai rivendicativi. Sulla guerra Bush forse è stato troppo intransigente ma un po’ di intransigenza ogni tanto non guasta, vedi Serbia, e in fondo possiamo anche restare in Iraq, basta che non ci allontaniamo troppo dalla caserma, e Calipari in fondo se l’è cercata, doveva circolare con una cinquecento tricolore, un damigiana di vino sul tetto e la scritta: siamo paisà.
C’è una terza via tra queste visioni, tra dissociazione e antagonismo, tra apocalisse e farsa, tra regime e guasto alla democrazia? Forse sì, comunque non sta in mezzo, ma è decisamente orientata verso una delle due parti e richiede comportamenti non ambigui. Oppure la via c’era qualche tempo fa, ma è stata offuscata e distrutta da un premier fallimentare che, lo ripeto ancora una volta, non è una vittima, ma il primo seminatore di odio e divisione in questo paese. E quindi, nell’imminenza del voto (non perché sia un momento sacro, ma perché è un momento in cui a volte ti ascoltano, o fingono di farlo) sarebbe dovere della sinistra ufficiale smetterla di ondeggiare ed essere chiara e responsabile di ciò che dice.
Quindi la riga che manca (e ripeto, non la devono scrivere i giornalisti) potrebbe essere una di queste. Prima riga: «Muore la costituzione, dittatura del premier». Seconda riga: «Ma tanto lo sapevamo». Oppure: «Appello a Ciampi». Oppure: «Vibrante protesta in aula». Oppure: «Intervista con Fassino». Oppure: «Comunque resteremo nella Nato». Oppure: «Ma il vero problema restano gli arbitraggi». Oppure: «Referendum subito, ma prima votateci». Oppure: «Italia in piazza, sciopero generale». Oppure: «Italia in piazza per una settimana, sciopero generale a oltranza finché non sarà ripristinata la legalità democratica». Oppure: «Emilia, Toscana e Umbria pronte alla secessione». Oppure: «Alle armi».
Non dico qual è la mia riga preferita, sicuramente ne esistono altre più divertenti o più sensate. Ma nei giorni che mancano alle elezioni i dirigenti della sinistra potrebbero spiegarci quale di queste righe, o quale altra, completa la prima, e se la prima resta valida o va corretta. Dovrebbero spiegare chiaramente quali fatti seguiranno all’alluvione di manifesti, slogan e parole con cui ci chiedono il voto. Fatti nuovi, direi, che vadano al di là della presenza in parlamento, luogo che disprezza e non riflette più la complessità politica del paese. Può tornare a rappresentarla? Speriamo. Ma per il momento, il potere non è più lo stesso, l’opposizione non può più essere la stessa. Impegnarsi su questo aiuterebbe a decidere se e come votare. A avere un briciolo di speranza sull’importanza e la serietà di questo voto, a credere ancora che il desiderio di democrazia e l’impegno caparbio di tanti della sinistra (e di qualcuno dall’altra parte) non venga, per l’ennesima volta dissipato e tradito. Certe parole forti legano a forti responsabilità, a sfide, a coraggio. Dateci un titolo di due righe. Se no, mettetevi il fila da Vespa, a ridire tutto e il contrario di tutto. E non spiegate soltanto cosa succederà se prendiamo (o prendete) il cinquantun per cento, ma cosa succederà se prendiamo il quarantanove per cento: come saremo rispettati e ascoltati, e come ci si batterà per garantirlo. Non so quanto mi interessa votare in un paese dove centomila voti, o un milione di voti in più, cancellano chi perde, qualunque sia l’esito. La dignità della sfida elettorale e della democrazia, se ancora esiste qualcosa che le assomigli, è questa.




Stefano Benni






Ma perchè chiamare dittatura del premier una modifica costituzionale che sicuramente non è ancora matura (e altro occorre ancora fare per renderla 'moderna'), ma in ogni caso risulta per molti versi essere molto + vicina alle costituzioni delle 'grandi' democrazie europee e di oltre oceano?
Gli articoli della costituzione non sono i 10 comandamenti, possiamo e dobbiamo modificarli quando sono superati o sono palesemente non funzionanti. Insomma la nostra costituzione è una buona costituzione ma in alcuni punti è troppo vecchia, perchè certi 'parametri' di sicurezza (che rallentano enormemente i lavori parlamentari) inseriti nella stessa oggi non hanno + ragione di esistere.

