Elezioni 2007

Il capolavoro di Tony
Da Stormont, Belfast, Andrea Varacalli, Avvenire

Clima sereno a Stormont, molti ospiti internazionali. Paisley istrionico e gran mattatore della giornata. Si parte con la devolution

Abbandonati i cliché che hanno accompagnato sei lunghe settimane dall'annuncio delle nomine di governo, l'Irlanda del Nord è realmente e con curiosa serenita' entrata in una nuova epoca. Ed è stato un ingresso senza dubbio emozionante, a tratti anche commovente quello di ieri nel parlamento di Stormont, e in cui si è probabilmente consumata una delle giornate più vibranti della storia moderna di questa tormentata provincia Britannica. Unionisti e nazionalisti insieme in quello che Lord Edward Carson aveva chiamato nel 1932 un parlamento per soli ulstermen protestanti. Settant'anni da allora, un secolo forgiato nella violenza del conflitto anglo-irlandese, oggi finalmente uniti alle spalle delle due tonnellate di ferro della statua di Carson che domina Stormont. L'impensabile è accaduto. I leaders delle comunità più polarizzate delle sei contee, l'ultraunionista Ian Paisley e l'ex repubblicano Martin McGuinness, avversari di sempre attraverso un trentennio di lotta armata, hanno riso, scherzato e accolto da perfetti padroni di casa i tanti illustri ospiti arrivati a Belfast da ogni parte del mondo alla sfavillante kermesse preparata in questa eccezionale occasione che segna lo scongelamento della devolution nordirlandese. Il primo ministro Inglese Tony Blair, la sua controparte irlandese, il taoiseach Bertie Ahern; e ancora il democratico Ted Kennedy da Washington (i Kennedy, storicamente vicini al nazionalismo Irlandese). Poi i precedenti traghettatori verso l'intesa: Albert Reynolds, ex primo ministro a Dublino, John Major premier Britannico fino al 1997, nel periodo più difficile e articolato del cammino verso la pace. E ancora ospiti da Euskal Herria, il Paese Basco, dalla Palestina e Israele. Dove esserci anche colui rappresentò la sponda più efficace da Washington per gli Accordi del Venerdì Santo: l'ex presidente USA Bill Clinton, che all'ultimo momento ha dovuto rinunciare alla sua presenza ma ha ugualmente augurato buona fortuna all'Assemblea. Ian PaisleyLa mattina è iniziata con le classiche formalità istituzionali dell'insediamento dell'esecutivo. Letti i nuovi paragrafi di copertura delle nomine e degli incarichi sottoscritti nell'Accordo di St. Andrew nell'ottobre dello scorso anno, i partiti hanno presentato ufficialmente i propri team negli incarichi di governo. Un'ora di seduta e lo show è iniziato. Si sale nell'ufficio del primo ministro unionista Ian Paisley. Con lui anche il suo vice, e numero due dello Sinn Fein, il nazionalista Martin McGuinness che intanto fa strada a Tony Blair e Bertie Ahern. Davanti a più di sessanta televisioni collegate in diretta da Belfast e a microfoni aperti, Paisley esordisce con "per un giovane ragazzo che se ne va - l'imminente uscita di scena di Tony Blair - un ottantenne subentra. E' la prova che la politica richiede maturità". E giù risate a scena aperta del cinquantaquattrenne Blair, visibilmente pervaso dalla commozione. "Dicono che sono cattivo - ha continuato la guida del Democratic Unionist Party - ma in realtà io sono una persona delicatissima". La sala esplode, mentre Paisley ricorda "nove anni fa, ero fuori questo palazzo per affondare gli Accordi del Venerdì Santo. Il giovane qui accanto - il primo ministro Blair - mi fece arrestare e trascorsi una notte in cella. Mi auguro che per oggi non abbia messo a punto altre sorprese…" Avanspettacolo di prim'ordine. Blair si esibisce nelle imitazioni di Paisley e Gerry Adams, il leader dello Sinn Fein. Sentendole - incredibilmente ben fatte - c'e' da chiedersi adesso che le ha finalmente svelate pubblicamente, quali sono gli altri siparietti che accennava il suo Spin Doctor Alaistar Campbell, messe in scena al termine delle maratone negoziative per la sola platea del suo entourage. A cornice, dopo un breve concerto, splendido, di sinfonia classica suonata dai giovani di West Belfast colpiti dalla sindrome di Dawn, i quattro quindi sono scesi nella hall del parlamento. Da grande mattatore abituato ai gospel della sua chiesa libera presbiteriana, Ian Paisley ha letto una forte e toccante dichiarazione d'intenti e trasformazione che ha fatto spellare le mani dei presenti strappando generosi e sinceri applausi Lacrime invece per Tony Blair, coinvolto in uno dei più importanti speech della sua carriera. Una carriera iniziata qui e finita qui, nel suo successo politico più grande e per cui passerà a mani basse nella storia recente d'Europa. La pace nordirlandese è oggi anche grazie a Tony Blair e Bertie Ahern, di dieci anni di perseveranza e sincera dedizione alla risoluzione del conflitto. Ai prossimi inquilini di Downing Street a Londra e della Leister House di Dublino il dovere di proteggerla, e auguri.

Continua (è lunghetto...) su LET >>