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Bush telefona ad Adams e Paisley

Ultimo Aggiornamento: 31/01/2005 11:03
30/11/2004 10:52
 
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Il presidente americano George W. Bush ha telefonato a Gerry Adams, capo del Sinn Fein, braccio politico dell'Ira, per proporre la sua mediazione nei negoziati per il rilancio del processo di pace nell'Irlanda del Nord. Venerdi' scorso Bush aveva telefonato anche al leader del maggior partito protestante dell'Ulster, Ian Paisley. "Ho ringraziato il presidente Bush per il suo interessamento e l'ho messo a conoscenza dei nostri obiettivi nei negoziati in corso" ha detto Adams

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Scritto da: admin/moris 30/11/2004 10.52
Il presidente americano George W. Bush ha telefonato a Gerry Adams, capo del Sinn Fein, braccio politico dell'Ira, per proporre la sua mediazione nei negoziati per il rilancio del processo di pace nell'Irlanda del Nord. Venerdi' scorso Bush aveva telefonato anche al leader del maggior partito protestante dell'Ulster, Ian Paisley. "Ho ringraziato il presidente Bush per il suo interessamento e l'ho messo a conoscenza dei nostri obiettivi nei negoziati in corso" ha detto Adams

FONTE : CORRIEREONLINE



Bush si interessa ? acc la cosa e' grave e dovrebbe portare ad una coalizione tra unionisti e repubblicani...vorra' mica bombardare Belfast ? In genere il metodo e' questo: cerchi un ago nel pagliaio ? brucia il pagliaio ! le foreste bruciano ? bene disboschiamo.....
Sean

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ULSTER
Gli Unionisti pretendono le prove che gli indipendentisti abbiano distrutto il proprio arsenale
Nessuna intesa senza le foto dell’Ira
La richiesta delle immagini è considerata dai cattolici dello Sinn Fein come un’umiliazione


LONDRA - Naufraga, ancora una volta, la speranza di una soluzione politica in Ulster: un nuovo accordo per una divisione dei poteri tra protestanti e cattolici si è incagliato sulla richiesta degli Unionisti di avere prove fotografiche che l’Ira abbia distrutto i suoi arsenali illegali.
Il partito fedele a Londra, gli unionisti del “duro” Ian Paisley, 78 anni, si sono impuntati sulla richiesta delle foto, che per i cattolici del Sinn Fein, il braccio politico dell’Ira, sono un tentativo inaccettabile di «umiliare» i guerriglieri da trent'anni in guerra contro il dominio britannico. Paisley ha affermato che l’Ira deve mostrare «pentimento» consentendo le fotografie della distruzione delle armi. «L’Ira non ha accettato il disarmo, e nessun accordo è stato raggiunto con loro. Non ritiro quel che ho detto su questi mostri sanguinari dell’Ira. Il fatto che ora prendano parte ai colloqui non li assolve dai loro peccati», ha affermato il combattivo Paisley gelando le speranze di un accordo.
È toccato quindi al premier britannico Tony Blair e al collega irlandese Bertie Ahern mantenere vive le speranze di una soluzione all’interminabile vicenda dell’Irlanda del Nord. I due, che hanno proposto un ennesimo piano per la divisione del potere tramite un’assemblea comune e la devoluzione per l’Ulster, hanno tenuto a sottolineare che si era giunti molto vicini all’accordo ma che non tutto era stato risolto.
«Continueremo a lavorare per percorrere quest’ultimo pezzo di strada, quest’ultimo tratto di scalata», ha detto Blair in conferenza stampa con Ahern a Belfast. «Il nostro lavoro deve continuare, per ottenere un accordo e chiudere su questo che è un pacchetto di grande peso e di valore storico». I due sono comparsi davanti alla stampa nella Waterfront Hall, simbolo della rinascita della regione dopo il cessate il fuoco: ma l’idea era in origine quella di annunciare il raggiungimento dell’intesa, non tentare di contrastare l’ennesima battuta d’arresto dei negoziati.
L’attuale round negoziale aveva lo scopo di rilanciare il parlamento locale concepito dagli accordi del Venerdì Santo mediati dagli Usa nel 1998, e che è andata in pezzi nel 2002. Ma lo slancio di quella svolta, che fece balenare l’immagine di una pace definitiva nel tormentato Ulster, sembra oggi andato completamente perduto. A dividere le parti, come accade da sette anni, il disarmo dell’Ira e quella che appare una sostanziale mancanza di fiducia reciproca tra le parti.
Il piano Blair-Ahern prevedeva un impegno dei guerriglieri cattolici a consegnare tutte le armi entro la fine dell’anno, e la promessa di sciogliersi, se si fosse poi passati ad accordi finali sullo status della regione.
Ma la questione delle foto è risultata essere un ostacolo per il momento insormontabile: da una parte gli unionisti che vogliono tener fede alla loro intransigenza verso l’Ira, dall’altra i cattolici che non accettano che l’organizzazione venga “umiliata”, dopo che il governo di Londra non è mai riuscito a piegarla militarmente.
L’Ira sta rispettando un cessate il fuoco dalla metà degli anni Novanta, ed ha effettuato tre disarmi parziali dal 2001, in segreto e sotto la supervisione di un ex generale canadese. Trent’anni di violenze hanno causato oltre 3600 morti in Ulster.
Gerry Kelly, ex militante dell’Ira ora dirigente del Sinn Fein, ha detto che «Paisley sostiene ci debbe essere pubblica umiliazione», mentre, ha ribadito, l’Ira si è impegnata ad attuare il disarmo, ma non davanti alle macchine fotografiche.

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.....ORIANA VIVE........

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