Ma avete mai provato a leggere le costituzioni delle altre nazioni libere e democratiche e il 'potere' conferito al primo ministro?

Intanto se a qualcuno interessano le ultime modifiche alla nostra costituzione, può trovarle per esempio al link seguente

La riforma approvata della Costituzione (Ddl Senato 23.3.2005)













26/03/2005 16:22
 
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Re: Re:

Scritto da: lough 26/03/2005 15.12

Ma perchè chiamare dittatura del premier una modifica costituzionale che sicuramente non è ancora matura (e altro occorre ancora fare per renderla 'moderna'), ma in ogni caso risulta per molti versi essere molto + vicina alle costituzioni delle 'grandi' democrazie europee e di oltre oceano?
Gli articoli della costituzione non sono i 10 comandamenti, possiamo e dobbiamo modificarli quando sono superati o sono palesemente non funzionanti. Insomma la nostra costituzione è una buona costituzione ma in alcuni punti è troppo vecchia, perchè certi 'parametri' di sicurezza (che rallentano enormemente i lavori parlamentari) inseriti nella stessa oggi non hanno + ragione di esistere.

Ma avete mai provato a leggere le costituzioni delle altre nazioni libere e democratiche e il 'potere' conferito al primo ministro?




Quali "democrazie" d'oltreoceano? Gli Stati Uniti? Non ricominciamo con questo discorso, per favore [SM=g27812]

Conosco la costituzione Irlandese abbastanza bene. Quali "poteri" al primo ministro? Idem per la Gran Bretagna: ti assicuro che l'opposizione anche lì ha gran potere di veto. La Francia? È una repubblica presidenziale con tradizioni ben lontane dall'Italia. la germania? Una confederazione, ogni stato è semi-indipendente con le proprie leggi personalizzate, il cancelliere è solo una figura simbolica unificante.
Qualcuno mi delucidi: quale altro primo mistro in europa ha il potere di sciogliere le camere? Non è sarcasmo: davvero, non lo so e mi piacerebbe essere informata (in Irlanda non ha questo potere).

In teoria sono d'accordo ad un maggiore sbocco al federalismo: odio i centralismi, i governi centrali, le burocrazie mammuttiane. Ma in Italia, come ben si sa, il federalismo ha preoccupanti risvolti razzisti e secezionisti. Vedremo in pratica come funziona, non parlo prima di vederne i risultati.

L'accentramento dei poteri al "primo ministro" mi preoccupa non poco. Articoli come il seguente:

Articolo 95. – I ministri sono nominati e revocati dal Primo ministro.

Il Primo ministro determina la politica generale del Governo e ne è responsabile. Garantisce l’unità di indirizzo politico e amministrativo, dirigendo, promuovendo e coordinando l’attività dei ministri.


mi riportano alla mente fatto storici da brivido [SM=g27813]

Non mi intendo di diritto costituzionale, difatti non mi intendo di diritto punto e basta, ma non si può manipolare a cuor leggero una costituzione storica, per carità vecchia e stantìa in molti punti (vedi i miei commenti sul regionalismo e federalismo, che per me ben vengano), ma ragionata su termini di prevenzione di soprusi totalitaristici.
E che senso ha una sfolta al decentramento dei poteri se poi viene annullata dall'accentramento attorno al premier?

Scusate, nella mia mente di cittadino confoso, non capisco, ho bisogno che qualcuno mi spieghi, mi commenti senza le infiltrazioni dei media (già completamente accentrati) o opinioni di partito (praticamente unificate).
In che direzione sta andando l'Italia?

Chi lo capisce è buono. Io proprio non saprei.


