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The troubles / La questione Nordirlandese

Ultimo Aggiornamento: 19/06/2010 00:58
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Il processo di pace in Irlanda del Nord: tra "devolution" e "decommissioning"

di Gustavo Pregoni
14 Jan 2005

Belfast, 14 Gennaio 2005 - Una grossa campana di ottone scandisce il rintocco della bevuta di fine serata ed i clienti si accalcano sul bancone bagnato per un’ultima pinta: il Bot è pieno. Il Botanic Inn, "the Bot" in slang, è uno dei pub storici di Belfast, situato nella ricca e georgiana parte sud della città, e negli ultimi giorni ha visto scorrere fiumi di Guinness e di Bushmills, birra scura e whisky, per celebrare la fine dell’anno. Anno, il 2004, che in termini politici non sarà di certo ricordato come decisivo o comunque significativo, avendo registrato l’ennesimo fallimento del governo di Sua Maestà nel cercare una soluzione alla spinosa questione delle sei contee.

Nella conferenza di inizio anno, tenuta in Great Victoria Street, negli uffici del Northern Ireland Office, Paul Murphy, Segretario di Stato per l’Irlanda del Nord, ha espresso tutto il suo disappunto riguardo la persistente fase di stallo politico: ‘Credo fermamente che nel nuovo anno dovremo canalizzare tutti i nostri sforzi per cercare di compiere, tutti insieme, quegli ulteriori passi in avanti verso il ritorno ad un governo locale composto da coloro che sono stati eletti regolarmente dal popolo Nordirlandese, anche se rimango ben consapevole della complessità e delle enormi difficoltà che incontreremo nel rapportarci con il nostro passato’.

Murphy si riferisce chiaramente al problema della devolution: e’ dal lontano novembre 2003, data delle ultime elezioni, che l’Irlanda del Nord non riesce ad avere un proprio governo locale. All’epoca si imposero rispettivamente come primo e secondo partito del paese il Democratic Unionist Party (DUP), unionista e ultraconservatore, ed il Sinn Fèin (SF), nazionalista e vero e proprio braccio politico dell’IRA. Quindi spettava ai suddetti opposti schieramenti sedersi allo stesso tavolo e formare l’Assemblea e l’Esecutivo, cosa, questa, che puntualmente non è avvenuta in tutti questi mesi fatti di trattative e negoziati, ma soprattutto di tante e tante parole.

Degna di nota è, tra l’altro, la pesante dichiarazione del Reverendo Ian ‘Big Man’ Paisley all’indomani del congiunto tentativo di mediazione da parte dei governi del Regno Unito e della Repubblica d’Irlanda, avvenuto nello scorso settembre al Leeds Castle, nel Kent, Inghilterra sud-orientale. Egli ha affermato una “incapacita’ culturale” del proprio partito a trattare col Sinn Fèin, e che mai un assassino come Martin McGuinness (attuale numero due del SF ed ex quarter-master della Derry Brigade dell’IRA) avra’ il consenso unionista alla sua elezione quale membro dell’Esecutivo.
Pertanto l’Irlanda del Nord continua ad essere amministrata e governata direttamente da Westminster, ossia dal quel Signor Blair, che ha ormai mostrato pubblicamente un totale disinteresse per la ‘provincia’ più calda di tutto lo United Kingdom. Fulcro e tema centrale delle peace-talkings è la questione del disarmo, il decommissioning dei gruppi paramilitari, soprattutto dell’IRA.

I governi Inglese e Irlandese hanno ufficialmente affermato di voler risolvere il problema delle armi, considerato a ragione la causa principale della paralisi del peace-process e vero ostacolo all’esercizio dei poteri di devolution da parte di un governo tutto nordirlandese.

L’Esercito Repubblicano Irlandese ha già effettuato tre atti di decommissioning, consegnando parte del proprio arsenale alla Commissione ad hoc diretta dal Generale De Chastelain, che ha immediatamente posto fuori uso tali armi. Inoltre, anche se non c’è stato alcun comunicato ufficiale, l’IRA si sarebbe detta disposta a consegnare l’intero arsenale entro pochi mesi, logicamente verso un corrispettivo in termini di operazioni di demilitarizzazione del territorio da parte del governo Inglese, presupposto per un definitivo ritiro delle truppe di stanza in Ulster.

Il problema è che per gli Unionisti tutto questo non è più sufficiente: Paisley e soci vogliono che l’IRA permetta a dei fotografi di scattare le foto riguardanti gli atti di disarmo e la conseguente distruzione delle armi, e che tali atti avvengano inoltre alla presenza di testimoni indipendenti in aggiunta ai membri della Indipendent International Commission on Decommissioning (IICD).

L’Army Council dell’IRA ed il Sinn Fèin hanno logicamente visto tali ulteriori richieste unioniste come dei tentativi di intralciare il raggiungimento di un’intesa, al fine di restaurare il vecchio regime di Stormont, mutilando il principio proporzionale in base al quale il DUP dovrebbe governare d’intesa col SF. A tal riguardo, Gerry Adams, Presidente del SF: ‘La questione delle fotografie non la prendiamo neanche in considerazione, per noi è dead and buried, ossia morta e sepolta; inoltre i medesimi atti di disarmo devono essere effettuati anche dai paramilitari protestanti’.

E qui andiamo a toccare un altro dei tasti dolenti dell’intera faccenda e forse il più controverso: il Northern Ireland Office ha riconosciuto come ufficiale il cessate il fuoco da parte della più numerosa organizzazione paramilitare protestante, l’Ulster Defence Association (UDA), che in passato,anche sotto la sigla di Ulster Freedom Fighters (UFF),si è resa protagonista delle feroci e settarie uccisioni di cattolici innocenti, di esponenti politici nazionalisti e di membri di organizzazioni a tutela dei diritti umani.

‘For God and Ulster’, questo è il motto che campeggia sui murales firmati UDA dipinti lungo Shankill Road, enclave della working class protestante di West Belfast: altro che nel nome di Dio e dell’Ulster, tutte le attività di tale organizzazione sono finalizzate a ben altro e sono condotte nel solo nome del controllo del traffico della droga e delle estorsioni. Quindi bisogna essere chiari riguardo la consistenza di tale cessate il fuoco, perché è vero che gli omicidi settari sono al momento cessati e che la leadership si è detta pronta ad inserirsi nelle trattative di pace, ma è pur vero che i paramilitari continuano ad arricchirsi illegalmente ed ultimamente hanno anche iniziato a ‘sfrattare’ famiglie di asiatici e di coloured dalle loro case, perché in prossimità di abitazioni protestanti.

Come si può pretendere il totale disarmo o per di più l’uscita di scena dell’IRA, mentre nell’altra metà di Belfast si continua a sparare indisturbati? Come potranno essere esercitati i poteri di devolution se non si riesce formare un governo che abbia la titolarità di tali poteri? Che futuro potra’mai avere un processo di pace quando vi sono così tanti indizi da far pensare che forse poi non è la pace quello che le parti in causa realmente cercano?

Buon Anno cara vecchia Ulster!

Gustavo Pregoni
redazione@reporterassociati.org

Fonte: www.reporterassociati.org/index.php?option=news&task=viewarticle&...
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"Where is the wisdom we lost in knowledge? Where is the knowledge we lost in information?"

T.S. Eliot
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