Un paio d'ore prima del concerto, Vinicio Capossela (disponibilissimo e veramente alla mano) chiacchierava tranquillamente con i presenti dividendo alcune bottiglie di vino.
Quando gli ho chiesto se Shane era regolarmente arrivato, lui mi ha risposto che la band è arrivata puntuale alle prove del giovedì mentre MacGowan & manager li hanno ritrovati solo il giorno del concerto, all'aeroporto di Torino, addormentati e già in evidente stato di confusione mentale. Inutile sottolineare che l'ex leader dei Pogues ha continuato a bere ininterrottamente tutto il giorno...
Quando Shane è salito sul palco, si reggeva a stento e ha trascorso gli interminabili momenti pre-esibizione (c'erano problemi tecnici) farfugliando parole incomprensibili, con lo sguardo perso nel vuoto.
Diversi gli atteggiamenti del pubblico : molti fans storici come il sottoscritto hanno provato tristezza nel vedere il poeta-punk in quello stato ormai cronico, i più giovani trovavano invece "figo" il suo status di rockstar alcolizzata e veramente maledetta (non erano pose, our man sta veramente di merda sia fisicamente che psicologicamente)
Sarebbe però sbagliatissimo parlare di impressione patetica : il buon vecchio Shane in diversi momenti dell'esibizione ha sfoggiato una rabbia e un pathos che ha suscitato non pochi brividi a chi lo ha visto dal vivo diverse volte.
Dopo il duetto con la sezione fiati di Roy Paci si è complimentato non poco con il bravissimo trombettista siciliano e i suoi colleghi, a molti luccicavano gli occhi (compresi gli artisti e soprattutto il cantante) perchè quei 5/10 minuti sono stati di un'intensità incredibile.