[Modificato da Corcaigh 26/03/2005 16.26]

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26/03/2005 18:11
 
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Re: Re: Re:

Scritto da: Corcaigh 26/03/2005 16.22


Quali "democrazie" d'oltreoceano? Gli Stati Uniti? Non ricominciamo con questo discorso, per favore [SM=g27812]

Conosco la costituzione Irlandese abbastanza bene. Quali "poteri" al primo ministro? Idem per la Gran Bretagna: ti assicuro che l'opposizione anche lì ha gran potere di veto. La Francia? È una repubblica presidenziale con tradizioni ben lontane dall'Italia. la germania? Una confederazione, ogni stato è semi-indipendente con le proprie leggi personalizzate, il cancelliere è solo una figura simbolica unificante.
Qualcuno mi delucidi: quale altro primo mistro in europa ha il potere di sciogliere le camere? Non è sarcasmo: davvero, non lo so e mi piacerebbe essere informata (in Irlanda non ha questo potere).

In teoria sono d'accordo ad un maggiore sbocco al federalismo: odio i centralismi, i governi centrali, le burocrazie mammuttiane. Ma in Italia, come ben si sa, il federalismo ha preoccupanti risvolti razzisti e secezionisti. Vedremo in pratica come funziona, non parlo prima di vederne i risultati.

L'accentramento dei poteri al "primo ministro" mi preoccupa non poco. Articoli come il seguente:

Articolo 95. – I ministri sono nominati e revocati dal Primo ministro.

Il Primo ministro determina la politica generale del Governo e ne è responsabile. Garantisce l’unità di indirizzo politico e amministrativo, dirigendo, promuovendo e coordinando l’attività dei ministri.


mi riportano alla mente fatto storici da brivido [SM=g27813]

Non mi intendo di diritto costituzionale, difatti non mi intendo di diritto punto e basta, ma non si può manipolare a cuor leggero una costituzione storica, per carità vecchia e stantìa in molti punti (vedi i miei commenti sul regionalismo e federalismo, che per me ben vengano), ma ragionata su termini di prevenzione di soprusi totalitaristici.
E che senso ha una sfolta al decentramento dei poteri se poi viene annullata dall'accentramento attorno al premier?

Scusate, nella mia mente di cittadino confoso, non capisco, ho bisogno che qualcuno mi spieghi, mi commenti senza le infiltrazioni dei media (già completamente accentrati) o opinioni di partito (praticamente unificate).
In che direzione sta andando l'Italia?

Chi lo capisce è buono. Io proprio non saprei.


[Modificato da Corcaigh 26/03/2005 16.26]






Scusa ma con queste premesse precludi ogni possibilità di discussione. E si, perchè se sostieni che gli Stati Uniti non siano un paese democratico (pur con tutti i suoi innumerevoli e gravi difetti) allora non è possibile affrontare nessuna discussione.


Comunque tornando x un secondo alla costituzione (che dovrà passare attraverso un referendum confermativo e che comunque non entrerà in vigore prima del 2011 o 2016, quindi nella prossima legislatura il probabile governo di centro sinistra potrebbe mischiare nuovamente le carte)...


Ok, I ministri sono nominati e revocati dal Primo ministro, e allora? Che cavolo di premier sarebbe altrimenti?
Non possiamo concedere un minimo di fiducia a questo paese e smettere di temere che in un contesto europeo possa, nel XXI secolo, instaurarsi una dittatura in Italia?
E poi gli articoli a seguire sembrano andare in tutt'altra direzione rispetto a una dittatura del premier (di destra o di sinistra che sia).




Articolo 27.

(Scioglimento della Camera dei deputati)


1. L’articolo 88 della Costituzione è sostituito dal seguente:

"Articolo 88. – Il Presidente della Repubblica decreta lo scioglimento della Camera dei deputati ed indíce le elezioni nei seguenti casi:

a) su richiesta del Primo ministro, che ne assume la esclusiva responsabilità;

b) in caso di morte del Primo ministro o di impedimento permanente accertato secondo le modalità fissate dalla legge;

c) in caso di dimissioni del Primo ministro;

d) nel caso di cui all’articolo 94, terzo comma.

