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27/05/2003 12:30 | |
Peto venia vobis che avete letto la versione inglese. Io, per ora, ho all'attivo solo la lettura dell' edizione Mondadori.
In ogni caso, al di là della traduzione più o meno fedele all'originale (la Mondadori ha fatto un tentativo anche con stralci di "Finnegan's Wake"), resta il problema che per quanto sia ottima l'acquisizione di una seconda lingua, resteranno comunque alcune lacune culturali, più che linguistiche. Riferimenti e citazioni di altri testi o di opere di altri campi (vedi chi considera l'"Ulisse" una sorta di ipertesto primitivo), personaggi che vengono identificati con specifiche particolari (chi parla con accento particolare o è indicato come di una zona particolare), stili letterari che ricalcano i cliché tipici della letteratura del passato (ma della letteratura della lingua di origine, che non sempre può essere resa nello stesso modo in altre lingue).
Resto quindi dell'idea (ma ovviamente smentitemi pure), che sia molto difficile cogliere le sfumature così come le può cogliere un irlandese.
A questo punto si potrebbe aprire però un dilemma a monte di tutta la nostra discussione: possiamo noi comprendere a pieno un opera ideata e stesa più di ottanta anni or sono? Possiamo capire fino in fondo le tragedie greche? O "Amleto"? O anche solo "La coscienza di Zeno", tanto per restare in Italia, ma vicini a Joyce. Sono gli stessi dubbi che mi assillano quando penso alla musica. Posso veramente capire quanto sia stato dirompente "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band" o "Are You Experienced" senza essere vissuto nel 1967? Non volgio uscire dal tema della discussione, quindi lascio ad altri l'onere e l'onore di rispondere.
Un saluto e un abbraccio. |
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