Il Presidente della Repubblica non emana il decreto di scioglimento nei casi di cui alle lettere a), b) e c) del primo comma, qualora alla Camera dei deputati, entro i venti giorni successivi, venga presentata e approvata con votazione per appello nominale dai deputati appartenenti alla maggioranza espressa dalle elezioni in numero non inferiore alla maggioranza dei componenti della Camera, una mozione nella quale si dichiari di voler continuare nell’attuazione del programma e si designi un nuovo Primo ministro. In tale caso, il Presidente della Repubblica nomina il nuovo Primo ministro designato".


********************************


Articolo 32.

(Governo in Parlamento)


1. L’articolo 94 della Costituzione è sostituito dal seguente:

"Articolo 94. – Il Primo ministro illustra il programma di legislatura e la composizione del Governo alle Camere entro dieci giorni dalla nomina. La Camera dei deputati si esprime con un voto sul programma. Il Primo ministro ogni anno presenta il rapporto sulla sua attuazione e sullo stato del Paese.

Il Primo ministro può porre la questione di fiducia e chiedere che la Camera dei deputati si esprima, con priorità su ogni altra proposta, con voto conforme alle proposte del Governo, nei casi previsti dal suo regolamento. La votazione ha luogo per appello nominale. In caso di voto contrario, il Primo ministro si dimette. Non è comunque ammessa la questione di fiducia sulle leggi costituzionali e di revisione costituzionale.

In qualsiasi momento la Camera dei deputati può obbligare il Primo ministro alle dimissioni, con l’approvazione di una mozione di sfiducia. La mozione di sfiducia deve essere firmata da almeno un quinto dei componenti della Camera dei deputati, non può essere messa in discussione prima di tre giorni dalla sua presentazione, deve essere votata per appello nominale e approvata dalla maggioranza assoluta dei componenti. Nel caso di approvazione il Primo ministro si dimette e il Presidente della Repubblica decreta lo scioglimento della Camera dei deputati ed indíce le elezioni.

Il Primo ministro si dimette altresì qualora la mozione di sfiducia sia stata respinta con il voto determinante di deputati non appartenenti alla maggioranza espressa dalle elezioni. In tale caso si applica l’articolo 88, secondo comma.

Qualora sia presentata e approvata una mozione di sfiducia, con la designazione di un nuovo Primo ministro, da parte dei deputati appartenenti alla maggioranza espressa dalle elezioni in numero non inferiore alla maggioranza dei componenti della Camera, il Primo ministro si dimette e il Presidente della Repubblica nomina il Primo ministro designato dalla mozione. La mozione non può essere messa in discussione prima di tre giorni dalla sua presentazione e deve essere votata per appello nominale".


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Dittatura del premier? ma qualcuno mi spieghi dove...

....p.s.: Qui in Italia, siamo ormai liberi di dire che...non siamo liberi...










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Prima di tutto inviterei a non prendere per oro colato quel che dice l'Unità, giornale che negli ultimi tempi ha scritto un po' di, diciamo boiate (ricordate quando scrisse che dopo lo tsunami l'Occidente non muoveva un dito o quando pochi giorni fa ha scritto una bufala sul padre di Storace???).

Detto questo, "se questa riforma ha un difetto, è esattamente opposto a quello denunciato da Prodi: non un premier troppo forte, ma al contrario, un premier troppo debole".

Parole di chi? Di Augusto Barbera, uno dei più illustri costituzionalisti italiani.
29/03/2005 08:59
 
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Non mi sbilancio, non sono riuscito a leggere tutta la riforma, per cui ancora non mi sbilancio.
Dico solo che questa riforma è stata approvata in fretta e furia per il ricatto di un noto partito, che a due settimane dalle elezioni aveva bisogno di questa riforma per presentarsi ai suoi elettori con questo risultato raggiunto.
Ne consegue che la riforma è stata approvata in fretta e furia, e sicuramente contiene errori e incongruenze. Questo decentramento dei poteri non è piaciuto anche a qualcuno della maggioranza (Fisichella di AN ha votato contro ...), sinceramente non capisco come partiti come AN e UDC che fanno dell'unità d'Italia la loro bandiera per presentarsi alla gente vanno poi ad approvare questa riforma.

Detto questo, ricordo che per fare una dittatura, non servono le leggi, bastano le televisioni.

Non lo dico io, l'ha detto 70 anni fa un certo Goebbels, non so se ricordate chi era ...
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Re:

Scritto da: Corcaigh 26/03/2005 12.56

Apro l’Unità, ieri mattina e leggo: «Muore la costituzione, dittatura del premier». Sento un leggero disagio, che inizialmente attribuisco alla parola «premier» e all’orribile immagine della sua tricointermittenza, ma subito dopo capisco che il motivo è un altro.



Ecco, appunto, scritto da 'L'Unità'...........dittatura?
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Re:

Scritto da: gior77 29/03/2005 8.59

Dico solo che questa riforma è stata approvata in fretta e furia per il ricatto di un noto partito, che a due settimane dalle elezioni aveva bisogno di questa riforma per presentarsi ai suoi elettori con questo risultato raggiunto.



Frette e furia? Ma se è dal giorno dopo le elezioni che si aspettava questa riforma? Il ricatto? Beh, mi sembra corretto, siamo o non siamo al governo per le riforme?
Il mio unico dispiacere è che non entri immediatamente in virgore questa riforma, ma bisognerà aspettare anni.
Adesso spero che venga approvata immediatamente il federalismo fiscale.
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Re:

Scritto da: gior77 29/03/2005 8.59
Questo decentramento dei poteri non è piaciuto anche a qualcuno della maggioranza (Fisichella di AN ha votato contro ...), sinceramente non capisco come partiti come AN e UDC che fanno dell'unità d'Italia la loro bandiera per presentarsi alla gente vanno poi ad approvare questa riforma.



Sia An che l'udc erano al corrente di questa riforma, ed è per questo che c'è stata un'allenanza, perciò on capisco le loro perplessità.


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Re: Re: Re:

Scritto da: Corcaigh 26/03/2005 16.22
Ma in Italia, come ben si sa, il federalismo ha preoccupanti risvolti razzisti e secezionisti. Vedremo in pratica come funziona, non parlo prima di vederne i risultati.

26/03/2005 16.26]




Razzismo e secessionismo, ma cosa leggete? [SM=g27833]
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Dunque con ordine e pacatezza :

1)Nelle democrazie libere (?) ad un premier forte ci sono contrappesi forti e inattaccabili ( a Bush e Clinton gli fanno un culo così se si permettono di cancellare un falso in bilancio o se possedessero il totale controllo dell'informazione).

2)Siete andati al governo per fare le riforme?

Riforme "de che"?

ma se vi siete cagati sotto quando la vostra banca era al fallimento e con un triplo salto mortale da che Fazio era l'accentratore, l'uomo dei poteri forti è diventato l'uomo buono (sic, doppio e triplo sic).
Castelli (un incompetente) sta li per fare solo gli interessi del premier plurinquisito.
(ti risparmio quello che diceva Bossi sul Berluska, se vuoi ti mando una mail in privato).

3)Mi chiedo come mai le persone diventano buone e competenti quando (estrapolando frasi da un complesso ragionamento) danoo ragione a lor signori (leggi Barbera)

Ultimo un mio sfogo :

In televisone vediamo di tutto , bene, benissimo mi sta bene :
pacchi e contropacchi, cuochi e contro cuochi, fattorie e controfattorie, punti e a capo, batti e ribatti : OK mi sta bene tutto se non voglio vederli cambio canale, vado a al Cine, al teatro, mi leggo un libro, ascolto musica ......

MA .......

PERCHE' E' VIETATO AL 50% DEGLI ITALIANI DI VEDERE I BIAGI I SANTORO I GUZZANTI E ALTRI?

a chi non stanno bene non possono anche loro cambiare canale?

Se questa non è dittatura, voi come la chiamate?

ps
concordo in toto con benni, i primi colpevoli di questo sfacelo sono stati D'ALEMA & c.
e nelle pieghe già si intravedono le truppe dei Rutelli e dei Mastella che ce la stanno mettendo tutta per mandare di nuovo tutto a rotoli.
Un fatto mi consola : il re è nudo, si è svelato in questi anni in tutti i suoi scopi, la gente lo ha capito (mica è prprio scema) come vanno le cose :
a) i dipendenti si lamentano
b) gli autonomi si lamentano
c) gli industriali si lamentano
d) i commercianti si lamenatno
e) gli artigiani si lamentano

si lamentano che le cose vanno male

indovinate chi non si lamenta?

ma certo, se la ride e di brutto : MEDIASET ha triplicato utili e fatturato!!!!!!!

strano è, mavalà valà!
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Questa non l'ho capita. Me la spieghi?

Scritto da: 55achab 29/03/2005 10.40


3)Mi chiedo come mai le persone diventano buone e competenti quando (estrapolando frasi da un complesso ragionamento) danoo ragione a lor signori (leggi Barbera)


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Re: dal blog di Beppe Grillo ...

Scritto da: gior77 24/03/2005 10.04
La Ferrania S.p.A.,grande società storica italiana situata in Valle Bormida, che produce materiale fotografico, nel 2003 è stata messa in amministrazione straordinaria con i suoi 700 dipendenti e 70 milioni di debiti.

Il 14 febbraio 2004, con l'applicazione della "Prodi-bis", che consente alle aziende di non disperdere tutto con un fallimento, sono state aperte le buste delle offerte vincolanti per l'acquisto della società.

Su quattro offerte:

- due sono state scartate subito per inadeguatezza.

- una, fatta da una "squadra" di alcune decine di imprenditori italiani operanti in diversi settori (dai trasporti a ex manager, da magnati delle autostrade alla finanza pubblica, a incubatori di impresa), richiede sovvenzioni pubbliche, la necessità di costruire una centrale termoelettrica e un centro intermodale e prevede la riduzione da 700 a 450 posti di lavoro.
Valore dell'offerta: 10 milioni di euro.

- una, fatta da un uomo solo, un asiatico smilzo che rappresenta una famiglia asiatica benestante.
Offre 650 posti di lavoro complessivi, promette investimenti immediati di 37 milioni di euro, afferma di voler creare sinergie tra Asia e Italia, sostiene di voler mantenere la produzione in Italia e di non avere tra i suoi programmi la costruzione di una centrale o di un centro intermodale... e non vuole assolutamente finanziamenti pubblici.
Valore dell'offerta: 1 euro (successivamente aumentata a 5 milioni).

Questo è il modello della nuova imprenditoria Italiana.
Imprenditori senza capitali che non rischiano nulla e che si muovono solo con i contributi dello Stato.

Questi sono i veri COMUNISTI in Italia.




Mio papà lavorava proprio in quello stabilimento.
A qualcuno interessa?
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"Ninety per cent of my money went
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George Best
29/03/2005 15:55
 
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Re: Re: dal blog di Beppe Grillo ...

Scritto da: Maratona70 29/03/2005 15.40


Mio papà lavorava proprio in quello stabilimento.
A qualcuno interessa?



Io non ne avevo mai sentito parlare prima di leggere la notizia sul sito di Grillo ... comunque sì, mi interesserebbe sapere come è andata a finire, anche se temo di conoscere già la risposta ...
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29/03/2005 17:31
 
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Re: Re: Re: dal blog di Beppe Grillo ...

Scritto da: gior77 29/03/2005 15.55


Io non ne avevo mai sentito parlare prima di leggere la notizia sul sito di Grillo ... comunque sì, mi interesserebbe sapere come è andata a finire, anche se temo di conoscere già la risposta ...



Ha vinto la cordata italiana.
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George Best
30/03/2005 15:14
 
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è iniziata la sfida ... una nuova guerra fredda?
Pechino risponde alle accuse del Dipartimento di Stato sui diritti umani
e diffonde un durissimo rapporto sulla situazione negli Stati Uniti
"America violenta e razzista"
In un dossier la vendetta cinese
Nel documento accuse su povertà, aids, criminalità e discriminazioni
Non è una raccolta di slogan, ma di dati attendibili attinti da fonti ufficiali
dal nostro corrispondente FEDERICO RAMPINI


Detenuti nel carcere Usa di Guantanamo
PECHINO - Stufa di essere bacchettata ogni anno dal rapporto del Dipartimento di Stato Usa sui diritti umani, la Cina ha deciso di restituire la cortesia. Il governo di Pechino pubblica una pagella sul rispetto dei diritti umani nell'unico paese assente dal rapporto americano: gli Stati Uniti. Il New York Times reagisce seccato. In un articolo intitolato "La Cina dà l'insufficienza all'America", sostiene che "invece del sobrio studio del Dipartimento di Stato, questo è un atto di accusa e dipinge una caricatura dell'America".

Ma chi va a leggersi il rapporto cinese in versione integrale (vai al sito) in realtà rimane sorpreso per il motivo opposto: la sua attendibilità. Lungi dall'essere infarcito di slogan di propaganda antiamericana, è costruito attingendo a fonti ufficiali, spesso lo stesso governo di Washington. Elenca una serie di dati incontestabili - dal boom della popolazione carceraria alle ingiustizie razziali, dalla violenza privata alla piaga della povertà minorile - che potrebbero fornire la sceneggiatura del prossimo film di Michael Moore.

Alla fine i cinesi fanno centro: l'immagine degli Stati Uniti come la patria delle libertà, e la loro pretesa di dare i voti al resto del mondo sui diritti umani, ne escono malconce.

Il rapporto, intitolato Human Rights Record of the United States 2004, è suddiviso in sei capitoli: diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza personale; libertà politiche; diritti economici, sociali e culturali; discriminazioni razziali; diritti della donna e del bambino; diritti umani dei cittadini stranieri.

Nel primo capitolo viene ricordato, per esempio, che ogni anno 31.000 americani sono uccisi (in media 80 al giorno) e 75.000 sono feriti da armi da fuoco. Sono per lo più vittime innocenti di una società armata fino ai denti, dove il 41,7% degli uomini e il 28,5% delle donne hanno un'arma da fuoco in casa.

Le statistiche del Dipartimento di giustizia americano dipingono anche una polizia dal grilletto facile, e non solo con fucili e pistole. L'ultimo trend che preoccupa la magistratura americana è l'uso indiscriminato dei Taser da parte dei poliziotti: pistole che lanciano una scarica elettrica, hanno fatto 80 morti dalla loro introduzione come armi d'ordinanza nel 1999. E' sempre il Dipartimento di giustizia Usa a confermare che l'America ha in proporzione la più alta proporzione carceraria del mondo: si è sestuplicata in vent'anni, da 320.000 a due milioni di prigionieri.

La frequenza di errori giudiziari è elevata. La costruzione di nuove carceri procede implacabile: la California negli ultimi vent'anni ha inaugurato una sola nuova università e 21 istituti di pena. Le prigioni sono il secondo datore di lavoro dopo la General Motors. Il capitolo sulle libertà democratiche si apre con un'analisi (sempre riportata da fonti americane) del ruolo corruttore del denaro nelle campagne elettorali: 4 miliardi di dollari quella del novembre 2004.

Una citazione va anche al problema - molto sentito dalla stampa americana - dei giornalisti perseguiti per non aver voluto rivelare le proprie fonti, o dei reporter stranieri respinti alla frontiera per le nuove normative post-11 settembre.

La discriminazione razziale? Il patrimonio medio di una famiglia bianca è 15 volte quello di una famiglia di neri. Le persone di colore e le minoranze etniche compongono il 70% della popolazione carceraria. Parità fra i sessi? Lo stipendio medio della donna americana è l'81% di quello maschile. Il numero di cittadini che vivono sotto la soglia della povertà ha raggiunto i 36 milioni, in aumento di 1,3 milioni in un anno. Venti milioni di bambini vivono in famiglie sotto il livello di sussistenza, e ogni anno 400.000 minori finiscono vittime dell'industria della prostituzione.

Il rapporto include gli scandali più recenti che hanno avuto come vittime cittadini stranieri: i documentati casi di torture di prigionieri nelle carceri di Guantanamo e di Abu Ghraib, incluse le sevizie sessuali, in violazione della Convenzione di Ginevra. Un orrore su cui ancora sono aperte diverse indagini giudiziarie, e che ha macchiato l'immagine degli Stati Uniti nel mondo.

In quanto alle guerre "di liberazione", i cinesi ricordano che l'invasione dell'Iraq ha fatto 100.000 vittime civili, in larga parte donne e bambini. Nonostante queste performance, conclude il rapporto di Pechino, il governo americano ogni anno si erge a giudice del mondo intero, assegnando una pagella sui diritti umani a 190 paesi.

Naturalmente il rapporto cinese, pur costruito a regola d'arte, è pieno di ironie involontarie. Il lungo capitolo dedicato alle note disfunzioni dei seggi elettorali americani (dalla Florida in poi) ci ricorda che a Pechino il problema è stato risolto alla radice evitando che i cittadini possano eleggersi i propri governanti. La difesa dei diritti dei giornalisti americani viene da un paese che ha il record di giornalisti in carcere (incluso un cronista cinese del New York Times).

Brillano anche certe lacune nell'istruttoria anti-Usa. Non vengono menzionati i "bracci della morte" nelle carceri americane, forse perché in Cina si eseguono più condanne capitali che in tutto il resto del mondo: per mantenere i giovani sulla retta via, ci portano ad assistere anche le scolaresche. Manca un'analisi accurata del Patriot Act e del regresso nelle tutele degli imputati americani dopo l'11 settembre, ma in Cina la polizia ha poteri illimitati e il giro di vite americano deve essere passato inosservato.

A questo Human Rights Record of the United States si può rispondere ribaltando l'accusa dei cinesi: da che pulpito viene la predica. L'Alta Commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani, dopo aver visitato la Cina nel settembre 2004, ha pubblicato nel febbraio 2005 un rapporto in cui descrive il ricorso sistematico ai lavori forzati, ai campi di rieducazione e agli ospedali psichiatrici per colpire "coloro che si oppongono al partito comunista". Ha denunciato l'uso indiscriminato e generico di concetti come "turbativa dell'ordine pubblico" o "danni alla sicurezza nazionale" per imprigionare cittadini per motivi politici. Ha messo sotto accusa un sistema che persegue penalmente persone colpevoli solo di voler "esercitare in modo pacifico i loro diritti sanciti dalla Dichiarazione universale dei diritti umani".

Ma la pubblicazione a Pechino di un rapporto annuo sulle libertà in America è interessante a prescindere dalle pessime credenziali degli autori. E' un gesto indicativo del nuovo rapporto di forze che sta segnando il mondo: ormai solo la Cina può permettersi il lusso di un simile sberleffo. E' una Cina consapevole della sua forza economica, sempre più nazionalista, sempre meno disposta a subire sermoni dall'America.

Una conferma del nazionalismo si è avuta in occasione della visita di Condoleezza Rice. I mass media cinesi avevano accuratamente censurato dai resoconti dei suoi discorsi i passaggi sui diritti umani, le libertà e la democrazia in Cina. Ma le notizie filtrano lo stesso. Risultato: all'indomani i siti Internet e i forum online dei giornali erano pieni di invettive dei lettori contro le "ingerenze" della Rice.

D'altra parte la contro-lezione cinese sui diritti umani tocca un nervo scoperto in America (come dimostra la reazione del New York Times) proprio perché viene da lei, dalla nuova rivale, dalla sfidante al titolo per l'egemonia mondiale.

(30 marzo 2005)
30/03/2005 15:16
 
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per chi volesse, la versione originale del documento cinese la trovate qui:

english.people.com.cn/200503/03/eng20050303_175406.html

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30/03/2005 17:27
 
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Tranquì GIOR, nessuna guerra fredda : alcuni miliardi di persone sono un mercato troppo ghiotto per le varie coca cole e mac donalds.

ps
solito perchè ......

perchè tutti protestano per i diritti umani calpestati in Cina e nessuno si scandalizza per le armi che i paesi cosiddetti democratici e rispettosi gli vendono ? IN PRIMIS L'ITALIA,
tanto che nell'ultimo giro di piacere hanno scomodato pure il presidente firmatutto.
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